E’ una questione di gettoni.

“È come giocare a Street Fighter con un solo gettone: puoi conoscere tutte le mosse, ma appena muori l’altro tira fuori un bidone di monetine e continua fino alla fine al posto tuo”

Nicolino Berti

Questo è il commento che chiude una serie di riflessioni che sono scaturite dalla partita di ieri nel baretto degli autori di Bauscia Café.

Se pensate sia preoccupante che a mettere la parola fine ad una conversazione sia Nichelino Berti, beh allora dovreste sapere che la discussione era partita da una sua riflessione delle 10. Orario in cui il suddetto Nicorietta Berti, pur essendo in villeggiatura in Sicilia per staccare, riflette e apre dibattiti con noi.

“Vi ho letto tutti con molto interesse, mi pare si possa concordare sul fatto che queste partite ci consentano di capire che c’è un validissimo impianto di gioco e che Inzaghi merita di lavorare a lungo, ma che a questi livelli rischi di giocare a un gioco diverso se non hai una rosa che, in corso d’opera, ti consente di ovviare alla benzina finita o a un approccio che non funziona più. Noi non possiamo farlo, altri sì. La panchina del Liverpool parla di uno sport diverso.
Poi se loro ti concedono tot e tu a fine gara hai gol segnati zero un po’ te la sei anche cercata. Diamo a Limone gente che segni (anche a centrocampo) e ci divertiremo per molti anni.” Nicorietta Berti

Questo il messaggio di Nikodemo Berti che dopo un silenzio mattutino riapre la discussione della sera precedente.

Ma cosa vuol dire che alla squadra non manca un impianto di gioco? che mancano i gol? Perchè Nidorino Berti solleva queste problematiche?

L’Inter in campo c’è. In un ottavo di finale contro un Liverpool che lavora insieme da anni, e che è alle dipendenze di Klopp da 7 anni. Sette anni in cui hanno vinto Campionato e Champions League. (A proposito: è tanto o poco in 7 anni?)

L’Inter c’è, c’è per 70 minuti, senza attingere a forze fresche. Se dobbiamo paragonare questa partita a quelle con il Real, i nerazzurri sono stati molto più continui durante la partita.

Nonostante questo predominio i nostri non sono riusciti statisticamente a centrare la porta nemmeno una volta, se non fosse per la traversa di Calhanoglu.

Centralmente stiamo poco in area avversaria, facciamo fatica a risalire il campo. Questo, credo seriamente sia dovuto non al livello delle nostre punte, che per me non può essere messo in discussione in assoluto, quanto piuttosto alle loro caratteristiche. Dzeko, Lautaro e Sanchez sono troppo simili. In campo potrebbero esserci anche tutti e tre e probabilmente il loro contributo sarebbe dimezzato. Sono tutte punte che faticano a mangiare il campo, ad attaccare la profondità, a creare superiorità puntando l’uomo.

Lukaku è ora all’estero, in un vero Top Team. La sua resa è inferiore a quella che aveva con l’Inter. Non credo fosse la presenza sciamanica di Antonio Conte quanto il fatto che il tecnico aveva un idea per il belga che è andata oltre alle sue più rosee aspettative per via del modo in cui Romelu si completava con Lautaro. Lukaku si che sapeva attaccare la profondità, sapeva mangiarsi il campo, e con lui Hakimi.

Ma qui non si parla di limiti nella comprensione calcistica. Dzeko sa come va attaccata la profondità, solo che Van Djik come Demiral possono in un passo recuperare quattro passi al bosniaco. E lo stesso vale per il Toro. Entrambi vengono in contro perché è così che possono essere più utili alla squadra.

Per questo contro le piccole si hanno molto meno problemi: la difesa sta altissima, sulla linea del centrocampo. e quando gli attaccanti vengono incontro lo fanno sulla trequarti. Contro le BIG invece, e purtroppo anche contro le squadre più attrezzate in campionato, gli attaccanti quando si staccano spesso e volentieri scendono sino al centrocampo. Zone dove non solo diventa più difficile per loro, ma zone di campo lontanissime dalla porta avversaria, il che li porta ad arrivare al tiro di rado, e magari dopo aver speso tanto per recuperare quei metri, come non è proprio alle loro caratteristiche. (dove ha perso palla Sanchez nel derby? Quanto spesso accade? Giocasse sempre in area avrebbe numeri diversi?)

Questa lacuna non è così evidente con le piccole, diventa un fardello enorme contro le grandi. Ma l’unico giocatore ad avere caratteristiche diverse nel parco attaccanti è un lungodegente: Correa. Diversamente a risalire il campo sono Perisic, Barella, Dumfries, ma non le punte.

Che attaccante servirebbe? Per me senza dubbio Gilardino Berti

“Però, posto che a me degli altri fotte zero, qui andiamo a finire in un discorso che – per forza di cose – è ben al di sopra dell’Inter. Perché sai, potrei incazzarmi molto di più se vedessi questo gap sapendo che invece la Juve o il Milan, per dire, possono colmarlo. Ma non è così. Non c’è nessuna squadra italiana, neanche la Juve che ha il doppio delle risorse dell’Inter, che può dire: “a luglio compro Tizio e Caio e a settembre me la gioco col Liverpool”. Semplicemente, fanno un altro sport perché da anni giocano a quel livello, e ogni anno possono acquistare gente di quel livello per mantenerlo. E qui è un problema sistemico, non di contingenza.” Alberto Hendrik

Alberto allarga la questione, lo spunto di Nichilismo Berti era legato alla gara in sé, ma se veramente mancassero solo gli attaccanti a questa squadra per sedere nel Gotha del calcio europeo, beh questa sarebbe una grande notizia.

