La Beneamata saluta San Siro con una vittoria per 2-0 su un Napoli venuto a Milano a giocarsela a viso aperto, a differenza della sfida di ritorno di Coppa Italia in cui era stato più attendista in virtù del risultato dell’andata. E proprio grazie al diverso atteggiamento della squadra partenopea si è assistito ad una sfida diversa rispetto a quella di un mese fa, in cui si era faticato un po’ di più a creare occasioni da gol. Ieri sera, così come ogni volta che si affronta una squadra che gioca a viso aperto, l’Inter ha fatto vedere tutto il suo potenziale offensivo e sopratutto in avvio di match si è mantenuta costantemente nella metà campo avversaria e impedendo così al Napoli di sviluppare le proprie azioni offensive. Al primo affondo troviamo il vantaggio con una delle giocate tipiche del nostro schema di gioco: recupero sulla trequarti, scarico sull’esterno che va a cercare il pari ruolo sul lato opposto e passaggio al centro dell’area di rigore per l’inserimento di turno.
Se andiamo a guardare sul tabellino il nome del primo marcatore vediamo che non è né una delle due punte né uno dei centrocampisti, ma bensì uno dei due braccetti difensivi (in questo caso D’Ambrosio) e da ciò si può notare come i nuovi dettami tattici adottati nelle ultime settimane da Conte stiano iniziando ad essere recepiti sempre meglio dagli undici in campo.
Dopo lo svantaggio il Napoli mette fuori la testa e, trascinato da Zielinski ed Elmas che hanno tutte quelle caratteristiche (dribbling sullo stretto per liberare il tiro o la giocata) che mancano al nostro centrocampo e di cui abbiamo bisogno come l’aria, prova a creare un po’ di scompiglio nella difesa nerazzurra che non sbanda ed è brava a non subire il gol del pareggio. E in chiusura di tempo si va pure vicini al raddoppio con un tiro rasoterra di Brozovic, servito da un sontuoso Lukaku, sventato da una grande parata di Meret.
La ripresa continua sugli stessi binari degli ultimi minuti della prima frazione, con un Napoli alla ricerca del pareggio e dello spazio per l’imbucata e la conclusione e con i nerazzurri attenti a chiudere ogni varco e pronti a murare ogni azione offensiva partenopea. È un’Inter solida e pronta a colpire in transizione.
Concreti e spietati. A tratti belli, a tratti battaglieri. Tremendamente efficaci. twittaloEd è ciò che accade ad un quarto d’ora dalla fine della partita. Azione costruita dal basso sull’asse Handanovic-Bastoni e finalizzata da Lautaro. Il Toro riceve palla a centrocampo e parte in una fuga solitaria prima di scagliare un destro a giro dai 30m che non lascia scampo a Meret e che scrive la parola fine al match.
La partita di ieri sera ci dà la conferma dei passi in avanti nel nostro percorso di crescita sia a livello mentale sia, come detto in precedenza, a livello tattico. Tra le varie note positive mi piace sottolineare la crescita avuta da Bastoni, autore ieri sera di una grande partita e mio personale MVP, che in poco tempo si è preso il posto da titolare a scapito di gente del livello di Godin e Skriniar e che se indossasse una maglia con dei colori diversi saremo qui a sentir parlare di iper valutazioni e di offerte monstre da parte di tutte le big europee, ma invece siamo ancora qui ad aspettare due o tre righe di elogio. Elogio che ci limitiamo a riservagli noi tifosi e che estendiamo a tutta la squadra così come detto dal mister.
L’ultimo pensiero lo dedico a Romelu Lukaku autore anche ieri sera di una prestazione sontuosa in cui grazie a visione di gioco, tocchi da trequartista e duello con Koulibaly ci ha dimostrato quale è la differenza “tra un soap player e un top player” (cit. @liottagio)