A mente fredda

Per quanto il dispiacere dell’eliminazione sia forte e il rimpianto per essere andati davvero ad un niente dal passaggio del turno ancora aleggi come uno spettro nella mia quotidianità, oggi voglio cogliere quest’occasione per dare forma e ordine ai miei pensieri a mente fredda. La situazione, facendo i dovuti scongiuri, pare definita e per quanto i giocatori abbiano il dovere di focalizzarsi sulle gare che restano e raggiungere il ventesimo scudetto, da tifoso sento di avere il privilegio di poter ragionare serenamente a tutto tondo sulla nostra squadra, rimettendo insieme i pezzi di questa stagione.

Ovviamente non posso non cominciare dalla doppia sfida contro l’Atletico e dal nostro percorso Champions. Partiamo da lontano: l’obiettivo basilare per la nostra squadra era il superamento dei gironi e questo è stato ampiamente raggiunto senza sofferenza. L’eliminazione agli Ottavi ai rigori contro l’Atletico Madrid rientra in quei risultati sportivi che si possono accettare e che onestamente possono verificarsi. Non è un disastro, non è una tragedia, non è l’eliminazione contro Villareal e Valencia. Non toglie nulla di quanto fatto quest’anno e non depaupera un percorso meraviglioso in campionato. C’è dispiacere, chiaramente, principalmente perchè questo genere di partita è meraviglioso da vivere e l’esito ci impone certamente di fare qualche valutazione di insieme.

La partita dell’altra sera poteva pendere in una maniera diversa e certi momenti della gara dovevano essere affrontati con più presenza di spirito. A prescindere dal gol sbagliato da Thuram nel secondo tempo, che con il senno del poi è stato praticamente un match point, subire il gol del pareggio in quel modo due minuti dopo aver trovato un vantaggio pesantissimo è segnale che qualcosa in quel momento sia mancato sul piano della concentrazione. La partita poi non è stata brutta e trovo sia anche accettabile e comprensibile che gli ultimi minuti la squaadra si sia messa dietro a difendere il pari, purtroppo con scarsi risultati. Per assurdo i supplementari li abbiamo giocati bene, al meglio delle nostre possibilità, tenendo conto che in campo a quel punto avevamo veramente poca qualità in certe posizioni (fuori Barella, Bastoni, Thuram e Dumfries). Ai rigori è stato un vero peccato che la nostra lista di rigoristi a disposizione terminasse nei fatti dopo il primo rigore, ma ca va sans dire.

L’Inter quest’anno pratica un calcio moderno e piacevole ed in Italia ha scavato un solco enorme con le rivali, ma a parer mio occorre distinguere tra il rendimento della squadra e il valore della squadra. Grazie al lavoro di tecnico, staff e giocatori, l’Inter sta rendendo ben al di sopra delle più rosee aspettative di inizio stagione e sta raggiungendo l’obiettivo sportivo giocando bene, vantando un ambiente coeso e vivo come raramente ricordo. Nulla di questo era scontato ad inizio anno.

Non dobbiamo però commettere l’errore di peccare di superbia. Il fatto che l’Inter sia in Italia la squadra ad oggi più forte come collettivo e che sia meritatamente in testa come proposta di calcio è supportato dai numeri, ma sul piano del valore assoluto, ammesso che sia definibile un concetto tanto astratto, ritengo che questa squadra abbia delle mancanze. Il mio pensiero è che il reale valore dell’Inter in effetti sia proprio tra gli Ottavi-Quarti di Champions. L’Atletico Madrid sul piano strettamente qualitativo ritengo non abbia nulla da invidiare all’Inter, penso al contrario che abbia una profondità di rosa superiore.

L’Atletico ad un certo punto l’altra sera ha sostituito uno stanco Morata e ha messo dentro Depay. La loro quarta punta è Correa, che è un giocatore polivalente, integro, che può giocare anche sull’esterno, in rosa dal 2014 tra l’altro, quindi un uomo di grande affidamento. A questi si aggiungeva Griezmann, che rimane un fuoriclasse. Saul e Riquelme sono due giocatori importanti e il secondo ha qualità, dribbling e passo. Servo un ultimo dato a margine che offre una dimensione accurata di quello che sto dicendo: l’Atletico Madrid ha un monte ingaggi di 164 milioni di euro (fonte: SkySport) e l’Inter 115 milioni.

