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I voti del Maestro “Oldman”

A stagione finita e con un paio di cosucce da sentenziare che potrebbero allietarci l’estate e poco più, da interisti Campioni d’Italia possiamo cominciare a fare l’analisi della nostra stagione. Queste cercheranno di essere pagelle che guardano a 360° la stagione non solo tecnica della nostra squadra e del Mister. Partirò dal migliore al peggiore e lascerò il Mister per ultimo.

Romelu Lukaku: 95/100 – Best Player Season 2020 2021 – Con lui abbiamo dimenticato il problema della costruzione del gioco di attacco. Che la palla arrivi da un compagno, dal portiere o da un rimpallo, una volta arrivata a lui è già gioco di attacco. 29 gol e 10 assist tra i quali perle di una bellezza inaudita e di una potenza semplicemente imbarazzante. È dura trovare un difetto su un giocatore così generoso e decisivo che di sicuro il gioco “basso” di Conte non ha premiato con moltissimi assist. Vedi Sarri con Higuain o lo stesso Icardi che nel 4-3-3 ne appoggiava in porta più di quanto creava lui stesso. Se proprio potessimo esprimere un desiderio per l’anno prossimo potrebbe essere quello di migliorare l’uno contro uno con il portiere e nel colpo di testa in attacco ma solo perché rispetto ai 29 gol fatti da uno alto 1,91 ce se ne aspetteremmo qualcuno in più dell’unico fatto, ma stiamo chiedendo davvero la perfezione. Abbiamo solo un grandissimo dispiacere su Romelu ed è stato quello di non averlo visto allo stadio quest’anno. Il gol del derby in velocità avrebbe fatto letteralmente impazzire la folla, migliaia di in printing a giovani tifosi che non avrebbero mai più smesso di amare lui e l’Inter. Ma siamo impazziti anche a noi vecchi nel momento in cui chiama tutti i compagni a raccolta dopo quel gol stratosferico che fa sentire al mondo che lui è il Re di Milano è il Re dello scudetto! E i re finiti e chiacchieroni, muti!

Stefan de Vrij: 93/100 – Un’altra stagione perfetta nella piena maturità professionale. Giocatore di una classe superiore che sarebbe titolare in qualsiasi squadra abbia vinto tutto negli ultimi 5 anni. Giocatore silenzioso ma efficace, mai un intervento cattivo mai un intervento tecnicamente scomposto. Se anche quest’anno l’Inter ha la miglior difesa del campionato dei 3 centrali lui è quello che da la tripla mandata a chiudere il cancello. Scadenza contratto 2023 please staccare immediatamente assegno in bianco.

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Lautaro Martinez: 90/100 – Stagione della consacrazione tecnica, 18 gol e 10 assist, in campo 47 volte è il giocatore con più presenze questa stagione. Questo ragazzo sarebbe la seconda punta che ronza intorno al perno centrale, invece è parte stessa del perno con i suoi passaggi no look e i triangoli di esterno in velocità. Tutte le azioni più belle di questa stagione sono passate dai suoi piedi ed il lavoro in copertura vale tanto quanto quello offensivo. Certo a 23 anni se lo può permettere, quello che non può permettersi è di fermare la sua crescita tecnica, c’è ancora molto da lavorare sull’esecuzione del tiro e sul controllo dello stesso, ma questo è un diamante purissimo e se andiamo a vedere cosa ha fatto alla sua età ne troviamo pochissimi dello stesso livello e sono i più forti al mondo. Anche lui in scadenza a giugno 2023 neanche ve lo devo dire che va firmato subito il rinnovo.

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Nicolò Barella: 85/100 – A 2/3 di stagione era a 99/100 gli si accostava chiunque da Nicola Berti a Matthaus, ma onestamente neanche questi due avevano avuto delle stagioni così intense e performanti come quella vista con Barella fino a marzo. Tecnica, corsa, intelligenza, generosità e anche del sano cazzeggio, roba da far diventar matto anche il più pacato dei tifosi. Inevitabile un calo fisico e mentale a fine stagione e qui forse più che lo stesso Nicolò avrebbe dovuto essere il Mister a fermarlo per farlo rifiatare ma ormai eravamo entrati nelle partite decisive per vincere lo scudo e nessuno si poteva più fermare. Peccato perché alcune partite non sono davvero state all’altezza della prima parte di campionato, ma questo sarà sicuramente di insegnamento al nostro, perché lui è nostro, ragazzo per le prossime stagioni dove si spera anche le coppe si giocheranno fino alla fine e lì sarà fondamentale essere sempre al top.

