Bauscia Cafè

Saponificati

Mi rendo conto che la partita a cui andremo incontro oggi non sarà delle più facili, non perché temo la Sampdoria, ma per il semplice fatto che Mandrake non è al corrente del fatto che oggi ci sia una partita dell’Inter. Come ho avuto modo di dirvi nel post Verona e per chi se lo fosse perso, Mandrake è mio padre la persona con la quale guardo le partite e con cui condivido le gioie e i dolori della nostra beneamata.

Una volta messo a conoscenza della partita, dopo aver pranzato, si unisce a me sul divano pronto ad incitare i ragazzi, speranzoso nel successo con tanto di sorpasso in testa agli odiati rossoneri. E per rifarsi della dimenticanza incomincia a scaldare il clima fin da subito, già prima ancora del fischio d’inizio. I primi incitamenti sono per la nostra coppia d’attacco odierna nella quale pone molta speranza. Prima ha parole al miele per Lautaro chiedendogli di “dimostrare d’esser un campione” e poi è il momento del monito per Sanchez: “Alex non fa il furbo oggi eh. Non fa scherzi” memore della partita dello scorso anno giocata a Genova sempre contro la Sampdoria. Monito a giochi finiti si rivelerà premonitore.

Lo stesso canovaccio si ripete fin dalle prime battute di gioco dove ne ha per tutti, senza lasciare scampo a nessuno. Il cronometro non segna ancora il minuto di gioco e già si parte al secondo 46 con la ramanzina ad Handanovic, che come Sanchez, “non devi fa scherzi mi raccomando. In gamba eh” temendo brutte sorprese pure da lui. Rileggere queste cose a partita finita fa davvero impressione. Come poteva già sapere che i due citati dalle sue raccomandazioni, sarebbero stati coloro che nei novanti minuti ci avrebbero tradito? Noi di Bauscia Cafè abbiamo deciso di indagare su questi misteriosi poteri.

Dopo essersi raccomandato anche con tutti gli altri nove componenti dell’undici titolare, Mandrake decide di dedicare un pensiero al nostro ex Candreva, per il quale è riservata la solita raccomandazione “a fare il bravo e non fa il furbo eh, che il mi figlio t’ha tenuto la bimba” facendo riferimento al fatto che due estati fa ho appunto allenato la figlia di Tonino in un centro estivo nel centro di Roma, e per ciò secondo lui Candreva dovrebbe sentirsi in debito nei nostri confronti. Ha un ragionamento strano Mandrake, ma decido di soprassedere e lasciar perdere. La partita regala emozioni fin da subito e nel giro di pochi istanti tra il 7° e l’8° minuto l’Inter si rende pericolosa con un tiro di Young parato da Audero e con un tiro a fil di palo di Skriniar, scaturito dall’angolo successivo alla parata. In mezzo al turbinio di imprecazioni per le due occasioni sprecate, Mandrake trova pure il tempo per reclamare un rigore. Rigore che puntualmente arriva, dato che prima del tiro di Skriniar un biondino della Samp intercetta il pallone con la mano. Mandrake tronfio per la sua chiamata incomincia ad invocare Lukaku “perché i rigori li deve tirare lui, anche se è in panchina” e si appresta ad assaporare il vantaggio e a lasciar partire l’urlo di gioia. Solo che gli rimarrà in gola e si trasformerà in un lamento dato che Sanchez si fa parare il tiro dagli 11m facendo ripartire così le invocazioni per Lukaku.

Ferito ed incatenato come un leone in gabbia inizia una guerra personale contro il cileno che durerà per tutta la partita, scagliandosi pure contro Adani con un “eh ha sbagliato un rigore, gol già fatto. Che cazzo dici bischero” reo d’aver definito Sanchez il migliore dei nostri. Ma è nei minuti successivi che si consuma il dramma. Nel giro di venti minuti la Samp trova il doppio vantaggio con un rigore di Candreva prima e poi con Keita, e il doppio gol dell’ex è troppo pure lui. Da dopo il vantaggio doriano passerà i restanti venticinque minuti a ripetere “sta partita si perde, ma vedi che partita si perde Maremma cane”. A questo si aggiunge un’occasione sprecata da Lautaro a fine primo tempo che “se facevi sto gol e nel secondo tempo lì ammazzavi. Dove andavano”. Ed è proprio nell’intervallo con la sua beneamata sotto per due reti a zero che si lascia ad una disamina tattica che riassume per bene quello visto in campo:

“L’Inter non gioca bene, gioca male. A centrocampo non sanno che fanno. Mica lo sanno eh. Tutti sti titititi tititi…passaggini del cazzo”

Il secondo tempo scorre via lento, il doppio vantaggio è troppo pure per un lupo di mare come lui; ma nonostante questo non smetterà di tartassare Sanchez per i restanti 45 minuti. Nemmeno il gol del 1-2 di De Vrij sembra dargli vigore visto che pochi minuti dopo Perisic sbaglierà l’ennesimo cross della sua partita ponendo fine così alle speranze di portare via almeno 1 punto da Genova. E così sconsolato, dopo cinque minuti di recupero, al fischio finale decide di lasciare la sala per prendere il cellulare in modo da trovare riparo nella telefonata con l’amico Salerno con il quale inizierà una discussione sulla partita appena terminata. Chiacchierata che troverà l’apice in questa massima che metterà anche la parola fine alla telefonata:

"Questi c'hanno presi e incartati dall'inizio. C'hanno fatto a pezzi e saponificati bene. 'un ci abbiamo capito una sega" twittalo

Braffo

Sono il Chief Games Officer di Bauscia Café. Metà stronzo, metà testa di cazzo.

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