Bauscia Cafè

Partita a metà

Seconda giornata di Champions League e secondo pareggio per l’Inter che, come per la prima partita, raccoglie molto meno di quanto seminato. E in un girone equilibrato come il nostro alla fine dei conti questo potrebbe risultare un problema.

Inter e Shaktar si ritrovano dopo poco più di due mesi dalla semifinale di Europa League che ci ha visto trionfare in goleada per 5-0, ma sono pressoché le stesse squadre di allora con giusto alcune piccole differenze. Gli ucraini pur non rinunciando al loro palleggio tanto bello quanto stucchevole, si accontentano di difendersi senza creare nessun pericolo alla porta difesa da Handanovic; l’Inter invece rispetto ad Agosto si presenta piatta e senza grinta. E la differenza tra le due partite è tutta qui.

Nonostante il nuovo assetto tattico degli ucraini, che memori dei 5 gol presi due mesi fa decidono di stare chiusi in 20/25 metri nella loro metà campo, nel primo tempo l’Inter gioca la stessa partita di Agosto fatta di pressing alto per creare pericoli allo Shaktar e rendersi pericolosa, tant’é che la prima fazione poteva chiudersi benissimo sul 3-0 e nessuno avrebbe recriminato nulla. I due legni presi, da Barella prima e Lukaku poi, e altre occasioni con lo stesso belga e D’Ambrosio gridano vendetta.

Ma inspiegabilmente la nostra partita finisce lì. Nella ripresa nonostante un continuo dominio territoriale nella metà campo avversaria non riusciamo più a pungere ed essere incisivi. Se nei primi 45 minuti era stata la sorte a negarci la gioia del gol, nel secondo tempo facciamo tutto da soli con degli errori madornali da parte di Lautaro e Vidal che ci impediscono di trovare il vantaggio. E quello che salta di più all’occhio è il cambio d’atteggiamento rispetto al primo tempo, in cui si era rivista l’Inter con le caratteristiche aggressive dello scorso anno.

Nella ripresa è uscita fuori una squadra piatta sia nel gioco, nel carattere e nel ritmo.

L’emblema di tutto ciò è l’assenza di combinazioni tra i due attaccanti, come si può bene vedere.

La linea di difesa 6-3-1 dello Shaktar ha contribuito a tutto questo e visto la scarsa realizzazione sotto porta sarebbe stato opportuno avere a disposizione un giocatore abile nello stretto per scardinare la Linea Maginot degli ucraini, ma ormai gli unici due della rosa con quelle caratteristiche passano più tempo in infermeria che in campo.

É una partita che ci lascia l’amaro in bocca visto quello che è stata la nostra proposta di gioco, e al tempo stesso presenta due facili letture.

Quella di ieri sera è stata un'Inter a due facce: la prima da bicchiere mezzo pieno e la seconda da bicchiere mezzo vuoto. Ed è su quest'ultimo che bisognerà lavorare. twittalo

L’Inter da bicchiere mezzo pieno è quella che, come da inizio stagione, è scesa in campo imponendo il suo gioco senza lasciarsi schiacciare e dominare dall’avversario; mentre l’Inter da bicchiere mezzo vuoto è quella della scarsa realizzazione rispetto alla mole di occasioni proposte. Per la prima volta siamo rimasti al palo e l’abbiamo pagata cara.

Complice il pareggio tra Borussia e Real adesso la classifica del girone recita Shaktar 4-Gladbach 2-Inter 2-Real 1, trasformando così le prossime due partite contro gli spagnoli in sfide da dentro e fuori per tutte e due le compagini. Data la classifica così corta e le infinite combinazioni di risultati nulla è ancora perso, ma la strada si fa leggermente più in salita.

E quando la strada sale non ti puoi nascondere, perché la montagna é solo per pochi.

Così hanno parlato e definito le asperità due dei più grandi ciclisti della storia e così l’Inter dovrà fare lo stesso. Dovrà essere in grado di danzare sui pedali e di essere cannibale di successi in modo tale da dimostrare di essere uno di quei pochi che arrivano vincenti al traguardo.

Braffo

Sono il Chief Games Officer di Bauscia Café. Metà stronzo, metà testa di cazzo.

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