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Women: una stagione con poche luci e troppe ombre (Parte 2)

Dopo il blocco definitivo della Serie A comunicato dal Consiglio Federale FIGC di lunedì 8, deciso con modalità e percorso che destano forti perplessità, eccoci a fare un bilancio della stagione 2019-20 della nostra amata Squadra Femminile.


Veniamo alla seconda parte dell’analisi della stagione di Inter Women, conclusasi anzitempo.

Analizziamo la stagione delle 24 ragazze che sono scese in campo elencandole per reparto, concludendo con centrocampisti e attaccanti. Condividi il Tweet

CENTROCAMPISTI
Martina BRUSTIA
: 15 presenze con 1020 minuti giocati; Martina “la Sceriffa” quest’anno è stata chiamata agli straordinari dall’esiguità in termini di incontristi della rosa nerazzurra. Marty era l’unica con spiccate caratteristiche di contenimento e di costruzione, per cui spesso si è dovuta dannare l’anima occupandosi di più di un’avversaria in fase di marcatura, di alimentare le punte e, quando possibile, di inserirsi per tentare la conclusione. Ne è uscita una buona stagione, in cui lo scotto della massima serie è stato pagato
minimamente. Eccellente a Tavagnacco e nei 55 minuti di Monza nel Derby. 6,5

Marta Teresa PANDINI: 15 presenze per 1088 minuti giocati; di SuperPanda si sapeva che è una buonissima mezzapunta (non per niente era stabilmente in Nazionale Under23), ma quest’anno, causa l’approccio empirico del tecnico anche in presenza di fatti consolidati, si è dovuta adattare a ricoprire un ruolo di fatica, che ha ben recitato per tutto il girone di andata. Piedi buonissimi e spirito di sacrificio, uniti ad un carattere degno di nota, nulla hanno potuto ai limiti posti dalla natura; dopo un paio di settimane di pit-stop, necessari per fare la messa a punto, si era ripresentata scintillante menando la danza. Poi lo stop covid. 6,5

Linda NYMAN: 5 incontri per 425 minuti giocati; la finnica, arrivata nel mercato natalizio, ha dimostrato passo, fosforo e geometrie consolidate risultando indubbiamente un elemento di provato valore; dopo 4 partite molto più che sufficienti ha pagato la scarsa preparazione fisica. Potrebbe essere un elemento cardine
nel prossimo futuro. 6,5

Irene SANTI: 7 presenze per 198 minuti giocati. Trascurata fin troppo dal tecnico, esordisce in A nella delicatissima gara contro l’Orobica e segna una rete da opportunista nonostante si trovasse circondata dalle durissime difensori bergamasche. Livello sempre sufficiente (a parte la sbandata generale di Firenze), Irene ha dimostrato di poter giocare senza timori nella massima serie con peso atletico e classe. 6,5

Lisa ALBORGHETTI: 16 partite per 1420 minuti giocati; arrivata con grandi aspettative dei tifosi e messa nelle migliori condizioni di gestire la squadra, non l’ha mai presa per mano inanellando una serie continua di prove deludenti, tenuto conto del suo (meritato) livello di Top Player italiana; l’unica eccezione nella gara di
Tavagnacco, dove giocò una partita di lotta e sostanza. Deludente. 5

Sofia COLOMBO: 3 apparizioni per 29 minutini totali: un mistero l’ostracismo del tecnico nei confronti di questa ragazza di soli 19 anni, Capitano della Nazionale Under19 e che, nel campionato precedente, nonostante la verdissima età giocò 20 delle 22 partite da titolare nella buonissima Atalanta Mozzanica di Mister Ardito; saltò due partite solo per gli impegni della Nazionale, di cui è “faro” ed elemento di spicco per la maturità e l’elevato tasso tecnico. Arrivata all’Inter salutata dall’entusiasmo dei tifosi, con un’operazione
non facile in quanto richiestissima da diversi Club, Sofia è stata ignorata colpevolmente. n.g.

Alice REGAZZOLI: 3 presenze per 174 minuti; partita in panchina… nell’esordio contro il Verona, Alice entra la
’46 con l’Inter sotto di una rete; senza un minimo cenno di nervosismo, “l’Artista” prende in mano la squadra
ed abbaglia Solbiate Arno dimostrando la differenza fra la calciatrice predestinata e quelle di passaggio. Tre
ore di spettacolo puro contando la partita intera di Empoli, dove con un gioco di prestigio si procura il rigore
che risolve la gara contro le toscane; nel maledetto Derby di andata, dopo che le nostre avevano preso in
mano il centrocampo e l’inerzia della partita, l’Artista si è dovuta arrendere alla sfortuna; tornerà e saranno
guai per tutti. Tre ore da 8… ma purtroppo n.g.

