Sicuramente ci auspichiamo tutti che il 32 nerazzurro faccia il percorso esattamente opposto di Mario, giocatore di indubbio talento ma provocatorio, sfaticato, poco umile e per giunta con il cuore rossonero. Purtroppo però non sempre le carriere dei giovani talenti che abbiamo visto passare negli ultimi anni sono state all’altezza delle aspettative, anzi quasi mai ahinoi. Ma quello che secondo me vale la pena di sottolineare qui non è tanto Dimarco in per sé e per sé: quello che conta è ciò che rappresenta, ciò che simboleggia Federico in questa squadra e in generale in questa società nel periodo storico che stiamo vivendo.
Le idee del nostro Direttore Generale sono note a tutti da anni e le persegue senza farsi influenzare da variabili interne ed esterne. Il risultato è sotto i nostri occhi: abbiamo tutelato e protetto un difensore in rampa di lancio come Bastoni, difensore che rappresenta presente e futuro della nazionale, e un capitano in pectore come Barella, che cresce ogni mese a vista d’occhio, nel carattere e nella qualità delle giocate. Questi due stanno costituendo, insieme a Dimarco ma anche ai D’Ambrosio, Ranocchia, Gagliardini e Darmian un’ossatura italiana che raramente abbiamo potuto vedere nei nostri anni vincenti e che alla Juventus ha garantito molti trofei nello scorso decennio.
Beninteso, giudicare i giocatori dalla nazionalità ha poco senso in qualsiasi squadra, figuriamoci in una che si chiama Fc Internazionale. Ma quello che è evidente è che negli ultimi 2-3 anni è stato tracciato un percorso chiaro e definito in cui qualsiasi ostacolo (vendita dei giocatori o crisi economica che sia) può essere superato con più o meno difficoltà ma senza mai cambiare la direzione intrapresa. E’ nato un progetto serio che unisce campioni stranieri e giovani italiani di belle speranze: questo non significa che vinceremo sicuramente di nuovo qualcosa anche quest’anno, vista la concorrenza molto varia ed agguerrita. Ma significa senza dubbio che un pareggio sfortunato o una sconfitta immeritata non saranno più dei drammi che portano ad un cambio strategia ma tutt’al più degli step di crescita da cui imparare e capire come migliorarsi. Se domani col Real dovessimo uscire da San Siro con 0 punti sappiamo bene che, nonostante qualche disfattismo e tafazzismo sempre presente nella nostra tifoseria, le critiche dureranno l’espace d’un matin e la strada intrapresa non può e non deve cambiare di una virgola, perché si è dimostrata vincente e non vale la pena accantonarla, tanto più tenuto conto della dispendiosità di intraprenderne una diversa con le ristrettezze economiche che ci aspettano.
Insomma tutto l’opposto di quello che sta succedendo alla Juventus, una squadra che ricorda molto l’Inter di Gasperini: anche discreta e valida come nomi ma che era una mera somma di 11 giocatori e non costruita secondo un progetto tattico e societario di lungo periodo, poggiato su solide basi come possono esserlo l’attaccamento ai colori o la nazionalità italiana.
Dunque armiamoci di pazienza, diamo fiducia ad Inzaghi e non diamo eccessivo peso alle cadute che ci saranno nei prossimi mesi. La cosa importante è proseguire nel solco tracciato, onorare quello scudetto che abbiamo sul petto e non fare drammi se perderemo punti: i giocatori hanno la certezza di essere parte di un percorso di crescita individuale e collettivo. Lo si vede dal mordente in campo, dalle esultanze dopo i gol e anche dall’amarezza che mostrano quando lasciamo punti per strada. E scusate se è poco.
Ps: Un altro nostro giocatore è italiano, giovane e talentuoso ma è il quarto aggettivo, sfortunato, che prevale sugli altri: Sensi. Dispiace vederlo lottare ogni mese contro i suoi mulini a vento, i propri muscoli, ma è purtroppo evidente che un Don Chisciotte che si infortuna con una tale facilità, anche in normali contrasti di gioco, difficilmente potrà essere parte a lungo di questo progetto e di questo percorso. Prima ce ne rendiamo conto e meglio è, per lui stesso in primis: starà ogni volta tanto peggio quanto più le speranze e le aspettative sul suo ritorno in campo a certi livelli saranno deluse. E di certo il ragazzo non se lo merita.
Bel post.
Credo che lo scudetto passerà dalle prestazioni di 2 giocatori :
Correa e Dumfries.
