Bauscia Cafè

In attesa…

Oggi non ho veramente nulla da dire. Ci ho pensato, ma francamente ogni considerazione in questo momento rischia di diventare vecchia appena poche ore più tardi. Il vissuto di questa stagione è ancora troppo poco per formulare delle ipotesi sensate su quello che ci aspetta quest’anno, specialmente in un percorso dove le variabili anche esterne al campo da gioco saranno davvero tante.

Le prossime quattro partite prima della inutile pausa-nazionali di Novembre ci permetteranno di inquadrare meglio la situazione: trasferta con lo Shaktar Donetsk, Parma in campionato e doppia trasferta con Atalanta e Real Madrid. Un poker di partite che avrà un peso enorme sulla nostra stagione e dove la squadra si gioca tanto. Nel mio piccolo sono come tutti in attesa di capire quanto saremo in grado quest’anno di inseguire e conquistare le soddisfazioni che dopo diversi anni davvero meriteremmo.

Le prime uscite stagionali non ci sono di grande aiuto. Si è vista una squadra che sul piano della prestazione ha idee chiare e una sua identità, questo è innegabile. Anche il più ostinato dei detrattori non può non riconoscere a questa squadra di avere una sua fisionomia definita e di aver intrapreso un percorso tecnico di spessore. Sono mancati a tratti – invece – brillantezza ed equilibrio, volendo fare un sunto. Non abbiamo mostrato in queste prime uscite una certa continuità di rendimento, pur inseguendo sempre la prestazione: nessuno ci ha messi sotto.

L’Inter sta piano piano riconquistando una sua dimensione a livello europeo. Aver fatto un bel percorso lo scorso anno scorso ci ha fatto aumentare l’esperienza, ma ora bisogna continuare a lavorare sulla mentalità, sulla voglia di fare la partita e di difendere in avanti. Penso che questa sia la strada giusta.

Antonio Conte

L’ho già detto poco tempo fa e lo ripeto: condivido il percorso che l’Inter sta facendo, ne comprendo le difficoltà e penso che nel breve periodo si possa pagare dazio qualche volta, ma credo che sul lungo questa scelta sia la migliore, più moderna e – soprattutto – vincente.

Il bottino in campionato è di due punti a partita, giocando comunque con Fiorentina, Milan e Lazio: ci si attendeva qualcosa in più, ma non abbiamo neppure sbracato. Allo stesso tempo in Champion’s League era fondamentale vincere in casa con il Borussia Mon’Gladbach e come tutti sono rimasto personalmente deluso dal risultato con i tedeschi, ma oggi abbiamo modo di rimettere immediatamente in piedi il discorso. Riusciremo ad alzare il livello delle nostre prestazioni e a trovare continuità di risultati? Onestamente non ne ho idea, me lo posso solo augurare e ci vorrà anche un po’ di fortuna.

La stagione è al primo bivio: vincere per dare forma alle speranze di tutto il popolo nerazzurro, o annegare in un mare di "vorrei ma non posso". twittalo

Tra essere competitivi e giocare per vincere davvero c’è differenza. Oggi è il primo vero appuntamento stagionale dove si mette in chiaro non quello che vorremmo essere, ma quello che saremo. Il margine di errore è ridotto al minimo. Vale per la squadra, ma vale anche per tutti i protagonisti che individualmente ne fanno parte.

Questa è una gara completamente diversa da quella disputata mesi fa in Europa League e ci troviamo di fronte un gruppo che una settimana fa ha espugnato il Santiago Bernabeu e abituato più di noi a questa competizione. Indipendentemente da questo oggi non ci sono giustificazioni che tengano e niente potrebbe – da tifoso – farmi digerire un risultato negativo: quest’anno per me non passare il girone di Champion’s sarebbe una tremenda delusione. Tremenda.

Per questa ragione, oggi per me conta soltanto il risultato: è una gara troppo importante. Possiamo pure giocare male e segnare un gollonzo di testa all’ultimo secondo su calcio d’angolo,ma davvero non mi importa nulla della prestazione oggi. Voglio solo vincerla, in modo onesto e pulito chiaramente, perchè siamo pur sempre l’Inter, ma è fondamentale sistemare il passo falso della prima uscita contro i tedeschi, specialmente prima di una doppia sfida contro il Real Madrid.

Non c’è spazio per errori pacchiani dei singoli o per momenti in cui la squadra finisce per disunirsi, nè per sbracciate o sbuffi in mezzo al campo. Ci giochiamo il nostro destino e pretendo che chi indossa questa maglia dia veramente tutto finchè il campo non avrà decretato il verdetto. In Champion’s League gli errori si pagano e abbiamo già visto gli anni passati come non sia sempre possibile rimediare, quindi finchè c’è anche la minima speranza di cambiare il corso degli eventi pretendo una abnegazione totale alla causa.

Voglio tornare tra le grandi d’Europa, sognare di nuovo sfide ai massimi livelli e vivere quei giorni dove puoi sentire la passione già dalla sera prima. Passare questo girone di Champion’s League credo rappresenti la nostra reale dimensione di squadra e questo desidero. Quindi – lo ripetiamo – oggi sono in attesa, con la speranza enorme che questa squadra sappia ricambiare le mie aspettative di tifoso.

Alle analisi su ciò che sarà andato bene e quello che sarà andato male penseremo più avanti: per le chiacchiere tra di noi troveremo sempre tempo.

Il_Casa

Interista, fratello del mondo. Dal 1992 un'unica fede a tinte rigorosamente nerazzurre. Sobrio come Maicon, faticatore come Recoba.

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