Bauscia Cafè

Io sono un tifoso dell’Internazionale Foot-Ball Club Milano.

Quell’inverno d’inizio secolo fu come sempre freddo e nevoso a Milano, già a novembre una coltre di neve bianchissima ricopriva la città e con grande fatica le nuove automobili riuscivano ad avanzare.

Sì, le automobili erano ormai una presenza costante e l’industria che si occupava di loro cresceva a vista d’occhio. Vincenzo Lancia fondava l’omonima fabbrica di automobili e in Inghilterra Henry Royce e Charles Rolls si univano per fondare la mitica Rolls Royce.

La Silver Ghost della Rolls Royce “La migliore auto del mondo”

La FIAT già da alcuni anni costruiva autovetture e l’anno prima aveva raggiunto utili per ben 4 milioni di lire, una cifra impressionante per l’epoca. La fabbrica si ingrandiva sempre di più, ma stranamente a marzo di quell’anno venne messa in liquidazione e ricostituita con un capitale di ben 9 milioni di lire. Le azioni FIAT facevano strani saliscendi generando colossali giochi di borsa: solo in seguito alla luce del crack del 1908 furono scoperti operati sospetti di cui si occupò l’autorità giudiziaria. Ma questa è un’altra storia, la solita storia…

L’Italia era in fermento per le nuove misure del Governo Giolitti ma la città che cresceva più di tutte era Milano, che da Capoluogo del Nord Italia in un batter d’occhio – con oltre mezzo milione di abitanti – cominciava ad essere un punto di riferimento Europeo a livello imprenditoriale, culturale e artistico.

Era il 1906, il nuovo secolo era ormai lanciato e si respirava ovunque un’aria di rinnovamento.

Quella primavera Giorgio tornò dagli studi in Svizzera. Figlio di benestanti commercianti milanesi, a 19 anni sembrava già un uomo fatto. Viso tondo con i primi baffi della sua vita, era una fucina di idee. Per lui, cresciuto a Milano, non c’erano limiti mentali: le sue amicizie venivano da tutto il mondo, le letture di scrittori stranieri e la passione per i pittori erano il suo pane quotidiano. Strano che fosse così ma tutto ciò che a lui piaceva era perfettamente racchiuso nella sua rivista d’avanguardia preferita, la Poesia.

Poesia 1905-1909 | circe - Gruppi e progetti di ricerca

In quella rivista milanese poteva leggere di autori simbolisti italiani, francesi e belgi, alcuni ancora sconosciuti. Il Direttore era un certo Filippo Tommaso Marinetti che di lì a pochi anni ne fece il primo organo ufficiale di un nuovo movimento culturale artistico e ovviamente poetico: il Futurismo. Giorgio, appena entrato nel mondo dei grandi, era permeato da queste novità, da questa cultura, la sua vita doveva essere dedicata all’arte e aveva già deciso che per lui non esistevano confini o limiti. Il suo mondo era semplicemente tutto il mondo.

E poi a Milano in quei giorni c’era l’Expo! Da ogni dove erano arrivate aziende e imprenditori a mostrare soluzioni, invenzioni, nuove tecnologie. Ma tra tutte le novità che vide Giorgio a Milano in quei giorni quello che apprezzò di più, fu un evento tutt’altro che tecnologico…

Circo.it – Sito del mensile Circo Ente Nazionale CirchiQuando Augusto  Imperiali sconfisse Buffalo Bill

Sulle locandine di Corso Vittorio c’era scritto Buffalo Bill’s Wild West e sotto in bella evidenza, Buffalo Bill su un cavallo bianchissimo. In altre locandine c’era un indiano con un copricapo di piume enorme e scene di cruenti battaglie. A dire il vero non riconosceva l’Indiano ma era esattamente come quello che vedeva nei primi cinegiornali dell’epoca.
Cosa diavolo è questo spettacolo? E come posso anche solo pensare di perdermelo! pensò Giorgio.

Il giorno dopo, seduto in prima fila nell’Arena Civica tutta esaurita, quello che vide fu uno spettacolo mastodontico per l’epoca, oltre 200 comparse tra cowboy e decine di indiani al seguito, tra cui anche il terribile Toro Seduto. Ecco chi era!

Nello spettacolo c’era di tutto, combattimenti tra indiani e cowboy, gare di tiro con le pistole e poi la mitica Annie Oakley, che con un fucile calibro 22 da circa 30 metri riusciva colpire una carta da gioco sollevandola e colpendola altre cinque o sei volte prima che toccasse terra. Straordinaria!

A metà spettacolo si replicò fedelmente l’assalto a Little Big Horn con gli indiani che assaltavano il 7mo cavalleria e – in onore del fatto che lo spettacolo si faceva in Italia – la scena del vero trombettiere italiano Giovanni Martini, unico superstite della colonna del Generale Custer.

Il presentatore con il megafono spiegò che Giovanni (John) Martini si salvò perché lo stesso Custer gli ordinò di portare una richiesta urgente di aiuto, prima che l’intera colonna venisse circondata ed annientata. Nessun sopravvissuto, solo Giovanni! Il destino a volte è davvero benevolo…

Tra indiani urlanti, colpi di fucile e cavalli che cadevano al galoppo, la folla urlava impazzita, quasi stesse vivendo quei terribili momenti dal vivo. Giorgio seguiva con attenzione ogni movimento e faceva spudoratamente il tifo per gli indiani. Non sopportava gli scherni che il pubblico gli riservava in tribuna al grido di barbari pellirosse! Per quanto la storia li dipingeva come brutali assassini, Giorgio sapeva bene che le vittime della storia erano loro e se mai si fosse trovato su un campo di battaglia, di sicuro si sarebbe schierato con loro, con i più deboli e bisognosi.

Wie Buffalo Bill mit seiner Wild West Show 1890 die Berliner begeisterte -  B.Z. – Die Stimme Berlins

Alla fine dell’evento e dopo la foto ricordo, Buffalo Bill e il finto Toro Seduto fecero un giro di campo ricevendo un’ovazione universale. Chi assistette a quello spettacolo lo raccontò per anni ai suoi nipoti. Non fu da meno per Giorgio che uscendo dall’Arena si fece una promessa, “un giorno anche io farò riempire questa Arena e la farò impazzire di gioia!”

A solo vent’anni Giorgio di cose ne aveva già viste tante, ma c’era una cosa che ancora era agli albori della sua vita. Gli anni passati a studiare nel collegio Rosenberg lo avevano formato nella cultura, nel disegno, nelle lingue e casualmente gli avevano trasmesso una grande passione per un’altra novità dell’epoca: il Foot-ball.

Scappando di nascosto dal collegio Giorgio si divertiva con i suoi amici a guardare le partite della squadra locale del San Gallo, e non essendo mai stato timido a fine partita invitava i giocatori più forti per passare le serate nei locali, in fuga fuori dal collegio.

Nel bar del paese, fumando sigari e bevendo il suo liquore preferito – la Coca Buton – gli argomenti erano molti, ma alla fine si parlava sempre di Foot-ball, delle tattiche da mettere in campo, le nuove regole e di quanto visto in campo dai suoi beniamini.

Quando tornava in collegio disegnava ai suoi compagni i gol. Il disegno era un’altra sua grande passione e lo sapeva fare davvero bene, visto che con i suoi disegni illustrava la cronaca della partita. I compagni di scuola pendevano dalle sue labbra e lui gli raccontava sempre che appena tornato a Milano il Foot-ball sarebbe stata la sua prima passione.

In effetti così accadde e in quel settembre del 1906 Giorgio non poté resistere nel varcare i cancelli di Campo Milan a Porta Monforte. Era la sua prima partita a Milano e il suo cuore batteva a mille!

In realtà si trattava di un friendly match, come gli dissero in tribuna, tra il Milan e una rappresentativa di ragazzotti inglesi scesi a Milano per una breve vacanza, ciò perché la stagione regolare a quei tempi si giocava da novembre ad aprile dell’anno successivo.

Campo Milan di Porta Monforte nel quartiere Vittoria

Ma anche solo poter assistere ad un’amichevole riempiva di gioia Giorgio, curioso di scoprire che talenti avesse la sua nuova squadra del cuore.

