Bauscia Cafè

Piuttosto che niente è meglio piuttosto

Finalmente la tanto agognata Inter-Sampdoria ha avuto il suo epilogo portando così gaudio e giubilo in tutto il reame nerazzurro dopo 3 mesi di spasmodiche attese. A 115 giorni di distanza dall’ultima partita giocata a San Siro l’Inter riparte così come aveva lasciato la sera del 27 Febbraio contro il Ludogorets, riparte con un successo casalingo per 2-1 portando così a 57 i punti in classifica e riducendo la distanza dalla vetta a sole 6 lunghezze.

Come già successo altre volte in stagione l’Inter gioca una gara dai due volti: un primo tempo di grande bellezza e ai limiti della perfezione, una ripresa più complicata del dovuto in cui si avverte il solito calo dopo i primi 50 minuti di gioco.

Ciao Mario, ci mancherà tutto di te

Il primo pensiero della serata va a Mario Corso e alle vittime del Covid-19 con l’omaggio prima del fischio d’inizio, poi la concentrazione si sposta tutta sul match. E pronti via Eriksen va subito in gol ma, complice la posizione di fuorigioco di Candreva, non viene convalidato. La squadra non demorde e poco dopo al 10° minuto trova il vantaggio con una azione straordinaria. Lautaro lanciato in campo aperto da Skriniar stoppa e serve di tacco Lukaku. Il belga confeziona un triangolo coi fiocchi con Eriksen e sigla il vantaggio nerazzurro con il 18° gol stagionale in campionato. E venti minuti più tardi è lo stesso Lukaku a dare il via all’azione del raddoppio gestendo la palla sulla destra prima di scaricare a Candreva che una volta entrato in area di rigore, a differenza di quanto successo a Napoli, ha la lucidità di farla girare rasoterra al centro dell’area trovando così Lautaro che deve solo spingere in rete.

Fraseggio di qualità, combinazioni di alto livello. Un percorso fatto di buone trame, ispirate quasi sempre da Eriksen, fulcro del gioco, svelto di piede e di pensiero. Tutto questo è quello che si vede nei primi 45 minuti di gioco.

Il primo tempo si conclude con altre occasioni da gol sfiorate e con l’unico sussulto della Sampdoria che non approfitta di un regalo sanguinoso di Gagliardini al limite della nostra area di rigore. Questo episodio da forza ai doriani che rientrano con un atteggiamento diverso dagli spogliatoi. Infatti dopo sette minuti arriva il gol della Samp, che da azione di calcio d’angolo accorcia le distanze con Thorsby. Da un possibile vantaggio con 3-4 gol di scarto visto quanto prodotto in tutto il primo tempo e con l’errore a porta spalancata di Lukaku ad inizio ripresa, ci ritroviamo a dover affrontare i restanti 40 minuti in apprensione. Perché dopo poco calano le punte e gli esterni e il ritmo della squadra diventa più blando non riuscendo più a produrre occasioni, lasciando così la speranza agli avversari di trovare un insperato pareggio. Cosa che fortunatamente non accadrà anche perché da dopo il gol siglato, le uniche azioni degne di nota della Samp saranno un tiro di Murru che si spegne non molto lontano dal palo e una punizione di Leris ben respinta senza problemi da Handanovic.

Per come si era incanalata la partita è stato un peccato dover soffrire fino al fischio finale, ma la cosa importante era prendere i 3 punti che erano di vitale importanza per il proseguo del campionato. Perché con 12 partite ancora da giocare e con soli 6 punti di distacco tutto è ancora aperto e non provarci e non crederci sarebbe un delitto.

Siamo ripartiti. E la prossima tappa è dietro l'angolo. twittalo

Per l’immediato futuro sarà importante che l’Inter dei primi 45 minuti di Napoli e di ieri sera duri almeno per una settantina di minuti, cercando di sbagliare meno gol possibile ed evitando la solita disattenzione difensiva che paghiamo sempre a caro prezzo, perché in queste due partite si son viste molte novità e miglioramenti in fase di costruzione e non possesso, come le sovrapposizioni dei centrali difensivi e gli esterni sulla linea delle punte ad allargare il fronte d’attacco per gli inserimenti e le magie di Eriksen. Non abbiamo nulla da perdere, andiamo a giocarci le nostre carte.

P.S. piccola postilla. La colpa (se proprio dobbiamo e vogliamo trovarla) del gol subito è in compartecipazione tra De Vrij e Gagliardini, con il primo che si perde nettamente Colley e con il secondo che sulla respinta si perde Thorsby, e quindi non di Handanovic come molti hanno accusato ieri sera.

Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo.

Braffo

Sono il Chief Games Officer di Bauscia Café. Metà stronzo, metà testa di cazzo.

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