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Milan Skriniar: 84/100 – A me faceva molto ridere la polemica ad inizio stagione sul fatto che il Mister non credesse in lui e al netto delle sciocchezze lette non credo che neanche per un millesimo di secondo il Mister abbia mai pensato di non avere Scrigno tra i tre dietro. E la sua stagione è stata sublime al limite della perfezione. Vi dico solo che su 39 partite giocate Skriniar ha preso 2 cartellini gialli 2! E non si può certo dire che abbia giocato con i piedi di burro. Anche quest’anno ci ha regalato dei gol fondamentali 3 gol che valgono letteralmente 7 punti di cui uno con l’Atalanta nel girone di ritorno che in pratica li toglie dalla lotta scudetto. Tatticamente il 5-3-2 in fase difensiva con Hakimi a guardargli la fascia, lo ha fatto tornare il muro che conoscevamo e a 26 anni e con scadenza anche lui a giugno 2023 è da confermare ieri.

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Achraf Hakimi: 83/100 – Tante considerazioni su questo ragazzo. La prima spontanea diretta ed immediata è come sia possibile che il Real abbia lasciato andar via questo fenomeno? Qui ci troviamo molto molto probabilmente di fronte alla vendetta su Roberto Carlos, che se Lautaro è un diamante purissimo questo lo è ancor di più a 22 anni. C’è un margine di crescita mostruoso e già questa stagione il Mister lo ha lavorato insegnandogli un ruolo fondamentale per le sue caratteristiche fisiche e tecniche. Chiude la stagione con 7 gol e 10 assist ma siamo sicuri che domenica sera si dovrà aggiornare anche questo dato che con uno come lui bisogna davvero aspettare l’ultimo secondo dell’ultima partita, i suoi door to door al 90mo sono qualcosa che ti fa impazzire e soprattutto fa impazzire gli avversari che cadono come mosche inseguendolo… Ecco se esiste un motivo per cui non vediamo l’ora inizi la prossima stagione Achraf ne è l’esempio perfetto.

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Alessandro Bastoni: 80/100 – 22 anni e sembra che giochi da 10. Piedi, testa, coraggio, senso tattico. Se parliamo di diamanti qui ne abbiamo un altro da Regina d’Inghilterra. Stagione della definitiva consacrazione di fuoriclasse che potrà prendere l’eredità dei più grandi della nostra storia. Ma c’è molto da lavorare anche per lui, deve capire come gestire il coraggio, limitandolo, quando pensa di poter beffare Ronaldo in dribbling, invece di buttarla in tribuna e trovandolo, quando si aprono spazi in cui infilarsi e creare superiorità numerica o lanciando il compagno che va in porta anche rischiando la brutta figura. Di sicuro fossi l’allenatore dell’Inter avere un ragazzo con quel fisico e quelle potenzialità tecniche, sarei l’uomo più felice del mondo! Non vorrei sembrare ripetitivo ma anche qui parliamo di una scadenza giugno 2023. Occhio!

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Matteo Darmian: 77/100 – Semplicemente il dodicesimo uomo! alla fine della fiera 33 presenze con 4 assist e 4 gol pesantissimi che valgono solo in campionato ben 9 punti. 11 partite a sinistra, 11 partite a destra e anche una da centrale. Basterebbero questi numeri per far capire la sua importanza ma ci metto pure il fatto che con la sua presenza in campo l’Inter ha la media punti a partita più alta di tutta la rosa. Senza ombra di dubbio l’acquisto per rendimento/costo migliore di questa stagione.

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Marcelo Brozovic: 75/100 – Un’altra stagione che ti chiedi a cosa ti serve un centrocampista che segna solo 2 gol e crea poco gioco offensivo, un’altra stagione che hai la conferma che quando manca o viene marcato a uomo come ad inizio stagione si spegne letteralmente la luce nel centrocampo. Può piacere o no, può far incazzare moltissimo, perché se c’è una certezza per noi interisti è che prima o poi Brozo ti fa tirar fuori il moccolo, ma per noi resta un giocatore fondamentale. E una volta capito come fargli giocare vicino Eriksen si è trovata la quadra definitiva che ci ha lanciato verso il 19mo titolo. Più che un giocatore è una mascotte il suo ciondolare delle braccia è il metronomo con cui creiamo gioco, ci piacerebbe molto segnasse qualche gol in più visto che di tiri ne fa comunque molti ma uno che corre i chilometri che fa lui in partita se fosse anche preciso nei tiri avrebbe le antenne e la coda fosforescente…