Campo Milan era stato inaugurato a gennaio di quell’anno, in terra battuta e con qualche sprazzo d’erba sui bordi. Aveva finalmente le dimensioni sugli standard inglesi, inoltre le tribune in legno poste su due lati del campo lo rendevano quasi affascinante.

Ma c’era una cosa che lo tributava addirittura futuristico rispetto a tutti gli altri in Italia: sulle porte fatte di travi quadrate erano state attaccate delle reti che dalla traversa scendevano fino a terra, bloccate da dei picchetti in ferro, un metro oltre la linea del gol.

Le reti di spago, fatte a mano da artigiani di Porta Ticinese, erano solide come quelle da pesca ed erano state inchiodate ai pali, catturando così il pallone in caso di gol. Sembrava una cosa sciocca ma da quel giorno non ci furono più polemiche sui gol fantasma che spesso all’epoca accadevano e che richiedevano per le partite ufficiali degli arbitri di porta.

Nessun altro campo in Italia aveva ancora applicato le reti alle porte, e questa particolarità per la prima volta fece sì che le orecchie di Giorgio sentirono l’inconfondibile rumore della palla che strusciando la rete si infilava in gol.

Saliti gli scalini della tribunetta in legno, Giorgio si avvicinò alle persone presenti e si sedette in attesa che entrassero i giocatori. Accanto a lui, sedevano due signori inglesi che, presentandosi, scoprì essere il Presidente del Milan Alfred Edwards e il suo Vice Edward Berra Nathan. Erano in panciotto senza giacca ma con la bombetta in testa ed eternamente con il sigaro acceso. I due continuavano ad urlare frasi in inglese verso il capitano del Milan, che circa 7 anni prima lo aveva letteralmente fondato. Ma Herbert Kilpin non li ascoltava granché e non gli rispondeva mai, troppo concentrato sul gioco. Kilpin era facile riconoscerlo perché oltre ai baffetti a punta, che all’epoca erano di moda, sulla camicia a strisce verticali rosse e nere aveva cucito uno scudo bianco con croce rossa, simbolo della squadra di Milano sul petto.

Operazione Kilpin: perché Milano deve intitolare una via al fondatore del  Milan - Corriere.it
Kilpin e il suo famoso cappello di gioco in tinta con la maglia

Quel simbolo rimase subito impresso a Giorgio che lo considerò molto bello ma poco calcistico, rispetto ai loghi visti nelle immagini delle squadre Inglesi sui giornali sportivi. Di getto si girò verso i due dirigenti e gli disse il suo pensiero ma loro lo guardarono con sospetto. “Ci vorrebbe qualcosa di più distintivo” insistette “e poi quelle divise tutte diverse…” ma un tiro all’incrocio dei pali li distrasse facendoli saltare letteralmente in aria.

Giorgio quella stagione, iniziata il 13 gennaio del 1907, non si perse una partita parlando di tutto con i due Signori inglesi, che lui chiamava gli Edward’s, forse prendendoli anche un po’ in giro. Dai giocatori in campo a quelli da acquistare, dalle maglie da rendere tutte uguali alle partite da organizzare, era un continuo proporre, domandare, suggerire. E quando Alfred Edwards a campionato in corso gli propose di diventare il Segretario della squadra, Giorgio si sentì letteralmente volare in aria.

Era il nuovo segretario del Milan Foot-Ball and Cricket Club.

La stagione fu esaltante e iniziò con una vittoria roboante per 6-0 sull’altra compagine di Milano, la Unione Sportiva Milanese. In seguito altre 3 vittorie con Torino, Andrea Doria e US Milanese diedero al Milan il terzo scudetto della sua storia. Sembrava che tutto stesse andando alla grande, ma…  

La prima assemblea da Segretario in quella stagione non fu per Giorgio quello che si aspettava. Nel campo il rapporto era sempre molto sereno con i due Presidenti, nelle Assemblee dei Soci invece c’era sempre molta tensione, anche perché qualcosa nel calcio italiano stava velocemente cambiando.

Un giorno facendo la solita battuta agli Edward’s Giorgio ricordò che per acquistare calciatori stranieri la nostra lira era quotata al di sopra dell’oro e preferita alla sterlina, ma alla provocazione di “Hey Mr. President, our little lira is better than gold”, si sentì rispondere laconicamente Tanto non la utilizzeremo più per comprare giocatori stranieri…”

In assemblea calò il silenzio e le decine di Soci si guardarono negli occhi, per capire cosa stava accadendo. Le ultime notizie arrivate dalla F.I.F., la Federazione Italiana del Football, non erano rassicuranti. Di fatto l’ingresso in Federazione delle squadre ginnastiche uscite dalla Federazione Ginnastica Italiana, aveva costretto il Presidente della F.I.F. Giovanni Silvestri a prendere in seria considerazione la richiesta di escludere i giocatori stranieri per istituire un campionato fatto di soli giocatori italiani.

L’aria fredda della Fiaschetteria Toscana dove ci si incontrava la sera per parlare del Milan era improvvisamente diventata gelida.

File:Fiaschetteria Toscana a Milano.jpg - Wikipedia
Via Berchet a pochi passi dalla Galleria Vittorio Emanuele II

Quella sera Giorgio non proferì altra parola. Si mise la giacca, la bombetta in testa e uscì furioso: a soli 21 anni aveva già visto molte volte cambiare idea ai suoi amici Soci sulle tematiche del calcio, ma questa lo faceva diventare pazzo.

D’altronde uno sport come il Football che aveva pochi anni di vita era un cantiere a cielo aperto e le pressioni governative erano difficilmente gestibili da giovani società, perlopiù guidate da commercianti e nobili stranieri.

Per questo motivo già prima di iniziare il campionato in corso a dicembre si era arrivati vicinissimi alla rottura definitiva del Club con la Federazione. Per iscriversi a quel campionato, infatti, ci volle tutta l’energia di Capitan Kilpin che a 37 anni compiuti voleva regalarsi un’ultima stagione da protagonista, prima in campo e poi come allenatore. La questione era stata solo rimandata e il campionato iniziò con una gigantesca spada di Damocle sulla testa del Milan.

Chiudere tutto o fare una squadra di soli italiani.

L’estate del 1907 fu un susseguirsi di riunioni dei Soci, Giorgio si fece portavoce della maggioranza e in una storica Assemblea dove gli animi erano esasperati urlò “Il potere desidera che sia il calcio a prendere il sopravvento sul football e ci dichiara guerra perché schieriamo giocatori stranieri! Bene: allora non disputeremo il prossimo Campionato per protesta!” L’ovazione che ricevette fu intensa e quasi tutti i Soci corsero ad abbracciarlo, sperando che questo gesto clamoroso della squadra Campione d’Italia facesse cambiare idea alla F.I.F. sul blocco agli stranieri.

Passati alcuni giorni che si sparse la voce sulle minacce del Milan la provocazione fece il suo effetto, perché anche Genoa e Torino sull’onda del Milan minacciarono ufficialmente di non partecipare al futuro campionato italiano.

La guerra del Foot-Ball italico era ufficialmente esplosa.

Le riunioni con la F.I.F. si fecero sempre più tese e il 10 novembre 1907 nell’assemblea che vide l’elezione del nuovo Presidente Emilio Angelo Luigi Barbiano di Belgiojoso Este fu decretato lo sdoppiamento del campionato, in italiano e federale.

Emilio Barbiano di Belgiojoso-Este - Wikipedia

Inutile dire che quella di Belgiojoso Este fu la solita soluzione all’italiana, far contenti tutti per non far contento nessuno. Lo sdoppiamento era una soluzione a dir poco ridicola considerando che le squadre storiche e più forti erano tutte piene di stranieri: così facendo si generava un campionato di livello, affiancato da uno con lo stesso valore fatto però da squadre di bassa lega.

Senza le grandi squadre, a giocarsi il campionato italiano restarono le provinciali come Novara, Casale, Mantova, Verona, Venezia e le toscane dell’epoca. E a nulla servì l’ingresso delle squadre uscite dalla Federazione Ginnastica Italiana come la Pro Vercelli per dare credibilità al nuovo campionato.

