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La stagione X

Penso di aver raggiunto il sommo equilibrio, l’allineamento dei pianeti si sta compiendo. No, non mi sono bevuto quel poco che rimane del mio cervello, ma penso di aver quasi inquadrato questa stagione e di poter pure proporre un parallelo benaugurante. Una festa, insomma. Mentre la Juventus raccoglie due schiaffi dall’Udinese, cosa che onestamente lascia il tempo che trova, ho pensato che piuttosto che massacrarmi i genitali con il rammarico possa essere più produttivo guardare al futuro.

Quest’anno a tre giornate dalla fine l’Inter ha segnato più gol della Juventus, subito meno gol e persino perso meno partite. Non c’è materiale sufficiente per pastrocchiarsi, ma un dato è chiaro: quest’anno il gap rispetto agli anni passati è diminuito e la nostra squadra è migliorata. Abbiamo perso 22 punti da situazione di vantaggio (la Juventus 18) e pareggiato ben 10 gare. Dieci pareggi sono oggettivamente tanti. La mente è saltata immediatamente alla stagione 2004/05, l’anno della “pareggite” di Mancini. Quell’anno facemmo 18 vittorie, 18 pareggi e 2 sconfitte. Quest’anno ci sono gli estremi per parlare di “Stagione X”?

Senza raggiungere quella quota di pareggi è chiaro che nel confronto con la Juventus il dato più “pesante” nella definizione dei punti sia proprio legato a quel valore. Tante partite dove è mancata la capacità di gestire il vantaggio, oppure è mancata la cattiveria, l’istinto killer, come ha sottolineato il tecnico dopo l’ultima uscita con la Fiorentina.

I numeri sono eloquenti e raccontano di una partita condotta, dove ci sono state diverse occasione per segnare, ma per una ragione o per un’altra non si è stati in grado di trovare la via del gol. Al netto della sfortuna, che può capitare, quando nell’arco di una stagione ci sono diverse partite dove avresti potuto vincere, ma non ci sei riuscito, allora è evidente che ci sia un problema, o almeno un dato oggettivo su cui riflettere.

“Quando lasci dei punti significa che ci sono delle mancanze. Quest’anno abbiamo raccolto di meno di quello che abbiamo seminato e stiamo cercando di lavorare sulla mentalità e di aumentare il killer-istinct, che una grande squadra deve avere se vuole lottare qualcosa di importante”

Antonio Conte

Un dato di cui evidentemente si è accorto anche il tecnico. Il sunto è fondamentalmente uno: quest’anno non siamo stati squadra da scudetto. Non eravamo ancora pronti. Se usciamo dalle farneticazioni e dall’ansia di titoli e contestualizziamo a mente lucida ci si rende conto che questa dimensione attuale della squadra è totalmente accettabile considerato che questo è il primo anno di un progetto pluriennale, dove abbiamo cambiato tanto.

La rosa è cresciuta rispetto al passato, stanno tornando giocatori di un certo spessore internazionale come Lukaku, Eriksen e lo stesso Sanchèz e in tutto questo abbiamo ancora delle mancanze che erano impossibili da colmare in un anno. Con tutto il rammarico che si può avere, questo campionato poteva solo perderlo la Juve se contemporaneamente gli altri avessero sovra-performato. Credo che il monte ingaggi offra qualche indicazione in più sul gap che si sta cercando di colmare: la Juventus spende 294 milioni, l’Inter ne spende 139. Calma e gesso.

Ovviamente molto passerà dal mercato, che considerato il momento storico che il mondo sta passando nasconde diversi punti interrogativi. Un giocatore sembra che si sia già preso, è importante e lo conosciamo tutti, scaramanticamente non lo si nomina, ma rappresenta senz’altro un upgrade. Rimane da alzare il livello della rosa, all’interno del sistema che il tecnico sta adottando e sono convinto che, senza fare follie, senz’altro questo avverrà e che l’anno prossimo l’Inter sarà ancora più forte. Basterà? Nel calcio nessuno ha la sfera di cristallo ed io sono soltanto un cazzaro qualunque: ce lo auguriamo.

Per anni abbiamo vissuto passaggi di stagione con mille incognite, ma quest’anno al netto del rumore dei nemici mi pare di vedere un progetto chiaro e ordine su più livelli. Le piccole schermaglie fanno parte del gioco delle parti tra un allenatore, che pretende il massimo, con il carattere di Antonio Conte e la sua società.

La mia speranza, da tifoso, rimane comunque ad un orizzonte temporale decisamente più breve. In primis vorrei chiudere bene la stagione, perchè il secondo posto vale potenzialmente milioni di premio legati agli sponsor che possono aiutare parecchio. E poi mi piacerebbe davvero giocarmi l’Europa League. Non è semplice, molto dipenderà da come ci arriveremo, ma chiudere questa travagliata stagione arrivando in fondo ad una competizione europea può realmente essere la molla che ci permetterà davvero di fare il salto di qualità mentale nella prossima.

