Bauscia Cafè

Giudizi universali

Così come accadde un anno fa, sprechiamo all’ultima giornata in casa la possibilità di qualificarci agli ottavi di Champions e veniamo retrocessi in Europa League. Se un anno fa era stato fatale l’1-1 col PSV Eindhoven, stavolta a punirci è la sconfitta per 2-1 contro un Barcellona venuto a Milano senza motivazioni di classifica e con una formazione sperimentale. Nonostante le note assenze a centrocampo i ragazzi mettono l’anima in campo, uscendo tra gli applausi del Meazza ma non basta: complice la contemporanea vittoria per 2-1 del Borussia Dortmund contro lo Slavia Praga chiudiamo al terzo posto in classifica.

Scendiamo in campo con entusiasmo e voglia di fare, ma purtroppo per noi riprendiamo da dove avevamo interrotto venerdì sera: sbagliando occasioni. Solo che davanti non abbiamo la Roma, ma il Barcellona. E loro non sbagliano come i giallorossi. Tra il 10′ e il 19′ ci divoriamo due occasioni per portarci in vantaggio. La prima con Lukaku che, servito da Vecino, prima evita Umtiti con un dribbling secco a rientrare e poi calcia col sinistro da due passi. Nove minuti dopo invece Lautaro beffa nuovamente Umtiti sulla fascia destra appoggia a centro area per Lukaku, sponda per Biraghi e siluro di sinistro respinto con i pugni da Neto. È il preludio al gol del Barcellona che puntualmente arriva al 23′. Palla filtrante di Griezmann dalla destra, Godin in area anticipa Vidal ma il suo tocco favorisce Pérez che col sinistro fulmina Handanovic da due passi. Gelo a San Siro.

La squadra accusa il colpo. Il gol dei blaugrana sbriciola le teste dei nostri che per 10 minuti vanno in bambola rischiando anche di subire il 2-0 da parte di Lenglet. Veniamo risvegliati dall’ennesima giocata sontuosa di Lautaro che al 36′ impegna Neto a deviare in angolo un tiro che l’argentino si costruisce da solo con un fantastico aggancio volante su cross di De Vrij. La squadra ritrova il vigore iniziale e nel finire di tempo grazie ad un’altra giocata del Toro trova il meritato pareggio. Su un lungo lancio di D’Ambrosio, Lautaro difende il pallone dall’attacco di Todibo al limite dell’area e lo tocca dietro per Lukaku: sinistro rasoterra del belga leggermente deviato da Umtiti e pallone che si insacca nell’angolino. Si va al riposo sul risultato di 1-1.

Uno dei tanti duelli affrontati e vinti da Lautaro

Il secondo tempo si svolge sulla falsa riga del primo. Al 58′ è prima pericoloso il Barcellona con Griezmann che con un diagonale secco impegna Handanovic, poi è la volta delle occasioni gettate al vento da parte dei nostri. Al 61′ Lukaku, dopo essersi liberato bene in area di rigore, spara a botta sicura addosso a Neto. Al 64′ si ripete allungandosi il pallone sul fondo nel tentativo di driblare il portiere. Al 72′ invece è Lautaro a mettere paura al Barcellona con un sinistro di controbalzo, preceduto da un sombrero su Lenglet, che esce di un soffio con Neto immobile. A questo punto Conte si gioca il tutto per tutto con due cambi offensivi buttando nella mischia nel giro di due minuti sia Politano sia Esposito al posto di D’Ambrosio e Borja Valero. La squadra è spezzata in due ed è preda degli attacchi del Barcellona che prima all’82’ ci grazia con un contropiede gettato al vento da Pérez e poi all’86’ ci colpisce con Ansu Fati che dopo un uno-due al limite con Suarez, trova un destro rasoterra con palla nell’angolino basso: palo e gol. Nel mezzo si contano due gol annullati a Lautaro al 74′ e all’80’ entrambi a causa di fuorigioco.

Fine dei giochi. Siamo fuori anche quest’anno. Molti sono i pareri contrastanti che attanagliano le menti dei tifosi interisti. C’è chi dice che eravamo fuori già dopo il pareggio casalingo con lo Slavia Praga. Chi invece pensa che siamo usciti a Dortmund dopo aver gettato all’ortiche il doppio vantaggio. Altri che invece son convinti che ieri sera si aveva la possibilità di passare il turno giocando in casa contro una squadra venuta in gita a Milano e che quindi questa sconfitta è la conferma di non essere all’altezza.

Delusione palpabile nei volti dei nostri che hanno dato tutto quello che avevano
Ognuno avrà modo di dare i suoi giudizi, giusti o sbagliati che siano, per metabolizzare questa eliminazione twittalo

Usciamo da questa partita con due certezze: la prima è che prima o poi i nodi vengono al pettine. La rosa non è all’altezza della Champions League. Si è stata migliorata in estate, ma non è attrezzata per arrivare in fondo sia in Campionato che in Europa e non è certo una scoperta che facciamo oggi. Sopratutto se colpita da infortuni. La seconda è che Lautaro Martinez è definitivamente sbocciato ed è diventato un giocatore che fa reparto da solo anche in Europa. Teniamocelo stretto.

Fare il processo all’Inter è ridicolo. Con 16 giocatori, di cui alcuni molto limitati, è in testa al Campionato e se l’è giocata in Champions League al suo meglio. I miracoli non esistono: esiste il lavoro sul campo e quello di Conte è ottimo

Adesso bisogna resettare e ripartire macinando punti in Campionato, come fatto lo scorso anno post PSV, nei prossimi due impegni di fine anno contro Fiorentina e Genoa. Poi più avanti ci sarà modo e tempo di capire che tipo di percorso fare in Europa League. Adelante Inter!

Braffo

Sono il Chief Games Officer di Bauscia Café. Metà stronzo, metà testa di cazzo.

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