Unica voce fuori dal coro delle grandi squadre fu quella della Juventus che visto il tirarsi indietro delle avversarie pensò bene di escludere gli stranieri e non rinunciare ad un campionato Italiano diventato ormai facile facile…

Fu così che l’idea di istituire due campionati, il Campionato Italiano di Prima Categoria con solo con giocatori italiani e il Campionato Federale di Prima Categoria con giocatori misti, fu un fallimento e quando nell’ultima Assemblea del Milan si dovette decidere se partecipare almeno al Campionato Federale, riservato alle squadre con giocatori stranieri, la maggioranza dei Soci tenne il punto e votò NO alla partecipazione. Giorgio aveva vinto un’altra feroce battaglia ma dentro di sé sapeva benissimo che la guerra era ben lontano dall’averla vinta. L’unica certezza fu che quel campionato il Milan non lo avrebbe giustamente giocato e decise di andare comunque a festeggiare con i suoi amici più cari.

Quella serata dicembrina era freddissima, il vento gelido tagliava le facce di Giorgio, dei 3 fratelli Hintermann e di Giovanni Paramithiotti: ma i 5 avevano poca strada da fare e per fortuna quell’inverno del 1907 a Milano non cadde neanche un centimetro di neve.

“Tranquilli si va in fiaschetteria in via Berchet e ci riscalderemo con una bella bottiglia di rosso!” disse il Paramithiotti. I 3 fratelli si guardarono subito negli occhi e in contemporanea li alzarono al cielo. “Giovanni smettila che ora la troveremo affollata e resteremo fuori!”

Giorgio sghignazzava, la fama di menagramo del Paramithiotti lo precedeva e seppur fosse un vero amico per loro, non si risparmiavano nelle battute sulle sue scelte infelici. E così fu: la Fiaschetteria era strapiena e non entrava neanche uno spillo, ma i 5 amici non si persero d’animo. Giorgio conosceva a pochi metri un altro ristorante dove andava spesso ed era sicuro di trovare posto.

Il Ristorante Orologio!

Quella sera come sempre si parlò di calcio, di strategie societarie e per la prima volta tra di loro, dei valori che la loro squadra del cuore doveva avere come statuto, per rappresentare il loro ideale di Football! Perché la stagione sarebbe iniziata senza la loro squadra del cuore ma il pericolo era ancora peggiore, ossia che il Camperio potesse all’improvviso cedere alle pressioni della Federazione.

Giovanni Camperio non andava a genio a Giorgio: ingegnere rigido e molto legato agli ambienti nazionalistici, era esattamente il suo opposto. Inoltre in quei mesi aveva le funzioni di Presidente del Milan poiché gli Edward’s erano dovuti tornare in Inghilterra per affari e con quella carica cercava di imporre la sua volontà, senza ascoltare il parere dei Soci. Di fatto la scelta di non partecipare al Campionato Italiano non fu bene accolta da Camperio che dovette far buon viso a cattivo gioco, ma lui aveva già deciso che questa cosa non poteva andare avanti all’infinito.

Fu così che comunque ai nastri di partenza del Campionato Federale il 19 gennaio 1908 Milan, Genoa, Torino, Libertas e Naples FBC non si presentarono, lasciando in pratica alle sole Juventus e Andrea Doria il compito di giocarlo.

Per la cronaca la sceneggiata andò in atto: prima si giocarono le due partite di Campionato Federale che videro la vittoria prima della Juventus e poi dell’Andrea Doria, poi si giocò lo spareggio che finì in pareggio, infine si giocò il secondo spareggio che vide la Juventus vincere 5-1. In campo giocatori e allenatore festeggiarono quello che secondo la Società doveva essere il titolo di Campione Federale. In contemporanea nel frattempo la Juventus si stava giocando anche il Campionato Italiano contro sole squadre composte da giocatori italiani, ma in questo campionato la Juventus non ebbe la meglio perdendo proprio contro la Pro Vercelli.

In pratica la Juventus giocò due campionati, vincendo quello che poi si decise essere fasullo e perdendo quello che si decise essere l’unico valido per l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia.

Dopo la sconfitta con la Pro Vercelli fece abbastanza ridere la decisione della Juventus di boicottare il Campionato Italiano per via degli stranieri, la realtà era che lo fece solo dopo la sconfitta per non compromettere le posizioni nelle altre categorie…
Ma anche questa è sempre la solita storia che ben conoscete.

“Ecco, la Juventus è tutto quello che non vorrei mai la mia squadra rappresentasse!” Con queste parole Giorgio la sera dell’8 marzo del 1908 chiamò a raccolta il suo piccolo esercito di Soci.

Quell’Assemblea era stata tesissima, Camperio aveva comunicato ai Soci che la Juventus aveva vinto nel pomeriggio il Campionato Federale e che il Milan l’anno seguente lo avrebbe giocato per ritornare a difendere il titolo di vero Campione d’Italia.

Tutte le lotte fatte per obbligare la Federazione a giocare un campionato unico, universale fatto di uomini e società italiane e straniere erano fallite. La Società Milan aveva deciso che non erano importanti i valori che la costituivano, ma le regole che a qualsiasi costo doveva seguire per poter giocare.

“Basta! “ – urlò Giorgio – “Domani chi vorrà uscire dalle regole, chi vorrà parlare di valori, chi vorrà vedere giocare il Foot-ball di uomini senza confini, lo aspetto al ristorante Orologio all’ora di cena.”

Con il cuore colmo di rabbia ma finalmente con la consapevolezza di essersi liberato di un vincolo verso una Società che non lo rappresentava più, Giorgio uscì dalla fiaschetteria sbattendo la porta quasi frantumando i vetri colorati che la adornavano. Il tempo di attraversare il marciapiede e la porta si riaprì: dietro di lui i 3 fratelli Hintermann, Paramithiotti, Hugo Rietmann e un ragazzotto tedesco che era nella fiaschetteria e aveva sentito tutto, gli corsero incontro urlando “Fermo, aspettaci!”

E tu chi sei? chiese Giorgio al ragazzo tedesco. “Mi chiamo Hernst Marktl, gioco a calcio e voglio giocare nella tua squadra!”
“Ma io non ho una squadra rispose Giorgio. “Oggi no, ma un giorno l’avrai e io sarò il tuo Capitano!” ribatté Hernst.

“E io sarò il Presidente!” urlò ansimante Paramithiotti. I fratelli Hintermann arrivando di corsa si guardarono e insieme all’unisono dissero “e noi cosa facciamo?”. Dopo un secondo di gelo il gruppetto guardandosi negli occhi, come posseduto dalla follia, scoppiò in una risata liberatoria.

Non riuscivano a smettere di ridere: in parte i fumi dell’alcool, in parte la consapevolezza di averla fatta grossa, l’adrenalina li scuoteva come fuscelli. Quando i sette amici smisero di ridere si resero conto di cosa avevano appena fatto e la domanda sorse spontanea: oltre loro sette, chi verrà domani e come potremo realizzare il nostro sogno?

Ma non era quello il momento di decidere, quello era il momento di riflettere, di pensare, di creare e la notte come dicono i saggi, avrebbe portato loro consiglio.

Salutandosi si resero conto che quella sera la loro vita era cambiata. Erano saliti su un treno senza sapere dove questo portasse. L’unica cosa che sapevano è che da quel treno ormai non sarebbero più scesi. Il cielo era nero come la pece quella notte ma all’interno della volta celeste brillavano miliardi di stelle, che la adornavano nella sua interezza. Il nero della notte, il giallo delle stelle: con questi colori Giorgio si appoggiò al cuscino guardando il cielo fuori dalla finestra, della sua camera da letto.

La mattina del 9 marzo Giorgio si alzò dal letto con solo un paio di ore di sonno, la notte era stata lunghissima e nel suo cervello si erano concentrate così tante visioni che faceva fatica a metterle tutte in ordine.

Dal letto passò direttamente allo studio di casa e iniziò a scrivere sul primo foglio che trovò sulla scrivania. Fogli bianchi non ce ne erano così non gli restò che usare la carta intestata di papà Umberto, girò il foglio e iniziò a scrivere:

I signori fondatori si sono riuniti questa sera col fermo proposito di fondare il nuovo Club. Presenti i signori…

Mentre scriveva Signori si fermò a pensare: ma quanti saremo questa sera? Chi verrà? E soprattutto ce la faremo a fondare un nuovo Club?