Essere eliminato agli ottavi di Champions ai rigori contro l'Atletico Madrid non è un disonore. twittalo

Se andiamo ad analizzare la nostra squadra vediamo invece che le nostre alternative in attacco sono due ultratrentenni acquistati come riempitivi nelle ultime battute del mercato scorso. Abbiamo complessivamente giocatori di affidamento, ma in Europa dove i ritmi sono alti, le squadre sono tutte organizzate, spazio e tempo di giocata si restringono, noi non abbiamo un singolo giocatore di dribbling in rosa e le statistiche, anche nel campionato italiano, sono lì a testimoniarlo. Si può segnare anche in modo diverso, ma avere giocatori di passo e dribbling fa una grande differenza quando sul piano dell’organizzazione e dell’atletismo incontri squadre di valore. “Pace kills” dicono gli inglesi e l’Inter tolto Thuram non ha giocatori che abbinano tecnica e velocità. Basta guardare alle squadre top d’Europa e si vedrà come purtroppo l’asticella sia molto più in alto.

Tutto questo per dire che l’Inter ha raggiunto quello che il suo valore attuale gli imponeva di raggiungere. Questi sono i suoi valori. Hai giocato i supplementari con Darmian quinto a piede invertito e Acerbi braccetto di sinistra, per esempio. Due giocatori di affidamento e fondamentali nella rosa, persino preziosi nell’arco di una stagione, ma entrambi adattati nella circostanza e ad un livello dove purtroppo spiccano più le loro mancanze dei loro pregi (in quel ruolo).

D’altronde ci confrontiamo da tre anni buoni con la Ragion di Stato e con l’esigenza, reale e legittima, di far quadrare i conti: il club negli ultimi sta lavorando con grande impegno in quella direzione. Il fatto che in questi anni si sia fatto un lavoro di quel tipo e che parallelamente non ci sia stata una contrazione dei risultati sportivi è incredibile. L’interista oggi può avere rimpianti per essere uscito agli Ottavi contro l’Atletico Madrid, anche se la sua squadra negli ultimi anni ha perso più pezzi di quelli che ha inserito e questo la dice lunga sulla bontà del lavoro svolto. Sono anche stati commessi errori, ma nell’insieme i risultati sono ottimi.

Questo ritengo sia il modo onesto intellettualmente in cui andrebbe inquadrata la nostra situazione attuale. L’anno prossimo con la partecipazione al mondiale per club, con un nuovo formato Champions più remunerativo e – ci auguriamo – con un incremento delle entrate legate agli sponsor a parer mio ci sarà un incremento del fatturato. Alcuni giocatori realisticamente saluteranno e questo alleggerirà ulteriormente il bilancio, poi ci saranno chiaramente della valutazioni da fare per inserire profili congrui a consolidare il livello e – in linea con le possibilità a disposizione – colmare qualche lacuna. Non viviamo più l’epoca dove l’Inter veniva eliminata agli ottavi di Champions e si individuano subito 4-5 acquisti da aggiungere alla rosa per competere con il top mondiale, ma ci sarà probabilmente modo di muoversi con criterio.

L’Inter ha la necessità di rivedere alcune cose. Faccio una carrellata della rosa: naturalmente l’opinione che vado ad esprimere è soggettiva. Il parco centrocampisti è completo, se arriva Zielinski, perfetto per il nostro calcio, e salutano Sensi e Klassen siamo a posto. Sugli esterni c’è in primo luogo la necessità di capire esattamente quale apporto possa dare Buchanan e di inquadrarlo nelle prossime dieci giornate. Personalmente sarei un bugiardo se vi dicessi che lo conosco bene o che lo seguivo prima che venisse da noi. Quello che ho visto è che si tratta di un giocatore che ha due qualità citate precedentemente e che a noi servono: passo e dribbling. Al momento non è stato praticamente mai utilizzato quindi è lecito sollevare un punto interrogativo su di lui.