ATTACCANTI
Ella VAN KERKHOVEN
: 9 presenze per 440 minuti; reduce da una doppietta in Nazionale belga contro la fortissima Inghilterra, esordisce in amichevole contro le iberiche dell’Español Barcellona dimostrando di essere un’ “ira di Dio”… si fa male nel secondo tempo della prima partita di campionato contro il Verona e non recupera pienamente mai più fino allo stop della stagione, giocando (quando si teneva in piedi) sempre in condizioni di sofferenza. Ora, tornata in Patria per lo stop, si è operata e sta recuperando. Speriamo in una
seconda opportunità, considerando l’importante fisicità della giovane attaccante fiamminga. n.g.

Andreia NORTON: 3 presenze per 188 minuti; bha…ci sarebbe tanto da dire. Non sulla ragazza, che poverina non ha responsabilità…farebbe grossa fatica in Serie B. n.g.

Yoreli RINCÒN: 3 presenze per 188 minuti; presa nel mercato natalizio, la colombiana, dotata di grossa esperienza internazionale, ha esordito nel Derby giocando 40 minuti davanti alla difesa…passiamo oltre. Nelle altre due partite in cui è stata impiegata (Juventus e Bari), più perplessità che certezze. Da rivedere in
uno schieramento meno squilibrato. n.g.

Stefania TARENZI: 15 presenze per 1322 minuti giocati; penalizzata dalla disposizione tattica e dai compiti che ne sono derivati: giocando troppo distante dalla linea difensiva avversaria e dovendo espletare
anche compiti di rincorrere le avversarie…Stefania ha comunque fatto una buonissima stagione, riguadagnando la Nazionale A e tornando alla rete in azzurro proprio nell’ultima partita prima dello stop. Oltre le cinque reti in campionato, un florilegio di assist per il Genio molisano esaltandone le qualità…la nostra Combattente è da confermare assolutamente. 7

Eleonora GOLDONI: 8 presenze per 247 minuti; gestita forse anche peggio di Sofia, la nostra Leo ha iniziato esordendo benissimo nel secondo tempo di Empoli dove terrorizzò con la ‘comare’ Alice le povere empolesi; poi fu schierata da centravanti contro Milan e Juventus, spalle alla porta (quindi in un ruolo ed in una posizione assolutamente non adatte alle sue caratteristiche tecniche e morfologiche), peraltro contro le due migliori difensori presenti in Italia: Stine Hovland e Linda Sembrandt, due che non hanno fatto toccare palla a centravanti di alto spessore. Dopo queste due partite il nulla: solo fugaci apparizioni a partite già chiuse, in un ostracismo che pare non essere stato soltanto tecnico. Si rifarà. 5,5

Regina BARESI : 11 partite per 614 minuti; il Capitano ha iniziando soffrendo in silenzio e guadagnandosi con il suo atteggiamento (da vera Bandiera dell’Interismo, icona del calcio femminile milanese e da esempio per tante) il posto da titolare; ha sorpreso solo chi la giudicava con superficialità, inanellando una serie di prove di sacrificio e spessore che forse hanno caratterizzato la sua migliore stagione (delle 11 in nerazzurro) sotto il profilo atletico e tattico. Chiude con un ‘golazo’ alla Juventus che la porta, con i due rigori decisivi entrambi battuti alla perfezione, a quota 3 reti; 6,5

Gloria MARINELLI: 16 presenze per 1389 minuti giocati; con 6 reti realizzate (1 rigore decisivo ad Empoli e 5 geniali capolavori della balistica) più una decina fra pali e traverse, paratissime delle avversarie, almeno tre rigori nettissimi non fischiati, qualche avversaria mandata ripetutamente al bar, una decina di reti pappate
per poca lucidità dovuta (anche per lei) alle pretese tecniche che la portavano in zona gol esausta… il “Genio molisano” ha confermato le migliori previsioni che si facevano su di lei. La pietra angolare di qualsiasi progetto tecnico futuro si voglia fare. 7,5

MISTER
Attilio SORBI : assolutamente un vero “gentleman” fuori dal campo; conferma purtroppo che non sempre i migliori teorici si rivelino anche sufficientemente pratici. Depaupera un autentico patrimonio tecnico lasciato in dote da altri: fa giocare troppe ragazze palesemente fuori ruolo, non “vede” lo sviluppo e l’evoluzione della partita, iniziando e terminando sempre nello stesso, ruminante schemino di moda nelle “accademie televisive”: uno stantio, antiquato e rigido 4-4-2 da calcio balilla. La perla di una stagione da
dimenticare: la sostituzione di Brustia nel Derby di ritorno, che ha ribaltato la partita. Speriamo qualcuno provveda. 4

ZioPino62

Tifoso dell’Inter dal 1970; segue con passione da quasi 30 anni il calcio femminile.

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