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Abbracciala abbracciali abbracciati

Oggi è l’ultimo giorno di scuola. È andato tutto bene, abbiamo vinto con quattro giornate di anticipo e ci stiamo pure godendo l’affannoso percorso delle altre che lottano per avere un posto al sole (quest’anno più importante degli altri perché sono soldini in un periodo in cui non ce ne stanno). 

In queste tre rilassate settimane ci siamo fatti un po’ distrarre da tante voci extra-campo (ne scriverò dopo), di cui onestamente sappiamo poco e spesso filtrato da organi di stampa, a volte, non necessariamente più informati del pubblico che dovrebbero educere. Pertanto oggi dovrà essere la giornata dedicata a noi, che alzeremo il trofeo assieme ai giocatori della Beneamata.

Abbracciamo la coppa dello Scudetto, abbracciamo la squadra, abbracciamoci fra noi tifosi. Siamo i Campioni d'Italia della stagione 2020/21 twittalo

E per questo abbracciala, la coppa dello scudetto, fuori dalle nostre mani per 11 lunghi anni, conquistata con una devastante superiorità di rosa e di gioco, di risultati e di atteggiamento in campo, abbracciala perché può essere l’inizio di un ciclo, di un’altra grande e lunga storia d’amore con questa coppa dagli spigoli un po’ squadrati, non bella e sinuosa come una Coppa dei Campioni, non alta e slanciata come una Coppa UEFA, ma simbolo astratto e materiale che siamo tornati noi sul tetto d’Italia, pronti a spiccare il salto verso l’Europa e quegli altri trofei.

Abbracciali, i 25 della rosa, un gruppo meraviglioso e forte come il cemento, scolpito da mani sagge negli ultimi anni con l’ultimo cesello dato da Antonio Conte, che ha trasmesso loro la consapevolezza di essere la rosa più forte e quel quid che a molti di loro in carriera era mancato, per arrivare a vincere un trofeo importante. Abbracciali dal primo all’ultimo della rosa, da Lukaku il decisivo che le ha giocate quasi tutte, a Pinamonti che ha visto pochissimo il campo ma che ha sempre dato il massimo quando chiamato. Abbraccia lo staff tecnico, chi ha lavorato dietro le quinte per tutta la stagione ma non è stato meno determinante di chi ha sempre avuto la ribalta e le copertine, sono tutti entrati nella storia dell’Inter.

Inter 2020/21 campione d’Italia per la diciannovesima volta.

E infine abbracciati, tu, tifoso dell’Inter, che sei passato da Sneijder a Ruben Botta, da Cambiasso a M’Vila, da Milito a Osvaldo, da Maicon a Jonathan, ma sei rimasto sempre a riempire San Siro in 40 mila quando altre squadre altrimeti vincenti faticavano a riempire i posti dei loro stadi, hai sofferto, ti sei quasi anestetizzato e rassegnato a non vincere, ma hai tenuto, hai reagito, e ora sei tornato a sorridere, a vincere, ad esultare. Abbracciati tifoso dell’Inter perché tutto passerà, anni, stagioni, giocatori, numeri di maglia, ma il tuo tifo per l’Inter non passerà mai.

Noi abbiamo il vantaggio migliore di tutti gli altri, in vista della prossima stagione: noi siamo i Campioni d’Italia e tutti gli altri no.

E, dopo aver festeggiato, penseremo alla costruzione della prossima stagione. In un certo senso, abbiamo per il secondo anno consecutivo un vantaggio nei confronti delle altre: l’anno scorso, avevamo avuto la sicurezza della cessione di Icardi al PSG in grande anticipo rispetto all’apertura del mercato, permettendoci di usare questa liquidità quasi per primi in Europa (ed infatti è arrivato Hakimi quando in Europa si recuperava ancora la trentaduesima giornata di campionato). Quest’anno abbiamo concluso la stagione con tre settimane di anticipo rispetto a tutte le altre, e questo vantaggio potrebbe essere cruciale nella ricerca per tempo di stabilità finanziaria per poter – poi – progettare a dovere la prossima stagione. Che non traggano in inganno le voci messe in giro: con questa contingenza economica generale, nessuno sta facendo il passo più lungo della gamba. Nessuno ha ancora deciso nulla della prossima stagione. Nessuno ha ancora rinnovato i contratti. Nessuno farà niente prima di sapere come andrà a finire la loro stagione. Si parla solo di noi ma noi non ci facciamo ingannare da questo. Abbiamo la possibilità di costruire a partire dalla base migliore d’Italia, e in genere questo significa aprire un ciclo. Speriamo di poter arrivare a Maggio del 2022 e tornare a scrivere righe simili a questa.

Tzara

Nella vita ha cambiato città, Nazione, lavoro e amori ma l'Inter è sempre rimasta. Non ha molti desideri, ma se riavesse un centrocampo con Veron, Cambiasso Stankovic e Figo non si dispiacerebbe.

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