Quella andata in scena ieri sera è stata una partita molto tattica tra due squadre che si son rispettate molto l’una con l’altra e non ha offerto molti lampi. Il primo tempo è stato qualcosa di straziante per gli occhi dei tifosi di entrambe le fazioni tant’è che alcune associazioni per la difesa dei diritti umani si sono mosse per tutelare gli appassionati affinché ciò non si ripeta nelle prossime partite. Le uniche “emozioni” (ma che emozioni? ma che emozioni? ma che cazzo dico? ) dei primi 45 minuti sono l’ingresso di Petagna per l’infortunio di Mertens al 13′, grazie al quale abbiano iniziato a vedere palla dato che con i piccoletti in campo non ci stavamo capendo nulla, poco più tardi un’occasione sciupata da Lautaro dopo un recupero di Barella su una palla persa da Koulibaly e verso la mezzora un tiro di Zielinski a fil di palo che allo stesso tempo mette un po’ di brividi ad Handanovic e risveglia i tifosi a casa dal torpore provato fino a quel momento.
Nella ripresa il copione è pressoché uguale, con il Napoli che prova a rendersi più pericoloso alzando il suo baricentro. Tutto questo sforzo culmina al 69′ con un colpo di tacco da distanza ravvicinata di Insigne nel quale Handanovic si ricorda del portiere che era, della reattività di un tempo e nel giro di mezzo secondo compie un miracolo di puro istinto. Nemmeno il tempo di prendere fiato che sul ribaltamento di fronte Ospina stende Darmian in area e arriva il rigore per noi. Il merito di tutto ciò è Sensi, appena entrato per l’infortunato Brozovic, che pur reggendosi su una gamba risulta essere l’unico dei nostri a non avere paura e a trovare la giocata giusta. Infatti l’azione che porta al rigore parte da una sua accelerazione.
Il rigore è l’episodio che cambia la partita perché oltre a trovarci in vantaggio di un gol, grazie alla realizzazione di Lukaku, ci troviamo anche in vantaggio di un uomo dato che Insigne viene espulso dall’arbitro Massa per l’eccessive proteste. Solo che invece che girare verso di noi, come logica vorrebbe, la partita gira a favore del Napoli che nell’ultimo quarto d’ora ci mette alle corde e confeziona tre occasioni che vengono salvate solo da Handanovic e dalla sorte che per questa decide di esserci amica e ci permette di portare a casa la vittoria.
Ma veniamo al titolo del post che poi è il succo di quello che ci hanno detto ieri i 90 minuti: non siamo una grande squadra. Non lo siamo perché abbiamo rinunciato a giocare la partita, pensando prima a non prenderle, e hai rinunciato a giocarla anche con il vantaggio dell’uomo in più. E questo mi lascia pensare che quando conterà veramente qualcosa ce la faremo sotto e ci scioglieremo alla prima difficoltà come neve al sole. In più l’atteggiamento di chi sta in panchina è preoccupante perché sembra capire poco i momenti della partita e così facendo lo trasmette pure alla squadra. Il cambio Hakimi per Lautaro con annesso passaggio al 541 è lì a dimostrarlo.
Detto questo ringraziamo e ci prendiamo la quinta vittoria di fila in campionato, i tre punti in più in classifica e il fatto di averne guadagnati su tutte le altre concorrenti. Per tutto il resto ripassiamo un’altra volta sperando di trovare risposte.
Sono felice per l'Inter. Triste per me. Che non riesco a divertirmi. A provare niente. Non mi piace. È colpa mia, ne prendo atto e forse è il caso che faccia delle valutazioni. twittalo