Bauscia Cafè

Un declino inesorabile.

Gennaio come al solito ci vede come una banda di scappati di casa in attesa della primavera per andare a svernare in qualche amena località tropicale. Tutto umanamente comprensibile se non fosse che il tuo cazzo di lavoro è quello di fare il calciatore e le partite che devi giocare si svolgono tra Settembre e Maggio. Si capisce bene quindi che, non avere testa e concentrazione – non parliamo della forma fisica imbarazzante – a metà dell’opera, puntualmente, anno dopo anno, inizia a creare un certo nervosismo nella testa della tifoseria più affezionata.
Insomma, senza troppi voli pindarici, ci girano i coglioni.

Fuori dalla Champions dopo essere stati ad un passo da una bellissima e meritata qualificazione, non riuscendo nemmeno a vincere in casa contro il PSV. E vabbè.
Fuori dalla lotta scudetto dalla prima giornata praticamente, con un ritardo non dico dalla prima – irraggiungibile – ma anche dalla seconda, preoccupante, con le altre ritardatrici disastrate (ragazzi la Roma e il Milan di quest’anno sono imbarazzanti) che puntualmente rientrano in gioco per la corsa al terzo posto. E vabbè.
Adesso fuori dalla Coppa Italia dopo una prestazione casalinga surreale. E vabbè.

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Va tutto bene per carità, ma alla fine ti rimane in bocca quel senso di mediocrità assoluta che un pochino – diciamo dopo quasi due lustri – stomaca.

La partita di ieri è emblematica sotto molti aspetti. Abbiamo dei problemi che – per la serietà ed il blasone della società che siamo – sono imbarazzanti, semplicemente ridicoli:

  • Non è possibile che si assista ancora allo scempio di vedere certi profili come il buon Candreva vestire ancora la sacra maglia. Un giocatore finito, con motivazione prossima allo zero, anche “tenero” nel vederlo costantemente tutta la partita tentare (e non riuscire) di fare l’unica cosa che è in grado di fare, e fallire un gol che è kitch anche solo provare a spiegare. Spiegateci come fa un giocatore del genere a stare ancora nella nostra rosa.
  • Non è possibile avere dopo anni ed anni di mercati movimentati un centrocampo non in grado di palleggiare in maniera normodotata. I Gagliardini, i Vecino, possono essere, presi singolarmente, pure dei buoni calciatori ma non è con profili del genere, o almeno con questi giocatori tutti insieme – che si può riuscire a costruire qualcosa di decente. Cioè non è fisicamente possibile dico, non riescono a stoppare il pallone. Capite bene che ci sono problemi oggettivi nella costruzione del gioco.
  • Non è possibile avere 20 anni, rompere i coglioni tramite il paparino per non giocare come e quanto si vorrebbe, e poi entrare in una partita importante, mangiarsi un gol terrificante e tirare un rigore da dopolavorista ubriaco.
  • A proposito di ubriachi: che quel rigore si fosse calciato forte e centrale lo avevano capito anche i ciechi in Afghanistan. Nainggolan e la sua parabola catastrofica sono l’emblema di questo anno un po’ ballerino, chiamiamolo così.
  • Non è possibile smettere di giocare a Dicembre perchè “si vuole andare via”. Perisic deve all’Inter molto più di quanto l’Inter debba al croato. Grazie all’Inter ha avuto le sue migliori stagioni, è passato da una anonima carriera al Wolfsburg alla finale dei mondiali, dopo aver scartavetrato la pazienza degli interisti con prestazioni bulimiche per anni ed anni. Portasse una offerta decente, e si levasse dai suddetti. Fino a quel momento facesse il professionista, oppure che venisse multato. La gestione di persone così poco professionali come il croato è quanto di più ridicolo ci sia.
  • Non è possibile non avere una minima idea per mandare in porta Icardi, Lucià.
  • Non è possibile rendere un rinnovo di contratto un talent show. Un capitano lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia, E DALLA DISCREZIONE.

Siamo al primo di Febbraio, manca ancora una vita. Che si portasse a casa la prossima Champions, e che si ONORASSE la maglia ed i tifosi nella competizione Europea che andremo ad affrontare tra qualche settimana. Che non si provasse minimamente a snobbare una competizione che – parliamoci chiaro – nessuno non ha mai non dico vinto, ma nemmeno giocato. Non siete poi così forti come vi credete, ve lo si dice sinceramente, da vostri tifosi. Quindi testa bassa e pedalare. Altrimenti ci si potrebbe anche iniziare ad incattivire. Grazie.

Vujen

Classe '85, marchigiano, interista da tre generazioni. Appassionato di fotografia, Balcani e cose inutili ma costosissime. I suoi pupilli sono Walter Samuel e l'indimenticabile Youri Djorkaeff. Lautaro più altri 10.

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