Il Pagellone della stagione!

C arissimi prima di immergerci completamente nel calciominchiato un doveroso tributo ed in qualche caso calcio in culo, ai protagonisti della stagione appena finita. Domenica mattina ci siamo alzati con un retrogusto dolceamaro, da un lato l’amarezza di aver visto una finale di Champions, che da sconfitti ci pone comunque allo stesso livello della squadra più forte d’Europa, dall’altro lato abbiamo la consapevolezza che con una gestione oculata del mercato e della rosa, in entrata e in uscita, anche il prossimo anno possiamo replicare quanto visto fino a sabato scorso ed anzi, partendo dai nostri errori, migliorare e vincere qualcosa di più importante delle sole coppe italiche.

Il primo voto che voglio dare è un bel 10 a noi tifosi. Anche quest’anno abbiamo dato dimostrazione a Società e Squadra dell’infinito amore che abbiamo per i nostri colori. Tutti hanno visto a SanSiro e a Istanbul applaudire la nostra squadra un secondo dopo il fischio finale, tutti hanno visto i nostri tifosi piangere ed applaudire orgogliosi di quanto fatto quest’anno. E quando parlo di tifosi parlo di 1.973.505 persone che sono entrate a SanSiro, che con la finale hanno superato i 2 milioni. Più le centinaia di migliaia che hanno seguito la squadra in trasferta, più i milioni di tifosi che hanno seguito la squadra nei pub o nelle loro case, insomma tutti noi che abbiamo sofferto, gioito, goduto o pianto per l’Internazionale. Perché quando parliamo di tifosi parliamo di tutti i tifosi e sarebbe bello ad esempio che quando si vince la Coppa Italia si faccia un bel giro di campo anche sotto la tribuna Tevere o la Monte Mario, oppure quando si saluta il pubblico a fine partita, magari anche solo un applauso o un cenno di saluto si faccia anche verso il primo Blu o il terzo rosso o il secondo arancio. Perché 2 milioni di tifosi sono più o meno 19 stadi esauriti, 57 anelli esauriti, 209 settori esauriti. E con tutto il rispetto non sono solo un settore esaurito per 19 volte.

Onana: 9 – Stagione semplicemente eccellente, è entrato in sordina in un momento tattico difficilissimo e si è preso subito in mano la squadra. Cresciuto moltissimo con il gioco a terra grazie anche a due piedi educatissimi e al lavoro fatto insieme allo staff tecnico sul gioco da dietro. Infine ha inanellato sia in Campionato che in Champions una serie di parate davvero decisive che hanno fatto la differenza, quella con il Porto su tutte che vale da sola la qualificazione ai quarti. Ma la vera ciliegina è stata quella di scoprire anche un grandissimo motivatore, con il pizzico di follia che hanno tutti i portieri. Non c’è molto altro da aggiungere se non prendere da subito la decisione che per Onana di mercato non si parla né ora né mai. Onanismo!

Handanovic: 6 – Protagonista anche lui del terribile inizio di stagione, come sempre non fa una stagione di papere ma non riesce neanche a giustificare il fatto che, con un portiere così forte in panchina, lui possa giocare anche solo un minuto. Ma il suo carisma e il rispetto che nel calcio e non solo in Società, gli riconoscono gli ha permesso di essere ancora per una stagione il nostro capitano, per cui ha avuto il merito di giocare la Coppa Italia che, con una grandissima parata in finale, può giustamente sentire anche sua e alzare per l’ennesima volta. Troppe stagioni vissute con lui e troppe partite in cui ci ha salvato il culo per augurarmi di non vederlo più con la nostra maglia, ma sinceramente al di fuori di quello che ci dirà il mercato sul tema portieri, siamo già in ritardo di un paio di anni dal vederlo in giacca e cravatta affianco a Zanetti. Dirigente subito!

