Bauscia Cafè

Proprio quello che ci vuole

Abbiamo parlato di tutto. Di giocatori che ci sono e non ci dovrebbero essere, di quelli che non ci sono e che sarebbero serviti, di quelli che se ne sono andati lasciando un enorme vuoto.
Ci siamo azzuffati sul modulo preferito dall’allenatore e abbiamo, letteralmente, dato i numeri per dire quale fosse il migliore e più adatto ai nostri giocatori.
Si sono distribuite le pagelle e stilate le classifiche dei “veri tifosi”; quelli che con l’Inter sempre e comunque, perfino con le fette di felino sugli occhi. Quelli che Moratti non ne ha più e farebbe bene a trovare un Fraizzoli o un Pellegrini a cui vendere, ché tanto da noi lo sceicco non ci viene e nemmeno il russo, perché va bene che sono stupidi, ma non così tanto da scegliere l’Italia. Si tratta in questi giorni con il cinese, dicono che non sia stupido e che gli piacciono gli spaghetti. Di soia.
Tutto questo è stato fatto e il conto non cambia. Tre sconfitte su tre gare ufficiali. Tutte e tre giocate con un modulo diverso. Tutte tre girate male a dispetto di buone parti di gara passate a macinare gioco, che il calcio lo sappiamo come è fatto e possiamo pure continuare a mandare Cambiasso in conferenza stampa a dire che in fondo è mancato tanto così e che c’è pure un po’ di sfortuna. Perché in fondo è tutto vero.
E sono tutte stronzate.
Se volete ne parliamo per giorni e nemmeno troppi perché sabato siamo già punto e a capo. Non ne vale proprio la pena perché quello che manca non sono i giocatori, non è l’allenatore, non sono dirigenti capaci, non sono i veri tifosi che sostengono la squadra.
Questo è quello manca e manca a tutti.
Era il regalo più prezioso che LUI ci aveva lasciato e da qualche parte nell’ultimo anno lo abbiamo perduto per strada.
Lo dobbiamo ritrovare e dobbiamo ritrovare noi stessi. Ricordarci che siamo l’Inter, siamo creature della notte, oscure e abbaglianti nello stesso tempo. Ricordiamoci che per vincere dobbiamo essere cattivi, dobbiamo essere incazzati. Dobbiamo avere la faccia da guerra.
Non lo possiamo più sentire lo stadio silenzioso. Non le vogliamo più vedere le facce da condanna al patibolo sui nostri giocatori. Non possiamo sopportare il mister paonazzo e silenzioso che si agita davanti alla panchina perché riesce a pensare e a fare niente, nemmeno a urlare contro chi non corre. Non è pensabile di vedere i nostri dirigenti mummificati nelle riprese televisive.
Dobbiamo avere rabbia e orgoglio.
Dobbiamo avere gli occhi della tigre.
Tutto il resto è contorno.

Fonz77

Milanese per nascita e per convinzione. Interista nel sangue da generazioni da parte di madre, mio padre ne sa talmente di calcio che crede che giochi ancora Mazzola... Sono il cümenda del blog, in carne e spocchia. Apostolo del culto José e sempiternamente vedovo dello Special One.

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