Bauscia Cafè
Diego Alberto Milito e Samuel Eto'o festeggiano dopo il secondo gol in Inter-Parma a San Siro

I Gemelli del Gol

È inutile dire che le galoppate impressionanti di Romelu Lukaku e i tagli letali di Lautaro Martinez in perfetta sincronia tra loro fanno venire voglia di scoprire se mai abbiamo avuto nella nostra ricchissima storia di attaccanti altre due punte così affiatate e così forti. E allora siamo saliti nella nostra personalissima DeLorean e abbiamo tarato l’orologio all’indietro partendo da ben 40 anni fa per scoprirlo.

La prima coppia che andiamo a scoprire gioca nell’Inter di Bersellini del 1979-80 e annovera tra le sue file il nostro attuale technical manager Lele Oriali. Le due punte sono Alessandro (Spillo) Altobelli e Carletto Muraro. Sono due attaccanti che se incontrati fuori dallo stadio facevi fatica a credere che potessero anche solo essere degli sportivi, invece Spillo era capace di giocate da fuoriclasse assoluto con un senso del gol da vero killer e Muraro era semplicemente un razzo, pochi gol ma tantissimi assist, tanta sostanza e difensori terrorizzati dalla sua velocità che raddoppiandolo lasciavano a Spillo modo di colpire in porta. In quegli anni non si segnava tanto, ma con 30 reti in due (22 Altobelli e 8 Muraro) regalarono all’Inter il dodicesimo scudetto della sua storia. Altobelli e Muraro la classe e la velocità!

Nel 1984-85 di gol se ne fecero tanti all’Inter. Alcuni indimenticabili, altri talmente belli ma talmente belli che per renderli immortali uno sciocco arbitro della Germania dell’Est pensò bene di annullarlo al quasi compatriota Karl-Heinz Rummenigge, che con l’ormai esperto Spillo Altobelli era perfettamente assemblato. Spillo aspettava il pallone per triangolare con Kalle che puntava dritto la porta e semplicemente con la sua potenza cercava di distruggerla. Non erano perfettamente affiatati, vuoi per il gioco poco spettacolare di Castagner vuoi perché Causio e Brady erano bravissimi a fare loro gli assit, ma quando i difensori li vedevano in area più che farsi il segno della croce e sperare di anticiparli non potevano. Alla fine della stagione i gol furono ben 43 di cui 25 di Altobelli e solo 18 di Rumenigge, già tormentato dai tantissimi infortuni del suo fine carriera. Altobelli e Rumenigge la genialità e la potenza.

Nel 1988-89 forse abbiamo visto l’Inter più dominante della storia e i suoi giocatori per mentalità, fisico e capacità tecniche erano la perfetta macchina da guerra che uno spietato Trapattoni portò al trionfo lasciando briciole agli avversari. Il gioco non era “costruito” tatticamente, ma la tattica era nelle menti di tutti i giocatori e le due punte Aldo Serena e il puntero triste Ramon Diaz raccoglievano i frutti di due incursori come Berti e Matthaeus che aprivano spazi e soprattutto i cross sublimi del terzino più tecnico della storia del calcio: Andy Brehme. Posso dire con orgoglio che ero presente alla trionfale vittoria all’Olimpico sulla Roma, 0-3 con gol di Lothar, Serena e Diaz. Quest’ultimo fece un gol alla Ronaldo (quello vero) con tunnel a Ferrario e palla a fil di palo. Andatelo a cercare: è un capolavoro di rapidità e tecnica. Alla fine della stagione i gol furono 28 di Serena e 15 di Ramon Diaz. 43 gol, roba da leccarsi i baffi fino al collo.  Diaz e Serena la sostanza e la leggerezza!

