Vietato sbagliare

Siamo al momento chiave della stagione della nostra squadra, inutile girarci intorno. Il calendario non è semplice e nell’ultimo mese è stato tremendo sulla carta e contraddistinto da qualche alto e basso sul piano dei risultati. La gara di oggi in casa del Napoli è la classica partita che non è proprio il caso di steccare in un campo che è per noi storicamente ostico: cerchiamo di capirci qualcosa insieme e di ragionare sul momento che sta attraversando l’Inter. Temo non ne uscirà un discorso particolarmente popolare, ma cercherò di dare forma scritta ai miei dubbi.

Farei un passo indietro e ripartirei dal derby di settimana scorsa. La squadra aveva approcciato alla grande la partita, giocando un buonissimo primo tempo, poi nella ripresa siamo decisamente calati. Posto che una flessione negli ultimi minuti della gara non è inusuale per la nostra squadra, tanto che marzullianamente mi sono fatto delle domande e ho cercato di darmi delle risposte che condividerò a breve, personalmente c’è una cosa in particolare che mi ha lasciato l’amaro in bocca nei novanta minuti contro il Milan.

In una partita che a quindici minuti dalla fine stai vincendo e che ti porterebbe a sette punti di vantaggio dai rivali cittadini con anche una gara da recuperare, ci sono cose che mi aspetto che una squadra matura faccia e altre che invece mi sorprendono negativamente. In sintesi: una squadra che si rende conto del momento, ne deve avvertire il peso e l’importanza e comportarsi di conseguenza. Mi aspetto che i campioni di Italia, primi in classifica, in quel momento capiscano il significato di quel risultato e facciano tutto quello che pragmaticamente ti porta ad abbassare la saracinesca e vincere una partita fondamentale. Nell’azione del primo gol, dove Sanchez perde orribilmente palla e alla fine subiamo il pareggio, quando il cileno viene contrastato ci sono i cinque centrocampisti tutti sopra la linea della palla e la cosa mi lascia parecchio interdetto.

Posto che Sanchéz nell’azione in questione “pesta” tantissimo e tocca troppo la palla ed è il primo dei colpevoli, perchè avrebbe una giocata immediata su Vidal molto facile, al 73′ minuto, su una palla gestita male – mentre stai vincendo – tutti i centrocampisti che corrono in avanti e si aprono non è segnale di mentalità offensiva, ma per quanto mi riguarda è un atteggiamento “leggero” e – mi si passi il termine – con poca presenza di spirito. Quando arriva il contatto con Giroud, tra la palla e Handanovic ci sono solo i tre difensori, nessuno dei centrocampisti/esterni ha avuto un atteggiamento pessimista in una situazione dove perdere la palla sarebbe stato mortifera e Sanchez era evidentemente in difficoltà quando la riceve. L’Inter era già da diversi minuti che faticava a gestire il pallone e da parecchio non si faceva vedere dalle parti di Maignan, ma non aveva concesso nulla al Milan.

La partita era in un momento interlocutorio e ricalcava in parte quello che si era visto qualche settimana fa in Milan – Juventus, quindi mi sarei aspettato tanta compattezza dietro, marcature preventive e pochi rischi. Non riuscivamo più ad alzarci puliti in palleggio e i nostri attaccanti non hanno le caratteristiche per attaccare la profondità, tuttavia non avevamo concesso nulla praticamente e quando difendevamo in blocco il Milan non riusciva a trovare soluzioni. Avrei voluto più pragmatismo e meno atteggiamento naif, perchè ci stavamo giocando tanto e abbiamo letteralmente dato un calcio al secchio dopo aver fatto tanto latte.

La mia paura è che questa partita non diventi in futuro lo specchio del nostro campionato, perchè le partite non si vincono ai punti e i campionati non si conquistano per acclamazione popolare perchè si gioca il calcio più piacevole e lo dice una persona che da sempre rompe le scatole sull’importanza di giocare un calcio moderno. Però quello è uno strumento, non è il fine. Non si gioca per fare bel calcio, si gioca per vincere. Il gioco moderno, l’identità, i principi di gioco sono strumenti importantissimi per raggiungere lo scopo ultimo che è la vittoria, ma non l’obiettivo. Non voglio che l’Inter diventi una squadra naif, una squadra che non sa calarsi dentro il momento della partita e che cerca di recitare sempre lo stesso spartito. La maturità di una grande squadra sta nella comprensione della situazione: se a quindici minuti dalla fine stai vincendo una gara fondamentale, se non hai più la brillantezza del primo tempo ti apparecchi dietro, organizzato e compatto e – per quanto mi riguarda – porti a casa quanto ti sei meritato.

Giocare un calcio propositivo è uno strumento per vincere. Se diventa fine si perde di vista quello che conta davvero. twittalo

Su una palla coperta che Sanchèz riceve spalle alla porta, in quel momento della gara, non esiste che sei undicesimi siano sopra la linea del pallone. C’è un confine sottile tra l’essere propositivi e l’essere sciocchi e nell’ultima gara di campionato lo abbiamo superato. In un derby ed in una partita tra la prima e la seconda forza del campionato è inaccettabile. Spero che questa lezione possa servire ad approcciare in modo diverso i momenti chiave delle prossime partite che ci troveremo a giocare.

