Bauscia Cafè
Lautaro Martinez

Riparte la scalata…

Buona Epifania a tutti. Ci eravamo lasciati in campionato con la bella e convincente vittoria sul Genoa ed oggi dopo due lunghe settimane si torna in campo, sperando che la Befana ci porti in dote qualche punto prezioso. La sfida è di quelle difficili, siamo al San Paolo contro il Napoli di Rino Gattuso.

Apro con un temutissimo dato statistico, numeri che probabilmente avrete già letto o sentito ovunque, visto che vengono ripetuti a nastro: l’Inter non vince a Napoli dal 1997 e Antonio Conte non ha mai vinto da allenatore al San Paolo. Terribile. Pauroso. Chissà quanto peseranno questi numeri stasera? A dire il vero: zero. Il nulla. La partita sarà tosta indipendentemente da qualsivoglia componente statistica, ma rimane aperta ad ogni risultato e primo passo da compiere, sia da parte dei giocatori che da parte dei tifosi, è credere alla reale possibilità di andare a vincere. Banale? Probabilmente, ma era necessario metterlo nero su bianco.

Oggi i giornali hanno pubblicato una nuova statistica. A quanto pare tre persone su quattro sono il 75% della popolazione.

David Letterman

Qualche lieta novella ce l’hanno portata le vacanze natalizie: abbiamo recuperato Sensi, Barella e Sanchéz. Il loro apporto sarà essenziale in questa seconda parte di stagione e la possibilità di rivederli in campo stasera – come i tre Re Magi – è buona. L’aspetto che sotto il profilo tattico fa ben sperare è la possibilità di rivedere nuovamente l’asse Brozovic – Sensi, che ad inizio stagione aveva mostrato di essere la colonna qualitativa su cui poggia il nostro gioco.

Con la presenza in campo dei due giocatori precitati l’Inter guadagna in rapidità e verticalità, ma non solo. Ha un giocatore in più in grado di dettare i tempi in mezzo al campo ed alleggerire il carico su Brozovic e De Vrij: con lui si moltiplicano le soluzioni di gioco.

Sensi è in grado di occupare gli spazi intermedi in modo efficiente, cosa che per caratteristiche Vecino e Gagliardini non erano in grado di fare. twittalo

Si tratta di un giocatore unico nella nostra rosa che realmente sposta verso l’alto l’espressione qualitativa di tutta la squadra, come abbiamo potuto apprezzare ad esempio al Camp Nou. Andrà probabilmente gestito con i guanti di velluto in questa seconda parte di stagione, perchè davvero ad oggi non possiamo permetterci di perderlo ancora per diversi mesi.

Il problema non è la discesa, ma l’atterraggio.

Nel frattempo abbiamo perso D’Ambrosio, per non farci mancare nulla, infortunio al retto femorale destro, ma le prime stime suggeriscono un cauto ottimismo per una rapida ripresa.

Anche il Napoli ha cambiato molto con l’arrivo di Gattuso. Una squadra che quest’anno in campionato sta deludendo oltre ogni aspettativa e che ha salutato nelle scorse settimane Carlo Ancelotti, adesso alla guida dell’Everton. L’ambiente partenopeo appare fragile, con il rifiuto dei giocatori di andare in ritiro e il rapporto apparentemente logoro tra giocatori e società. Personalmente trovo curioso che una squadra con tanta qualità stia faticando in questa maniera in questa Serie A e la mia personale sensazione è che il gruppo sia arrivato alla fine del suo ciclo, anche sul piano motivazionale.

Il Napoli rimane comunque una squadra, come ampiamente dimostrato in Champion’s League, che in una gara secca può ragionevolmente giocarsela alla pari con chiunque e che al San Paolo non parte mai sfavorita. Gattuso ha cercato di proporre un nuovo equilibrio tattico, tornando ad un equilibrato 433 di Sarriana memoria con Allan nell’inedita posizione di mediano. Stasera in difesa le assenze sono pesanti, con Koulibaly che non sarà della contesa e la difesa che probabilmente sarà composta da: Di Lorenzo, Manolas, Luperto e Mario Rui.

A fronte delle defezioni del Napoli probabilmente molto stasera si giocherà nel confronto diretto tra la nostra coppia di attaccanti e la loro coppia di centrali, che ad una prima occhiata pende a nostro favore, soprattutto nell’area di Luperto, senza nulla togliere al ragazzo. Onestamente poi – da tifoso puro – dico che mi sono mancati Lautaro e Lukaku: la voglia di rivederli insieme è stata tanta in queste settimane.

Anche Candreva può mettere in seria difficoltà Mario Rui, che certamente non brilla difensivamente. Una zona critica nel nostro schieramento può essere legata alla posizione di Insigne, che potrebbe creare qualche grattacapo a Godin, anche per una questione di struttura.

In avanti Mertens non è a disposizione di Gattuso, ma il tecnico potrà comunque disporre di un Milik ritrovato e – come anticipato – di Insigne e Callejon sugli esterni. Sia l’italiano che lo spagnolo non stanno giocando una stagione particolarmente brillante, con Insigne che è stato anche beccato dal pubblico in più di una occasione. Comunque personalmente ritengo che questo schieramento sia più consono alle caratteristiche degli interpreti a disposizione rispetto al 442 proposto da Ancelotti, sia degli esterni che delle mezze ali.

Antonio Conte si è espresso in modo chiaro in conferenza stampa circa la necessità di continuare a lavorare duramente riprendendo da dove abbiamo terminato. Testa bassa, concentrazione massima sulla partita e non si pensa al mercato, che – ribadisce il mister – è stato “di sostituzione” a differenza di altri club.

Sarà molto interessante vedere come la squadra approccerà non soltanto la gara di stasera, ma proprio questo periodo che negli ultimi anni ci ha lasciato in dote più di qualche amarezza. Il momento è delicato: Napoli e Atalanta per chiudere il girone di andata e poi si potrà verosimilmente fare il punto preciso della situazione.

Probabilmente una fetta del nostro percorso passerà anche dal mercato e da quelli che saranno gli innesti di questi giorni, su cui preferirei non esprimermi al momento. Va monitorata la condizione di Asamoah e valutato l’inserimento di un centrocampista e di un fluidificante di sinistra. La questione attaccante passa necessariamente dalla verve di Alexis Sanchéz, ma credo che Conte accoglierebbe molto volentieri anche una punta manovriera, magari alla Giroud.

Non ci resta che attendere. La voglia di rivedere in campo – dopo due settimane – la Beneamata è tanta: stringiamoci insieme sorelle e fratelli interisti, finalmente si gioca.

“Testa bassa e pedalare!”

Il_Casa

Interista, fratello del mondo. Dal 1992 un'unica fede a tinte rigorosamente nerazzurre. Sobrio come Maicon, faticatore come Recoba.

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