Bauscia Cafè

Una serata tranquilla

Stadio completamente vuoto e clima da partitella di allenamento del Lunedì in quel di San Siro dove vanno in scena i sedicesimi di Europa League tra Inter e Ludogorets. Dopo il due a zero della gara di andata ci si augurava una partita serena e tranquilla e questo è stato. La Beneamata ha avuto la meglio di un avversario certamente non irresistibile e apparentemente è riuscita a gestire le forze in una gara giocata su ritmi piuttosto blandi.

L’Inter propone in campo diverse rotazioni, pur mantenendo il classico 352: l’obiettivo evidente è quello di portare a casa il massimo risultato con il minimo sforzo per non andare ad appesantire gambe e testa prima dell’importantissima gara di Domenica.

Non hanno indossato il camice, almeno.

Ad inizio gara Lukaku servito da Sanchez in profondità si trova 1vs1 con il portiere Iliev, ma di destro non riesce a trovare il gol del vantaggio. Dopo questo acuto la gara non offre emozioni e entrambe le squadre producono una gara sonnolenta. Al 26′ è il Ludogorets a trovare inaspettamente la rete: cross dalla destra a servire Cauly che riceve il pallone dopo essersi liberato non solo con le buone di Godin e gol del vantaggio per la squadra ospite.

In altri momenti della nostra storia recente sarebbe stato lecito cominciare a respirare una brutta aria, ma tutto torna nella normalità cinque minuti più tardi, quando lo stantuffo di fascia Biraghi viene servito da Eriksen e segna con la complicità di Terziev il gol del pareggio. Sospiro di sollievo e il primo tempo torna a scorrere nella quiete. Tante situazioni monitorate al VAR, tra le quali va citato il dubbio intervento su Moses e primo tempo che vede addirittura 4 minuti di recupero.

Proprio allo scadere Lukaku, servito meravigliosamente da Sanchèz, segna un gollonzo clamoroso e batte tutti i record per il gol di testa dall’altezza più vicina al suolo. La sua incornata iniziale è respinta da Iliev di nuovo addosso al belga, che da steso insacca grossolanamente di testa, regalandoci l’episodio che ci farà ricordare per qualche tempo questa gara.

Con il risultato ormai al sicuro è tempo di esperimenti e di gestione delle energie e Conte si sbizzarrisce. Schiera un 442 con Eriksen nell’inedita posizione di ala sinistra, coppia centrale tutta fosforo e saggezza in mezzo al campo composta da Borja Valero e Brozovic, entrato in campo in infradito e Moses alzato nel ruolo di ala destra.

Romelu Lukaku, 23° gol stagionale.

Il nuovo assetto regala qualche soddisfazione nella trequarti ad inizio ripresa, dove si segnala in particolare un tiro meraviglioso di Sanchèz che meriterebbe il gol, ma che finisce per colpire in pieno l’incrocio dei pali. Anche Lukaku di sinistro con un tiro ad incrociare trova il portiere ed il palo a negargli la gioia della doppietta.

In fase difensiva le cose vanno bene a tratti, con qualche infilata di troppo concessa agli avversari, che pur trovando lo spazio alle spalle dei due mediani nerazzurri onestamente non brillano per qualità. Le occasioni per il Ludogorets arrivano da nostri errori in fase di costruzione: per ben due volte Godin serve gli avversari in zona pericolosa giocando dal fondo con eccessiva sufficienza e costringendo Padelli ad una bella risposta su una conclusione pericolosa dei bulgari.

Prima che il sottoscritto fosse colpito da una improvvisa sonnolenza c’è stato tempo per l’ingresso di Esposito, per preservare Lukaku e di Bastoni al posto di D’Ambrosio, con Godin reinventato terzino destro. Tempo di rimescolamenti insomma, più finalizzati alla gestione delle forze in questo caso che alla ricerca di alternative valide in prospettiva.

Capitano Frog #13

Si arriva finalmente al triplice fischio dell’arbitro: una vittoria dell’Inter in una serata tranquilla, senza infortuni e con buone risposte da Sanchèz in particolare. Continuiamo a mettere minuti nelle gambe di Eriksen e di quei giocatori che hanno giocato meno in questo periodo, come Ranocchia e Borja Valero. Tutto sommato possiamo ritenerci soddisfatti e domani alle 13:00 potremo attendere con calma il sorteggio degli ottavi di finale.

Una partita serena in un clima inusuale, dove abbiamo ottenuto la vittoria auspicata senza complicazioni né infortuni. twittalo

Delle 15 squadre rimaste oltre all’Inter agli ottavi credo si possano andare a definire due gruppi: il primo composto dalle squadre che sarebbe buona cosa schivare e l’altro da squadre che ci auguriamo di incontrare. Le due compagini da evitare in assoluto sono Manchester United e Sevilla, poi ci sono altre sette squadre che non vorremmo ancora incontrare: Roma, Bayer Leverkusen, Shaktar Donetsk, Eintracht (che gioca il ritorno domani con il Salisburgo dopo l’importante vittoria dell’andata), Wolverhampton, Wolfsburg e Getafe.

Vanno a completare l’urna sei squadre che invece gradiremmo: Olympiacos, Basilea, Glasgow Rangers, Copenhagen, Basaksehir e LASK. Di questo sottogruppo la squadra turca e i greci, che hanno eliminato rispettivamente Sporting Lisbona e Arsenal, sono le due che per un discorso ambientale eviterei: implicherebbero trasferte durissime in climi particolarmente accesi.

Tra David Luiz & Papastathopoulos: gol di El Arabi.

Si va delineando quindi un tabellone dove tutte le squadre potenzialmente sono alla nostra portata. Al momento siamo ancora lontani dalla meta e la sensazione è che ancora ci sia un certo interesse rivolto alla gestione delle forze, per questo motivo auspico un turno abbordabile: se accedessimo ai quarti di finale, l’appetito crescerebbe in modo importante. La gara di andata e ritorno degli Ottavi si giocheranno il 12 ed il 19 Marzo e per quelle date sapremo molte più cose circa le nostre possibilità in campionato ed in Coppa Italia.

“Non dipende solo dalle singole partite, alla fine di questo ciclo avremo le idee più chiare e capiremo se possiamo vincere. A quel punto potremo vedere a che punto siamo.”

Antonio Conte

Riprendendo le parole di Conte, adesso non ci resta che guardare al futuro, alla prossima partita. La gara di oggi ci lascia pochi spunti di riflessione, ma le cose sono andate come ci si augurava. Ora testa e cuore alla gara di Domenica sera, dove certamente capiremo meglio quale ruolo andremo a ricoprire di qui a fine stagione.

Il_Casa

Interista, fratello del mondo. Dal 1992 un'unica fede a tinte rigorosamente nerazzurre. Sobrio come Maicon, faticatore come Recoba.

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