Bauscia Cafè

Ciapanò

Io certe volte mi rendo conto di essere pesante, lo so. Mi inchiodo su un argomento e non ne esco, ci impazzisco sopra. La vostra sfortuna, invece, è che io ho la password da autore di questo blog. E quindi vi tocca leggere le mie elucubrazioni.

E’ che ero sinceramente convinto, con il teatrino indegno della scorsa settimana, di averle viste se non tutte almeno tantine. E invece.

E invece succede che non contenti del record mondiale per aver rinviato una partita a 5 ore dal fischio di inizio e altre due a meno di 24 ore, il calcio italiano in questi ultimi giorni ci ha regalato una serie infinita di perle su perle.

Prima puntata, notte fra sabato 7 e domenica 8 marzo, ore 2:30: il Presidente del Consiglio Antonio Giuseppe Conte annuncia un DPCM che estende la precedente zona rossa a nuove aree, tra cui tutta la Lombardia e diverse province. Nel DPCM è espressamente scritto che sono autorizzate le manifestazioni di sport professionistico (sembra incredibile ma, a dispetto del modo in cui viene gestita, la Serie A ricade fra queste) a patto che si giochino a porte chiuse. Benissimo.

“Fate un po’ come cazzo vi pare”

Ora per chi non lo sapesse, “DPCM” sta per “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri” e il “Consiglio dei Ministri” è l’organo collegiale esecutivo del Governo italiano in cui siedono, appunto, i Ministri della Repubblica. Tra questi il Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, il quale è lecito immaginare fosse a conoscenza di questo decreto.

Eppure è proprio lo stesso Spadafora, vertice massimo dello sport italiano, a chiedere alle 12:29 dello stesso giorno di sospendere il Campionato di Serie A. Dopo 10 ore esatte dal Decreto che riporta espressamente una indicazione sul tema -per partorire la quale immaginiamo, ci auguriamo, che Spadafora sia stato coinvolto- il Ministro chiede un comportamento diverso. Non solo: lo chiede mentre Parma e SPAL stanno per scendere in campo nella prima partita di giornata. Assistiamo a una scena surreale: i giocatori di Parma e SPAL nel tunnel degli spogliatoi pronti a entrare in campo, che fanno dietro-front e ritornano negli spogliatoi!

Non ci credevano neanche loro

La partita è rimandata di 30 minuti “ma vabbé” pensa chiunque con un minimo di buon senso “dopo una scena del genere hanno evidentemente deciso di non giocare, gli serve il tempo tecnico per ufficializzarlo”. E invece. Ulteriori 45 minuti di ritardo, e alla fine alle 13:45 Parma-SPAL si gioca.

Surrealismo puro, pensano in molti, ma il bello deve ancora venire. Perché si sveglia all’improvviso chissà da dove Damiano Tommasi, Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, e si rende conto che nel Paese c’è qualcosa che non va. E’ il tempo delle decisioni irrevocabili: viene proclamato lo sciopero dei calciatori, con tanto di comunicato diffuso a mezzo stampa a tutti i media. Dettaglio: in quel preciso istante non solo i giocatori di Parma e SPAL, ma anche quelli di Milan e Genoa sono sul grande prato verde a giocare regolarmente la propria partita. Ma che sciopero è?

“Coronache? Ma Giorgio?”

“Ah no! Era una bozza! (giuro, ndr) Senso di responsabilità, si gioca, ne riparliamo in settimana”. Anche l’AIC dimostra di poter far parte del mondo del calcio a pieno diritto.

La giornata prosegue regolarmente (si fa per dire): in un contesto-Paese con 1500 contagiati al giorno che danno vita alla peggiore crisi nazionale dal dopoguerra ad oggi la Serie A scende serenamente in campo.

Il capolavoro dell’AIC, della Lega Professionisti Serie A, della Federazione Italiana Giuoco Calcio è compiuto.

Per andare avanti, a questo punto, dovete sapere che il nobile giuoco del pallone ha in Italia una gerarchia tutta particolare. C’è al vertice il già citato Ministro dello Sport, con le sue evidenti indecisioni. C’è in coda la Lega Professionisti Serie A, guidata da due mesi dall’ormai celeberrimo PDP che no, non è Paperon de’ Paperoni, ma Paolo Dal Pino. In mezzo fra questi due estremi compaiono la Federazione Italiana Giuoco Calcio, la FIGC di Gabriele Gravina che supervisiona coordina e controlla la Lega Serie A, e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, il CONI di Giovanni Malagò, che coordina tutte le federazioni sportive italiane tra cui, appunto, la FIGC.

