A mettere in discesa quella partita, tutt’altro che scontata, fu la sciocchezza di De Paul, il quale schiaffeggiò Candreva sulla fascia. Il gesto costò all’Argentino il rosso, e all’Udinese l’uomo in meno.
Domani affronteremo ancora la stessa Udinese, asserragliata in difesa ma senza uomo in meno. Gotti conferma la formazione vista a Parma, quello che addirittura può essere visto come un 532.
Le probabili formazioni recitano:
UDINESE (5-3-2): Musso; Stryger Larsen, Becao, Troost-Ekong, Nuytinck, Sema; Fofana, Mandragora, De Paul; Lasagna, Okaka. All.Gotti
INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Candreva, Vecino, Barella, Eriksen, Biraghi; Lukaku, Sanchez. All.Conte
Sugli esterni potrebbero riposare sia Moses, dopo i pochi minuti disputati con la Fiorentina, che Young dopo un impegno ben più corposo, in favore di Candreva e Biraghi. Se queste scelte fossero confermate sarebbero atte a far riposare chi ha giocato già due partite questa settimana in un ruolo dispendioso, contro un avversario che ha avuto un intera settimana per il recupero. D’altra parte appare difficile pensare ad una rinuncia a Young in favore di Biraghi. In difesa rivediamo Bastoni, sempre più protagonista grazie alle prestazioni ed al suo piede mancino, particolarità in questa rosa.
In avanti non ci sarà Martinez, che lascerà il posto a Sanchez.
La sostituzione di un titolare tuttavia appare molto meno dolorosa che in passato. Sanchez è un nome da cui tutti ci aspettiamo tanto. Dopo l’apparizione contro la Fiorentina, forzatamente fuori ruolo, il Cileno si troverà nuovamente a calpestare le sue mattonelle. Al netto di quello che abbiamo visto, credo che Alexis sia un patrimonio che il tifoso rischia di sottostimare. Insieme a Lautaro e Lukaku, forma un terzetto di giocatori da considerare a tutti gli effetti titolari e top.
Altra assenza pesante è quella di Brozovic in mezzo al campo. A sopperire a questa defezione sarà il nuovo arrivato Eriksen, appagando così i tifosi del desiderio di vedere il Danese per più di una manciata di minuti. Anche l’assenza del croato è ben tamponata rispetto al passato, con un centrocampo Eriksen, Vecino, Barella che risulta ben assortito e ricco di qualità e quantità.
Ovviamente rimane il desiderio voyeurista di ammirare Brozovic insieme a Barella ed Eriksen, tuttavia il centrocampo che scenderà in campo domani ci offre sia un finissimo cervello pensante capace di disegnare fini geometrie (Eriksen), sia un giocatore di strappi, capace di uscire dal pressing in maniera alternativa (Barella), sia un giocatore fisico, capace di giocare di sciabola più che di fioretto, ma sempre presente nelle due fasi con intelligenza tattica.
L’Udinese invece arriva dalla trasferta di Parma con una sconfitta sulla spalle, ma con una settimana intera per recuperare e preparare la partita. Si tratta inoltre dell’ennesima squadra, in questa seconda parte di stagione, che giocherà con un modulo speculare.
L'Udinese giocherà con un difensivo 352, modulo che oggi abbiamo imparato a conoscere come la nostra Kriptonite. twittaloDopo la nostra partita contro l’Atalanta, a partire da Liverani, molti mister hanno tentato di metterci in difficoltà giocando specularmente. Questo per guadagnare un centrale e per mettere in crisi il nostro pressing, che di fronte ad un 352 si trova a dover applicare movimenti elaborati e dispendiosi, che se mal applicati risultano creare spazi invece che chiuderne.
La curiosità è quindi è rivolta ai 3 centrocampisti, alla loro posizione. Gli occhi sono puntati sulla disposizione ed i compiti assegnati a Barella, Vecino e soprattutto Eriksen.
Una alternativa per risolvere il problema di pressing e riconquista poteva infatti essere il 3412 provato (ed improvvisato) contro la Fiorentina, con il trequartista e le due punte intente a lavorare su mediano e centrali avversari. Tuttavia Conte ha ammesso che il modulo è stato provato solo per via di necessità e contingenza.
Questa disposizione, sebbene non troppo dissimile all’apparenza dal canonico 352, porta il centrocampo e le punte ad agire in maniera molto più efficace eliminando un tempo di scalata e arginando e schermando le fonti di gioco e le giocate degli avversari, per cui risulta più difficile sfruttare in costruzione il difensore centrale in più così come il mediano, schermati da trequartista e punte.
La partita, importantissima, ci offrirà anche l’opportunità di capire di più sui tempi di inserimento di Eriksen, e di recupero della forma perfetta di Sanchez. Nonché ci dirà quanto siamo dipendenti da due titolatissimi come Brozovic e Lautaro.
Atalanta, Lecce e Cagliari sono stop fisiologici, sebbene gravi giustificabili, ma da adesso in poi non ci si può più permettere di perdere punti, a partire da Udine.