Per me c’è solo l’Inter

Se per tanti interisti che vivono a Milano e dintorni la sfida con il Milan è da sempre la rivalità più sentita, per me la Juventus è la squadra da battere per eccellenza, quella verso cui provo il maggior guazzabuglio di sentimenti poco ortodossi. Dopo la vittoria dell’Inter, il secondo evento che mi provoca godimento sportivo è la sconfitta della Juventus e parimenti perdere contro la Juventus mi genera addosso qualcosa di equiparabile ad un malessere psico-fisico che si prolunga per giorni e giorni. Pertanto capite che per me scrivere l’introduzione di questa partita in un contesto in cui ci stiamo giocando il campionato proprio con loro mi riesce emotivamente impegnativo.

Grazie all’ispirata e irrinunciabile adozione del calendario asimmetrico ci troviamo a giocare di nuovo con la Juventus dopo circa due mesi dall’ultimo incontro in campionato. La partita di Torino aveva prodotto un pareggio tutto sommato giusto, dove in certe situazioni di gioco la Juventus aveva messo in difficoltà l’Inter variando il pressing e mettendo tanta intensità e attenzione nel recupero di palla. Il marchio di fabbrica della compagine allegriana è in effetti questo: recupero della palla e ricerca della verticalità andando a servire le punte, che hanno tutte un passo non indifferente. La loro linea di pressing varia a seconda dell’avversario e dei momenti della partita, mentre in fase di possesso palla la Juventus non è una squadra che sfoggia trame di gioco particolarmente brillanti, ma ha una grande cura nell’occupazione degli spazi e nelle marcature preventive. La Juventus è una squadra che anche quando ha la palla è “pessimista”, la muove senza forzature e non si prende rischi andando magari a sovraccaricare zone per generare i 2vs1 e rompere una difesa schierata.

L’Inter invece è una squadra che questo tipo di rischio se lo prende e questo a volte espone il fianco a qualche ripartenza pericolosa. Se andiamo a vedere i numeri questo atteggiamento naturalmente determina un prodotto in zona gol decisamente differente: l’Inter ha segnato 50 gol in 21 partite, mentre la Juventus 36 in 22 incontri. Sul piano difensivo invece i numeri sono complessivamente simili: 10 gol subiti per l’Inter e 13 per la Juventus. Entrambe hanno perso una sola partita in campionato e sorprendentemente contro la stessa squadra: il Sassuolo.

Rispetto alla gara dell’andata trovo la Juve cresciuta sul piano della convinzione nei propri mezzi e in quello delle soluzioni. Yildiz in particolare è un giocatore decisamente interessante ed un talento di grande prospettiva che tra l’altro arricchisce il reparto offensivo di caratteristiche che mancavano. Potenzialmente la sua esplosione potrebbe un domani dirottare Chiesa nella sua posizione naturale di ala destra e permetterebbe alla Juventus di ridisegnare l’assetto offensivo. Al momento Allegri continua a schierare un 352 solido, con un centrocampo di sostanza e corsa, una difesa aggressiva e strutturata fisicamente e un attacco che nelle ultime giornate ha ritrovato la vena realizzativa di Vlahovic.

Qui ci fermiamo, perchè onestamente parlare di Juventus stanca e annoia. In sintesi: i nostri avversari sono forti e battaglieri e a prescindere da questa partita saranno i nostri rivali per lo scudetto. Non giocheranno un calcio trascendentale, ma sono organizzati e sono una squadra di livello.

Noi adesso siamo al completo e abbiamo avuto una settimana per prepararci a questa partita. Sotto il profilo strettamente qualitativo siamo superiori, ma anche nelle precedenti sfide con la Juventus lo eravamo e non sempre questo si è poi tradotto in una superiorità in campo. A parer mio la zona di campo dove possiamo fare male alla Juventus è la nostra catena di sinistra, per questo immagino che Allegri cercherà di orientare il loro pressing di modo da costringerci a sviluppare da destra. In tal senso avere Pavard a disposizione è un grosso aiuto, perchè oltre ad essere un buon difensore il francese è anche un ottimo passatore e ha buonissime qualità in conduzione di palla. Peccato che Dumfries in questo periodo stia giocando a nascondino, perchè a destra per quanto sia favorevole alla santificazione di Darmian, penso che negli anni abbia comprensibilmente perso un po’ di smalto. Darmian per me oggi è un ottimo braccetto di destra, come ha ampiamento dimostrato tutta la stagione scorsa, ma l’esterno di destra di un 352 dovrebbe avere caratteristiche più spiccatamente propositive.

Io non rubo il campionato ed in serie B non son mai stato twittalo

Sul nostro atteggiamento nella gara di stasera sono particolarmente curioso. Da un lato il mio cuore vorrebbe vedere una squadra arrembante, concentrata, cinica e sicura nell’approcciare la gara, ma sfortunatamente non giochiamo contro il Milan. Mi aspetto onestamente un atteggiamento più guardingo e attento, con l’idea di fondo di proporre il nostro calcio, ma senza forzare situazioni rischiose o esporci a pericoli del tutto evitabili. Sarebbe un atteggiamento che personalmente comprenderei. In generale Inzaghi questo tipo di partite le sbaglia raramente, sebbene le partite con la Juve nelle ultime stagioni abbiano – tolta la Supercoppa – sul piano del gioco regalato poche prestazioni davvero convincenti.

Certamente uno degli uomini da cui mi aspetto tanto è Lautaro, principalmente perchè quest’anno ci sta veramente viziando. Segna tanto, gioca per la squadra, corre e mostra mentalità da leader. La mia sensazione è che abbia raggiunto sul piano qualitativo una maturazione notevole, che lo avvicina a big del ruolo. Molti lo hanno paragonato ad Aguero, ma ritengo non abbia quell’esplosività: per me è molto più vicino ad Higuain come tipo di attaccante. Penso che sul piano atletico per la struttura che ha potrebbe guadagnare ancora qualcosa, ma al momento è un giocatore che segna e che fa segnare i compagni, come testimoniano le statistiche di Thuram con e senza Lautaro.

Quello che però in questa gara richiedo e urlo dal profondo del cuore è senso di appartenenza. Lo pretendo dai calciatori, dallo staff, da ogni singola anima interista allo stadio. Questa partita non è come tutte le altre, indipendentemente dalla classifica e dal momento storico, questa partita è da una parte tutto ciò che per me c’è di bello nello sport che amo, la mia squadra, i miei ricordi, la storia che amo, contro qualcosa di diverso. Se il calcio è per me primo di tutto senso di appartenenza, l’appartenenza presuppone che – sportivamente – ci sia un Noi ed un Loro. E per me c’è solo l’Inter.

Le chiacchiere comunque stanno a zero. Il mio pensiero è tutto concentrato nel nostro inno. La gara di stasera non è decisiva, ma rimane un potenziale crocevia della stagione che può avere enormi ripercussioni anche sul piano psicologico, sia della squadra sia di chi sta scrivendo. Pertanto, abbracciamoci tutti sorelle e fratelli nerazzurri, perchè stasera si gioca la Partita.