Bauscia Cafè

È una questione di mentalità

Facciamo un gioco: prendete la squadra X, immaginatela vincente nel recentissimo passato, annusatene il respiro glorioso, focalizzatevi sul timore reverenziale che i suoi avversari puntualmente hanno, da anni a questa parte, nello scendere in campo nel loro stadio, pressoché inviolabile per chiunque.

Ci siete? Bene.

Ora prendete la squadra Y, avversaria tipica della squadra X negli ultimi anni. Anni in cui non ha vinto fondamentalmente nulla, puntualmente e ripetutamente sconfitta dai sopracitati avversari X. Immaginatela in piena ricostruzione, in piena emergenza, provate a forgiarla nella vostra mente, senza terzini, con il portiere di riserva, con in attacco solo le vecchie spoglie di un nobile calciatore di qualche anno fa, e due mediocri compagni di reparto. Addirittura provate ad esagerare, spostate il loro miglior giocatore, un centrocampista che farebbe gola a quasi tutte le altre squadre, compresa l’ormai nota squadra X, dritto preciso sparato nell’improvvisata linea difensiva.

Ecco, ora abbiamo finito. Passiamo oltre.

Immaginate adesso una partita tra di loro, giocata nel mitico stadio X della squadra X, stadio in cui non più di un anno e mezzo fa anche la super-ultra-mega squadra alpha, la squadra più forte degli ultimi venti anni, soccombette inesorabilmente. Facciamolo ancora più divertente questo gioco, aggiungiamo che la squadra X deve per forza di cose vincere questa partita, all’esordio stagionale davanti ai suoi tifosi. Per rendere il tutto più accattivante inseriamo nel pentolone del nostro gioco anche che la squadra Y si trova nella situazione di dover per forza far risultato.
Ora, finita la ramificatissima premessa, con un flash-forward (è un gioco ricordate?) spostiamoci in avanti nel tempo, diciamo di un’oretta abbondante. Siamo nelle battute finali della mitica partita X contro Y, il risultato è bloccato sullo zero a zero un po’ per colpa degli imprecisi attaccanti delle due squadre, un po’ perché ad inizio stagione la condizione atletica non è mai brillantissima. Nel nostro gioco ci focalizzeremo su due eventi specifici che avverranno di lì a poco tempo:

Nel primo, osserviamo, ad undici minuti dalla fine, una sostituzione: il nuovo allenatore X sostituisce il nuovo attaccante della squadra X, il “fiore all’occhiello” di un mercato stagionale che non è stato all’altezza del nome X, e che ha avuto nel suo arrivo il massimo picco stagionale (ricordo per i più distratti: in questo gioco, in questo momento, cioè ad undici minuti dalla fine del match, siamo sullo 0 a 0), facendo prendere il suo posto al vecchio centrocampista di rottura malvoluto dalla società, società che ha cercato di vendere il sopracitato centrocampista X sino all’ultimo secondo del recente calciomercato, ma soprattutto dai tifosi X che non riescono davvero a vederlo in campo con addosso i sacri colori.

Nel secondo evento che voglio proporvi sono passati una manciata di minuti (minuto più, minuto meno) dal nostro primo flash-forward: la squadra Y, ormai palesemente sulle gambe, generosamente in attacco per cercare di vincere la sua prima partita stagionale, si è scoperta lasciando spazio alla ripartenza veloce (l’arma migliore, da anni ormai, della squadra X. Povera squadra Y!) dei padroni di casa. L’altro attaccante sudamericano, anche lui un recente arrivo, subentrato pochi minuti prima del primo evento sottolineatovi, si trova finalmente libero sulla fascia destra, libero di avanzare, di accentrarsi un minimo per la conclusione o per il passaggio ai suoi compagni d’attacco. Immaginate orail seguente accadimento: l’attaccante esterno X della squadra X alza lo sguardo ed in mezzo all’aria vede il terzino destro di riserva X ed il suo compagno di squadra X, il centrocampista malvoluto dai tifosi X e dai dirigenti X della squadra X.

Fine del flash-forward. E’ un gioco, ricordatevelo.

Adesso invece torniamo indietro. Velocissimamente, indietro. Flash-back.
Siamo in pieno inverno, diciamo… Gennaio.

La nostra squadra X gioca in casa, contro la squadra Z. La squadra Z non è affatto temibile di solito, ma ha cambiato allenatore recentemente, ha ripreso entusiasmo e si trova inaspettatamente in vantaggio nella tana inespugnabile (sinora?) della squadra X. La squadra X ha molte occasioni, ma la palla questa sera sembra non voler davvero entrare.
Per fortuna e per determinazione, il trequartista X della squadra X segna il suo secondo gol della serata su punizione, portando, a due minuti dalla fine del match il risultato di nuovo in parità.

L’allenatore della squadra X a questo punto impazzisce, avendo in campo già cinque uomini tra punte e mezze punte, con addirittura un paio di ragazzini alle loro prime apparizioni, urla al suo vecchio stopper sudamericano X di salire, fregarsene della fase difensiva ed andare a fare il sesto (!) attaccante della squadra X, lasciando così praterie, valli e deserti dinanzi al portiere brasiliano X della squadra X.

Ora, lo scopo del gioco è di indovinare gli episodi immediatamente successivi a quelli sopra descritti, cercando di motivare nella miglior maniera possibile la propria scelta.
Buona fortuna (è proprio il caso di dirlo).

Vujen

Classe '85, marchigiano, interista da tre generazioni. Appassionato di fotografia, Balcani e cose inutili ma costosissime. I suoi pupilli sono Walter Samuel e l'indimenticabile Youri Djorkaeff. Lautaro più altri 10.

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