Darmian: 7 – Per definizione Darmian è un giocatore da 6, invisibile al 90% degli spettatori durante le partite nel bene e nel male. Questa stagione la chiude con un voto in più per essersi fatto trovare pronto giocando sempre all’altezza della situazione. Non doveva partire titolare e né ci si aspettava che diventasse fondamentale per la stagione invece la chiude con 48 presenze 2 gol e 2 assist. Campionato e coppe giocando in un ruolo che non è il suo e limitando lui e la squadra degli assist e dei gol che da esterno sa fare molto bene. Il voto in più comprende anche il comportamento irreprensibile dentro e fuori dal campo, eleganza d’altri tempi. Gentleman!

Acerbi: 7,5 – Arrivato con gli insulti di chi, come il sottoscritto, lo associava al suo passato come protagonista volontario di schifezze pro-milan, si è messo a disposizione della squadra e ha portato esperienza e coraggio. Anche lui come Darmian non doveva partire titolare ma per vari motivi alla fine lo diventa e inanella 49 presenze con un gol, un assist e terzo in tutta la rosa per numero di minuti giocati. Inzaghi dopo l’ennesima ottima prestazione in campionato ci dice che lo ha fortemente voluto per la mentalità che ha e che trasmette ai compagni, mentalità che nella finale Champions lo porta a polverizzare quello che molto probabilmente sarà il prossimo pallone d’oro. Se l’estate scorsa avevamo più di qualche dubbio nel prenderlo in prestito, questa estate non credo ci siano molti dubbi nel dargli un’altra chance per la prossima stagione. Gladiatore!   

De Vrij: 6 – esce dalle grazie del Mister scalzato da Acerbi ma facendosi trovare sempre pronto quando chiamato in causa. Paga anche lui l’inizio di stagione in cui si trovava nella migliore delle ipotesi a dover affrontare uno contro uno con gli avversari in velocità e alla settima partita si è trovato in panchina con davvero poche colpe specifiche se non quella di aver giocato nella rosa messa a cazzo di cane e forse anche con la sfiga di essere stato titolare in 10 delle 12 sconfitte subite quest’anno. 38 volte presente in campo un gol quest’anno, a 31 anni anche lui per l’anno prossimo sarebbe una riserva di extralusso. Pura Classe!

Skriniar: 5,5 – Come De Vrij rimasto fregato da una partenza farlocca della squadra, con l’aggravante di essere un campione e di dover per forza di cose dare un apporto maggiore rispetto a tutti gli altri compagni di reparto. Chiude la stagione in panchina con sole 31 presenze, un assist e 14 volte la fascia di capitano. Fascia che ci aveva illuso che avrebbe potuto ripensare all’addio a parametro zero verso gli odiati parigini, ma i fatti ci hanno dimostrato tutt’altro. Aspettiamo la versione di Marotta per sapere cosa è successo ma onestamente l’amore che abbiamo riversato sul giocatore è difficilmente colmabile da qualsiasi motivazione che lo discolpi. Fottiti!

Bastoni:  7,5 – A 24 anni insieme a Onana e Lautaro è potenzialmente il giocatore più forte in assoluto della squadra e ancora con grandi margini di crescita. Non ha limiti tecnici né fisici, è coraggioso e incazzato quanto basta in campo. Se deve crescere in qualcosa è sicuramente nella capacità di restare concentrato in partita e soprattutto di esserlo nelle partite meno importanti, dove quest’anno anche lui come i suoi compagni ha fatto errori decisivi nelle troppe sconfitte. 46 partite e 6 preziosissimi assist non rendono giustizia al suo rendimento ma di sicuro un giocatore della sua classe qualche gol in più dovrebbe poter riuscire a farlo. Missile!

D’Ambrosio: 6 – Come Handanovic giocatore che ormai ha dato tutto quello che poteva dare, ma nonostante questo Inzaghi gli concede spazio per giocare in 24 partite dove fa anche 2 bellissimi assist. Dopo tanti anni gli siamo affezionati e lui è affezionato a noi a giudicare da quello che scrive sui suoi social. Ma non è mai stato un fuoriclasse e l’età avanza il 30 giugno scade un contratto che dura da 10 stagioni e credo che a 36 anni sia davvero arrivato il momento di pensare ai figli. Danilone!