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Christian Eriksen: 72/100 – Letteralmente plasmato da Conte in un ruolo di sicuro non suo. Era partito male esattamente come aveva lasciato la scorsa stagione ma poi una volta capito che da Milano non si sarebbe mosso ha trovato le motivazioni per fare l’unica cosa che gli avesse permesso di giocare, ossia seguire le indicazioni del Mister. Buona parte del voto positivo è dato dalla voglia di adattarsi a questo e alla sostanza messa in campo soprattutto nella corsa decisiva delle 11 vittorie consecutive dove, a parte con la Fiorentina, è sempre in campo da protagonista. Ancora negli occhi il gol fondamentale contro il Napoli che ci salva da una sconfitta molto pericolosa e quella sorta di amplesso infinito che è stato il gol al derby in Coppa Italia. Chiude in calo come se lo stare troppo lontano dall’area alla fine lo avesse svuotato dei contenuti tecnici per i quali è considerato unanimemente tra i più forti in Europa. Altrettanto onestamente bisogna dire che per farlo giocare in quel ruolo non c’è bisogno di un giocatore di quella qualità e stipendio. La sensazione è che potrebbe essere la vittima sacrificale per il prossimo mercato, la cosa che mi piace molto pensare è che comunque vada, anche se a sprazzi, abbiamo avuto modo di vedere il campione che è e che con un altro allenatore in futuro potrebbe essere. Never say never.

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Alexis Sanchez: 70/100 – 7 il voto della stagione, 7 il numero di maglia 7 le partite saltate per infortunio, 7 i gol fatti, 7 gli assist fatti… che dire in un numero la storia di questo giocatore. Allora sciogliamo subito un dubbio Sanchez ha fatto il suo e questo scudetto è anche merito suo. Tutte le volte che è entrato in corsa ha aperto il manuale della perfetta riserva e ha insegnato ai giovani calciatori cosa si deve fare per guadagnarsi il posto da titolare in squadra. Certo con quei due davanti era comunque impossibile prenderselo, ma il Mister per primo gli ha più volte riconosciuto l’importanza in campo e negli allenamenti con la mentalità di chi qualche trofeo (15 per la precisione) se lo è portato a casa. Crediamo che sarà molto molto utile anche l’anno prossimo che in Champions avremmo acquisito sicuramente più esperienza e mentalità per andare ancora più avanti.

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Samir Handanovic: 67/100 – Per chi come me che difende i portieri a spada tratta è impossibile non riconoscere che questa stagione il nostro Capitano ha avuto un forte calo mentale. Per il fisico poi a 36 anni (37 a luglio) aspettarsi l’esplosività di un ragazzino sarebbe anche innaturale, al netto delle sciocchezze tecniche che leggo su qualsiasi gol preso. Resta il fatto che il problema portiere è un tema serissimo che la Società deve affrontare molto più seriamente di quanto fatto finora. Detto ciò in una stagione in forte calo le partite a reti inviolate sono state 17 su 46 partite ma se negli anni precedenti era raro vedere errori tecnici macroscopici quest’anno le prestazioni di alto livello come con il Napoli, Atalanta e il Milan non hanno compensato le tante indecisioni, alcune sanguinose, viste in campo. C’è da fare una valutazione molto delicata su Samirone oggi il gioco di Conte si affida ai suoi piedi e alla sua capacità eccellente, di sicuro la migliore in Italia e tra le migliori in Europa, di iniziare il gioco dalla nostra area, se cambiamo il portiere rischiamo di perdere molto in tal senso. Abbiamo visto molti gol partire dai piedi di Samir che da regista difensivo spostava il gioco da un lato o dall’altro in velocità o lanciava direttamente Lukaku o per la spizzata di Lautaro. Non solo, senza pubblico abbiamo sentito sempre Samir dettare ai compagni le linee di passaggio sul pressing avversario. Questa opportunità tecnica e tattica è uno dei razionali che hanno permesso a Conte di cambiare a metà stagione l’impostazione del gioco aspettando l’avversario nella nostra metà campo e ripartendo in velocità per colpirlo in contropiede. Al netto dei singoli errori non sono deluso di questa stagione del Capitano, a 36 anni e per il ruolo che ricopre poteva di sicuro far meglio ma se domenica alziamo la coppa di Campioni d’Italia c’è anche del suo sopra. Mi auguro davvero che l’anno prossimo possa fare da chioccia al nuovo gioiellino che prenderemo da mettere tra i pali, ma la domanda sorge spontanea, c’è il gioiellino?

