Bauscia Cafè
La presentazione all'Inter di Grigoris Georgatos

Sexy Georgatos – vol.4

Dopo una settimana di post autorevoli, di interessanti approfondimenti, financo di toccanti rivelazioni, eccoci qui a spazzare via quanto di buono è stato fatto con un semplice soffio. Come un caterpillar su un campo di papaveri in fiore, come una ruspa sul vostro giardino di speranze, ecco una nuova puntata di Sexy Georgatos, un format di cui noi stessi ci eravamo dimenticati l’esistenza. Del tipo “oh ma te lo ricordi Sexy Georgatos”, “che?”, “dai, hai capito no”, “ah sì certo, quanto ti serve?”, “in che senso?”, “io più di 500 non posso darti, lo sai”, “ma di che parli?”, “ma scusa non era un modo chiedere soldi per la droga?”, “no, cioè, Sexy Georgatos… il post su Bauscia Cafè”, “ahhh ok ok, scusa, avevo capito male, niente una cosa mia”.

Caro Grappa, per quanto mi riguarda non è affatto vero che questo post abbasserà gli standard del sito. Mi stavo preparando un’ottima pasta mollica acciughe e scorza di limone – ne parleremo nella prossima rubrica “In cucina con Bauscia” – senza però riuscire a gustarmela appieno perché in preda alla preoccupazione per questo appuntamento fondamentale nelle nostre vite. Sexy Georgatos è come la fettina di cetriolo nel quarto Moscow Mule della serata: non ci vorrebbe, non l’hai chiesta, ma comunque ti aiuta a non riuscire a percepire bene cosa può riservarti il domani.

Guarda che io non stavo parlando con te, ma col pubblico che stamattina ha aperto Bauscia Cafè nella speranza di trovare un contenuto di qualità e invece si ritrova te che parli di cetrioli. Oltretutto hai omesso di specificare il vero ingrediente chiave della tua “ottima pasta”.

Illazioni, illazioni. Nient’altro. Mi spieghi alla fine perché siamo qui? Per la quarta volta, per giunta.

Non saprei, se vuoi possiamo bestemmiare in coro per l’annuncio dell’abolizione delle zone gialle fino al 30 aprile. Io mi sono già messo avanti e ho passato in rassegna anche tutti i papi fino a Bonifacio VIII.

Interessante. In realtà potrei partire con una enciclica clamorosa su quanto si stia sotto coprifuoco da mesi e mesi e sembri una cosa normale quando in realtà è una limitazione grottesca e spropositata della propria libertà personale, tra l’altro indubbiamente inutile visti i risultati degli ultimi mesi, ma meglio parlare di Inter che sennò mi prendo qualche querela e sarebbe la seconda volta questa settimana.

Lo stato d’animo all’annuncio del nuovo decreto legge

Guarda, prima di passare all’Inter vorrei sottolineare un interessante aspetto sociologico emerso nella giornata di ieri. Ricorderai sicuramente di quando, a dicembre, è scoppiato il caso Gomez-Gasperini, e subito vennero diffusi un paio di audio di tifosi atalantini che raccontavano per filo e per segno ciò che era successo nello spogliatoio. Due audio e bon, morta lì.
A Firenze, invece, pochi giorni fa Prandelli si è dimesso per problemi personali, apparentemente dopo una lite con Amrabat. Un paio di giorni dopo il supposto alterco è cominciato a girare un audio, sullo stile di quello dei tifosi bergamaschi, in cui viene raccontato l’accaduto. Bene. Il giorno dopo, però, è spuntato un altro audio, in cui si rivela che la vera ragione dell’addio di Prandelli è la scoperta, fatta da Pradè, di Amrabat e Joe Barone impegnati in un acrobatico 69 nei bagni dello spogliatoio. Alla base dell’addio dell’allenatore, dunque, ci sarebbe “una storia brutta di pompini tra omini”, come il narratore l’ha ribattezzata.
A ruota, si è subito diffusa un’altra registrazione che, citando “fonti certe”, assegna la responsabilità dell’accaduto a un farmacista di via degli Alfani, colpevole di essersi “bombato” la donna di Prandelli, presentatagli da Amrabat. Altri audio, sempre provenienti dalle solite fonti certe, raccontano di uno screzio tra Prandelli e il fornaio di via Paesiello, antico conoscente della zia pistoiese di Prandelli, di professione suora, con la quale il fornaio avrebbe consumato uno scandaloso incontro amoroso; e altre rivelazioni di una fonte che lavora “vicino agli spogliatoi”, secondo la quale “gl’è venuto fuori che Prandelli è buho, e stava co’ Anrabatte”.

La bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.

Ora, fermo restando il dovuto rispetto per la situazione personale di Prandelli, a proposito della quale ha scritto benissimo ElGiuanin ieri, credo che tutto questo ci riveli un aspetto interessante della nostra società e delle particolarità dell’Italia. Ciò che a Bergamo è stato liquidato in tutta rapidità, senza strascichi nell’opinione pubblica, a Firenze si è trasformato in un racconto collettivo boccaccesco, “impreziosito” ora dopo ora dalla fantasia di anonimi cantastorie. Che, un po’ per sdrammatizzare il tutto, e un po’ per prendere legittimamente per il culo un certo tipo di giornalismo che assegna a qualsiasi spiffero lo status di “fonte”, si sono sbizzarriti nel fornirci le più disparate versioni degli eventi.

Ti dirò, hai perfettamente ragione, è una vergogna tutta italiana quella di non riuscire mai a non farsi i cazzi propri e sentirsi in dovere di dire la propria opinione anche se non necessaria, sbagliata, stupida, irrispettosa. Ma ti dirò di più. Anche io ho le mie fonti certe, c’entra il gommista di via Roma e una bagna cauda andata a finire male. Ti mando un audio.

Non mi sorprende. So bene che Prandelli, nonostante le origini bresciane, è sensibilissimo sul tema della bagna cauda, e che se vede qualcuno che non la esegue alla perfezione dà completamente di matto. Quindi la tua versione è plausibilissima. Tra l’altro cosa vuoi che ne sappia Amrabat di bagne caude, ci credo che Cesare s’è incazzato.
Ma comunque, detto ciò, passiamo all’Inter. Io ti confesso che non ricordo nemmeno più che faccia hanno i nostri. Non giochiamo da due settimane e mi pare che siamo fermi da sei anni. Quanto manca alla partita col Bologna?

Non lo so, dipende da quello che deciderà Draghi. Voci certe parlano di una chiusura in zona rossa per i terzini mentre i centromediani metodisti scattano direttamente in zona bianca e possono fare il cazzo che vogliono. Lautaro in zona rossa rinforzata, non può uscire per nessuna ragione al mondo, dalle 18 alle 20. Speriamo non ci mettano dei posticipi.

Dici che dobbiamo chiudere ora per salvare l’estate? Beh comunque potremmo farci anche tre settimane di lockdown, resteremmo primi lo stesso. Nel frattempo ho sentito che per Sensi è scattata la didattica a distanza, questi bimbi ce li stanno proprio distruggendo.

Beh caro Grappa, altre tre settimane di lockdown e il mio problema non sarà più sapere se siamo primi o meno, quanto trovarmi un buonissimo – ma buonissimo davvero – avvocato. Sensi non so chi sia, abbi pazienza. Mi ricordo di un calvo giocatore del Parma che si chiamava Sensini: a questo punto ribattezzato “il piccolo Sensi”.

Ormai ci sembra evidente che abbiano sbagliato a rimontarlo

Spero solo che tengano aperti i servizi essenziali, gli Skriniar Brozovic Lukaku insomma, poi si tirerà a campare fino al ritorno alla normalità, che però raggiungeremo da anormali, e non anormali migliori, anormali parecchio confusi e rintontiti. Ma vabbè. C’è chi è messo peggio. Quelli che confermano il maestro Pirlo per un altro anno, per esempio.