Dimarco: 7 – Classico giocatore senza mezze misure, amatissimo (da molti) ma anche odiatissimo (da pochi). Di sicuro assoluto protagonista di questa stagione, con 50 presenze 6 gol e 10 assist ha garantito in fase offensiva un rendimento davvero ottimo. Piedi educatissimi e tiro micidiale si è proposto in ogni parte del campo con grandissima generosità. Di contro meno bene in fase difensiva dove spesso si è perso l’uomo e il posizionamento tattico della sua zona. Altra pecca la tenuta atletica che spesso lo ha abbandonato ben prima del novantesimo, costringendo Inzaghi a fargli giocare 90 minuti in solo 4 partite su 50. FrecciaBionda!

Gosens: 6,5 – Il gol contro la Lazio resterà per sempre una delle cose più belle viste in questa stagione, che purtroppo per Robin è stata vissuta ancora una volta da riserva di Dimarco, dopo esserlo stato di Perisic. Nonostante questo seppur giocando pochissime partite da titolare entra praticamente sempre e alla fine sarà presente in 49 partite segnando 4 gol. Giocatore che per fisicità, caratteristiche mentali, capacità tecniche e fatemi aggiungere estetica nerazzurra, l’anno prossimo sarebbe una riserva di lusso e a 28 anni non c’è neanche da pensare a fargli un rinnovo. Sturm und drang!

Dumfries: 7 – Anche qui parliamo di amore e odio, giocatore capace di tutto e il suo contrario, ma quando si sgancia il fermo della bilancia, il piatto che si sposta verso il basso è sicuramente quello della sostanza. A 27 anni difficilmente potrà migliorare tecnicamente per cui il salto di qualità lo deve fare insieme al gioco di squadra, dove quest’anno più volte è stato lasciato da solo a gestire tutta la fascia obbligandolo a tentare uno contro due moltissime volte fallimentari in fase offensiva. Nel complesso però un’ottima stagione con ben 51 presenze, 2 gol e 7 assist che lo pongo tra i top player della nostra rosa in termini di peso specifico del gioco e rendimento. FrecciaNera!

Bellanova: 5,5 – Partenza shock con l’emozione che ha bloccato il ragazzo mentalmente, ma dobbiamo riconoscergli che le aspettative come sempre a San Siro sono altissime e al secondo errore iniziano a partire i mugugni. Lo abbiamo visto centinaia di volte e anche questo test è propedeutico per formare i giovani che arrivano all’Inter. Per il resto pochi minuti giocati nelle 22 partite chiamato in causa e nonostante un assist e un finale di stagione dove ci ha fatto vedere qualcosa di buono, l’impressione che abbiamo è che non sarà confermato e diventerà l’ennesima meteora che ha viaggiato sulle fasce esterne di SanSiro. Notforyou!

Barella: 8 – Tornato sui livelli della stagione scudetto per lui non parlano solo le prestazioni eccellenti ma anche i numeri. 52 presenze 9 gol 10 assist, secondo in rosa per presenze e minuti giocati, in poche parole la milestones del centrocampo interista. Deve ancora migliorare in due cose per diventare un campione assoluto, la prima più comportamentale e non c’è davvero bisogno di scriverla perché tutti lo vediamo ogni partita avere un atteggiamento a dir poco fastidioso con i compagni. Sì ok è il suo carattere e i compagni lo conoscono ma più volte crea tensioni in partita e i campioni sostengono i compagni non gli urlano dietro. Il secondo fattore invece è tecnico dove il ragazzo a volte si innamora del pallone correndo troppo palla al piede invece di girare velocemente la palla o scaricarla per il suo inserimento. Ma al netto di queste due cose quest’anno ha anche fatto gol bellissimi e dato non banale, nelle mie due ore passate prima della finale nell’Inter Store, ho visto stampare con il nome Barella letteralmente centinaia di magliette dell’Inter. Idolo!  