Complicato, vero? Ripassiamo: Ministro dello Sport -> CONI -> FIGC -> Lega Calcio. Così, lineare.

Bene: veniamo da tre settimane di emergenza da Coronavirus, con i contagiati che aumentano esponenzialmente giorno dopo giorno e il sistema sanitario nazionale nella sua crisi più profonda.

In questa emergenza, in tutta la catena di comando nessuno ha avuto il coraggio di prendere la più ovvia delle decisioni: fermare la Serie A. Condividi il Tweet

Una responsabilità che, banalmente, sarebbe spettata giorni e giorni fa alla Lega Calcio e a Paolo Dal Pino: è pacifico, infatti, che il Governo stabilisca dei limiti massimi entro i quali si può procedere alle manifestazioni sportive (le porte chiuse) e la Lega poi per ragioni di opportunità in un momento del genere sancisca la sospensione dei campionati.

Ma di Dal Pino e dei ridicoli tentativi di salvare gli interessi particolari di diversi associati abbiamo già detto in passato. Basti pensare, oggi, al modo in cui inseguivano di volta in volta la fine del decreto vigente per cercare di giocare riempiendo gli stadi di persone, con un comportamento che va molto al di là dell’irresponsabile.

Quando tutto è diventato troppo grottesco per essere vero -ed è quello che è successo domenica- la FIGC si è alla fine convinta a convocare un’assemblea straordinaria per oggi, martedì 9 marzo. Con lo scopo di prendersi la responsabilità di fermare il campionato? Certamente no: con lo scopo di convincere la Lega a farlo, minacciando il commissariamento.

Nel frattempo domenica sera, mentre si sta giocando Juventus-Inter e quando c’è ancora Sassuolo-Brescia da giocare, Malagò in diretta tv sbotta:

“La Serie A continua a giocare? Non va bene. La Lega Serie A ha optato per la prosecuzione del torneo a porte chiuse, la FIGC potrebbe essere d’accordo oppure no. E siccome la Lega opera in virtù di una delega da parte della Federazione, sarà proprio la FIGC a decidere. Commissariando, eventualmente, la Lega Serie A”

Giovanni Malagò

Tradotto: “caro Gravina, farai bene a prendere una decisione martedì anziché trattare perché altrimenti ti ritrovi commissariato insieme a Dal Pino“.

Ma in realtà il limite del grottesco è già stato sverniciato da tempo, e così lo stesso Malagò è costretto a convocare una riunione straordinaria del CONI il cui esito non può essere che uno solo: stop a tutti i campionati. O meglio: richiesta al Ministro di emanare un nuovo DPCM che fermi tutti i campionati. Scavalcando la Federazione, che oggi non potrà che adeguarsi, e la Lega che ormai è un’entità talmente eterea da far dubitare della sua stessa esistenza.

E’ finita qui? Ovviamente no, perché la Lega -udite udite- è fortemente contraria alla sospensione del Campionato. Con 8000 contagiati e quasi 500 morti, il portavoce della Lazio parla di una decisione “demagogica e politica” e procede “oltre il Coronavirus bisogna stare attenti alla Sindrome da Scudetto negato del 1915” ma, chiosa, “non sarà facile imbrogliare il Presidente Lotito”. Cosa sta farneticando Diaconale? Si riferisce a uno dei pochi precedenti di campionati di Serie A sospesi nella storia, con la Lazio prima in classifica che si sente tutt’ora scippata di uno scudetto: era il 1915 appunto, e il bieco complotto politico che privò ingiustamente gli aquilotti del meritato titolo fu la prima guerra mondiale.

Gavrilo Princip era romanista, e non lo sapevamo. Condividi il Tweet

Non sfugge peraltro che la Lazio non è affatto prima in classifica oggi, ma tant’è.

Dal Pino intanto, che in due mesi di Presidenza ha collezionato due diffide, insulti ufficiali a mezzo social e un commisariamento de facto, resta orgogliosamente al suo posto.

E’ anche molto bello

Di Gravina si son perse le tracce. Malagò, suo malgrado, ci ha messo la faccia. E Spadafora ha emanato il nuovo DPCM in cui dispone la sospensione della Serie A fino al 3 aprile 2020.

A meno che non cambi idea in mattinata, ovviamente.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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