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Il Film di Steven Zhang

Riduttivo definirlo ‘video di presentazione’, video è il mezzo, il nome giusto è “il FILM di Steven Zhang”.  

Si, un film, con una idea, un messaggio e una caratura artistica che raramente si vede nella comunicazione del mondo del calcio che, in genere, si limita a filmare cose, situazioni o o accadimenti con racconti lineari, quasi mai a creando storie.

LA SCELTA

La scelta comunicativa è interessante e deriva da una logica che definirei vincente in origine, ovvero la creazione della Inter Media House. 

Una entità ‘parte di’ ma diversamente ‘destinata a’ che formalmente slega le attività di calcio da quelle di comunicazione comportandosi come una produzione vera e propria (come una Warner Bros interna), motivo per il quale oggi possiamo dire “Inter Media House presenta il film di Steven Zhang”.

Sottigliezze, dettagli, linguaggio…ma in realtà fattori determinanti per cogliere la prospettiva e l’approccio con cui l’Inter intende la comunicazione da 15 mesi a questa parte. 

Abituati a figure presidenziali accentratrici e che hanno lavorato per far coincidere la squadra, la società, i trofei con la loro immagine (anche a scopo commerciale, politico e pubblicitario) fa strano vedere una presentazione che, pur celebrando il personaggio, conservi separate l’entità: la grande società storica e il nuovo giovane Presidente, ognuno nella sua natura senza sovrapposizione. Un segnale di rispetto, di dovuta cura nei confronti della storia espressa anche dalle parole dello stesso SZ.

Il film non è finzione, racconta davvero un atteggiamento reale con cui SZ ha vissuto l’Inter. Una fase di studio iniziale, la scelta di vivere la città in prima persona, di vivere la storia, le emozioni, i luoghi prima di prendere le redini. Il film è il mezzo con cui vengono esposte la vision e la mission della nuova presidenza, ed è qui il gioiello di comunicazione: niente foto banali, niente scrittoio o pulpito delle promesse, nessun comunicato da fiumi di banalità, ma un essenziale e impattante film.

IL BACKGROUND

Altra cosa interessante: il linguaggio, la patina e la sintassi del video sono una novità per il mondo del calcio e sono presi in prestito del mondo della comunicazione legato alla moda. Lo dico perché ci ho vissuto dentro negli anni del boom video, e tutto quello che vedo in questo film è maledettamente familiare.

La traccia dell’uomo che ragiona tra sé e sé compiendo gesti comuni, con gestualità fluida e lenta, che al termine della narrazione sfonda la quarta parete parlando direttamente con lo spettatore è molto comune nel teatro, nel cinema, ma se parliamo di film promozionali il riferimento di qualità è appunto la moda del lustro 2013-18. Eccone uno dei tantissimi esempi, Gucci.

La metafora, l’allegoria della pittura presente nel video mi è parsa familiare, quantomeno visivamente e come ritmo. Mi ha ricordato un film di Canali 1934 di qualche anno fa.

Anche se, in realtà, istintivamente ho pensato a questo altro video epocale.

IL FILM – l’analisi 

Il film è la narrazione del Pensiero di SZ, in un luogo preciso. In questa narrazione si aprono altri due scenari: Flash Back e Allegoria che si alternano e sovrappongono alla narrazione principale.

Scena A – Il Pensiero

Scena principale del film è il pensiero di SZ che si conclude, come già detto, abbattendo la 4a parete e chiedendo allo spettatore “io sono pronto, e voi?”.

Questa è la scena principale, ovvero SZ (del quale sentiamo i pensieri inizialmente) che sta parlando con noi, nel tempo principale presente (adesso) e nel luogo principale (qui), ovvero la terrazza del Samsung District in Viale Liberazione (in realtà è via Mike Bongiorno), di fronte alla futura sede dell’Inter*.

Non so perché ma nel film il frame dedicato alla futura sede è specchiato, qui sotto lo trovate con l’orientamento corretto, riga 1 n.3. 