Brozovic: 7 – Stagione stranissima parte male con tutta la squadra, poi si infortuna una volta, quando rientra si infortuna ancora una volta, salta anche il mondiale e con le dovute attenzioni nel reinserimento lo rivediamo al 100% solo a marzo. Inoltre quando finalmente rientra si ritrova la poltrona occupata da Calha che lo ha sostituito nel ruolo con ottime prestazioni. Sfido chiunque con queste premesse a chiudere la stagione riprendendosi la poltrona ed inanellando prestazioni da centrocampista a livello mondiale e invece Brozo lo ha fatto. Alla fine della fiera ha giocato in 40 partite con 3 gol e 6 assist numeri che considerando il fatto che solo per 26 volte è partito titolare fanno capire benissimo l’importanza del nostro Marcelo. Ci rivediamo l’anno prossimo Brozo sperando di partire con il piede giusto questa volta. Come Back!

Calhanoglu: 7,5 – Stagione da 8,5 con picchi altissimi di rendimento, ma troppo importante l’ultima partita giocata, o sarebbe meglio dire non giocata, per non incidere sul voto finale. A me sembra evidente quanto Calha sia un giocatore emozionale che sente da morire le partite importanti e forse questo è il suo limite più grande, ma il rendimento della stagione anche quest’anno è stato splendido 49 presenze 4 gol e 8 assist, è comunque un ottimo bottino. Di certo lo spostamento sul ruolo di Brozovich lo ha danneggiato in termini di tiri in porta ed anche per questo i gol sono pochi rispetto alle sue potenzialità, però allo stesso tempo ci ha risolto una grana a livello tattico che avrebbe potuto generare danni ben peggiori di qualche gol in meno. Sono strasicuro che la prossima stagione farà ancora meglio per cui nessun dubbio sulla sua presenza in campo anche l’anno prossimo. Cuore Nerazzurro!  

Asllani: 5,5 – Una prima stagione dove si sono intraviste giocate molto interessanti, velocità di movimento e coraggio di tentare la giocata importante. Purtroppo resta il neo dell’assist mancato a Barcellona che avrebbe fatto diventare storica una partita fantastica giocata dai suoi compagni e chi ama il calcio può accettare tutto tranne l’egoismo in campo, soprattutto se il tuo lavoro è fare assist. Chiude questa stagione con 7 partite iniziate da titolare e 29 presenze in totale senza gol né assist, le potenzialità ci sono se la Società gli darà un’altra chance dovrà giocarsela sicuramente meglio. Rimandato!

Mxit’aryan: 7 – Partito in sordina anche per via di un infortunio alla coscia, dall’undicesima di campionato piazza la tenda nel centrocampo nerazzurro e non la toglie più fino alle ultime 3 partite di campionato per via dello stesso infortunio. Ma gioca tutte le partite di Champions ed è assoluto protagonista di una stagione straordinaria dove ha dimostrato di essere un grandissimo centrocampista, degno di poter giocare da titolare in una squadra che ha nel centrocampo Barella Calha e Brozo. Chiude la sua stagione con 49 presenze 5 gol e 2 assist, purgando il milan nel derby di andata della semifinale Champions. Anche lui preso un po’ con la puzza sotto il naso ad inizio anno chiude con la certezza di essere un giocatore fondamentale per la rosa del prossimo anno. Decisivo!  

Gagliardini: 5 – Miracolato. Non trovo altro aggettivo per identificare un giocatore che nei suoi 7 anni all’Inter ha certificato ogni stagione di non essere all’altezza della maglia che ha portato. Quest’anno ha aggiunto altre due perle alla collana di questa certezza, la prima comportamentale con dichiarazioni deliranti sulla sua insoddisfazione del giocare poco, la seconda molto peggiore ossia di averci lasciato in 10 nella partita contro il Napoli con due ammonizioni a dir poco demenziali.  Chiude con 29 presenze senza gol né assist, giocandone 9 da titolare, se il rendimento in campo non dava speranze, i numeri mettono la pietra tombale sull’esigenza di dimenticarci di questo giocatore il prima possibile. Sciò!