Ma Alberto, per chi lo conosce, non è un ottimista. E questo gli dona grande lucidità. Quello che ci dice è che nessuna squadra italiana può competere contro i top team d’Europa. E nessuna italiana può competere in campo perché nessuna squadra italiana può competere in fase di mercato.

Quando guardiamo all’Inter parliamo di una squadra che ha perso in una sessione di mercato Lukaku, Eriksen, Hakimi e Conte. Mentre il Liverpool, rinforza la sua rosa già competitiva con Konatè e Diaz.

Parliamoci chiaro, con Calha e Dzeko ci è andata di lusso. Con Correa molto meno. Ma sono questi a zero nei fatti ad aver sostituito Lukaku ed Eriksen. Ed è Dumfries ad aver sostituito forse il miglior esterno del mondo.

E’ colpa di Suning? Né io, né il mio amico Olandese la pensa così, ed è un altro Alberto, il Maestro, a dimostrare cosa intende il nostro amico di Nimega quando dice “sistemico”:

Quanto vale la Serie A, quanto può una squadra di Serie A essere competitiva?

“Tu (ed i tuoi dirigenti) puoi essere virtuoso ed illuminato quanto vuoi, ma se la tua Lega lavora male e gli altri intascano 6,4,2 volte i tuoi diritti Tv, finisci a fare il mendicante” Nic92

Se la Lega è gestita male, in maniera disorganica. Se gli obiettivi non sono comuni e condivisi, se è infarcita di scandali. Beh questo è qualcosa che nessuna proprietà da sola può sovvertire.

NK è altrettanto contento del lavoro di Inzaghi e solleva invece un dubbio:

“Ma infatti altro che “lasciamo lavorare Inzaghi per molto tempo”, qui il tema è capire se Inzaghi lo chiamano dall’esterno fra un anno o fra due” NK

Per Nick il divario tra i subentrati nelle due compagini è mostruoso, così come gli investimenti messi in campo per costruire la panchina Reds paragonati al costo del nostro 11 titolare.

Una postilla è doverosa e va fatta tornando alla sera prima, quando Casa aveva dichiarato a caldo:

“Il Salisburgo pareggia con il Bayern. Lo Sheriff vince al Bernabeu. Noi sistematicamente perdiamo sempre. Giochiamo sempre uguale, non segniamo, prendiamo gol. Poi a fine partita “eh, la prestazione”” Il Casa

Insomma non tutti siamo d’accordo. Ed è altrettanto chiaro che chi ama l’Inter vorrebbe vederla attrezzata per questi, che sono i palcoscenici che le competono.

Alternativamente si vorrebbe che se non ci fossero le qualità per vincere giocando bene ci fosse il senso di realtà di provare qualcosa di diverso.

Dopo la partita c’è anche chi come Python che mette l’accento sulla tardività dei cambi, o chi posta emoticon di sedie, come il nostro Grappa.

Insomma c’è di tutto.

Ma torniamo ad oggi, e alla discussione iniziata dall’illuminato Nitroglicerino Berti.

Le italiane quindi devono rinunciare all’idea di poter battere le compagini straniere? Non credo sia così in assoluto, le idee e la programmazione possono fare tanto. Ma le rose di oggi, beh quelle non sembrano in alcun modo attrezzate a fare un percorso vincente nella fase ad eliminazione diretta.

“Il che non vuol dire che l’Inter o la Juve non possano battere il Liverpool l’anno prossimo. Ma se succede, succede per estemporaneità, non per una competitività di quel livello raggiunta grazie agli acquisti estivi. Cioè, voglio dire che puoi pure batterlo, ma poi incontri il City o il Bayern o il Real, e quell’estemporaneità non basta più” Alberto Hendrik

Questo messaggio è in linea con il mio pensiero, mi affretto infatti a rispondere:

“Se batti il Liverpool lo fai “per caso”, ma se pretendi di farlo perché hai le carte per farne una regola vuol dire una cosa: sei una squadra che concorre per vincere la CL. E se qualcuno si illudeva di questo è un folle” Nic92

Il Maestro Oldman arriva in soccorso con queste statistiche:

NK ci dice che questo problema nasce negli anni 90, momento in cui i moltiplicatori delle varie leghe hanno dei divari giganteschi.

Insomma questi sono i pensieri che sono seguiti alla serata che ci ha visto perdere (che non piace a nessuno qui, vedere l’Inter perdere) contro il Liverpool in casa.

Ora ci sarà un ritorno da giocare, un ritorno ancora più in salita, con le stesse difficoltà costitutive. Se si dovesse vincere sarebbe una vittoria, un turno superato, che ci mette di fronte solo ad un turno ancora più proibitivo. NON UNO STEP DEFINITIVO CONQUISTATO. Sarebbe estemporaneo. Non sapremmo se questo risultato sarebbe in qualche modo diventato il nostro standard.

Abbiamo il 14esimo budget a disposizione, e non a caso, la nostra avventura finirà agli ottavi. Saremo tra le 16 squadre più forti d’Europa.

Ma la buona notizia è che uno step quest’anno lo abbiamo conquistato. Un passaggio di stato che possiamo sperare di ripetere ogni anno: superare i gironi.

E' tutta una questione di gettoni. Siamo una squadra da Ottavi. Non quella che passa, quella che esce. Dopo tanti anni, è poco? E' molto? twittalo

Insomma queste sono state le cose che ci siamo detti grazie allo spunto del nostro amico Nivolino Berti. Che ha fatto 40 anni pochi giorni fa. Auguri a lui, che anche dalla Sicilia, anche in vacanza, riesce sempre ad essere presente, vicino alle persone a cui tiene, pieno di spunti.

Chiudo con un regalo a Spuntino Berti: