Bauscia Cafè

Natale a San Siro

OH OH OH, sorelle e fratelli nerazzurri! Si è giocata ieri l’ultima importante gara prima che il caro babbone natalizio cominci a scendere dai camini e quest’anno possiamo davvero dirlo con soddisfazione: il primo regalo da scartare sotto l’albero ce lo ha fatto la nostra Inter. Una vittoria bella, convincente e mai in discussione in un Sabato pomeriggio per una volta tranquillo e sereno. Una partita che ci ha donato diversi spunti di riflessione e addobbata di buoni sentimenti e bellissimi gesti in un clima piacevolmente natalizio.

OH OH OH!

Riesaminando la gara distanziandoci di qualche metro dallo spumante e dal vinello, diciamo che nei primi venti minuti la partita è stata equilibrata. L’Inter faticava a muovere velocemente palla da una fascia all’altra per sfruttare l’ampiezza di fronte al rombo di centrocampo proposto dal Genoa e anche in fase di non possesso c’erano alcune difficoltà da sciogliere, nonostante gli avversari non siano mai arrivati ad essere davvero pericolosi. Mentre Borja Valero si alzava a prendere il vertice basso del rombo, rimanevano Agudelo e Sanabria nella trequarti, sui quali dovevano accorciare a turno i difensori nerazzurri e questo nei primi minuti ha creato qualche difficile lettura.

Nonostante un inizio poco brillante, con il passare dei minuti la Beneamata cresce e comincia a farsi vedere pericolosamente in avanti, avvolgendo il Genoa e costringendo gli uomini di Thiago Motta ad abbassarsi. Le occasioni dell’Inter maturano soprattutto sugli esterni, con Biraghi puntuale a sinistra e Candreva, recuperato dopo i problemi alla schiena, particolarmente ispirato a destra. Gli uomini di Conte cercano di allargare le maglie degli ospiti e sfruttano le debolezze spaziali dello schieramento a rombo andando a cercare la superiorità numerica sugli esterni anche con le mezz’ali – Vecino e Gagliardini – che giocano leggermente più larghe rispetto alla norma.

Proprio su un cross dalla destra di Candreva è Lukaku a trovare il vantaggio con una impressionante frustata di testa che va ad insaccarsi dove Radu non può arrivare. Pochi minuti più tardi è ancora il belga a ricevere il pallone in area, questa volta dalla sinistra, proteggerlo e appoggiarlo a Gagliardini, che di destro segna la sua ennesima rete ad una squadra di Genova.

Se giocasse sempre contro squadre di Genova sarebbe Capocannoniere a Febbraio.

Il Genoa a tratti sembra spegnere completamente la luce, come se i giocatori si fossero trovati in campo dopo un rapimento alieno, mentre i nostri raggiunto il doppio vantaggio attaccano con maggiore ferocia e gestiscono il pallone con sicurezza. All’inizio del secondo tempo bel gesto della difesa ospite che dona a Lukaku un pallone ghiottissimo a pochi passi dalla porta, ma il belga questa volta non trova la rete sparando un siluro addosso a Radu, rapido nell’occasione nell’uscita. Il Genoa scampato il pericolo cerca di alzare il baricentro e Sanabria scalda per due volte le mani al capitano Handanovic, che si esibisce in un pregevolissimo intervento in arretramento fugando il dubbio che fosse impagliato dopo un tempo da spettatore non pagante.

Gli si vuole bene…

Nel momento forse migliore degli ospiti è l’Inter a trovare il gol che chiude la partita. Palla in profondità per Gagliardini che dentro l’area di rigore subisce fallo su un intervento che spiega perchè Agudelo non abbia deciso di studiare fisica nucleare: calcio di rigore. Molto bravo Gagliardini nell’occasione, ma ingenuo il giovane colombiano che poteva senz’altro rimettersi a posto e temporeggiare.

Qui per me tocchiamo il punto più alto della giornata, in una storia a lieto fine che personalmente scalda il cuore. Lukaku prende il pallone e lo regala al giovane Esposito. Il diciassettenne va sul dischetto e calcia un rigore perfetto, esplodendo di gioia: qui vorrei sottolineare alcuni aspetti. In primo luogo la generosità di Lukaku che dopo un gol ed un assist offre ad un ragazzo giovane la possibilità di segnare il suo primo gol in Serie A. Quanti lo avrebbero fatto? Siamo abituati a vedere – un po’ ovunque – giocatori che inseguono record personali, che guardano con ingordigia alla possibilità di alzare il numerino dei gol nelle statistiche per potersi battere il petto a fronte di reti spesso prive di peso reale.

Il sorriso di Lukaku…

Lukaku invece ha dato priorità a qualcosa di diverso, ha consegnato ad un giovane compagno l’occasione di coronare quello che è un sogno che molti hanno fin da bambini: segnare il primo gol in Serie A. Sono comportamenti di questo tipo a cementare uno spogliatoio. Se il centravanti ed il giocatore più pagato toglie qualcosa a sé stesso per donarla al più giovane, allora tutti sono chiamati a fare altrettanto e – probabilmente – lo faranno. I calciatori sono sempre molto attenti, anche quando potrebbe non sembrarlo, a ogni comportamente da parte dei compagni di squadra. I gesti anche più piccoli possono assumere dentro uno spogliatoio – nel bene e nel male – un peso molto superiore a quello che appare a primo impatto. In un gruppo dove i compagni tendono ad assorbire e somatizzare certi gesti, Lukaku ha atteggiamenti da leader emotivo di un gruppo, che segnano e trascinano verso l’alto anche i compagni di squadra.

Lukaku ha dimostrato di dare priorità alla squadra e al noi, prima che al tornaconto personale. Non esiste gesto di valore più grande dentro uno spogliatoio. twittalo

Il secondo aspetto che voglio sottolineare riguarda Sebastiano Esposito. Questo ragazzo ha calciato un rigore decisamente pesante con una precisione ed una personalità impressionanti. L’esecuzione potrà passare inosservata, ma quanti al primo rigore in Serie A lo avrebbero calciato forte e rasoterra ad incrociare? Non è stato un rigore banale, calciato da un giovane di diciassette anni. Un rigore senza compromessi, senza prigionieri. Calciato con la voglia di segnare, spinto dentro la rete attraverso il merito senza che Radu potesse farci nulla. Ciliegina sulla torta di una partita dove Esposito ha dato tutto, pressando e mettendo la sua firma sulla partita anche e prima di tutto con una partecipazione costante, senza mai staccare anche sul piano mentale.

Per un giocatore che viene dalla Primavera, questo atteggiamento non è scontato. Spesso il salto di qualità passa dal riuscire ad avere questo impatto, nel farsi trovare presente ed essere dentro la gara. Un altro regalo che ci lascia questo 2019 è la convinzione di avere trovato in Sebastiano Esposito un “giocatore”, ovviamente agli inizi del suo percorso e che ha ancora tanto lavoro da fare, ma non più un ragazzino del settore giovanile, non più un “bambino” come ha detto Antonio Conte. Riporto qui sotto le parole di Esposito al termine dell’incontro, perchè le ho trovate meravigliose sul piano emotivo.

Ho visto mia madre e mi sono commosso, questo gol lo dedico a lei. Conte mi ha avvisato ieri che avrei giocato titolare, non ho chiuso occhio tutta la notte. Sto raccogliendo i frutti del mio lavoro e di quei panini che mangiavo prima degli allenamenti: nella vita non bisogna mai mollare.

Sebastiano Esposito

Ad Esposito, da parte mia, non faccio soltanto gli auguri di Natale, ma anche l’augurio sincero di non scordarsi mai di queste sue parole, di queste emozioni e di conservare sempre la voglia di lottare giorno dopo giorno per inseguire i propri sogni.

Finita qui? Tutt’altro. Perchè manca ancora il gol della giornata. Un’azione meravigliosa, da fare strabuzzare gli occhi. Tacco di Vecino, ancora tacco di Candreva, palla a Lukaku che punta sul limite dell’area Romero, doppio passo e fucilata di sinistro: traversa interna e gol straordinario. Il Karma è decisamente una forza potentissima. Giornata decisamente da incorniciare per il belga: gol, assist, bellissimo gesto e gol monumentale.

Romelu, grazie, Buon Natale!

Il finale di gara è impreziosito anche dall’apparizione di Stefano Sensi, che entra in campo e torna a correre per i nostri colori per una ventina di minuti buoni. Il suo recupero, insieme a quello di Sanchéz e di Barella è fondamentale per le nostre ambizioni.

A tal proposito, dopo aver ripercorso i momenti salienti della gara di ieri, vorrei fare un passo indietro e chiudere la nostra chiacchierata inquadrando il nostro percorso, magari con qualche riflessione su quello che abbiamo visto in questa prima parte di stagione e su quello che potremmo aspettarci.

