E’ già arrivata la svolta?

Il tour de force appariva proibitivo e il verdetto poteva sembrare addirittura definitivo. Le due competizioni principi, quelle che sono il nostro naturale palcoscenico sembravano essere entrambe a rischio ed il momento per la squadra di dimostrare la sua forza sembrava essere il meno adatto, con tante partite una di seguito alla successiva.

La prima partita in questione è quella appena superata, quella contro il Napoli capolista. E’ arrivata una vittoria, che ci avvicina alla vetta di 3 punti. Da un potenziale -10 ci si porta ad un -4, complice la vittoria della Fiorentina sui rossoneri. La prestazione è altrettanto importante. In campo si è visto tutto. Controllo, reazione, assunzioni di responsabilità, persino le scuse del Toro ai tifosi. Tutto, anche una decina di minuti di quello che poteva diventare uno psicodramma.

L’Inter ha dominato il Napoli per la parte centrale e più importante della partita, mantenendo il controllo. Lo ha fatto tenendo la squadra lunga e cercando verticalizzazioni e uno contro uno. Uno spartito molto diverso da quello di anno passato. Quando la partita con il Napoli aveva rappresentato l’inizio di un trend che, alla ricerca di equilibrio, ci aveva portati ad essere corti e più schiacciati.

Gli ultimi minuti Inzaghi ha fatto ampio ricorso ai cambi. La partita con lo Shakhtar è stata sicuramente motivo di questa decisione, così come le condizioni precarie di alcuni dei chiamati in causa.

Stasera si gioca il contraltare di questa partita. Se nel weekend ci siamo rilanciati per il campionato, mandando un grande segnale di forza, ora dobbiamo fare lo stesso infrasettimanale. Ancora a San Siro, ancora in casa.

La partita è contro un avversario ostico che abbiamo affrontato in maniera ricorrente negli ultimi anni. E, ad esclusione del primo confronto, vinto con distacco, la realtà ha raccontato di una difficoltà notevole a trovare la strada del gol.

Era stata così anche quella prima partita poi vinta dilagando fino al definitivo 5 – 0. Tuttavia, dopo il primo gol, le cose erano migliorate notevolmente.

La squadra si presenta contro un avversario che sa stare in questo palcoscenico e che sa giocare a calcio. Lo fa da incerottata, con Barella, Dzeko, Correa non al meglio e De Vrij e Sanchez indisponibili. Tuttavia la sensazione lasciata dalla partita di sabato è di forza.

Lo Shakhtar scenderà in campo con un unico risultato a disposizione, difficile pensare di vederlo per tutta la partita chiuso nella sua metà campo come accaduto in passato, anche se il contropiede rimane una risorsa della squadra di De Zerbi.

Inzaghi nello tratteggiare analogie tra gli ucraini ed una squadra italiana scomoda proprio il Napoli. Il modulo è il medesimo, con un mediano ad arricchire lo spazio tra le linee difensive in più ed una mezzala in mano. L’atteggiamente potrebbe essere diverso, visto che l’Inter ha dimostrato nell’ultima partita di riuscire sia a gestire le ali lasciate larghe e di colpire quando i terzini rimangono bloccati, scardinando spesso e volentieri con Bastoni (o un terzo di difesa tecnico, sia esso Di Marco o D’ambrosio)il pressing avversario.

La partita del weekend ha in qualche modo ricordato la vittoria del 2020 contro un Napoli meno sicuro e granitico di quello di oggi. Vittoria che aveva rappresentato una svolta per i giocatori di mister Conte. E se quest’anno a salvarci c’è stata la parte esterna della traversa, in quella palla carambolata tra Mario Rui e le mani di Handa, anno passato c’era stato il palo di Petagna. Se quella fu la svolta per l’Inter di mister Conte, arrivata dopo l’eliminazione in Champions, la speranza è che questa partita rappresenti lo stesso quest’anno: una svolta. E che, essendo la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta ancora a portata, possa già dare frutti nella partita di stasera.