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I secondi portieri del nuovo millennio nerazzurro

Le pagine della storia dell’Inter sono state scritte dai guantoni di molti portieri rimasti per lunghi anni a difendere la nostra porta. Zenga, Pagliuca, Toldo, Julio Cesar e Handanovic per citare solo gli ultimi. Dopo i due anni a cavallo tra fine anni ’90 e inizio del secolo in cui si sono avvicendati Peruzzi e Frey, dal 2001 in poi la gerarchia portiere titolare – portiere di riserva è stata sostanzialmente stabile con poco spazio per i secondi.

In attesa del derby, il debutto di Padelli a Udine ci suggerisce di fare una digressione sul ruolo del secondo portiere in nerazzurro negli ultimi anni, partendo dalla stagione 2001- 2002  in cui Francesco Toldo arriva a Milano da Firenze conquistando la maglia da titolare.

Alberto “Jimmy” Fontana
2001-2005 – 24 partite

Arrivato insieme a Toldone nell’estate 2001 resterà fino all’estate 2005, quando andrà a sostituire Marchegiani al Chievo. Non sono molte le occasioni in cui ha la possibilità di scendere in campo (essendo il titolare nel pieno della propria carriera) ma, quando gioca, mostra riflessi felini abbinati ad uno stile non sempre pulito ma molto efficace. Nelle 10 partite in cui scende in campo in Serie A prende 9 gol e l’Inter non esce mai sconfitta: le partite più importanti che disputa sono un Inter–Juventus vinta 3-2 nell’aprile 2004 e un derby nell’ottobre del 2004 terminato a reti inviolate.

In Europa esordisce nella sconfitta esterna in Coppa Uefa contro il Wisla Cracovia nell’ottobre 2001 e gioca poi, sempre nella stessa competizione, anche all’andata dei quarti col Valencia (1-1 in casa) e nella sconfitta interna col Feyenoord nella semifinale di andata nell’aprile 2002 (al ritorno dei quarti al Mestalla Toldo è stato espulso ma è subentrato Farinos perché i cambi erano finiti). Due anni dopo gioca contro il Marsiglia l’andata dei quarti di finale e compie grandi parate subendo gol solo dal giovane Didier Drogba. Infine nel suo ultimo anno in nerazzurro scende in campo anche in Champions League ai gironi contro il Valencia sia nello 0-0 interno sia nello storico 1-5 al Mestalla.

Trova più spazio nel corso degli anni in Coppa Italia giocando anche i due ottavi col Bologna nell’anno del primo trofeo di Mancini ma nel gennaio 2005 litiga con quest’ultimo e viene messo sostanzialmente fuori squadra fino alla cessione avvenuta l’estate di quell’anno.

Francesco Toldo
2005-2010 – 54 partite

Nell’estate 2005 arriva alla Pinetina un certo Julio Cesar e Toldo a malincuore deve accettare il ruolo del comprimario. Dopo i primi mesi fisiologicamente complessi per chi è stato titolare per più di un decennio in Serie A, accetta di buon grado il ruolo di riserva e Mancini lo sceglierà come portiere di Champions League, schierandolo sia agli ottavi con l’Ajax sia negli sfortunati quarti con il Villareal.

Gli anni seguenti le sue gare nella massima competizione europea si diraderanno con due presenze ai gironi nel 2006-2007 contro lo Sporting a Lisbona e il Bayern a Monaco e poi solo la gara con l’Anorthosis in casa nell’ottobre 2008. In campionato tra il 2005 e l’ottobre 2007 gioca 17 partite poi, complice anche un infortunio al piede, dovrà stare fuori per 3 mesi dovendo poi aspettare la primavera del 2009 per fare le sue ultime 3 presenze in campionato (l’anno del Triplete non scende mai in campo in campionato).

In Coppa Italia è sostanzialmente il portiere titolare per tutti e 5 gli anni con rarissime eccezioni come la semifinale di ritorno contro la Samp nel 2008-2009, la semifinale di ritorno con la Fiorentina e la finale con la Roma nel 2010. Gioca da titolare anche le due Supercoppe del 2005 e del 2006, entrambe vinte.

L’ultima sua partita tra i convocati coincide con la finale di Madrid in cui potrà alzare la Coppa tanto agognata come ultimo atto della sua lunga e vincente carriera in cui ha saputo distinguersi anche per l’umiltà, la simpatia e la generosità che lo porteranno ad essere ambasciatore delle iniziative sociali di Inter Campus per i nostri colori.

Luca Castellazzi
2010-2014 – 36 partite

Arrivato nel Luglio 2010 per ricoprire il ruolo di riserva di Julio Cesar dopo poco tempo si ritroverà padrone della porta nerazzurra a causa di alcuni infortuni che tengono fermo il brasiliano per alcuni mesi. Debutta contro il Genoa a Marassi a fine ottobre e gioca 12 partite consecutive in Serie A in un periodo non semplice per la squadra, con i risultati negativi sotto la gestione Benitez (su tutti la sconfitta del derby e le sconfitte in trasferta col Chievo e Lazio). Con Leonardo e il ritorno di Julio Cesar scenderà in campo di nuovo in primavera giocando 3 partite.

