A quei soci fondatori piace il football, è gente che ne capisce. Il Milan aveva imposto il tetto agli stranieri, loro non ci stanno. L’anima dell’Inter è da subito ribelle, rivoluzionaria e anche artistica. Di quella notte con il cielo blu, le ombre nere che si allungano nelle strade e l’oro della Madonnina che troneggia, il pittore Giorgio Muggiani ne fa un marchio. È l’inizio di una lunga storia intrecciata di passione, follie, alti e bassi. Nel testo che sancisce la nuova realtà sportiva di Milano, i soci fondatori scrivono:
"Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo." twittaloVoi che state leggendo questo pezzo vi starete chiedendo “perché tutto questo preambolo quando tra poche ore nel tardo pomeriggio c’è una partita da giocare”? Bene, la risposta è molto semplice. Tutto questo perché nel giorno del derby per me l’unica cosa importante non è la tattica del match che andremo ad affrontare, ma ricordare il motivo per cui siamo stati fondati e perché abbiamo deciso di differenziarci dall’altra parte di Milano.
Noi abbiamo già vinto scegliendo di non essere loro.
Oggi come allora, e come in futuro, portiamo avanti con orgoglio l’ideale di quei quarantaquattro signori che centododici anni fa diedero vita ad un sogno. Ai vari G.Muggiani, Bossard, Lana, Bertolini, De Olma, Hintermann Enrico, Hintermann Arturo, Hintermann Carlo, Dell’Oro Pietro, Rietmann Ugo, Hans, Voelkel, Maner, Wipf, Ardussi Carlo, Bosisio saremo sempre grati per averci dato la possibilità di vivere questo stesso loro sogno.
Per loro, per Giovanni Paramithiotti (di origini albanesi e primo presidente), per Hernst Marktl (svizzero e primo capitano), per Virgilio Fossati ( primo idolo dei tifosi, secondo capitano e la prima figura ad assumere de facto le funzioni dell’allenatore), per noi, per l’INTER!
Infinito amore, ETERNA SQUADRA MIA.