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SCENA B – Flash back

Subito all’inizio del film entrano in gioco i flash back (per comodità raggruppiamo in unica scena, ma sono momenti e lunghi differenti): la narrazione visiva fa dei passi indietro rispetto al momento e al luogo principale iniziando un percorso geografico, temporale e culturale. SZ cammina nei luoghi dell’Inter a Milano.

Il primo flash mostra il Duomo visto dalla galleria Vittorio Emanuele, lato Nord, come la parte di San Siro dedicata ai colori nerazzuri. 

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Il secondo flash riguarda il retro della cattedrale: SZ cammina tra Arcivescovado e Palazzo Orologio guardando alla sua destra, ovvero verso quello che fu il ristorante L’Orologio dove l’Inter nacque il 9 Marzo 1908. (il passato)

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Il terzo è un frame che mostra la fontana di Piazza Castello.

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Il quarto è SZ in piazza Liberty che guarda verso l’alto sulla sua destra, ovvero in direzione delle finestre delle sale della attuale sede dell’Inter. (il presente)

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Il quinto flash è sotto il Bosco Verticale e sul passaggio pedonale di piazza Gae Aulenti, simbolo della Milano post Expo, della modernità. Qui si vede SZ che incrocia lo sguardo con 3 giovanissimi milanesi, il futuro di Milano e il futuro dell’Inter. 

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SCENA C – Allegoria

In parallelo tutto ciò, c’è la scena allegorica della pittura: un artista dipinge con una scopa di saggina e pennellesse la parola Inter con i colori sociali e con movimenti simili ad un danza, un tono orientale ed una attività che richiama l’atto di creazione (leggendario*) dello stemma da parte di G. Muggiani che dipinse lo stemma dell’Inter in quella serata del 9 marzo.

*La tradizione vuole che Muggiani, al momento di realizzare lo stemma del club, scelse i colori nerazzurri perché in quei giorni erano gli unici a sua disposizione sulla tavolozza.

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34_Il controllo e la qualità della propria immagine

Altro aspetto interessate riguarda il controllo del messaggio. Con la creazione di un contenuto video di questo livello e con il servizio fotografico annesso (degno di un catalogo di Zegna o di un editoriale su Robb Report) l’Inter ha imposto un standard comunicativo di qualità molto alto ma soprattutto inconfondibile. Mi spiego: senza questi materiali un direttorino qualunque di testata avrebbe fatto la corsa (e qualcuno lo ha fatto – come con ET) alla ricerca della peggiore foto di stock con smorfia di SZ o qualche foto di archivio che avrebbe creato un muro di immagini poco credibili e sconnesse a descrivere un momento importante. Con questo tipo di contenuti è stata invece impressa una immagine al momento, chiunque e qualunque media ne abbia scritto o parlato con materiali differenti da questi è risultato non credibile perché per il pubblico l’immagine del presidente è e rimarrà quella del Film per parecchio,  sarà l’immagine residua di una intera epoca.

ghConclusione

Queste sono alcune chiavi di lettura di un prodotto che risulta unico nel panorama del calcio, soprattutto per quanto riguarda il lato aziendale delle società. C’è chi cambia tre presidenti in tre stagioni, chi non conosce nulla del proprio presidente, chi ha ben chiaro che il presidente vuole solo fare cemento e poi telare, c’è chi i presidenti li rincorre o li vede in tribunale, poi c’è l’Inter che il suo Presidente lo presenta così a tutto il mondo come nessuno mai…esponendo la Vision e la Mission aziendale con un artificio narrativo e un monologo tanto semplice quanto profondo.

Menzione speciale per Alkemy, il partner che ha seguito questo progetto in collaborazione con Inter Media House.

Specifico che tutti questi elementi di analisi sono frutto solo di una lettura esterna, non mi è dato conoscere le vere dinamiche di progetto o lo script del film, sono per lo più deduzioni o interpretazioni di cose per me evidenti. Non tutti i fratelli del mondo sono cresciuti a pane, piazza Duomo, Luini e Hoepli, ecco perché mi è sembrato giusto condividere con tutti quel che ho avuto il pacere di cogliere.

rupertalbe

Designer - Mourinhano

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