L’anno dopo gli acciacchi dell’Acchiappasogni (copyright Roberto Scarpini) si fanno più sporadici e le sue presenze in campionato tra Ranieri e Strama sono 7 tra cui il big match contro la Juventus di Conte perso a fine ottobre. L’ultima partita in campionato sarà l’1-3 in casa contro la Roma di Zeman nel settembre 2012 poi un infortunio alla spalla agli ottavi contro il Verona lo metterà fuori gioco e, complice anche l’arrivo di Carrizo, fino al suo addio nel 2014 non scenderà più in campo.

Nei primi due anni colleziona anche 5 presenze ai gironi di Champions di cui una, purtroppo per lui e per noi, contro uno scatenato Bale a White Hart Lane.

Nel complesso lascia un buon ricordo nei tifosi nerazzurri. Arrivato a 35 anni gioca più del previsto a causa delle assenze di Julio Cesar e non commette nessun errore particolare facendosi anzi sempre trovare pronto: i picchi di rendimento sono fissati nella grande partita ai quarti di Coppa Italia contro il Napoli che ci porterà poi a vincere il nostro ultimo trofeo e nel rigore parato a Denis a Bergamo in campionato nell’ottobre 2011.

Juan Pablo Carrizo
2013-2017 – 27 partite

Arrivato nel gennaio 2013 per sostituire l’infortunato Castellazzi resta in nerazzurro fino all’estate 2017 giocando di rado in campionato ma spesso in Europa League e Coppa Italia.

In Serie A debutta nella sconfitta interna col Bologna nel marzo 2013 e gioca in totale 9 partite senza commettere errori macroscopici (tranne il gol preso da Bellomo a Torino nell’ottobre 2013) mentre in Coppa Italia gioca 8 partite tra cui la remuntada sfiorata contro la Juventus nella semifinale di ritorno del 2015-2016 in cui non riesce a parare neanche un rigore nella lotteria finale. Tuttavia i ricordi più indelebili nella mente della tifoseria nerazzurra li lascia in Europa League dove gioca 11 partite di cui 9 nel 2014-2015, anno in cui Mancini lo sceglie come portiere di coppa: anche se nei gironi non sfigura, anzi alcune volte risulta il migliore in campo, la doppia sfida col Wolsfburg lo segnerà per i restanti mesi a Milano con degli errori imperdonabili soprattutto in Germania dove, con l’aiuto della difesa, contribuisce alla sconfitta subita in rimonta da 0-1 a 3-1. L’anno dopo subentra ad Handanovic espulso contro l’Hapoel Beer Sheva e assiste di nuovo (stavolta con meno colpe) alla rimonta degli avversari che gli segnano il 2-2 e il 3-2.

Conclude la carriera nerazzurra nella gara interna vinta 5-2 contro l’Udinese nel maggio 2017.

Probabilmente tra i recenti secondi portieri è quello che è stato più criticato per il suo rendimento, sia perché non dà mai troppe garanzie di sicurezza quando scende in campo (lo stile non è un suo punto forte per usare un eufemismo e spesso le sue parate in due tempi lasciano in apprensione i tifosi) sia perché, come detto, i suoi errori col Wolsfburg contribuiscono all’eliminazione dall’EL e, si sa, quando commetti errori così determinanti è molto facile entrare nella galleria dei criticati ed è praticamente impossibile uscirne per quanto tu possa aver fatto bene prima o dopo (chiedere a Gresko per la conferma).

Daniele Padelli
2017-oggi – 3 partite

Ed eccoci alla strettissima attualità. Arrivato nell’estate 2017 Padelli si trova davanti un Handanovic che, come il buon vino, più invecchia e più migliora. Fino alla gara di Udine le uniche partite che riesce a disputare sono due, entrambe in Coppa Italia: la prima col Pordenone rischia di coincidere con la figuraccia del secolo ma per fortuna si rende protagonista ai rigori parando l’ultimo penalty a Parodi cui seguirà la rete decisiva di Nagatomo (!) mentre la seconda avviene l’anno dopo agli ottavi contro il Benevento terminati 6-2.

Attende per lungo tempo il debutto in campionato coi nerazzurri che avviene domenica scorsa ad Udine causa infortunio di Handa. Nonostante qualche linea di febbre e i timori di molti tifosi sfodera una prestazione di tutto rispetto, conclude la gara con un clean sheet e si mostra affidabile anche in vista dell’eventuale indisponibilità dello sloveno nel derby di domenica sera.

Ci sono poi molti altri che hanno ricoperto la porta in questi anni: terzi portieri, centrocampisti, attaccanti. Ma questa è un’altra storia…

Julione94

Toscano emigrato a Roma, già a 3 anni girava con la maglietta di Ronaldo il Fenomeno. Con un nome e cognome così simile al portierone dell’Inter di Herrera la passione per i numeri 1 era inevitabile. Pessimista esistenzialista, ancor di più dopo aver visto una tripletta di Ekdal in 15 minuti a San Siro.

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