C’è anche di più da analizzare, come si diceva. L’Inter finchè ha energia e riesce ad accompagnare con tanti effettivi propone un buon calcio, poi alla lunga cala. Questa squadra non ha nessun attaccante in grado di attaccare la profondità, tranne Correa che però sta avendo infiniti problemi. Finchè riesce a guadagnare campo con qualità e combinazioni sia centralmente sia nelle catene laterali le cose vanno bene, ma arriva un momento in cui la brillantezza cala, la squadra accompagna meno e la pulizia delle giocate scende, ma quei quaranta metri per arrivare alla porta degli avversari sono sempre da fare in qualche modo. Qui per me risiede in larga parte il motivo per cui negli ultimi minuti in certe partite non arriviamo più ad essere incisivi. Se l’anno scorso l’Inter aveva una punta straordinaria nell’allungare la squadra (Lukaku) e un esterno altrettanto bravo nel farlo (Hakimi), invece quest’anno l’Inter non ha questa soluzione e in certi momenti della gara lo patisce, faticando a ribaltare il campo.

Ce lo ripetiamo da inizio anno, quindi penso non sia il caso di sviluppare oltre la questione e tediarvi di nuovo sul tema. Il nodo però è che arriva un momento in cui ti devi mettere una mano sul cuore e convivere con il tuo problema, visto che purtroppo dal mercato non sono arrivati aiuti. Se non riesci a proporre il tuo calcio perchè non sei più brillante e non puoi servire le punte in verticale perchè non hanno quelle caratteristiche, se stai vincendo allora devi probabilmente trovare ad un modo sano e pragmatico di portarla a casa. L’Inter è una squadra fisica, forte e strutturata e quando difende bassa è difficilissimo farle gol: pur non avendo la capacità di ribaltare il campo come l’anno scorso, in certi momenti della partita questa soluzione rimane comunque valida.

Comandare la partita non è semplice, lo stiamo facendo quasi sempre poi bisogna mettere in conto il fatto che ci sono anche gli avversari e sono avversari di valore. Ci sono momenti in cui la squadra deve saper soffrire: contro la Roma è successo per una piccola parte della gara e siamo stati bravi a mantenere la porta inviolata.

Simone Inzaghi, post Inter – Roma (Coppa Italia)

Se l’andata contro il Napoli ci ha insegnato qualcosa è proprio quanto sopra riportato dalle parole di Inzaghi. L’Inter approccia bene le partite e esprime un buon calcio, ma a volte manca la forza di poter chiudere la partita. Contro avversari di pari valore, perchè questo è il Napoli ad esempio, è fondamentale capire che prima o dopo arriva il momento in cui devi sporcarti le mani e trattenere il respiro, perchè ci sarà da stare raccolti e difendersi. Questo campionato, se vogliamo vincerlo, passa tanto da questo, dalla lettura dei momenti della gara. Non esiste altra strada, per tante ragioni. L’Inter non è in grado di mantenere una brillantezza tecnico-atletica per tutta la gara. Le seconde linee non sono né per caratteristiche né per livello paragonabili ai titolari in molti ruoli e ci sono meno soluzioni rispetto al passato per ribaltare il campo e andare in verticale in modo diretto, ma dove manca questo la squadra può sopperire con la comprensione dei momenti e grande concentrazione.

La mia sensazione personale è che il Napoli arrivi alla sfida di oggi meglio di noi. E per quanto mi riguarda pur essendo una squadra meno strutturata, ritengo che in proporzione abbia più soluzioni rispetto all’Inter. Non sto parlando di profondità della rosa, ma alla capacità di rispondere meglio agli atteggiamenti degli avversari. Osimhen è un centravanti paragonabile al Lukaku dell’anno passato: anche se meno incline a combinare con i compagni e a lavorare spalle alla porta, comprensibilmente essendo più giovane, sa allungare la squadra e fare reparto. Gli esterni del Napoli non sono di livello internazionale, ma Politano, Insigne e Lozano hanno tutti capacità di trovare la giocata nello stretto e di avere la meglio nell’uno contro uno, mentre il centrocampo del Napoli è qualitativo e strutturato fisicamente. Per me nel blocco difensivo invece ci sono differenze e trovo che l’Inter sia più forte, anche se dall’altra parte Koulibaly è un signor giocatore.

Non credo che il Napoli sia inferiore all’Inter sulla carta. La grande differenza ritengo sia nel processo di crescita e nella mentalità: l’Inter è più avanti nel percorso, specialmente dopo due anni di Conte e la vittoria del campionato, mentre il Napoli lo ha di fatto ricominciato quest’anno con Spalletti, dopo che con Ancelotti e Gattuso a parer mio si è costruito molto poco. Anche per questa ragione sento che la gara di oggi è fondamentale: vincere significa rimanere al primo posto e con una gara da recuperare dopo aver giocato praticamente contro tutte le big tranne la Juventus e la Roma, che comunque arriverà molto tardi. Uscirne sconfitti significa anche sul piano mentale veder vacillare alcune sicurezze e dare ulteriore coraggio alle rivali. La buona notizia è che l’Inter con la Roma ha reagito bene alla sconfitta nel derby e che complessivamente la prestazione contro il Milan non era stata brutta, ma a prescindere da tutto oggi non possiamo permetterci di sbagliare. Al resto penseremo a fine partita.