Bauscia Cafè

Che bella la noia di una vittoria

Abbiamo assistito ad una partita noiosa. Cosa più importante abbiamo assistito ad una vittoria noiosa.

Poche emozioni, anche se riguardando gli highlights risulta chiaro come si siano create alcune occasioni importanti. Parlare di poche emozioni oggi significa anche una sostanziale tranquillità nel momento in cui la partita ci è temporaneamente sfuggita di mano. Quando dopo 70′ di difficoltà realizzativa, spezzata solo da un calcio di rigore, ci si è ritrovati a dover ricominciare l’assedio con quel gol vanificato.

Anche in quel momento la sicurezza di avere frecce al nostro arco, di avere un surplus di qualità che sarebbe emerso ha soffocato quelle che, seppur negative, sono emozioni che ci attraversano durante i novanta minuti regolamentari.

Il Torino si presenta con il 352 che a lungo si è dimostrato la nostra kryptonite. Una squadra che Nicola ha ricompattato a partire dalla fisicità che aveva permesso tranquillità ai granata durante le gestione Mazzarri. 

Squadra bassa, pronta a ripartire con il solo Sanabria incaricato di rovesciare il fronte di attacco, cercando di gestire gli spazi e i tempi per rendersi pericoloso in transizione coadiuvato da giocatori di gamba pronti a risalire il campo.

Ritroviamo in questo Torino le fattispecie che ci hanno creato più di qualche grattacapo in campionato.

Dimostriamo tuttavia di avere armi per scardinare questo canovaccio riproposto con insistenza dai nostri avversari.

Il primo tempo ci mostra una squadra contratta, con Barella impreciso e confusionario e Gagliardini deficitario se paragonato ai centrocampi che siamo stati abituati a vedere negli ultimi mesi.

E’ Perisic a essere propositivo, ma in generale i pericoli arrivano dalle fasce. Con gli spazi centrali intasati si cerca di sfruttare l’ampiezza e tra le prime 5 conclusioni verso la porta avversaria 4 sono colpi di testa.

Questa situazione non ci premia, anzi il colpo di testa più pericoloso della prima frazione è granata, con Lyanco che da due passi si divora l’uno a zero.

Il gioco è bloccato: spazi intasati e manovra che parte dai piedi di Brozo ma che non trova nei compagni di reparto i catalizzatori del possesso palla. Le punte sembrano altrettanto spente.

Conte dalla tribuna chiama il doppio cambio. Entrano Eriksen e Young.

Se il secondo appare sempre di più un ex giocatore, il danese invece offre tanta qualità in più rispetto a Gagliardini. Se l’italiano era prezioso in interdizione e in fase di possesso provava, con poca fortuna ad inserirsi per colpire di testa, con Eriksen invece il gioco diventa più fluido e la squadra prova qualche soluzione per vie centrali.

E’ proprio da una verticalizzazione di Christian, che brucia un tempo di gioco come dovremmo imparare a fare più spesso, che nasce la carambola da cui poi Lautaro riesce a guadagnarsi il tiro dagli 11 metri.

Lukaku non sbaglia.

Come abbiamo detto tuttavia, la partita si riapre. Dopo aver fallito una palla gol molto ben costruita con Hakimi, in una mischia confusa in area Sanabria trova il suo (consueto) primo gol con la maglia del Torino. In questa situazione siamo molli. Colpevolmente molli.

Il tifoso in questa situazione si incazza, ma non perde la testa. Almeno questa è stata la reazione di chi guardava la partita con me.

Ma non solo il tifoso, anche la squadra. Entra Sanchez, e all’85’ il Nino inventa una palla che sorprende la difesa piemontese. Da qui a segnare tuttavia ce ne passa.

Lautaro tuttavia fa una cosa bellissima, un capolavoro, e riesce in caduta, in torsione, decidetelo voi, a trovare l’unico angolo che può trafiggere Sirigu.

Il gol è bellissimo, e importantissimo.

La partita è vinta. Il distacco sulla seconda è al sicuro. La squadra continua la sua marcia. Che assume sempre più la dimensione di una cavalcata implacabile.

La partita con il Torino resta noiosa. E ne vivremo altre così. L’approccio messo oggi in campo dagli avversari ci continuerà a mettere in crisi fino a quando la rosa non verrà ampliata con un paio di giocatori capaci di saltare l’uomo: grandi assenti degli ultimi anni nerazzurri. Tuttavia un 11 che può schierare Eriksen e Sanchez integro, ha molte più possibilità di scardinare queste difese dell’11 visto in campo anno scorso. Anche Vecino può essere una buona notizia, la falcata dell’uruguagio è sembrata quella di un tempo, e la qualità è sicuramente superiore a quella di Gagliardini. Se integro Matias sarà utile, soprattutto visti i guai di Vidal e le ammonizioni e diffide che ancora pesano sulle teste di Barella e Brozo.

Nic92

Nato dall'incontro tra l'unico tifoso cagliaritano non isolano e una grande tifosa di Batistuta, fortunosamente incontra l'Inter e se ne innamora. Ha in Julio Cesar il suo spirito guida.

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