Grazie ai ragazzi politicamente scorretti (ma adorabili) di Ofoball, qualche settimana fa, sono uscite le prime indiscrezioni sulle linee di abbigliamento della stagione 21/22 (si, ci sarà ancora Nike, suvvia pensavate davvero che si cambiasse con la bacchetta magica?).
Come si nota dalle immagini, balza subito all’occhio lo stemma Inter con monogramma nero e cerchio azzurro più spesso, base a pelle di serpente, nuovo serpente e nuova scritta Inter Milano dal 1908. Si, quella che sembra Prada.
Analizziamo prima le cose prettamente legate all’abbigliamento. Innanzitutto, finalmente, la texture pelle di serpente diventa protagonista. L’avevamo vista nella maglia 01/02, nella Away 15/16 e in innumerevoli concept in rete.
Notiamo poi lo stemma con il monogramma in nero: non è il solito stemma di colore fuorviante volutamente fuori identity, è il nostro stemma con una variante credibile.
C’è anche un serpente del tutto nuovo per la nostra identità.
Infine si vede anche una nuova struttura e forma della scritta: Inter, Milano, dal 1908. Questa è sicuramente la novità più interessante e quella che suscitato la perversione di una possibile collaborazione con Prada…direi anche inevitabilmente.
Facciamo finta per un momento che questo sia il famoso RESTYLING pseudo spoilerato sui social da pseudo insider e mai pseudo confermato. Sappiate che un restyling che coinvolge una identity di un club può essere effettivo solo quando lo sponsor tecnico (ed altri fornitori) ha la finestra produttiva per inserirlo, motivo per cui molto spesso capita che una nuova identity o un restyling abbia tempi di entrata in vigore diversi o sfalsati rispetto ai tempi di progettazione o presentazione. Se questo fosse un restyling, BEH, tanta roba. Il fatto di passare al monogramma nero semplificherebbe la letture dello stemma che passerebbe da 4 a 3 colori, esaltando oro e azzurro rispetto al precedente.
Chiaro, la scritta è palesemente un omaggio a Bertolucci (Prada), forse troppo, talmente troppo da sfiorare il ‘Versace n’altro litro’ della bancarella. A livello estetico nulla da eccepire, un carattere tagliente, statuario e che dire della struttura?
Perfetta per inquadrare e posizionare il brand, perfetta per la necessità più grande di Suning nel mercato asiatico: associare il nome INTER alla città di MILANO. Sembra una banalità, ma fuori dall’Europa è tutto tranne che scontato soprattutto in virtù del fatto che il Milan è stato un brand molto forte per tanti anni.
Che dire del biscione? Stavolta è proprio una biscia, quindi lontano dall’iconografia draghesca sforzesca e più vicina a quella linguistica del bisicone. Però a guardare bene sembra anche un po’ il serpente di Gucci, no?
Tutto bello vero?
Forse anche troppo, io apprezzerei tantissimo questo stemma, la scritta e il serpente, ecc ma non mi convincono. Io ipotizzo che tutta la collezione Home sia fashion inspired o mood fashion, una cosa tipo: “raga facciamo un omaggio ai grandi marchi della moda italiani” – “GENIO!”. Immagino una collezione che usi il linguaggio usato dei brand della moda declinato sulla identità del club (un approccio che nel kit design viaggia dal 2016 e ormai è quasi old). Mi spiegherei così la scritta Inter in stile Prada, il serpente in stile Gucci, le pelle di serpente esagerata e protagonista.
Perché questo viaggio? Perché trovo davvero difficile che un club e un brand come l’Inter decida di rinnovarsi ricalcando così spudoratamente un altro brand. Lo accetterei di buon grado se Prada o altri fossero azionisti di maggioranza…ma non è così.
Ma potrei sbagliarmi, potrebbe anche essere davvero un restyling dello stemma del club (che ci potrebbe stare ed essere autonomo) che casualmente risulti abbinato ad una collezione Nike con linguaggi ad imitazione fashion…sarebbe un piacevole equivoco.
Come al solito mi trovo a scrivere di tutto sapendo niente, ma intanto ci ragioniamo e cerchiamo di esorcizzare la paura di vedere rimaneggiato più del dovuto il nostro glorioso stemma…perché sia chiaro, identità o morte!