Dumfries è un giocatore solido e serio, ma lato tecnico la mia opinione è che poco si sposi con il calcio che vogliamo proporre. Ha passo e quindi è importante, ma non salta l’uomo e non ha una gran pulizia tecnica, quindi dovesse salutare sarebbe interessante trovare un esterno più funzionale che abbia nell’ordine: passo, tecnica e dribbling. Se rimane, questo abbiamo, ma se riuscissimo davvero a trovare un giocatore con caratteristiche simili a Lino dell’Atletico, per rimanere in tema, sarebbe tanta roba. Anche perchè per la posizione che occupano principalmente i quinti nel nostro calcio, con la nostra interpretazione del ruolo, a noi servirebbe giocatori più vicini a delle ali che a dei terzini, cioè giocatori con grande confidenza con gli ultimi 25-30 metri di campo.

“C’è delusione per tutta la famiglia Inter, è normale, per la nostra società e i tifosi. Però ho detto ai ragazzi che devono essere orgogliosi per ciò che hanno fatto perché abbiamo fatto 8 partite e non avevamo mai perso, stasera nei momenti chiave della partita probabilmente dovevamo far meglio.

Inzaghi, Post-Atletico Madrid

Promuovo in toto Carlos Augusto, che è un giocatore che anche da braccetto sinistro offre garanzie e come alternativa a sinistra è valido, con caratteristiche diverse da Dimarco. Spezzo una lancia anche sul piano caratteriale: giocatore che in campo non si tira mai indietro. Non è magari brillantissimo lui sul piano qualitativo, ma è un giocatore che ci sta alla grande in questa rosa. Cuadrado mi dispiace, ma può essere accompagnato serenamente alla porta: non è più affidabile fisicamente. Sulla difesa occorre ragionare eventualmente su un centrale difensivo di spessore, magari non come investimento prioritario: De Vrij anche l’altra sera mi ha ricordato perchè ad un certo punto Acerbi è diventato titolare indiscutibile e il secondo purtroppo anno prossimo ne compirà 37.

L’attacco è il vero nodo, comunque. La situazione è un po’ spinosa laddove abbiamo due giocatori che offrono garanzie affiancati da Arnautovic, Sanchez e il rientrante Correa. A questi si aggiunge Taremi che quest’anno ha numeri non particolarmente brillanti (26 partite e 6 gol), ma ci riserviamo di valutarlo anno prossimo e si tratta senz’altro di un attaccante che ha un suo spessore internazionale.

Quello che bisognerebbe fare in un mondo ideale è ringraziare di cuore Arnautovic, Sanchez e Correa per l’impegno profuso e trovare un attaccante integro che possa completare il reparto. Se esiste una spesa prioritaria è proprio qui che andrebbe fatta, secondo me. Non dobbiamo prendere una riserva, dal mio punto di vista, dobbiamo individuare un giocatore forte – non sopra i 30 – che non mi faccia deprimere tutte le volte che Thuram ha il raffreddore. Il vero problema comunque – lo intuiamo – non sarà mai trovare questo profilo, da che il mondo brulica di attaccanti, quanto piuttosto salutare chi c’è già, sempre per quel discorso del dover far quadrare i conti. Comunque quello che ci serve è una punta vera di movimento. Il quinto attaccante ce lo abbiamo e si chiama Valentin Carboni, che può tra l’altro ricoprire più ruoli e interpretare tante posizioni, quindi sarebbe perfetto.

Questa è la nostra situazione a parer mio. Quello che potremo fare dipenderà in parte dalle risorse a disposizione e in parte dalla contingenza, ma fondamentalmente si passa per le necessità elencate sopra. Ad onore del vero, anche il nostro prossimo portiere andrebbe individuato, sperando che l’Altissimo ci conservi Sommer anche per un altro anno. Quello che va assolutamente protetto e tutelato è l’impianto di gioco: vanno inseriti giocatori con caratteristiche consone a questo impianto.

Per quello che riguarda la gara di stasera contro il Napoli c’è poco da dire. Il nostro percorso di quest’anno è molto simile finora a quello del Napoli della passata stagione. L’augurio è che la conclusione possa essere la stessa e che l’anno prossimo si possa operare in maniera ottimale per dare seguito a quanto di buono si è costruito quest’anno.