Se si guadagneranno il posto da titolari e sapranno incidere, allora possiamo arrivare primi altrimenti con i Dzeko e i Darmian la vedo dura.
Il resto è uguale all anno scorso o meglio.
Oggi valiamo sugli 80 gagliardi.
Con 85 lo si dovrebbe portare a casa, credo.
Ciao e buona giornata a tutti.
come glielo stanno aprendo al Barça…
Se gli hanno lasciato calciare la punizione non è un caso che l’abbia calciata così.
Quando segniamo su punizione ormai mi emoziono tanto è raro.
veramente calcia tutte le palle inattive tutte lui ovunque e’ andato,
sto cercando di guardare quella roba lì. lo streaming di DAZN, a confronto di mediaset/infinity, è oro
Se il Salisburgo non vince a Siviglia, credo che opteranno per un bel suicidio collettivo… Si stanno divorando l’inverosimile, inclusi 2 rigori. 😀
Essere italiani non é un requisito essenziale; essere bravi si. E Di Marco sembra bravo; non carichiamolo tuttavia di eccesive pressioni e lasciamolo migliorare (e sbagliare, si spera poco….)
Per entrare nello specifico, lo vedo meglio come quinto di centrocampo piuttosto che come terzo di difesa.
L’altezza lo penalizza
non e’ certo l’altezza a penalizzarlo, e’ proprio la sua caratteristica calcistica. Difficile essere bravi allo stesso modo, sia nella fase offensiva che nella fase difensiva..
Ovvio che terzo di difesa e’ un ripiego, un arrangiamento che poi lo depotenzia nella fase che lui sa fare meglio….
Mi sa che anche Inzaghi non vuole giocarsi il gettone Kolarov, veramente strano 🙂
Sono d’accordo se fosse alto sarebbe già al Chelsea o PSG.
Giusto
Complimenti per il post che condivido in pieno.
Sentiamoci orgogliosi di questi ragazzi, dopo tanto un canterano nostrano che sboccia in prima squadra alla grande, accompagnato da altri talentuosi Campioni arrivati in punta di piedi e oggi perni indispensabili sia per la Beneamata che per la Nazionale Campione Continentale.
Siamo competitivi e forti fuori e dentro, CL arriviamo.
A proposito della terza maglia, stavolta non metterò aria sul fuoco, anzi visto lo stile proposto mi è venuta in mente una grande canzone di qualche anno fa che dedico ai designers, un ritorno al futuro per un genere mai passato di moda.
Forza Ragazzi e Forza Inter.
I Campioni siamo noi.
Bella la terza (per il target a cui si rivolge e che il video di lancio evidenzia) e bello il messaggio veicolato (-3,2,1…e allora il Tibet, gli Uiguri?!?!).
E bella pure la canzone che hai scelto.
Ma, guarda vado contro la mia tendenza nostalgica.
Tra le ultime psico-squame non mi dispiace.
Per questo mi ha fatto anche venire in mente n brano che come a te, mi piace assai. 😉
Grande pezzo
Personalmente di italianità e interismo (che mi ricorda Severgnini, buah) frega zero.
Interessa che la gente sia buona e Dima lo è.
Che sia giovane è importante perchè significa prospettive di crescita: peccato che tutti gli italiani abili e arruolati citati (Sensi ormai fa coppia fissa con Sanchez tra i ruba stpendio), tranne Barella, siano tutto fuorchè giovani.
Quella sarà la sfida della dirigenza una volta liberata dai contratti assurdi di gente over30 di cui siamo pieni, che spero vivamente non siano rinnovati. Diamo fiducia a Marotta e speriamo che ci sia coraggio di lanciare nuovi Dima, anche stranieri
E’ già partito il carro di Dimarco?
avrei scommesso la casa che Dimarco sarebbe arrivato fino alla prima squadra dell’inter.
Visto giocare la prima volta alle finali nazionali giovanissimi, poi allievi, e poi Primavera sempre laureandosi campione d’italia, con quel sx al cashmere da far invidia a Andy Bremhe. Sempre con suo babbo presente alle partite indossando la maglia dell’inter con la scritta “DIMA” dietro.
Amico di famiglia…
Se ci puoi far avere qualche autografo, grazie.
autografi non li chiedo a nessuno, non mi piacciono…
#maiunagioia
Abbi pazienza, la Leotta è una presa difficilissima
da seguire, stanare e…. 🙊
Basta nominare due biondi, Di Marco e Brehme e come d’incanto appare la Leotta…