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Ivan Perisic: 66/100 – Eh sì ci ha illuso anche questa volta il nostro Ivan il Terribile un paio di mesi da cosacco imbizzarrito e poi il solito vorrei ma non posso che ci ha fatto impazzire per 5 anni. 4 gol e 5 assist sono davvero pochi per un giocatore della sua tecnica ed esperienza che a parte i due mesi è tornato ad essere il giocatore per il quale nessuno si è strappato le vesti quando è andato al Bayern. Peccato davvero perché il Mister è riuscito a dargli un senso tattico molto interessante che con le sue potenzialità poteva diventare sanguinoso per le difese avversarie partendo da dietro la linea della palla, cosa che invece con i suoi limiti tecnici invece ha fatto benissimo Darmian. Sufficienza stiracchiata direbbe il mio vecchio professore di italiano che completava il quadro con il più classico peccato perché con la tua intelligenza potresti fare molto di più. Ecco Ivan almeno un bel cartone a quella merda che ti ha rubato il rigore sabato lo potevi tirare, ti avrebbe portato il voto a 100/100

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Danilo d’Ambrosio: 65/100 –Alla fine realizzi un sogno e di questo sogno sei anche colui che segna il gol decisivo della prima vittoria del campionato. Il calcio è uno sport incredibile ma quello che è incredibile è quello che ha fatto Danilone d’Ambrosio per restare in questa squadra fino a questa domenica, alzando il trofeo della vita.

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Roberto Gagliardini: 64/100 – Onestamente scrivere Roberto Gagliardini Campione d’Italia fa un po’ effetto, per chi molto sinceramente la maglietta te la darebbe solo dietro pagamento con carta di credito all’Inter Store, però i numeri sono una cosa bellissima e i fatti dicono che in questa stagione hai comunque partecipato in serie A a 27 partite realizzato 2 gol e 3 assist tutti bellissimi. Grazie anche a te!

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Andrea Ranocchia: 63/100 – Immarcescibile Andrea! 7 partite da titolare un assist e tantissima concentrazione con zero errori sul groppone. Infine la fascia di Capitano nella vittoria finale con la Roma. Bella storia Rana!

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Ashley Young: 62/100 – l’anno scorso arrivato a metà stagione hai realizzato 5 gol e 6 assist, quest’anno solo 4 assist e poco altro visto in campo. La sufficienza solo per la stima e comunque la grande professionalità vista in campo ogni volta che sei entrato. Di sicuro sarai uno dei pochissimi inglesi a poter dire di aver vinto lo scudetto.

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Matias Vecino: 60/100 – Voto di stima per quei pochissimi minuti visti in campo. Sono strasicuro che se l’anno prossimo indosserai ancora la sacra maglia con il Mister in panchina potrai dire la tua.

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Andrea Pinamonti: 60/100 – Checché ne dica il Mister sulla tua crescita questa è una stagione da dimenticare professionalmente e nonostante tutto sei riuscito anche a metterne una nel sacco. Pensaci bene a cosa fare l’anno prossimo, ma bene bene.

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Arturo Vidal: 50/100 – Vidal è riuscito nell’impresa quasi impossibile di farsi cacciare dal campo da colui che per primo si era messo in gioco per portarlo in rosa. La cosa assurda è che per qualità del gioco espresso non era stato neanche così disastroso, tutt’altro. Ma gli errori sono stati così decisivi, evidenti e pacchiani che alla fine anche il Mister si è rotto le palle e lo ha tolto di mezzo. Ti ricorderemo solo così esultante dopo aver purgato le merde.

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Stefano Sensi: 40/100 – zero gol, zero assist, zero gioco, vogliamo pensare che i suoi infortuni siano stati un problema serio e vero, per potenzialità la più grande delusione della stagione.

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Aleksander Kolarov: 30/100 – Onestamente credevo che potesse essere ancora un giocatore di calcio, ma a certi livelli l’età conta. Soldi buttati.