Džeko: 7 – Partito locomotiva, poi per un paio di mesi ultimo vagone, finisce di nuovo da locomotiva dell’attacco nerazzurro, al punto che Inzaghi gli affida il ruolo di starting forward su tutte le partite più importanti del finale di stagione. A 37 anni compiuti è ancora pura classe e intelligenza tattica, finché gli ha retto il fiato è stato anche dominante nel reparto vincendo letteralmente partite da solo. Con 52 presenze è il secondo giocatore della rosa insieme a Barella per partite giocate, se a questo ci aggiungiamo 14 gol e 5 assist, cari miei se questa è la sua ultima stagione all’Inter si accompagna a Linate con un tappeto rosso.  Non dimenticheremo mai il suo correre sotto la curva stringendo la maglia nella mano e non dimenticheremo mai il primo gol del derby champions che colpisce a morte il diavolo mettendo in discesa una qualificazione storica per noi interisti. Forever!   

Lukaku: 6,5 – Troppo invasivo l’infortunio ad inizio stagione che gli sputtana tutta la preparazione e per un giocatore come lui la preparazione è davvero importante. Al 100% rientra solo a marzo e da quel momento fa ricordare a tutti perché la Società e il Mister hanno fatto di tutto per accontentarlo nel suo rientro in nerazzurro. Considerando che ha giocato solamente 20 partite da titolare e 37 complessive con 14 gol e 7 assist, in proporzione come % realizzazioni su minuti giocati, ha fatto anche meglio di Lautaro. Impressionante poi il rendimento dei due attaccanti quando hanno giocato insieme al top con quasi un gol e un assist a partita per entrambi. Ancora una volta sfortunato in finale dove è stato protagonista in negativo facendo forse non il massimo nelle due occasioni avute, ma il calcio è questo e il Dio del calcio non guarda in faccia a nessuno. Peccato perché un suo gol avrebbe riaperto la partita e probabilmente con la carica emotiva l’avrebbe indirizzata dalla parte dei giusti. Considerando per molto probabili le uscite degli atri due attaccanti Lukaku a prezzi ragionevoli non è davvero in discussione per l’anno prossimo, ma credo che lo sapremo tutti sotto l’ombrellone ad inizio agosto. Resta con noi!

Correa: 5 – Potrei copiare e incollare la pagella di Gagliardini e fare prima ma voglio essere cattivo ed aggiungere che rispetto al suddetto il nostro centravanti ha anche dei piedi dignitosi che potrebbero darci soddisfazioni molto più ampie di quanto fatto. La mia impressione è che Correa quest’anno ha aggiunto alla sua collana di figure di palta la perla dell’involuzione mentale che lo ha portato praticamente a sbagliare qualsiasi scelta abbia fatto in campo. Per come è andata probabilmente ha sbagliato anche il piede con cui abitualmente entra in campo per scaramanzia e i numeri non ci danno che conferma di questa tragedia sportiva. 41 presenze 4 gol e 3 assist per quello che doveva essere, l’anno scorso la prima scelta in attacco di Inzaghi, per quest’anno colui per cui forse abbiamo rinunciato a Dybala… Vabbé mi fermo che è meglio. Inutile dire che tutti noi come i napoletani abbiamo un sogno nel cuore ossia vederlo sgambettare come un puledro su un qualsiasi prato della terra che non sia SanSiro. Sciò²!

Lautaro: 9,5 – Vi do solamente qualche numero che già da solo spiega tutto, 57 convocazioni, 57 presenze in campo. Considerate che Zanetti, l’anno del Triplete, ne giocò 55 e a quelle con l’Inter per il nostro Toro aggiungeteci altre 9 partite giocate in nazionale con un mondiale (vinto) di mezzo.  Scusate se è poco per un giocatore che unisce grinta, determinazione, tecnica e assoluta generosità per tutti i 90 minuti. Forte ovunque e passionale e nonostante tutto ha ancora margini di crescita, sulla tecnica di tiro e sulla finalizzazione del gol. Impossibile non ricordare tra i tanti il gol di mezzo esterno con cui seppellisce il milan nel derby di Supercoppa e quello del ritorno di Champions contro il milan. Senza ombra di dubbio è il giocatore più importante della rosa sia in termini di appeal che di valore, da coccolare in ogni modo e soprattutto da affiancargli, nel caso Lukaku non rinnovi, qualcuno di altrettanto importante per giocargli affianco. Chiude la stagione con 29 gol e 11 assist, anche qui considerate che Osimhen che di gol ne ha fatti 31, ha fatto “solo” 5 assist, 6 in meno rispetto a Lautaro. GOAT!