Al momento fatico ad immaginarmi in grado di vincere l’Europa League, ma in una competizione che si gioca ad Agosto dove gli avversari sono alla portata e le gare sono “secche” tutto può succedere ed è nostro dovere crederci. Riporto le parole di Godin sul tema, perchè mi sono davvero piaciute.

“Vogliamo chiudere il campionato nel miglior modo possibile e poi pensare all’Europa League. Per competere ad alti livelli e costruire mentalità vincente dobbiamo pensare di poter vincere l’Europa League. Io conosco la strada per arrivare a trionfare in questo trofeo e so che poi vincere ti porta a vincere. Ma ora dobbiamo pensare gara dopo gara, arrivando alla coppa con buone sensazioni”

Diego Godin, intervista post-Fiorentina
L'Europa League è un sogno ed un'occasione importante per l'Inter, che ha il dovere di crederci e provare a giocarsela fino in fondo. twittalo

Vorrei vedere tra l’altro un passo in avanti rispetto all’eliminazione con il Napoli in Coppa Italia. Siamo usciti contro gli uomini di Gattuso, ma non eravamo stati inferiori. Ci è mancato qualcosa, riagganciandomi all’inizio di questa nostra chiacchierata. Qualcosa che si può comprare, inserendo giocatori di qualità e cementando un gruppo, ma che si può anche trovare giocando e vincendo partite di calcio. L’Inter di Mancini iniziò vincendo una Coppa Italia ed io da sognatore mi auguro che l’Inter di Conte possa cominciare con l’Europa League.

La gara di oggi contro il Genoa ci permetterebbe di raggiungere quota 76 punti, un traguardo importante che però – va detto – pensavo di raggiungere prima. Il girone di andata, il solito girone di andata, dove avevamo probabilmente sovra-performato (46 punti), aveva realmente fatto sperare in qualcosa di incredibile. Un girone dopo siamo tornati sulla terra, ma avendo ben chiaro sia dove dovremo migliorare, sia la nostra dimensione corretta. Inquadrare correttamente una squadra con margini di crescita, sarà un elemento in più che potrà davvero darci tanto.

“La programmazione l’ho fatta io con i dirigenti. Mi sono fidato sul alcune cose, ma non avrei dovuto fidarmi. Parlo dei limiti della rosa”

Antonio Conte, post-Borussia Dortmund

Recentemente Conte ha spiegato fondamentalmente a cosa si riferisse e adesso è più chiaro. Le condizioni di Asamoah e Vecino, per esempio, valutate in una certa maniera. Probabilmente anche quelle di Sensi, chi può dirlo. Quello che mi sento di poter dire è che l’anno prossimo tutti questi errori di programmazione non devono esistere e su questo penso che Conte possa essere una garanzia in tal senso.

Molto dipenderà anche da come riusciremo a piazzare molti giocatori in esubero, si pensi per esempio al solo reparto esterni con Dalbert, Lazaro, Asamoah e Biraghi/Moses in prestito. Oppure ai probabili rientranti Joao Mario, Perisic e Nainggolan. Riuscire a gestire e piazzare questi giocatori libererebbe spazio di manovra per inserire ulteriori rinforzi per la nostra squadra, ma non sarà semplice. Parimenti urgono davvero riflessioni su tanti altri giocatori, se pensiamo al solo centrocampo ad esempio su Vecino, Sensi, Borja Valero e Gagliardini.

Quello che mi tranquillizza in tal senso è la capacità di Marotta di saper gestire certe situazioni da dirigente preparato quale è, in questo credo che la nostra seconda garanzia sia lui. Si possono senz’altro commettere degli errori, ma globalmente il suo operato è stato sempre all’altezza ed in un momento poco semplice come questo per tutti sono onestamente sollevato dall’avere lui come Amministratore Delegato. Avremo poi modo di riparlarne, naturalmente.

Da dieci anni dall’ultimo scudetto, questa può essere stata la Stagione X: dopo diversi campionati in cui si parlava di Anno Zero etc. etc. forse questo è stato il primo anno verso un vero e deciso rilancio. Travagliato, complesso, non privo di difficoltà e di scelte delicate (non dimentichiamo la cessione di Icardi e la gestione dei casi Perisic e Nainggolan) che abbiamo tutto sommato superato. Adesso vediamo di concludere questa stagione alla grande, per certificare quanto tutti i tifosi si augurano da diversi anni.

Il_Casa

Interista, fratello del mondo. Dal 1992 un'unica fede a tinte rigorosamente nerazzurre. Sobrio come Maicon, faticatore come Recoba.

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