Bauscia Cafè

Tra palco e realtà

Ultimo tango a Memphis…

…che poi era l’Olimpico, ma poco cambia. Alla fine un briciolo avevo ricominciato a crederci anch’io. O almeno mi sarebbe piaciuto quantomeno mantenere il fiato sul collo dei Gobbi per ancora 2 o 3 giornate. OK siamo stabilmente in Champions e quello era l’obbiettivo dichiarato. Abbiamo conteso il campionato molto più a lungo di quanto di solito sia stato fatto negli anni precedenti (e la matematica ancora non ci condanna). Certo che vincere domenica avrebbe messo pressione ad una Juve tremebonda e che non sta giocando (avete letto bene, non è che non sta giocando bene, non sta proprio giocando). Questo unito ad un paio di scivoloni che potevamo evitare aumenta il bagaglio dei rimpianti.

A che ora è la fine del mondo…

…ho visto un 4-4-2 modello sciarpetta (cit) negli ultimi 10 minuti. Una soluzione forse improvvisata visto il tema tattico impostato da Conte quest’anno, mi aspetto a breve intense nevicate in zona Appiano Gentile (che poi diciamolo, Conte è stato per anni TALEBANO del 4-2-4. Io questo incaponirsi sulla 3, oltretutto con tre centrali “puri” veramente non lo capisco). Cambiamo ogni tanto, perdiana, anche i muri han capito come giochiamo. Così, giusto per vedere l’effetto che fa, come diceva Iannacci.

Piccola Stella senza Cielo…

…avere la sensazione che Eriksen potrebbe spaccare il mondo, con due del Lu/La/Sa lì davanti a dettare gli spazi. Vederlo a volte intristito dalla mancanza di campo libero. Avere comunque la sensazione che qualcosa possa uscire dai sui piedi. Avere la piena consapevolezza che le squadre ruotano attorno a giocatori del genere. Vederli limitati dai dettami tattici. Eriksen è potenzialmente quello che era Snejder nel 2010: la variabile impazzita, quello che ti trovi a sinistra e dopo 5 secondi a destra. Vederlo entrare al 70′ per “provare a risollevare la partita” mi fa ribollire il sangue.

Non è tempo per noi…

…ma non è vero che forse non lo sarà mai. Siamo comunque cresciuti nel corso degli ultimi anni, abbiamo ricominciato ad attrarre giocatori importanti. Sono convinto che il nostro tempo stia arrivando: ora sta alla società lavorare per consolidare il trend positivo che, comunque lo si voglia vedere, in questi anni è stato in costante ascesa. Raggiunto l’obbiettivo in campionato, tutto quello che verrà in più sarà, appunto, un surplus rispetto a quanto previsto. Ora sotto con l’ EL.

Certe notti….

…di Coppa mi mancano e mancano a tutti, non possiamo negarlo. Non siamo ancora attrezzati per la CL, lo sapevamo. Resta il rimpianto di un girone “buttato” forse per un po’ di braccino o semplicemente perché quando arrivi a un passo dal traguardo (vedi secondo tempo a Dortmund) di solito è il momento in cui il terreno e le certezze mentali ti franano sotto i piedi. Ha ragione AC quando dice che la mentalità e l’attitudine a vincere non si imparano in un secondo, e d’altronde che fossimo una squadra di psicolabili non lo si scopre sicuramente oggi. Uno la solidità psicologica non se la può dare (cit).

Marlon Brando è sempre lui…

…e anche Candreva, Gagliardini, Borja Valero e compagnia cantante. Ma ricordiamoci che anche Mariga e Muntari facevano il loro in una squadra strutturata. Insomma, da sempre le squadre sono fatte di Campioni e Gregari: abbiamo, tanti – troppi – messo la croce e sparato a zero su Gagliardini negli ultimi giorni, ma è anche vero che lui e Borja hanno almeno numericamente tenuto in piedi il centrocampo viste le assenze combinate di Brozo, Barella e Vecino (il lungodegente non lo considero neanche, purtroppo). Insomma è facile sparare a 0, ma rendiamoci conto che Gaglia (4 gol e un assist, e perculato dal webbe) ha gli stessi numeri di Kessiè che nelle ultime 2 settimane dall’altra parte del naviglio è assurto a incrocio mitologico fra Didì, Falcao e Socrates.

Vivo morto o X…

…che poi era il risultato perfetto per i “diversamente colorati” domenica sera, mannaggia, e un risultato che fondamentalmente ci lascia l’amaro in bocca per come è maturato. Per qualche scelta, invero bizzarra, di Di bello e con un metro di valutazione generale che mi ha ricordato uno storico Juve-Inter, di molti anni fa arbitrato magistralmente da Robert Anthony “One Way” Boggi, come venne ribattezzato allora da Scarpini. Che poi ci accusano di essere dei piangina e dei complottari, senza rendersi conto che si stanno tirando la zappa sui piedi: l’ultima volta che ci hanno definito così, alla lunga, son finiti in B diventando a loro volta piangina e complottari (o più soave e dolce dei contrappassi). E quindi.

Seduto in riva al fosso….

…sto aspettando il cadavere del VAR, martoriato da 2 anni di uso altalenante e incoerente: vedo, non vedo, ho visto ma ho giudicato io.
Perché, sapete, c’è modo e modo di negare anche l’evidenza. Ma se vai al monitor e rivedi il contatto di Kolarov su Lautaro non puoi non giudicarlo falloso trincerandoti dietro il mantra “è un contattino” (Marelli docet). Piuttosto fai il sostenuto del tipo – HO VISTO IO – e non andare a vedere, che poi ti capita quella situazione dove sei costretto a negare anche l’evidenza e a sostenere che un capezzolo in realtà è un tocco di mano. Perché non hai il coraggio di ammettere che anche tu sei uomo, e anche tu puoi sbagliare. Ammettere gli errori sarebbe qualcosa Di Bello (Marco), ma complicato. Quindi negare, negare, negare anche l’evidenza: in fondo fra l’essere un ottimo arbitro in grado anche di accettare l’errore ed essere un ottuso burocrate munito di Fox40 c’è un Abisso (Rosario).

BigMama79

Interista da sempre con origini AppianoGentilesche, informatico per professione, #twintercronachista per caso. Ah sì, sarei il webmaster. Ma Nk non mi paga, quindi lavoro gratis. #cèsololinter

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