La domanda è d’obbligo: ha senso tenere questo blog aperto per un altro anno, quando i tuoi più acerrimi rivali sono in una fase di autolesionismo acuto? Perché parliamoci chiaro, confermare un tizio del genere non si può definire in nessun altro modo. Stavo pensando, perché piuttosto non aprire un blog parallelo in cui si postano solo fotomontaggi di Sensi in tuta nelle varie foto simbolo del ‘900? Sensi in tuta davanti ai carri armati di piazza Tienanmen; Sensi nel deserto coi pozzi del Kuwait in fiamme; Sensi e Madre Teresa di Calcutta.
Cose così, interessanti e spigliate, per passare quest’anno.

Caro Vujen, ti confesso che tempo fa una signorina mi ha suggerito il sito fetlife.com, una sorta di social media del bdsm. Curiosando un po’, ho scoperto che uno dei membri più in vista di detto social era un’americana che si faceva fare di tutto, del tipo cuciture con ago e fil di ferro sulla pelle, frustate a sangue sulla schiena, martellate sul culo e via dicendo. Lo faceva (e lo fa tutt’ora) perché solo nel dolore riesce a trovare un senso alla propria vita. Ebbene, se c’è gente che deliberatamente si fa prendere il culo a martellate, non mi sorprendo certo che ci sia chi decide di confermare il maestro sulla propria panchina per un altro anno. Perché anche quello tra Pirlo e la Juve è, evidentemente, un rapporto di natura bdsm, anche se non è del tutto chiaro chi sia il dominante e chi il dominato. Né chi sia a godere.

Sono troppo volgare se dico “noi”? O troppo scontato?

Non l’avevo detto per scaramanzia, ma diciamo che, sempre restando nel campo degli scongiuri, potremmo dire “noi” inteso come io e te, che godiamo nel vedere quel tizio sulla panchina della Juve, e non “noi” interisti perché destinati a vincere qualche cosa. Per carità.

Guarda, scusa il razzismo, ma a me sinceramente non dispiace, anzi.

L’hai detto tu eh, io mi dissocio, la stagione è ancora lunga, pensiamo solo al campo non ci facciamo distrarre dalle voci, da qui in poi sono tutte finali, mi alleno tutta la settimana per mettere in difficoltà il mister.

Direi che possiamo chiuderla qua, anche se potremmo andare avanti all’infinito perché le nostre vite sono di fatto svuotate dalla stragrande maggioranza degli svaghi e degli sfoghi che la società offre per alleviare la pesantezza dell’essere, tanto che queste pagine sono pressoché tutto quel che ci rimane, ma nonostante ciò ci sembra comunque giusto porre fine alla memorabile quarta puntata di questo coso. Pertanto, di’ qualcosa, saluta, fai ciao con la manina.

Mah, ti saluto – e saluto tutti i lettori a cui vogliamo un bene dell’anima, dando l’appuntamento alla prossima puntata, che prima o poi ci sarà, anche se non si sa ancora quando e in che stato saremo, alcolemico intendo – con una domanda esistenziale di quelle che poi non ci dormi la notte: ma secondo te Pirlo va ubriaco in panchina?

Se non è Pirlo che va ubriaco in panchina, è la panchina che va ubriaca da Pirlo. Che non so che cazzo significhi, ma ci tenevo a chiudere così. Saluti a tutti. Buona domenica delle palme. Anche se è sabato. Me ne frega il giusto.

E buon ferragosto ai tanti che ci mandano soldi dal Sudamerica. Voi sapete perché, noi sappiamo perché. Un abbraccio.

Grappa

Acquavite ottenuta dalla distillazione della vinaccia, dal contenuto alcolico non inferiore a 37,5% in volume. Molto in voga fra gli screanzati d'ogni genere.

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