Assalito da questo pensiero Giorgio iniziò a porsi cento domande, quale sarà il nome del Club? che stemma avrà? quali saranno i suoi colori? con quali giocatori faremo la squadra e chi gestirà i fondi? “Dio mio ma in che guaio mi sono ficcato? disse a voce alta…

“Beviti un caffè, vedo che ne hai bisogno!  papà Umberto era sveglio già da alcune ore, quasi avesse sentito fisicamente gli ingranaggi mentali di Giorgio roteare a tutta manetta. Si era fatto preparare un caffè dalla domestica e con la dolcezza del padre premuroso quale era, glielo porse sulla scrivania.

“Padre oggi è il giorno più importante della mia vita, ma è un giorno ancora tutto da scrivere. sussurrò Giorgio.

Papà Umberto, da uomo navigato ed esperto commerciante, sapeva bene che certi affari non nascono dalla ragione ma dai sentimenti e l’unica frase che disse a Giorgio fu: Il buon successo nasce dal buon volere e i migliori propositi sono le basi per costruire qualcosa di importante e duraturo. Integrità, inventiva e determinazione. Queste sono le poche componenti utili per iniziare qualcosa di grande, il resto verrà da sé.

Ah già anche un pizzico di follia aiuta sempre! chiosò papà Umberto lasciando Giorgio da solo con i suoi dubbi.

Sulla follia siamo a posto, pensò Giorgio ricordando le facce dei suoi amici la sera prima, la determinazione non manca davvero, l’integrità sarà la base di ogni decisione, resta solo l’inventiva da mettere a terra. Bene da dove cominciamo? Il nome ovviamente!

Il pensiero fu istantaneo alla sua ex squadra: loro faranno una squadra di soli italiani, noi saremo cosmopoliti aperti a qualsiasi giocatore di qualsiasi nazionalità, nessun confine, nessuna razza, nessuna discriminazione, noi saremo Internazionali!

L’Internazionale Foot-Ball Club. Ecco il nome!

Internazionale, che nome meraviglioso pensò! Poi però si ricordò dell’Internazionale Torino che fu assorbita pochi anni prima dal Foot-Ball Club Torinese e allora decise che il nome completo doveva essere Internazionale Foot-Ball Club Milano, nessun dubbio, un’unica certezza: in Italia e nel mondo noi saremo l’unica e indiscutibile Internazionale!

Poi prese un altro foglio, lo accostò al primo e iniziò a scarabocchiare quello che doveva essere l’emblema. Da sempre Giorgio era attirato dai loghi delle squadre inglesi, il segno distintivo doveva racchiudere le inziali del Club o al massimo un simbolo che lo rappresentasse, qualcosa di artistico e allo stesso tempo riconoscibile. Per farlo si affidò allo stile del momento, il Liberty o l’Art Nouveau come la chiamavano i francesi, le inziali del nome tutte racchiuse in un cerchio. Non era semplicissimo inserire quattro lettere dentro un cerchio, ma il Liberty aveva da un po’ iniziato ad incastrare nei titoli dei manifesti le lettere una dentro l’altra, formando giochi di grafica divertenti e innovativi. Così una lettera alla volta il percorso fu quasi obbligato.

Prima il cerchio a fare da cornice poi la lettera I esattamente al centro, poi la F che abbraccia la I, a seguire la C che circonda la I e la F e infine la M che si incastra tra tutte le altre lettere, come se Milano fosse, in quel gioco di lettere e significati, il crocevia del tutto.

Quando finì pensò che non avrebbe fatto nessun altro tentativo, si accorse immediatamente di aver creato qualcosa di semplicemente unico, elegante e riconoscibile, su qualsiasi maglietta e colore.

Ecco i colori! Mancava solo quello a completare la sua opera. Il nero e il giallo li aveva già decisi la sera prima guardando il cielo stellato di Milano, ma mancava ancora qualcosa. Mancava il colore che rendesse l’Internazionale davvero unica e riconoscibile. Si guardò intorno in cerca di ispirazione, ma non trovò spunti particolari su quella scrivania piena di fatture del padre. Solo una cosa gli rimase impressa: una delle matite a due colori con cui il padre correggeva le fatture, rosso per gli errori, azzurro per le cose giuste. Il Rosso per gli errori ripeté ad alta voce, il rosso sono gli errori, l’azzurro la giustezza! Noi saremo i Nero Azzurri e il giallo delle stelle sarà la nostra cornice!

Il nome, il simbolo, i colori, c’era tutto! Mancavano solamente gli uomini per realizzare il sogno…

Quando varcò l’ingresso del ristorante Orologio alle 20:00 il suo cuore batteva come un tamburo, non sapeva chi avrebbe trovato, non sapeva cosa sarebbe successo, nella sua mente era tutto chiarissimo. Ma come avrebbe potuto, trasmettere il suo pensiero ai Soci?

Tolto il cappotto Giorgio si guardo intorno ma non vide nessuna faccia conosciuta, i signori della Milano bene erano intenti a mangiare e a discutere, nessuno si curava della sua presenza. Per un secondo, un interminabile lunghissimo secondo, il pensiero di essere rimasto solo gli salì in testa, un brivido lo colse sulla schiena e quando sembrava ormai certo di essere rimasto solo, dal fondo della sala vide l’Arturo, uno dei fratelli Hinterman, corrergli incontro.

Giorgio vieni, corri! Siamo nella sala posteriore, non saremmo mai entrati tutti nel ristorante!

Ma come tutti? Disse Giorgio ormai fuori dalla ragione. Eh sì caro mio ribatté Arturo siamo più di 40! Siamo lo zoccolo duro del nuovo Foot-Ball Club che nascerà a Milano!

Affacciandosi nella sala Giorgio fu accolto da un’ovazione, erano tutti lì ad aspettarlo, c’era chi si era presentato alle 18:00 perché non voleva per nulla al mondo perdersi quella serata storica e alle 19:00 un’ora prima della cena Hugo Rietmann, ex giocatore del Milan nonché ex Socio, contò uno ad uno i presenti. Erano con lui 43 Soci, anzi ormai ex Soci del Milan. Tutti insieme con un’unica idea in testa, creare qualcosa di unico al mondo, qualcosa di cui il mondo parlerà per sempre.

A vedere quella scena Giorgio rimase senza parole, anche perché era tanta l’eccitazione che nessuno riusciva a stare zitto e il rumore nella sala era già da stadio. Solo dopo svariate minacce del giovane Bach che era alto quasi due metri e seppur avesse la faccia da ragazzino in strada le dava a tutti di santa ragione, ci fu silenzio. E Giorgio nel silenzio più totale riuscì a formulare le fatidiche parole che ancora oggi ogni interista della terra, il 9 marzo ripete a memoria.

Fratelli, Amici, grazie di essere venuti perché questa notte splendida darà la luce ad un nuovo Club! I colori del nostro stemma saranno il nero e l’azzurro, sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo.

1908-2023 – @inter_ai_art

Il boato che ne seguì sconvolse i commensali del ristorante e non poca fatica fecero i camerieri a trattenere i clienti, che si alzarono terrorizzati per scappare via.

Giorgio a quel punto tirò fuori dalla giacca il foglio con il nuovo simbolo, lasciando tutti a bocca aperta: il Paramithiotti si commosse al solo vederlo, il foglio girava di mano in mano ricevendo ovazioni, fu incredibile come la semplice sovrapposizione di 4 lettere potesse generare un tale entusiasmo, ma guardando gli occhi dei suoi fratelli Giorgio capì subito che quello stemma era Lo Stemma dell’Internazionale!

Fu così che dall’altra tasca della giacca, tirò fuori l’altro foglio che aveva iniziato a scrivere a casa completandolo con i nomi dei partecipanti.

I signori fondatori si sono riuniti questa sera col fermo proposito di fondare il nuovo Club. Presenti i signori G. Muggiani, Boschard, Lana, Bertoloni, De Olma, Intermann Enrico, Intermann Arturo, Intermann Carlo, Dell’Oro Pietro, Rietmann Ugo, Hans, Voelkel, Maner, Hopf, Ardussi Carlo…

Dopo piccole discussioni d’occasione il sig. Muggiani propone si passi alla nomina di un consiglio provvisorio da riconfermarsi nella seduta di mercoledì 11 marzo.

