Bauscia Cafè

Isterismi e interismi

Il casino è quando avresti un sacco di cose da dire ma nel frullatore dentro la testa ci sono troppi ingredienti e, probabilmente, male assortiti. E gli ingredienti sono gli stessi da tempo, ormai: rabbia, frustrazione, sdegno, rancore e ancora rabbia, se possibile. E vi assicuro -ma questo lo sapete anche voi- è possibilissimo. Il tutto accompagnato da una spruzzata di déjà vu, tipo quella salsa fastidiosa che dici al cameriere di non volere, ma puntualmente te la ritrovi, nascosta furtivamente tra due foglie di insalata. Maledetta salsa.

C’è sempre, dopo una sconfitta come quella di domenica, una vocina dentro la testa di ognuno di noi, e non dice necessariamente la stessa cosa per tutti, no, l’unico comune denominatore è il sentimento di abbandono che ci trasmette. Poi va da sé che ciascuno elabora questa percezione in base al carattere e al momento. Ed è per questo che dopo ogni risultato negativo ci ritroviamo con le guerre di trincea e la stucchevole distribuzione delle patenti di tifo, il verificarsi di quest’atteggiamento non cambierà mai, è sempre stato così e ora, con l’avvento dei social network, ha solo una cassa di risonanza maggiore.

Ma torniamo all’Inter e al mio frullatore. È difficile, se non impossibile, affrontare questi argomenti senza scadere nelle ripetizioni, perché calcare i tuoi vecchi passi, calciare gli stessi sassi, su strade che ti han visto già a occhi bassi? Direbbe il buon Guccini. Arduo dar torto a queste parole, di scuse e di anni particolari tendenti allo zero ne abbiamo piene le tasche, così come di figuracce interne contro le ultime della classe. Abbiamo scritto talmente tanto in questi mesi (anni) e raccolto così tanti dati da far impallidire anche il priore di Vectis.

11 budini
11 budini

Dovessi scegliere, tra le cose lette, quella che più mi fa incazzare è il mito della rosa scarsa. Attenzione: reputo anche io questa rosa non all’altezza del logo che porta sul petto, una rosa che abbiamo detto più volte, potrebbe essere da quinto posto.
E mi fa incazzare soprattutto perché viene utilizzata a seconda degli attori, a volte la rosa è scarsa mentre altre volte (e altre stagioni fa) è l’allenatore a essere inesperto, scarso o non da Inter.
Puoi prendere 5 gol in casa dall’Udinese con l’allenatore scarso e inesperto in panchina così come puoi prenderne 4 dall’ultima in classifica con all’attivo zero vittorie e tre sconfitte e imputare la colpa alla rosa scarsa.

Torino, Palermo, Cagliari: due punti. Seguendo la logica della rosa scarsa questi risultati ci dicono che le tre squadre in questione abbiano una rosa se non superiore almeno alla pari della nostra, giusto? Si evince quindi che Ceppitelli, Ekdal, Cragno, Balzano, Maksimovic, Moretti, Daprelà e Vitiello siano superiori ai nostri. E allora perché arrabbiarsi, dico io. Siamo da zona retrocessione.

Per non parlare dell’allenatore, quello che, dati -e stipendio- alla mano, dovrebbe essere il valore aggiunto di questa rosa. E lo staff? E il mago Pondrelli? E la stanchezza dopo tre partite che colpisce solo noi mentre gli avversari sono giovani e forti? I nostri avversari danno dei party nella piscina di Cocoon e non ci avvisano?
Ci sta, per carità, ognuno è libero di difendere le proprie idee come meglio crede.

Infatti la deriva, e concedetemi il termine, è il complottismo sfrenato senza se e senza ma. Secondo molti ci mancherebbero dei punti in quest’avvio di campionato, il più dolce che io ricordi: una neopromossa e tutte squadre da medio bassa classifica contro le quali abbiamo portato a casa la bellezza (!) di otto punti.
Seguendo il filone complottista i poteri forti del calcio (tipo Tavecchio, sì, quello che l’Inter ha contribuito a far eleggere o Infront, nostro nuovo partner) sarebbero contro di noi. Insomma, non vogliono farci arrivare quinti. Ma sesti, o addirittura settimi.

Ecco, io capisco voler difendere la squadra a tutti i costi e che la passione a volte ci faccia vedere cose che in realtà non ci sono, però quest’atteggiamento ci sta portando a passi svelti verso una nomea che un tempo era giustificata dalle porcate moggiane, ora no. Per dirla in parole povere: se le tifoserie avversarie ci perculano per via della nostre manie di persecuzione, io non riesco a dargli torto.
Cioè, oggettivamente, che vuoi dire all’arbitro Banti? In che modo ci avrebbe penalizzato?

Il frullatore intanto ha finito di sminuzzare gli ingredienti e ne è venuto fuori questo post senza pretese, è solo uno sfogo dettato dalla frustrazione di vedere la passività più assoluta in campo e in panchina.
Perderemo ancora delle partite, per colpa della rosa e dell’allenatore, a volte potrà esserci anche l’errore arbitrale e ci incazzeremo come delle bisce in amore. Sapevamo tutti che sarebbe stato così, si è cambiato poco ed è stata scelta la strada della continuità in panchina, ci giocheremo un posto in Europa con le altre.

Siamo appena all’inizio e alla lunga magari ne verremo fuori, complice un livello quasi dilettantistico del campionato.
Io mi auguro di aver torto su tutto purché l’Inter risorga.

Python

Sono il direttore artistico di Bauscia Cafè. Clandestino nella matrioska e astioso quanto basta. Quando parlo di Tango mi riferisco solo al pallone, del mio primo allenamento ricordo solo il rumore dei calci negli stinchi.
Odio Bauscia Cafè.

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