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Inter – Parma 3-3 il talento sprecato di Palacio

Risultati negativi, prestazioni sempre meno convincenti, primi dubbi sulle scelte dell’allenatore sull’undici iniziale sono le premesse di questo posticipo serale tra Inter e Parma dopo una domenica che concede ancora una volta la ghiotta possibilità ai nerazzurri di guadagnare punti in classifica su Napoli e Fiorentina bloccate da Udinese e Roma.

Marcatori: 12′ e 15′ st Sansone, 45′ e 10′ st Palacio, 46′ Parolo, 11′ st Guarin
INTER: 1 Handanovic; 14 Campagnaro, 23 Ranocchia, 5 Juan Jesus; 2 Jonathan (32′ st Belfodil), 19 Cambiasso, 10 Kovacic, 11 Alvarez, 4 Zanetti (25′ st Nagatomo); 13 Guarin (43′ st Taider); 8 Palacio
 
PARMA: 83 Mirante, 2 Cassani, 5 Gargano (18′ pt Acquah), 6 Lucarelli, 7 Biabiany, 16 Parolo, 18 Gobbi, 21 Sansone (42′ st Rosi), 29 Paletta, 32 Marchionni, 99 Cassano (38′ st Amauri)

Mister Mazzarri alla vigilia ha tre dubbi: Zanetti viene preferito a Pereira per contrastare il veloce Biabiany, Ranocchia rientra nell’undici iniziale al posto di Rolando e Kovacic viene preferito a Taider; in campo è il giovane croato a giocare dietro Palacio mentre Guarin arretra sulla linea dei centrocampisti.
Donadoni non rinuncia a schierare le tre punte e scende a San Siro con una squadra disposta a giocarsela alla pari senza timori reverenziali e senza autobus parcheggiati davanti alla porta.
Il tentativo dei nerazzurri di partire molto forte andando a pressare i giocatori del Parma già nella loro metà campo è lodevole ma poco fruttifero, mancano soprattutto ordine e compattezza per poter essere così aggressivi e d’altronde è difficile esserlo se in campo ci sono contemporaneamente Guarin, Kovacic e Alvarez oltre a Zanetti fuori forma e Cambiasso tirato sì a lucido in questa stagione ma senza più il passo di una volta. Le buone doti di palleggio della squadra ospite fanno poi il resto e dopo qualche minuto Cambiasso e compagni iniziano ad arretrare il baricentro e ad aspettare gli avversari nella propria metà campo.
All’11 gli ospiti passano in vantaggio: la palla gira libera nella trequarti nerazzurra fino a quando arriva sui piedi di Marchionni che può alzare la testa e vedere Sansone lanciarsi libero verso l’area, la palla filtrante è facile come è facile per l’attaccante segnare il gol. Lo svantaggio è una sveglia per gli uomini di Mazzarri che finalmente rialzano il baricentro della squadra e chiudono il Parma nella propria metà campo: Kovacic viene servito con più continuità e torna a illuminare San Siro; Guarin, nonostante qualche carenza difensiva, è molto bravo ad andare spesso sul fondo e con Jonathan mette sempre in difficoltà la retroguardia crociata, Palacio si conferma cintura nera di movimento senza palla (cit.). Manca la spinta sulla fascia sinistra dove Zanetti sale con il contagocce e Alvarez rimane isolato e con le polveri bagnate.
Dopo la clamorosa palla gol fallita da Palacio su assist di Guarin, si susseguono occasioni più velleitarie capitate sulla testa dello stesso Rodrigo e sui piedi di Kovacic (finalmente al tiro con una certa frequenza) e Alvarez. Al 41′ la pressione interista è interrotta dall’occasione di Acquah il cui tiro ravvicinatissimo è bloccato da Ranocchia, solo un episodio che precede il pareggio: con una finta Jonathan salta 2 avversari e dal fondo crossa verso il centro dove il Trenza è bravo ad anticipare tutti.
E’ il minuto 44 e l’idea di andare al riposo sul risultato di parità non deve essere piaciuta ad Handanovic che 2 minuti più tardi sbaglia clamorosamente la presa in tuffo su un cross di Paletta e fa scivolare la palla direttamente sui piedi di Parolo che riporta gli ospiti in vantaggio.
Il primo tempo è la messa in scena dello stato confusionale del mister: dal pressing a tutto campo a una difesa bassa e statica, dall’idea di spingere e attaccare su tutte e due le fasce allo schierare Zanetti fuori forma, dalle buone prestazioni di Rolando al rimettere Ranocchia in mezzo alla difesa passando infine per il continuo cambio di ruoli assegnati a Guarin, Alvarez e Kovacic. La mancanza di punti fermi sembra aver mandato fuori giri la squadra.
La ripresa inizia un po’ a sorpresa senza cambi ma l’Inter riparte comunque con più aggressività e dopo 9 minuti trova il pareggio grazie a un gran colpo di testa di Palaci,o bravo a smarcarsi tra due difensori avversari, su un cross al bacio di Alvarez. Due minuti dopo il solito incredibile Rodrigo riesce di testa a servire a Guarin un pallone che sembrava perso, il colombiano si aggiusta la sfera sul sinistro e fa partire un debole tiro che la deviazione di Lucarelli fa carambolare in rete.
Vantaggio abbastanza fortunoso da conservare ad ogni costo magari con una o due sostituzioni. Nemmeno il tempo di immaginare chi  togliere e chi mettere e il Parma torna in parità al 59′: difesa interista completamente allo sbando, Cassani riceve palla completamente libero e può servire in mezzo Sansone per il più facile dei gol. 3 a 3 con la sensazione che agli ospiti basti accellerare per mettere l’Inter in difficoltà.
Qualche minuto per riprendersi da questo effervescente inizio della ripresa e le squadre (soprattutto l’Inter) iniziano ad allungarsi e a essere stanche dando vita a uno spettacolo divertente ma tatticamente deplorevole. E’ soprattutto il centrocampo nerazzurro a saltare e a perdere compattezza mentre quello degli ospiti riesce meglio a curare tutte e due le fasi del gioco; passano così i minuti e cresce nel Parma la consapevolezza di poter fare il colpaccio e pur rischiando qualcosa difensivamente, Donadoni continua ad attaccare la difesa a tre con tre attaccanti molto mobili che non danno punti di riferimento (remember Roma?).
L’ingresso di Nagatomo al posto di Zanetti permette ai padroni di casa di iniziare ad attaccare anche da sinistra con più uomini quando oramai però Alvarez è stanco, la sostituzione di Jonathan con Belfodil trasforma invece la squadra in un 4-2-3-1 con Cambiasso e Kovacic davanti alla difesa che fa saltare completamente il banco e consegna la partita definitivamente nelle mani dei crociati che più volte si presentano davanti ad Handanovic ma vengono sempre bloccati da recuperi che hanno il sapore del miracolo di uno tra Juan Jesus, Campagnaro e Ranocchia.
L’ultima occasione della partita è per il Cuchu che colpisce male al volo il pallone che Mirante riesce a respingere.
Finisce in pareggio l’ennesima partita che profuma di terzo posto, l’aggravante è l’idea di una squadra debole psicologicamente e tornata indietro di un anno.

Il gigante e la paletta
Il gigante e la paletta
I più
Palacio: per talento e classe meriterebbe di giocare in una squadra più forte. un gigante.
Kovacic: finalmente una prestazione positiva sia tecnicamente che agonisticamente.
Jonathan: la sua parte, non è più una novità, la fa sempre
I meno:
Zanetti: fuori forma, il confronto con la prestazione di Jonathan (avessi detto Pelè) è impietoso.
Mazzarri: si può sbagliare, l’hanno fatto tutti,  ma da chi ama definirsi  mr. Coerenza mi sarei aspettato di vedere la conferma di Rolando in mezzo alla difesa e la bocciatura di Zanetti sulla sinistra. Torniamo Mister a fare le cose semplici.

sgrigna

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