Nelle nomine vengono lasciati vacanti le cariche di Presidente e vice Presidente. Nominato: Segretario G. Muggiani, Cassiere De Olma, Economo Rietmann Hans. Consiglieri: 1° Dell’Oro Pietro; 2° Paramithiotti.

I presenti deliberano di non nominare una commissione di giuoco, ma bensì trovano necessaria la carica di economo. Muggiani propone di nominare quale socio onorario il sig. rag. Bosisio, Segretario della Federazione Italiana del Foot-Ball.

I presenti accettano tale proposta.

Il nome del nuovo Sodalizio è stato unanimemente accettato quale

FOOT-BALL CLUB INTERNAZIONALE MILANO

Si decise così che la prima sede del Club fu il Caffè Commercio e il primo campo in cui giocare fu a Ripa Ticinese ai margini del Naviglio Grande.

Il primo Presidente, nonostante la fama poco edificante, fu nominato all’unanimità il Paramithiotti, che con grande furbizia aveva lanciato una maledizione agli odiati milanisti promettendo che se fosse stato eletto Presidente quella squadraccia non avrebbe vinto il campionato per 44 anni, esattamente un anno per ognuno dei presenti in sala!
Il Capitano fu deciso che sarebbe stato il ragazzotto tedesco Hernst Marktl e questo in segno di sfida verso chi gli stranieri non li voleva neanche in campo!

A fine riunione, fatta la foto ricordo, lentamente e a gruppetti i nuovi Soci uscirono per andare nelle loro case e raccontare il tutto alle loro famiglie, per ultimo Giorgio uscì commosso di quello che era successo. Ancora non poteva credere a quello che aveva visto, non poteva credere a quello che aveva appena realizzato.

La nascita dell'Inter: ecco la storia della sua fondazione
I visi di chi aveva appena fatto la storia

Mancava poco alla mezzanotte e fuori il ristorante un giovane redattore della Gazzetta dello Sport vide Giorgio commosso e gli chiese cosa fosse appena accaduto. Giorgio non se lo fece ripetere due volte e con la voce piena di orgoglio disse: Questa notte è sorto un nuovo Football Club. Il suo nome sarà Internazionale Football Club Milano. Il Club è nato da una deplorevole scissura con il Milan Football Club. L’Internazionale sarà composta in maggioranza di attivi footballey e di parecchi appassionati. Per ora promettiamo poche ma buone cose, quali facilitare l’esercizio del calcio agli stranieri residenti a Milano e diffondere la passione fra la gioventù più o meno fortunata, verso la quale il nostro club in Italia e nel mondo rivolgerà le sue attenzioni.

Il redattore prendeva appunti a bocca aperta, incredulo di essere colui che avrebbe annunciato al mondo la nascita dell’Internazionale Football Club Milano. Solo una cosa gli mancava di sapere.

E voi chi siete?

Riempiendosi il petto di orgoglio Giorgio rispose.

Io sono Giorgio Muggiani e sono un tifoso dell’Internazionale Football Club Milano!

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Il Milan dal 9 marzo 1908 non vinse più un titolo per 43 anni e 3 mesi e la maledizione del Paramithiotti fu (quasi) rispettata.

La Juventus vinse nel 1908 il campionato federale e nel 1909 il campionato italiano ma entrambi i titoli furono revocati perché giocati in campionati falsati e non in linea con le regole di sportività e di trasparenza. Ancora oggi in modo ignobile qualcuno reclama i due titoli assegnati giustamente alla Pro Vercelli che vinse i due campionati realmente competitivi.

Nella storia dell’Inter hanno giocato ad oggi 352 giocatori non italiani, in rappresentanza di 56 nazioni diverse. L’Argentina con ben 52 giocatori è la più rappresentata, fino ad arrivare all’Armenia di Henrikh Mkhitaryan che è l’ultima nazione aggiunta alla lunga lista di fratelli e sorelle del mondo.

Dal giorno della sua nascita l’Inter ha nel suo DNA sostenere i più deboli, i giovani e i meno fortunati. A tal fine è stata fondata nel 1997 l’Associazione Inter Campus, presente in 30 nazioni, tra le quali alcune in zone fortemente disagiate, con conflitti bellici o con alto tasso di povertà, come le favelas di Rio de Janeiro, o negli ospedali in Uganda. Dopo oltre 25 anni dalla nascita, Inter Campus ha coinvolto decine di migliaia di bambini dai 6 ai 13 anni in Italia e nel mondo, con centinaia tra allenatori-educatori e volontari. L’obiettivo è di restituire il diritto al gioco alle bambine e ai bambini che non hanno più la possibilità di farlo. A questa Associazione che più di tutti ci rappresenta come interisti ed esseri umani e alla Famiglia Moratti che l’ha istituita, andranno per sempre i nostri ringraziamenti.

Orgoglio nerazzurro, Inter Campus torna all'Onu - La Gazzetta dello Sport

Dedicato a mia Madre e a tutti coloro che ci hanno fatto diventare interisti.

Fonti:
atlanteditorino.it
wikipedia.it
figc.it
magliarossonera.it
inter.it
footballnews24.it
cronachedispogliatoio.it
storiadimilano.it
memomi.it
itmotor1.it
transfermarkt.it
intercampus.it
Inter 100 anni di emozioni – ed. Skira
Inter 110 – ed. Skira
Inter nelle pagine della Gazzetta dello Sport – ed. Rizzoli

Oldman

Il Maestro: a sei anni si è perso nel parterre di San Siro in un Inter-juve, a dodici la madre lo sventola vestito di nerazzurro in Curva Sud, a trenta va in metro a Roma vestito da Ronaldo, quello vero, a quaranta fa caroselli seminudo a Piazza del Popolo, a cinquanta guarda di nascosto l'Inter nel reparto di terapia intensiva cardiologica, da ricoverato. A sessanta conta di perdersi ancora, nel nuovo stadio di Milano.

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la scopa del sistema
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Leggenda Bauscia
1 anno fa

Spezia è l’anagramma di Spiaze.

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Dai ragazzi che se non perdiamo a Oporto, se battiamo la gobba, se lazio e Roma perdono e se il bilan non vince siamo ancora secondi e ai quarti

la scopa del sistema
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Leggenda Bauscia
1 anno fa

Doveva calciare Lukaku il primo rigore?
“Lukaku e Lautaro sono i due rigoristi, quest’anno non era mai successo di averli in campo insieme”

Definirà ora la gerarchia dei rigoristi?
“No, sono loro due. Di volta in volta sceglieremo, sono bravi tutti e due”.
(come per i portieri, NdR)

maledetto regolamento: perché non fargliele tirare uno a testa? e maledetta sfiga: speriamo di averne sempre uno infortunato così la scelta viene facile.

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Ultima modifica 1 anno fa by la scopa del sistema
veleno
veleno
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

Luykaku aveva sbagliato il rigore contro l’Udinese, poi fatto ritirare dall’arbitro, al secondo tentativo ha segnato. Non ci sono giocatori che la buttano dentro. Lautaro ha periodi lunghi d’astinenza, Lukaku, maglio sorvolare, Dzeco l’ha finite ,Dum, quando mai ha segnato? Devi sperare nei centrocampisti, ma chi vive sperando muore sul vaso

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Leggenda Bauscia
Rispondi a  veleno
1 anno fa

però ci sono calciatori che, tendenzialmente, la buttano più dentro di altri: scegliere serve per ridurre al minimo possibile il margine di errore. se i rigori li tirasse skriniar e le punizioni dumfries, inarcheremmo tutti il sopracciglio ma non perchè potrebbero sbagliare (come chiunque) ma perché avrebbero più possibilità di farlo.