Nel 1997-1998 dopo un po’ di anni non certo esaltanti e con tanti giocatori di attacco fortissimi ma con allenatori e rose non all’altezza della nostra storia, soprattutto in termini di “assemblaggio”, Moratti decide di regalarsi il giocatore più forte della storia, l’attaccante dei sogni, il Dio del Calcio: Ronaldo Luís Nazário de Lima per tutti semplicemente Ronaldo. Da solo il Fenomeno nella sua prima stagione mise dentro la rete 34 palloni e il gioco fu tutto incentrato sulla sua forza assoluta. Per questo motivo non si può dire che Zamorano 3 gol, Djorkaeff 8 gol, e Recoba 5 furono dei veri compagni di reparto. Troppo forte il primo e troppo poco utilizzate con costanza le altre due punte per il gioco non proprio offensivo di Gigi Simoni. Resta il grande dubbio che con un allenatore più aggressivo avremmo vinto molto di più, ma non scordiamoci che in quegli anni la cupola di gobbi e gonzi era attiva più che mai e ogni partita si giocava contro 14 giocatori avversari. Di quegli anni e degli anni seguenti abbiamo visto coppie d’attacco di livelli semplicemente mondiali. Ronaldo Zamorano, Ronaldo Recoba, Vieri Ronaldo, Ronaldo Baggio. Io però voglio fare uno strappo alla regola e citare la partita giocata esattamente 21 anni fa, il 10 gennaio del 1999: Inter Venezia con in campo Ronaldo, Zamorano e Baggio, finì 6-2 con tripletta di Bam Bam, doppietta del Fenomeno e pennellata del Divin Codino. Chi era allo stadio quel giorno tornò a casa volando a dieci centimetri dal suolo: rabone, doppi passi, elastici, tunnel, no look, gol sublimi di ogni tipo. Se penso ai tre gobbi attuali di cui esaltano le capacità e ne chiedono l’utilizzo contemporaneo, mi viene naturale pensare che non è esistita, non esiste e non esisterà mai più una tripletta di attaccanti così nella stessa formazione. Baggio, Ronaldo e Zamorano semplicemente Sesso!

Nel 2002-2003 Moratti, nonostante ne avesse ormai viste di ogni, ancora non si era arreso e seppur cedette alla tentazione, unica volta nella sua vita, di soddisfare l’allenatore facendo scappare Ronaldo, si concesse di regalarsi altri due bomber mostruosi per potenzialità e senso del gol: Hernan Crespo e Gabriel Omar Batistuta, che si affiancarono ai già fortissimi Vieri e Recoba con Oba Oba Martins e Kallon in panca. Seppur Crespo fece ben 16 gol di cui 9 in Champions League, la coppia di quella stagione fu appunto Vieri e Recoba che alla fine della stagione portarono a casa 39 gol con Vieri che fece un mostruoso 24 gol su 23 partite in campionato. Recoba, seppur la sua capacità di uscire mentalmente dalla partita faceva andare fuori di testa i tifosi, era la seconda punta perfetta. Era capace di qualsiasi cosa, qualsiasi. Gli abbiamo visto fare gol da centrocampo, tiri impossibili di una potenza devastante e tocchi di una dolcezza zuccherina, piroette intorno alla palla con pallonetti da lasciarti senza respiro, il tutto per poi perderlo per tre o quattro partite trascinandosi in campo senza sapere in che universo stava vivendo… Ma il Chino e Bobone insieme erano devastanti: uno apriva gli spazi l’altro li sfondava e la cosa divertente era che potevano farlo indistintamente entrambi. Se solo avessero avuto un paio di neuroni in più dei quattro di cui erano in possesso sarebbero stati la coppia di attacco più forte della storia, ma il calcio è questo e di esempi così ne abbiamo sicuramente mille di più del suo contrario. Vieri e Recoba però hanno il merito unico e indimenticabile di averci regalato la rimonta più assurda ed incredibile della nostra storia… lo so, lo so che la conoscete a memoria. Vieri e Recoba la Potenza e la follia!

Nel 2004/2005 finalmente Moratti capisce che per vincere alla classe della rosa si deve aggiungere anche la classe del conducator ed assume alle sue dipendenze Mister Mancini, che sbancando per l’ennesima volta la banca Moratti mette in rosa un attacco mostruoso composto da Adriano, Martins e Vieri. Quest’ultimo ormai più concentrato sulle feste all’Hollywood l’anno dopo andò dai gonzi, ma in compenso i primi due in una stagione riuscirono a battere tutti i record di una coppia di attacco dell’Inter (dal 1979) con ben 50 gol: 28 Adriano e 22 Oba Oba Martins. Anche in questo caso possiamo dire che l’assortimento della velocità e della potenza era sublime con due attaccanti non perfettamente dialoganti ma complementari per spazio occupato in attacco e per capacità tecniche e fisiche, in pratica assolutamente infermabili. Martins e Adriano il vento e la tempesta!

