La cooperativa del gol

Rabbia. Questo è il sentimento con cui l’Inter è scesa in campo ieri pomeriggio al Meazza contro il Bologna. Rabbia scaturita dal gol subito mercoledì sera da Rodrygo a tempo scaduto, in una partita che non meritavamo di perdere. Quella stessa rabbia ha fatto sì che venisse approcciata la sfida contro i felsinei coi giusti ritmi e la giusta mentalità, togliendo subito certezze e speranze agli avversarie. Arrivavamo da due risultati negativi ed era importante vincere: sin dal primo minuto si è visto il nostro atteggiamento.

Visti i molti impegni ravvicinati, mister Inzaghi opta per quattro cambi nella formazione titolare inserendo dal primo minuto Vecino al posto di Calhanoglu, Dimarco e Dumfries sulle fasce e Correa, all’esordio da titolare così come l’esterno olandese, al posto di Dzeko. Cambiano si gli interpreti, ma non l’approccio. Pronti via e l’Inter aggredisce subito la partita alla prima occasione utile. Minuto 6 e Dimarco recupera palla in difesa, scarica su Vecino che lancia Dumfries in campo aperto sulla fascia opposta, l’esterno olandese mette una palla forte e tesa sul secondo palo dove si fa trovare pronto Lautaro Martinez per il vantaggio nerazzurro. Il Bologna cerca di reagire piazzandosi nella nostra metà campo, ripetendo il canovaccio con cui aveva iniziato la partita, e intorno al ventesimo e si rende pericoloso con una doppia occasione firmata da Soriano e Sansone. Sul primo è bravo  Handanovic a dire di no a mano aperta e sulla ribattuta l’attaccante rossoblu spara fuori, facendo tirare un sospiro di sollievo agli oltre 35.000 mila presenti a San Siro. 

 E dopo questa occasione il Bologna sparisce dal campo. Tutto per merito dell’Inter. Perché tra il 31° e il 34° i ragazzi di mister Inzaghi piazzano un uno-due che taglia le gambe agli avversari. Prima un colpo di testa di Skriniar da azione di calcio d’angolo e dopo Barella a conclusione di un’azione simile al primo gol, firmano il 3-0 mettendo così la partita in ghiaccio. Il secondo tempo è soltanto pura accademia e si iscrivono alla festa prima Vecino e poi il Cigno di Sarajevo che, nel giro di cinque minuti, firma la propria doppietta. Nel finale, con ormai molte seconde linee in campo, c’è pure il tempo per il Bologna di trovare il gol della bandiera su una disattenzione della difesa nerazzurra su azione di angolo.

Sei gol fatti, cinque marcatori per un totale in campionato di 15 gol con nove diversi giocatori. Di sicuro il problema dei gol non è di casa ad Appiano Gentile. twittalo

Partite come quella di ieri servono per completare il percorso di crescita tra squadra ed allenatore e a prendere consapevolezza dei propri mezzi. Siamo e restiamo una squadra forte, ed è giusto ricordarsene sempre. In più servono anche a poter dare riposo ai titolari in modo tale da averli pronti per i prossimi importanti impegni e i cambi – sia nella formazione titolare, sia in corso – di ieri sono lì a dimostrarlo. Tutti devono rendersi disponibili e utili alla causa, nessuno escluso.

Come il signore qui sopra, arrivato tra i mugugni e i dubbi dei più solo perché è venuto a prendere il posto precedentemente occupato da un extraterrestre. Dopo un normale periodo di adattamento, ieri Dumfries ha avuto modo di esordire dal primo minuto rendendosi protagonista di una grande gara. Ha fornito l’assist per il gol che ha sbloccato l’incontro, si è reso protagonista dell’azione che ha portato al gol di Barella e si è fatto trovare spesso e volentieri in area di rigore per cercare di concludere l’azione. È stato l’asse portante della manovra nerazzurra nel primo tempo, dato che spesso e volentieri i compagni si appoggiavano su di lui, e il ragazzo non ha deluso le aspettative.

Giocatore di qualità e quantità, uno di quelli generosi di natura che con la continuità delle sue prestazioni impiegherà poco tempo ad entrare nei cuori dei tifosi.

Prossimo appuntamento martedì sera a Firenze per una partita, contro una squadra in salute e di buon valore, che ci dirà molto a che punto del nostro percorso siamo. Non avremo davanti un’impresa e nemmeno una passeggiata di salute, ma sappiamo quale è il nostro valore e siamo pronti a dimostrarlo.