è che i guai non bisogna andarseli a cercare, ecco tutto: specie se sai che la tua squadra su azione non segna manco se ci mette la madonna uno stinco invisibile e sapendo che 2 rigori in una gara sono un evento meteorologico raro. anzi, ora non potremo manco più dire “non ci danno i rigori” perchè ci rinfacceranno che ne abbiamo avuti 2 nella stessa gara.

oltre al danno, pure la beffa.

veleno
veleno
Leggenda Bauscia
1 anno fa

non sarà mica che Inzaghi ha fatto turnover perché se puta caso passasse il turni di CL, lì ci sono i soldi che ai cinesini fanno tanto bisogno? Bisognerebbe ricordargli che anche la qualificazione alla prossima CL porta soldi, ed oggi questa è incerta, Se no arrivasse nelle 4 vorrei vedere come friggono i cinesini per i mancati soldi!!

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  veleno
1 anno fa

Non ha fatto turnover…tranne per un paio di giocatori, tra cui il portiere

bellins (Il Rincoglionito Patentato)
bellins (Il Rincoglionito Patentato)
Leggenda Bauscia
1 anno fa

L’Inter di Inzaghi continua ad ottenere risultati di lusso.

8 sconfitte, come l’Inter di Mazzarri.
E la stagione non è ancora terminata.

la scopa del sistema
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Leggenda Bauscia

“Dalle sconfitte si esce più forti, ne è arrivata qualcuna in più”
(S.I., 10 marzo 2023, da “Aforismi & Citazioni”)

veleno
veleno
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Mi dovete spiegare cosa spiegano i cross dalla 3/4 avversaria? Sono palle perse sempre. Come puoi dominare la gara, avere occasioni giganti a partire dal rigore e perdere 2-1? Non possiamo nemmeno accusare i giocatori di avere snobbato l’avversario, proprio non sono capaci di buttarla dentro. Si perdono sempre difronte a squadre chiuse, non hanno un giocatore che salta l’uomo. Lukaku un paracarro dove se rimbalza la palla devi sperare che arrivi ad un interista, e si metteva pure a smanacciare come un vigile di una volta. Ragazzi la Spezia ha tirato in porta due volte compreso il rigore

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  veleno
1 anno fa

Lukaku è ad oggi la più grande delusione, più del tecnico perché li non si può parlare di sorpresa negativa, lui è questa roba qui.

bellins (Il Rincoglionito Patentato)
bellins (Il Rincoglionito Patentato)
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Qualcuno però dovrebbe anche spiegare ai giocatori, che qualche pallone lo puoi anche buttare via alla cazzo di cane, piuttosto che volerlo tenere a tutti i costi nei pressi dell’area, per poi perderlo e farti fischiare rigore contro.

Deki
Deki
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Sconfitta che non mi tange.
Avevo ampiamente previsto tutto già da metà del primo tempo.

Comunque ribadisco che questa squadra partiva con l’obiettivo di vincere il campionato.
Sempre bene rammentarlo.

Ultima modifica 1 anno fa by Deki
bellins (Il Rincoglionito Patentato)
bellins (Il Rincoglionito Patentato)
Leggenda Bauscia
Rispondi a  Deki
1 anno fa

A chi lo stai rammentando?

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  Deki
1 anno fa

Naaaa, coppa italia e supercoppa. Il doblete tricolare in back to back sarebbe leggendario

veleno
veleno
Leggenda Bauscia
1 anno fa

bene in meglio. Da non vedere più in campo Lukaku, Dunfries, Inzaghi, Handanovic. Turn over per cosa? Dove crede di andare? Non segnano nemmeno con le mani Lautaro, Lukaku, hai avuto due rigori sacrosanti, dopo un minuto Dumifries fa un fallo (se lo ha fatto, vorrei vedere il replay) ma se si, fai un fallo da dietro in area su un giocatore che poteva essere fermato dai ns. difensori. L’Inter fuori casa è una ciofega nelle ultime partite ha fatto due punti e due reti. Ora a rischio pure la CL braviiii!

Düsseldorf
Düsseldorf
Esperto Bauscia
1 anno fa

Abbiamo passato 85‘ nella metacampo avversaria, ma invece di vincere 5-0 abbiamo perso 2-1 😵‍💫

la scopa del sistema
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Leggenda Bauscia
1 anno fa

consoliamoci.
ottima prova dei ragazzi, dominato per tiri in porta e possesso palla.
inzaghi la prepara finemente ma la sfera non vuol saperne di entrare.
bastava scambiare nzola e lukaku e la vinzevamo fazile.
e dal picco, dove andiamo a picco immeritatamente, è tutto.

Ultima modifica 1 anno fa by la scopa del sistema
Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

Animo, siamo ancora in corsa su 3 fronti.
Forse si comincia a capire perché il chelsea ci ha mollato il bisonte in prestito, lautamente pagato

bellins (Il Rincoglionito Patentato)
bellins (Il Rincoglionito Patentato)
Leggenda Bauscia
Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

Anche il Chelsea che ha speso 650 ml, non sta mica tanto meglio di noi.

È decimo in premier a 30 punti dall’Arsenal.

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Leggenda Bauscia
Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

poi, sempre gli Inzaghers, spiegheranno come mai i rigori non li batta Lukaku (0% di errore) ma Lautaro (mi segnalano 11/17 dal dischetto ma non ho verificato).
l’allenatore, di grazia, conta ancora qualcosa?

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

Lukaku si gira vs panchina quando lautaro prende palla per chiedere: tocca a me….ovviamente nessun cenno

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Leggenda Bauscia
Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

lukaku guardava inzaghi che avrà guardato farris che avrà guardato handanovic che avrà guardato la fascia da capitano che avrà detto: fate un po’ come cazzo vi pare, io non so nemmeno su che braccio devo stare…

Ultima modifica 1 anno fa by la scopa del sistema
Düsseldorf
Düsseldorf
Esperto Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

I soldi per prendere nzola li risparmiamo da Lukako

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Leggenda Bauscia
Rispondi a  Düsseldorf
1 anno fa

a questo punto ne prenderei 3 di nzola, come le promozioni dei fustini del dash. avremmo pure un correa versione unitalsi e un dzeko che da un mese scende in campo con la faccia di chi ti sta facendo un piacere personale.

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

Nzola costa troppo poco per il ns mercato fatto di fantasia e creatività

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Leggenda Bauscia
Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

lascia stare, che se lo spezia lo ipervaluta 25mln il diesse spiega le ali e plana sull’obbiettivo.

bellins (Il Rincoglionito Patentato)
bellins (Il Rincoglionito Patentato)
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Semplici nel secondo tempo ha cambiato modulo e non c’abbiamo più capito un cazzo.

Inzaghi ha rimescolato i giocatori in campo e abbiamo continuato a non capirci un cazzo.

#saràperlaprossimavolta
#apostocosi

archiluca
archiluca
Leggenda Bauscia

Ma vah? Ma davvero? Che strano, mai successo prima….

la scopa del sistema
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Leggenda Bauscia
1 anno fa

se li tirava entrambi eravamo 2-1 ora.

p.s. che impatto nella gara di Dumfries: rigore procurato (ingenuo), rigore guadagnato (astuto). la somma fa 0. non ce la possiamo fà, mi arrendo.

Ultima modifica 1 anno fa by la scopa del sistema
la scopa del sistema
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Leggenda Bauscia
1 anno fa

è il minuto 65. e come sempre viene in mente @archiluca.

archiluca
archiluca
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

Mai cena fuori fu più benedetta. Sbirciando ogni tanto il tabellino. Nn posso commentare . Lèggerò i vostri

la scopa del sistema
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Leggenda Bauscia
1 anno fa

“Poco da rimproverare alla squadra di Simone Inzaghi, che ora però deve trovare lo spiraglio giusto per non passare una serata di rimpianti. Il dato dei tiri in porta è rilevante: cinque a zero per i nerazzurri, con 15 tiri complessivi a zero.” 

55′. Primo tiro dello Spezia: gol.
Maldini per giunta.

Ma basta.

Interista Leninista
Interista Leninista
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Detto che il post del Maestro Oldman è, nomen omen, da maestro, mi chiedo chi è che decide, in questa squadra meravigliosa vestita dei colori della notte e delle stelle, chi deve tirare i rigori.
No, perché se è lo stesso che decide chi deve andare in porta, siamo rovinati.