Ieri abbiamo vinto di fatto senza il centrocampo titolare: Brozovic, Barella e Sensi (senza scordare Asamoah). A questi si aggiungevano Lautaro e Sanchéz, che sono i nostri due giocatori di maggiore talento. Per le modalità con cui si è consumata la vittoria può essere sembrato semplice, ma c’erano delle difficoltà che sono state superate con la forza del gruppo e prove di carattere non indifferenti. Quali certezze abbiamo maturato in questo inizio di stagione rispetto all’inizio?

In primis abbiamo trovato in Barella e Sensi due giocatori da Nazionale. Una coppia di valore che insieme a Brozovic compone un centrocampo che abbiamo potuto schierare soltanto tre volte da inizio stagione. Barella è cresciuto dopo le prime uscite, mentre Sensi è partito da subito forte e si è visto negli ultimi due mesi quanto sia importante la sua presenza nel nostro gioco. Recuperarli e metterli nelle condizioni di esprimersi al meglio sarà fondamentale, ma da questo centrocampo possiamo ripartire, sapendo di aver trovato una quadratura di livello, come ha dimostra anche al Camp Nou.

L’altro giocatore di cui vorrei sottolineare la presenza è Antonio Candreva, che sembra letteralmente un altro rispetto alle ultime stagioni ed è doverosamente onesto ammetterlo. Come esterno destro il suo rendimento è più che soddisfacente finora ed il giocatore romano è pienamente parte del progetto Inter: gli applausi che S. Siro gli ha tributato oggi sono assolutamente meritati.

L’altro giocatore che ha fatto il grande salto e si sta consacrando è Lautaro Martinez. Nessuno ad inizio anno poteva pensare a questa crescita e questo rendimento: la coppia Lautaro e Lukaku oggi ha un “peso” differente da quello che poteva avere ad inizio stagione. Suona in maniera differente ed è percepita diversamente. Abbiamo una coppia di attaccanti che al 21 di Dicembre ha segnato 27 gol: quanti lo avrebbero immaginato?

14 gol Lukaku & 13 gol Lautaro

C’è poi un altro giocatore di cui vorrei parlare e del quale si è scritto e detto meno di quello che probabilmente merita: si tratta di Alessandro Bastoni. Se ad inizio anno veniva visto come l’ultimo dei difensori, un giovane che si sarebbe ritagliato qualche spazio forse in Coppa Italia ed in emergenza, oggi è a tutti gli effetti il quarto centrale e – probabilmente – più idoneo di Godin ad interpretare il suo ruolo nella difesa di Conte. Alto 190 centimetri, piede sinistro educato, molto elegante e preciso nella gestione di palla, sta crescendo in confidenza e sicurezza dei propri mezzi e dopo questa prima metà di stagione penso possiamo sbilanciarci nel dire che il classe 1999 è non soltanto un prospetto di primo livello, ma una validissima scelta del nostro pacchetto arretrato, una piacevole sorpresa di questi mesi.

“Briscola a Bastoni!”

L’Inter poi in questi mesi è cresciuta. Cresciuta come squadra e cresciuta anche nei singoli. Sufficiente per contendere il campionato alla Juventus? Questo è troppo presto per dirlo e come sottolinea il tecnico c’è ancora molto da lavorare. Un aiuto può venire dal mercato di Gennaio, perchè se qualcosa è evidente anche senza analisi approfondite è che la rosa in certi reparti avrebbe bisogno di qualche innesto per avere una maggiore profondità e possibilità di scelta. Politano si è dimostrato non idoneo a svolgere il ruolo di punta nel sistema di Conte, tanto da essere scavalcato nelle gerarchie da Esposito, mentre a centrocampo – pur con il prezioso contributo di Borja Valero – la sensazione è che serva qualcosa di più, specialmente quando si alza il livello. A sinistra vanno valutate le condizioni di Asamoah, perchè è impensabile affrontare tre competizioni con il solo Biraghi a disposizione.

Adesso c’è la pausa, con l’augurio di recuperare tutti i ragazzi infortunati e di ricaricare le batterie. 42 pti in 17 partite sono un bottino di grande pregio, ma mancano ancora due gare alla fine del girone di andata, qui ci salutiamo dopo questa lunga e credo che ogni valutazione più articolata andrà necessariamente fatta dopo aver giocato con Napoli e Atalanta. Qui si conclude la nostra lunga chiacchierata, per il momento ci salutiamo e ci godiamo questo Natale a tinte nerazzurre da primi in classifica.

Buone Feste!

Il_Casa

Interista, fratello del mondo. Dal 1992 un'unica fede a tinte rigorosamente nerazzurre. Sobrio come Maicon, faticatore come Recoba.

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