Inzaghi: 8 – Inizia da chierichetto e finisce da demone. Una stagione anche per lui sulle montagne russe con errori banali e colpi di genio, di sicuro sempre vissuta emotivamente in modo totale ed anche per questo alla fine è entrato nel cuore dei tifosi. Il voto è la media di un Campionato da 6, 12 sconfitte tra le quali alcune davvero sanguinose, scelte tecniche non apprezzabili come partire con Handanovic titolare e alcuni cambi sia su ammonizioni che in corso partita hanno lasciato molto perplessi. Scelte tattiche anche qui rivedibili come l’inizio del campionato giocato con squadra eternamente scoperta nella fase difensiva e la fine con il dubbio tattico ancora irrisolto Calha Brozo. In campionato si può e si deve fare di più, anche con due titolari infortunati, soprattutto a livello mentale e tattico e questo è tutto lavoro del Mister. Coppa Italia 10 Ennesimo trofeo portato a casa in scioltezza quando i problemi tattici di inizio campionato erano già stati risolti. Champions League 9. Sulla finale poco da dire il suo progetto tattico è stato quasi perfetto e nessuno al mondo che ha visto la partita può dire che tra le due squadre c’era la stessa differenza che c’è nelle rose delle due Società e negli investimenti fatti per arrivare a Istanbul. Demone!

Società: 8 – Pochi cazzi, per quanto i proprietari possano stare simpatici o meno i risultati sportivi ed economici sono straordinari. In questa stagione porti a casa altri due trofei e una finale di Champions che fa scalare altissimo la Società. L’Appeal dell’Inter è cresciuto moltissimo e non solo in Italia e dopo questa stagione con gli incassi della Champions anche il bilancio ha avuto una crescita talmente importante che un’altra stagione di questo livello potrebbe portare l’Inter ad azzerare la perdita gigantesca che avevamo fino ad un paio di anni fa. Resta un solo dubbio sul se si poteva fare qualcosa di più a livello di rosa per vincere Campionato e Champions, ma in questo caso mi sembra che i casi Skriniar e Correa non si possano attribuire negativamente verso la Società. Piuttosto sono stati decisivi gli infortuni di Lukaku, Brozo e Skriniar che se fossero stati in forma per tutta la stagione, molto probabilmente avremmo davvero riscritto la storia del calcio italiano. Personalmente anche a costo di risultare impopolare mi sono piaciute le scelte sulle prelazioni dei biglietti dando priorità ad abbonati e Inter Club, sicuramente si poteva fare meglio lasciando una quota più alta ai non iscritti ma sempre acquistando biglietti singolarmente. La realtà per tutti è che quest’anno la richiesta era così alta per ogni partita, che qualsiasi cosa facevi scontentavi qualcuno. Bellissima l’esperienza della finale a SanSiro che potrebbe essere tranquillamente replicata anche in altre partite importanti in trasferta l’anno prossimo, anche qui con qualche miglioramento sull’organizzazione. Infine ottima la gestione dell’allenatore quando alla luce dei fatti del momento e della tipica umoralità della folla, nel momento peggiore dell’anno non è stato abbandonato ma anzi gli è stato dato il supporto per proseguire e portarci dove siamo arrivati. A sentire il giovane Zhang la sua storia con l’Inter sarà ancora lunga e proficua io non ho motivi per credere che restino per perdere soldi e partite, non è davvero nella loro cultura per cui ancora mi fido e se andiamo avanti a stagioni come quella appena passata ben restino all’Inter. Fiducia!  

La parola d’ordine per il futuro non può che essere continuità, migliorando una rosa già molto forte che dovrà avere 14 titolari e 6/7 riserve alla Gosens o alla Mxit’aryan che ti permettano una vera turnazione di giocatori. Obiettivo dopo questa stagione non può che essere migliorativo e per cominciare già da ora ad essere scaramantici non lo scriveremo nemmeno…