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  Interista Leninista
1 anno fa

I giocatori….decidono anche chi gioca

veleno
veleno
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Più chiaro di così! Lautaro ha sbagliato il rigore ed LTRE TRE OCCASIONI FAVOREVOLISSIME. Lukaku è riuscito a mandare sopra la traversa la palla difronte alla linea del goal. E la Spezia ha preso il sopra della traversa. poi è colpa d’Inzaghi se i giocatori dell’Inter non la buttano dentro nemmeno con la palla della Nivea.
Lukaku a proposito, che cosa fa davanti?
Sul rigore era da rosso per il difensore, entrato con piede a martello e gamba alta. C’è voluto il VAR per vedere un rigore netto ed espulsione non data

Ultima modifica 1 anno fa by veleno
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Leggenda Bauscia
Rispondi a  veleno
1 anno fa

cosa fa? temo quello che gli ha detto… Inzaghi, ovvero di fare la boa. tranne una cosa: calciare i rigori dato che è il rigorista numero uno.

ufficio complicazioni affari semplici

la scopa del sistema
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Leggenda Bauscia
1 anno fa

beh, lo volevate il rigore? non ve li davano i rigori?

eccovi serviti.

e si continua con l’autogestione dei penalty anche nel 2023. è la casa delle libertà: li tira un po’ chi cazzo vuole.

l’anno prossimo ricordarsi di prendere anche un allenatore, figura oggi mancante, che stabilisca rigidamente chi deve batterli. tempo di decisione 0,67 secondi: lukaku, se è in campo. calhanoglu, brozovic o mkhitaryan se non c’è.

Cipe64 (gnegnegnè)
Cipe64 (gnegnegnè)
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Ma che meraviglia di Post Maestro Oldman.
Grazie!

archiluca
archiluca
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Non ricordo chi nel blog poco tempo fa ha etichettato Mourinho come bollito. opinione che rispetto ma che non condivido nel modo più assoluto.
basti guardare dov’era la rometta prima di lui e dove naviga adesso, avantissimo nella coppa e con il grande “rischio” di arrivare seconda, se il nostro prode idiota continua nelle sue nefandezze (tipo rispolverare la mummia handanovic questa sera) o nelle sue grottesche conferenze pre e post partita.
e non credo che la Roma abbia assecondato le richieste di mercato del suo mister, che si è solo trovato il regalo Djbala servito su un piatto d’argento
non so voi, ma se oggi mi dicessero di contribuire con X euro al ritorno del vate, previa cacciata immediata dell’inutile, lo farei questa sera stessa.
ma anche se venisse cosmi… no, cosmi forse no…
forza inter, strappiamo un pareggio con lo Spezia per sentire poi che abbiamo affrontato una squadra forte, ben messa in campo, in grande salute, che ha cambiato allenatore (…un mese fa) che se avessimo fatto tre gol i discorsi sarebbero diversi, che i cambi questa volta li ha fatti al 66simo ma solo perchè l’orologio era avanti di un minuto, che abbiamo bisogno di tutti, etc etc etc etc.
ps: ultimo paragrafo scritto per scaramanzia… confido nella vittoria e poi resistiamo a oporto.
ps2: nel caso di accesso ai quarti e di accoppiamento con i gonzi, partirò per isole lontane non dotate di linee telefoniche e satellitari. quella volta, presente a sansiro, con doppio pareggio e uscita in semifinale senza avere perso mi è bastata e avanzata. ora il regolamento è cambiato, ma un’altra beffa non la potrei sopportare
daje!

Semperfi
Semperfi
Leggenda Bauscia
Rispondi a  archiluca
1 anno fa

Il tuo rigetto per il Mister è pari solo alla rabbia di Nicolò nei suoi giorni dispari.😂

archiluca
archiluca
Leggenda Bauscia
Rispondi a  Semperfi
1 anno fa

forse anche di più…

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Leggenda Bauscia
Rispondi a  archiluca
1 anno fa

piuttosto che incontrare un’altra volta quegli sculati in Champions, mi faccio giustiziare come Giovanna d’Arco su un rogo attizzato da benzina e ‘nduja.

Semperfi
Semperfi
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Opportunità.
Ve la butto lì.
Il capo scopre sotto il materasso delle inaspettate risorse e,finalmente decide di cambiare il Mister per il 23/24.
Si offrono solo due volontari:
AC
LS
Il capo dubita..
Voi chi scegliete?

archiluca
archiluca
Leggenda Bauscia
Rispondi a  Semperfi
1 anno fa

LS è luciano spalletti? 😉

Semperfi
Semperfi
Leggenda Bauscia
Rispondi a  archiluca
1 anno fa

La prendo come un voto di istinto subconscio 😁
Purtroppo in questo caso la preferenza non puó essere ne anonima ne segreta.

archiluca
archiluca
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Rispondi a  Semperfi
1 anno fa

a me piacciono entrambi. il vate per il suo cuore nerazzurro (ruffiano ma sempre bello), il crapapelata perchè rispetto ai tempi nostri, mi sembra molto maturato tatticamente.
entrambi non le mandano a dire e insultano i pseudo commentatori sky, fanno stare zitti i giocatori e li panchinano se serve, soprattutto Mou non ha paura di dire ai venduti arbitri cosa pensa della loro sporcizia etica.
acc… identikit anche di Acciuga…
voto Mou perchè lui ci tornerebbe volentieri, Lucianone credo di no.

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Leggenda Bauscia
1 anno fa

Sky – Come con l’Udinese, Handanovic titolare prima della Champions. Difesa, idea D’Ambrosio

“Amore è un portiere sempre fisso
che osserva la tempesta e non esce mai”
(William Shakespeare)

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Ultima modifica 1 anno fa by la scopa del sistema
Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

Il portiere è effettivamente un ruolo usurante.
Ennesimo esempio che Mazzaghi conta zero ed è impaurito

Ultima modifica 1 anno fa by Roger Roger
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Leggenda Bauscia
Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

ma che poi, in teoria, e per evitare come l’anno scorso di avere un secondo arrugginito e con l’ansia di chiamarlo in causa, handanovic qualche gara poteva farla, ma non con questo criterio assurdo.

io sin da agosto avrei fatto così: conferenza stampa in cui si annunciava onana titolare fisso in campionato ma con già preannunciate 7-8 gare per handanovic per xxx (mettici motivo: turnover, gratitudine, rispetto, la qualunque), facendo fare poi a onana la champions e ad handanovic la coppa italia.

oppure: onana fisso in campionato e coppa italia, mentre handanovic (che per molti è il capitano ancora e titolare…) si faceva le 6 gare di champions come suo ultimo anno.

ma ruoli chiari, non questa storia che va avanti da mesi con handanovic che non avrebbe giocato solo per l’infortunio al dito, sennò… e con quell’altra storia della decisione che il tecnico aveva detto di voler fare di gara in gara.

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Leggenda Bauscia
1 anno fa

Haiku

La vita è come una marea:
a chi gli porta Di Maria e Dybala.
E a chi invece Correa.

P.s. grazie Zhang, Ausilio, Marotta e Inzaghi, nessuno escluso, per questo sogno chiamato decrescita felice che ci regalate.

Deki
Deki
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

+ 1000

Deki
Deki
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

Aggiungerei:a chi gli porta Di Maria e Dybala (a 0) e a chi invece Correa (a 31 milioni).

la rima trovala tu

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Leggenda Bauscia
Rispondi a  Deki
1 anno fa

prendo la rincorsa…

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bellins (Il Rincoglionito Patentato)
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Leggenda Bauscia
Rispondi a  Deki
1 anno fa

A chi gli riporta Lukaku a 8 ml, dopo averlo venduto a 115 e non sapere cosa farsene.

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Leggenda Bauscia

lo usano come palo al limite dell’area per farci le sponde calciandogli addosso e sperando che la palla torni indietro.

tra Tuchel e Inzaghi non fanno nemmeno metà Carletto Mazzone.

veleno
veleno
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Rispondi a  Deki
1 anno fa

C’era chi diceva che Di Maria era un pacco, anche qui. E’ vero che ha i suoi anni, ma se non infortunato, fa la differenza. Stesso ragionamento per Dybala anche se in minor misura qualitativamente. Questo ultimo non arrivato da noi grazie alla politica del vendere prima di comprare cinesina, quindi dover aspettare le bizze di Sanchez

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  veleno
1 anno fa

Siamo sempre li Andrea: se sta bene….poi ti accorgi che ha iniziato a giocare a marzo.
Ovvio sappia giocare però se salti 6 mesi su 9 non è un gran affare, non trovi?