Il 2007 2008 ci regala un’altra coppia sublime dal punto di vista del senso del gol e della potenza. In rosa abbiamo ancora Crespo, Adriano, Balotelli, Figo e Suazo, ma davanti sono Ibrahimovic e Julio Cruz a devastare le difese avversarie. Scusate l’inciso ma se penso che oggi abbiamo due punte, un ragazzino e una vecchia seconda punta in prestito mi chiedo ancora che miracolo sta facendo Conte. Okay chiuso l’inciso… I gol segnati da Ibra e dal Jardinero sono 41 e ci portano il sedicesimo scudetto della nostra storia. Anche in questo caso non parliamo di coppia dialogante, troppo alto l’ego di Ibra per condividere il piatto su cui mangiare, ma Cruz fa comunque il miracolo di rimanere allo stesso livello dello svedese e inanella gol decisivi di rara efficacia. Ma i più importanti, forse tra i più importanti della nostra storia restano i due di Ibra dell’ultima partita nell’acquitrino di Parma. Indimenticabile anche la doppietta Ibra-Cruz con cui l’anno prima stendiamo in recupero il Milan del traditore Ronaldo. Ibra e Cruz l’arroganza e l’umiltà

2009-2010 Eto’o Milito, potrei fermarmi qui e passare avanti, ma voglio comunque rimarcare l’assoluta capacità dei due giocatori di cercarsi e soprattutto di trovarsi, con un Eto’o in versione esterno che in quell’anno segnò solamente 16 gol in luogo dei 30 del Principe, ma insieme fecero qualcosa come 17 assist in quella stagione, molti dei quali per il proprio compagno di reparto. Bizzarro il fatto che l’anno seguente per i ripetuti infortuni di Milito i risultati si invertirono, con Eto’o, finalmente libero di fare il centravanti, in grandissima forma con 37 gol tra i quali le due doppiette segnate in finale di Coppa Italia, Supercoppa italiana e il bellissimo gol della finale della coppa del Mondo per Club. Gli ultimi tre trofei della nostra storia… per ora! Eto’o e Milito il mamba e il Principe

Nella stagione 2014/2015 con Icardi-Palacio troviamo l’ultimo exploit degno di due punte d’attacco dell’Inter che con 39 gol, 27 Icardi e 12 Palacio, non riescono però a frenare una caduta vorticosa in classifica che ci vede chiudere il campionato ottavi e soprattutto lontanissimi da una prospettiva di crescita tecnica. Icardi il nostro bomber fino allo scorso anno ha avuto punte e mezze punte di vario tipo, da Milito a Perisic, Osvaldo, Podolski, Biabiany, Jovetic, Barbosa, Eder, fino a Lautaro. Tutti attaccanti, alcuni anche molto forti, che vuoi per incapacità degli allenatori di affiancargli una seconda punta, vuoi per la sua incapacità di dialogare con il compagno di attacco non hanno mai davvero formato una coppia gol degna della nostra gloriosa storia. Icardi Palacio il solista e il corista.

Chiudo questo articolo ritornando ad oggi e chiudo la mia bellissima DeLorean considerando che Lukaku e Lautaro hanno segnato a una giornata dalla fine del girone di andata 30 gol: 16 il Bisonte e 14 il Toro. Ci saranno da giocare ancora un po’ di partite di coppa e tutto il proseguo del campionato… io dico che se non arriviamo a 60 poco ci manca, chi scommette?

Oldman

Il Maestro: a sei anni si è perso nel parterre di San Siro in un Inter-juve, a dodici la madre lo sventola vestito di nerazzurro in Curva Sud, a trenta va in metro a Roma vestito da Ronaldo, quello vero, a quaranta fa caroselli seminudo a Piazza del Popolo, a cinquanta guarda di nascosto l'Inter nel reparto di terapia intensiva cardiologica, da ricoverato. A sessanta conta di perdersi ancora, nel nuovo stadio di Milano.

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