Bauscia Cafè

Ricomincio da tre

L’esordio della Beneamata nella Serie A 2017/2018 aveva tutte le caratteristiche per rovinare quanto di buono osservato nel pre-campionato nerazzurro, riaprendo da subito ferite soltanto apparentemente rimarginate: sulla panchina della Fiorentina un ex interista ancora benvoluto da molti tifosi -ma con forti responsabilità personali nel tracollo della squadra durante il finale  della stagione passata- una squadra, quella viola, tutta da scoprire e piena di giovanotti semisconosciuti pronti a siglare il loro primo gol italiano (ovviamente contro l’Inter), El Cholito col dente avvelenato e il padre interista che però se ne sbatte i coglioni e resta ad allenare l’Atletico Madrid e quindi “hey papà, adesso segno alla tua Inter, guarda!” ed una stampa che, tra il serio e il faceto, blatera di scudetto, di Spalletti vero colpo di mercato e di giocatori guariti dall’ignavia calcistica.
Vedere invece Tagliavento assegnare un rigore A NOSTRO FAVORE dopo appena cinque minuti di gioco, complice anche un approccio alla gara decisamente azzeccato e proficuo da parte dei ragazzi, avrà lasciato spiazzato anche il più ottimista tra i tifosi: in effetti una delle note più liete evidenziate da questo Inter-Fiorentina è stato l’atteggiamento in campo avuto dalla squadra sin dalle prime battute, capace di far dimenticare ai più anche le scelte a sorpresa del buon Luciano, che lasciava in panchina l’irraggiungibile Dalbert -evidentemente ancora bisognoso di integrazione nei meccanismi che il tecnico di Certaldo sta tentando di mettere a punto- per rilanciare Nagatomo alla faccia dei bestemmiatori nerazzurri di tutta Italia, con Brozovic addirittura titolare meno svogliato del solito e persino pericoloso nei venti metri finali.
C’è una abbondante mezz’ora di Inter targata Spalletti in campo: le distanze tra i reparti sono ottimali, l’impegno è costante, la testa lucida (non nel senso della calvizie, vabbè ci siamo capiti), le trame offensive belle da vedere e, per la prima volta dopo millenni, i giocatori si muovono senza palla con intelligenza.
Ed è proprio l’uomo che avrebbe dovuto lasciare i nostri colori per sposare la causa di Mourinho ad essere decisivo ai fini del risultato: Ivan Perisic prima pennella un delizioso cross che Mauro Icardi -quello che alcuni vorrebbero sostituire con Pinamonti e altri con Petagna- raccoglie con un terzo tempo da brividi che fulmina Sportiello, poi si fa trovare puntuale all’appuntamento con il gol su un preciso ed elegante cross mancino di Joao Mario, subentrato a Borja Valero (positiva la sua prova, da rivedere la tenuta atletica) e subito nel vivo della partita.

L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio (cit.)
L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio (cit.)
Tutto bello, tutto rassicurante, ma Spalletti non potrà certo snobbare quel piccolo black-out di circa 25 minuti che ha caratterizzato parte della ripresa: le distanze si allungavano, l’Inter tirava un po’ il fiato e la Fiorentina prendeva campo, fino a chiamare Handanovic ad un intervento strepitoso su un rasoterra chirurgico di Babacar.
L’Inter si giocava la carta “bucio de culo” sul clamoroso, bellissimo palo colpito da Veretout (censurabile la dormita difensiva sul corner corto della Fiorentina, Luciano per favore spiega ai ragazzi che così si fa poca strada) e, diversamente dal solito, si scuoteva subito dal torpore per chiudere la partita segnando la rete del 3-0 che spegneva ogni velleità della Viola.
Certo è ancora agosto, le gambe non girano per 90 minuti come dovrebbero e ci sono ancora giocatori da coinvolgere pienamente nel progetto tattico, su tutti i due nuovi terzini -che promettono faville in fase di spinta, ma bestemmie in quella difensiva- e la collocazione ideale per Vecino, che comunque credo darà sempre un apporto utile e potrà addirittura migliorarsi negli inserimenti.
Alla fine c’è di che essere soddisfatti: insidie superate di slancio, Skriniar ancora una volta solido e molto applaudito, Nagatomo addirittura simile ad un giocatore di calcio (ma questo non significa che sia il titolare, anche perché su Dalbert sono stati investiti bei soldini e soprattutto UN SACCO DI TEMPO), concentrazione costante eccezion fatta per quella porzione di secondo tempo giochicchiata trotterellando e lasciando il pallino alla Fiorentina, un aspetto che sicuramente non avrà fatto piacere a Spalletti, che pretende dai suoi un possesso palla costante anche e soprattutto per difendere il risultato.
Non ci sarà molto tempo per rifletterci su, perché già sabato sera arriverà per il mister toscano un confronto diretto con il proprio recentissimo passato e la trasferta di Roma potrà già dare risposte sulla tenuta fisica e mentale di questa Inter ancora incompleta, ma indubbiamente gradevole.
Un plauso va anche al pubblico di San Siro, che dopo la disastrosa scorsa stagione si è ripresentato alla grande allo stadio applaudendo la squadra e apprezzando anche le giocate di chi aveva mollato il colpo davvero troppo in fretta: una bella prova di amore sportivo.
Adesso ci rituffiamo nel famigerato mercato estivo, dieci giorni di fuoco che ci vedono con l’acqua alla gola per colpa dell’ormai maledetto FPF, ma che ci costringono altresì a dare al mister alternative valide sia in difesa che là davanti: personalmente ritengo che sarebbe un peccato mortale lasciarsi sfuggire nuovamente Schick dopo la clamorosa vicenda Juventus, e mi auguro si faccia il massimo sforzo per farlo approdare in nerazzurro. Lo ritengo un investimento di assoluto livello e, probabilmente, un partner ideale per Icardi.
Ma d’altronde io ero anche quello che amava Belfodil, quindi dovrei soltanto tacere.
Impossibile poi non pensare all’arrivo di almeno un centrale difensivo che possa contribuire alla causa senza essere un comprimario strapagato e di scarsa qualità -o avremmo tenuto Ranocchia- : non mi entusiasma Mangala, non mi sarebbe dispiaciuto Pezzella, attendo con fiducia l’operato del duo Ausilio-Sabatini. Non mi pronuncio sulla situazione relativa all’esterno di attacco: girano ancora i nomi di Keita, Emre Mor e Karamoh, e gli ultimi due non li avevo mai visti neppure su Football Manager. Si sono intrecciate vicende degne di Beautiful e i soldi scarseggiano, mi auguro soltanto che possa arrivare almeno una alternativa in quel ruolo perché sì, non abbiamo coppe europee, ma sarebbe insensato sperare che Perisic e Candreva possano giocarle tutte senza colpo ferire, anche se Cancelo potrebbe virtualmente essere un buon sostituto dell’ex Lazio.
L’importante è che non ci prendano troppo per il culo, ecco. Perché gli #InterIsComing e i grandi nomi messi in piazza dagli stessi direttori sportivi cozzerebbero e parecchio con una realtà fatta di lacrime e sangue, di vorrei ma non posso, di Schick alla Roma e di opportunità sfumate. A Suning il dovere di mantenere la parola data al tifoso, che ha già dimostrato quanto possa amare incondizionatamente l’Inter.
Buon campionato a tutti.

NicolinoBerti

Coglione per vocazione, interista per osmosi inversa dal 1988 grazie a un incontro con Andy Brehme. Vorrei reincarnarmi in Walter Samuel, ma ho scelto Nicola Berti per la fig...ura da vero Bauscia.

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