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Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

infatti, è relativo: come calciatore Di Maria non si discute, ma già con Lukaku stiamo vedendo cosa accade quando i trentenni hanno ricadute fisische. poi col Fideo, che adoro da sempre, va ricordato che è andato a Torino per farsi 4 mesi di preparazione per i Mondiali… Ora che li ha vinti, si dedica anche alla Rube. Immagino che se li perdeva, tornava con un muso lungo che manco Braccobaldo…

Roger Roger
Roger Roger
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Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

Io non capisco il SE succedeva questo o quello….se mia nonna aveva le ruote era un carretto.
Penso sia normale che tutte le scelte vengano fatte perchè si sia convinti che siano buone.
Poi alcune lo sono e altre no. La % di successo della scelta, però, un minimo la si può valutare. Chiaramente è più probabile avere infortuni in serie in giocatori anziani piuttosto che in ragazzi più giovani.
Poi ovvio ci siano i Sensi (in negativo) e gli Zanetti (in positivo) come eccezioni: ma, appunto, sono eccezioni

veleno
veleno
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Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

vero che gli anziani sono più fragili. Il ns. Lukaku non giovanissimo ma nemmeno decrepito ha cominciato a rigiocare e noin al massimo ora. Ma abbiamo Mxit’aryan 34enne, Calhanoglu 29, Acerbi 35, Dzeco 36. abbiamo avuto fortuna che più o meno hanno retto, uno in più come De Maria non rovinava certo la media anzianità

bellins (Il Rincoglionito Patentato)
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Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

#rosamediocre

Deki
Deki
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Inzaghi: “Sapete, inizialmente la mia carriera era basata su un altro modulo. Qui all’Inter e negli ultimi anni alla Lazio secondo me c’erano le caratteristiche giuste dei giocatori per giocare in questo modo. Abbiamo ottenuto ottimi risultati, poi durante la gara si può sempre cambiare“.

Prende pure il per il culo

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Rispondi a  Deki
1 anno fa

Forse intendeva “cambiare allenatore”. Io lo vedo come un grande gesto di umiltà e flessibilità contrattuale 😂

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Spezzo lancia a favore ns dirigenza: fatto bene a non assecondare richieste milionarie di Perisic.
Quest’anno ho visto una decina di partite del Tottenham e Ivan ha sempre fatto prestazioni anonime.
Età e pancia piena da contrattone sono tipiche di un 34enne all’ultimo giro.
Ci sarà anche effetto premier – un conto è affrontare Calabria e De Sciglio (perni di squadre di vertice) in A, un altro James e Alexander Arnold – però penso sia normale un calo con il passare degli anni per chi basa molto su fisicità.
@Jad: come vedi sono laico e giudico di volta in volta. Togli il broncio e torna a commentare altrimenti richiamiamo Matrix 😂😂😂😂

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Leggenda Bauscia
Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

Pensa che c’era chi criticava i cinesini spilorcini per non avergli offerto più soldi…

veleno
veleno
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

come osannare il ritorno di Lukaku in queste condizioni, sovrappeso, lento, lungodegente e tecnicamente incerto come per questo ultimo appunto come gli anni passati

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  veleno
1 anno fa

Lo scorso anno la sua assenza era la ragione per cui non avevamo vinto il titolo: come si faceva con Lautaro, Dzeko, Sanchez e Correa, ovvero nessuno che attaccasse la profondità?
Oggi che c’è ci si accorge con non va bene.
Dove sta l’inganno? 🤷‍♀️

Ultima modifica 1 anno fa by Roger Roger
veleno
veleno
Leggenda Bauscia
Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

L’Inganno è stato nel credere che Lukaku fosse quello di Conte, mentre Inzaghi fa un altro gioco e Lukaku in Inghilterra aveva deluso, pre e post Inter. Possibile che Lukaku possa giocare bene solo con Conte? Se si, purtroppo non è un campione, o meglio, lo è solo con un tipo di gioco. Inzaghi cerca di adoperarlo in questo modo, ma presuppone una forma fisica al massimo e ad oggi non l’ha

veleno
veleno
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Auguri Inter! sulla torta non ci possono entrare tutte le candeline. Basterebbe una grande stella o la parola “triplete”, La torta farcita con tanta onestà, glassata con umiltà ed impegno
Bravò, alla francese, Oldman per l’articolo preciso e senza fronzoli, lungo quanto la storia dell’Inter

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Leggenda Bauscia
1 anno fa

(mentre leggevo di Handanovic titolare domani, delle perculate che dobbiamo subirci ora che siamo diventati l’Interetta e di Skriniar che per un mezzo infortunio salta dal nulla 4 partite, ho partorito per il desktop questo wallpaper visto che il sito dell’Inter da anni non ne fa più, tocca ingrandirlo mi sa che qui l’anteprima e in bassa risoluzione):

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Ultima modifica 1 anno fa by la scopa del sistema
Semperfi
Semperfi
Leggenda Bauscia
1 anno fa

Ed io, che stavo per spedire una raccomandata al gruppo di autori del BC..
Mi ritrovo a leggere,rileggere,emozionare a pelle d’oca e perchè no, respirare d’orgoglio, per un pezzo d’autore che riesce a riavvolgere un nastro di 115 anni mai rotto ne tagliato o sbiadito,con lusso di dettagli inediti e unici ad onorem alla leggenda dello sport Milanese.
Il nostro percorso storico è fatto di personaggi celebri,artisti,futuristi,pensatori,imprenditori e gente mai comune.
Noi tifosi nerazzurri abbiamo la responsabilità di portare sempre nel nostro cuore,l’eredità e la volontà dei nostri fondatori,rispettando il mandato etico sportivo pensato e stampato a principio del 900 ma sempre attuale e vigente.
Complimenti a Oldman per il lavoro,davvero un bellissimo pezzo come quelli rari e unici che amo leggere e salvare nella mia biblioteca di ricordi virtuale.
Viva L’Inter!

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Leggenda Bauscia
1 anno fa

“Io sono Giorgia, sono interista, sono pittore, sono italo-svizzero, sono pubblicitario. E non me lo toglierete! Non me lo toglierete!”
[su per giù Giorgio Muggiani. 1908]

(nella foto, oltre a Muggiani, un Bellins al solito strafottente e spavaldo stravaccato in primo piano, a sinistra in basso un Archiluca sorridente che non sa ancora che 113 anni dopo gli toccherà Inzaghi, in alto a sinistra un austero Veleno che, barba folta e baffoni a manubrio, primo tra tutti intravede preoccupato l’avvento dei cinesini, e infine Roger a destra e girato di profilo verso i presenti e che mette in guardia dal nuovo terzino che Ausilio avrebbe già…)

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archiluca
archiluca
Leggenda Bauscia
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1 anno fa

ringrazio l’amico chun per la citazione che mi permetto di correggere in “un Archiluca sorridente dopo l’assicurazione che i nostro gloriosi colori non saranno mai capitanati da incapaci e infami” (e la storia purtroppo gli farà perdere spesso il sorriso, in entrambe le tipologie, da Mazzaghi a Lippi, passando per molti altri)

Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
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1 anno fa

Erk, Dalb, Pere…ma come diavolo si chiama? Busardò, ehi, come si chiama?

la scopa del sistema
la scopa del sistema
Leggenda Bauscia
Rispondi a  Roger Roger
1 anno fa

portaci! / portaci! / portaci un terzino! / o Busardò / portaci un terzino!

la scopa del sistema
la scopa del sistema
Leggenda Bauscia
1 anno fa

utile e simpatica iniziativa dell’Inter che per i suoi primi 115 anni propone una riedizione dei vecchi palloni ortopedici per agevolare Lukaku nel primo stop e controllo di palla. da oggi fare la boa ai limiti dell’area sarà tutta un’altra storia.

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Roger Roger
Roger Roger
Leggenda Bauscia
Rispondi a  la scopa del sistema
1 anno fa

🤣 🤣 🤣 🤣

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