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Antonio Conte: 90/100 – Fra qualche anno o forse tra qualche settimana, sapremo come il Mister è riuscito ad arrivare a questo traguardo o per meglio dire attraverso quale mare in tempesta ci è arrivato. Perché se ho una sicurezza e ce l’ho dall’estate scorsa, tutta la narrativa sul Conte impazzito, Conte che si lamenta, Conte che sputa sul piatto dove mangia, era costruita ad arte dall’interno per nascondere le magagne della Società e dall’esterno per sputtanare il suo lavoro come ciclicamente accade da oltre trent’anni agli allenatori dell’Inter. Questo per dire che Antonio Conte ha portato questo scudetto all’Inter e ribadisco Antonio Conte ha portato questo scudetto all’Inter non solo con il suo lavoro tecnico ma soprattutto con la sua capacità di accentrare tutte le magagne societarie che oggi stanno uscendo fuori con sempre più chiarezza. Tecnicamente sapete tutti che lo scudetto è stato vinto quando il Mister ha deciso di spostare la nascita del gioco dall’area del portiere, spostando Hakimi e Perisic quasi in linea con i tre centrali, in partenza di gioco e in fase di non possesso palla. Non più pressing dei tre davanti sul portiere avversario, ma pressing blando sulla linea di metà campo evitando buchi a centrocampo dove nella prima parte della stagione i nostri avversari si infilavano come lame. Il tutto con schemi di ripartenza bellissimi fatti di triangoli in velocità e sovrapposizioni dei laterali. Per un paio di mesi abbiamo visto una squadra fisicamente dominante giocare da Dio! Roba da leccarsi i baffi. Poi quando le partite hanno cominciato a pesare molto e i 3 punti volevano dire sempre di più scudetto è uscito inevitabilmente il braccino. La squadra dopo Bologna ha iniziato a gestire il campionato ed è rinculata sempre di più perdendo anche un po’ di smalto fisico. A quel punto è stato quasi naturale farci mettere sotto, anche mentalmente, da squadre inferiori alla nostra. Non mi è piaciuto per niente questo finale di stagione alcune partite hanno evidenziato il problema atavico della mentalità sbagliata. E se è vero che certe prestazioni erano anche figlie di una cavalcata portentosa, le giustificazioni andavano a farsi fottere quando in svantaggio o con la necessità di fare gol la squadra invece ritornava a macinare il miglior gioco visto in precedenza. Ecco Mister se parliamo di mentalità e di salto di qualità in questo senso anche la partita con la juve è stato un chiaro esempio di come una partita da giocare con zero problemi di testa doveva essere l’occasione per giocarsela a viso aperto e non aspettare dietro, quegli scappati di casa che potevano vincere solo in quel modo. L’anno prossimo si ritorna in Champions League e non è vero per niente quello che si dice che con il gioco di oggi facciamo di sicuro meglio rispetto a quanto visto in questa stagione, che se l’assetto tattico è di sicuro più equilibrato è sempre con la mentalità che si vincono le partite di Coppa e by the way i campionati. Ma sono sicuro che il Mister sa benissimo di cosa sto parlando non si vince quello che ha vinto lui senza la mentalità giusta e il giusto approccio tattico. In tutti i casi Grazie Mister, grazie anche del silenzio che hai tenuto finora su quello che sarà il tuo futuro, ci piacerebbe moltissimo tu restassi per mettere la seconda stella ma se anche pochi minuti dopo la partita con l’Udinese ci dirai che te ne andrai no problem, sappiamo già cosa si prova… Grazie!

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Giuseppe Marotta: 100/100 – Per me semplicemente perfetto. Ha gestito la Società come se fosse lui la proprietà, spegnendo sul nascere tutti gli incendi che regolarmente sono stati accesi dai media e a volte all’interno della Società stessa. Ha gestito Conte in un momento come quello della scorsa estate dove poteva succedere di tutto e mandare a puttane il lavoro dello scorso anno preparatorio a questo scudetto. En passant ha fatto anche l’AD dell’area tecnica accontentando il Mister nella campagna acquisti e gestendo una situazione come quella di Eriksen davvero difficile o per la prima volta della nostra storia un non mercato acquisti. Qualunque sarà la futura proprietà, un uomo come Marotta e basta guardare altri lidi per capirlo, è fondamentale averlo in Società per continuare a vincere.

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La Proprietà: 80/100 – Il voto è la media tra il risultato finale, che vede la prima proprietà cinese della storia vincere un trofeo in Europa e l’assoluta mancanza di comunicazione sulla gestione presente e futura della Società. C’è ben poco da dire e scusate il gioco di parole ma quello che non sappiamo ancora, lo sappiamo tutti. Non saremo sempre grati agli Zhang per questo scudetto e per aver portato l’Inter dai quasi libri in tribunale a dove siamo oggi. Ma la domanda sorge spontanea dove siamo oggi? Aspettiamo ansiosi e fiduciosi ma occhio Signori che noi tifosi non siamo coglioni seguiamo il proverbio cinese che dice “Fidete der ricco impoverito e nun te fidà der povero arricchito”.

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Oldman

Il Maestro: a sei anni si è perso nel parterre di San Siro in un Inter-juve, a dodici la madre lo sventola vestito di nerazzurro in Curva Sud, a trenta va in metro a Roma vestito da Ronaldo, quello vero, a quaranta fa caroselli seminudo a Piazza del Popolo, a cinquanta guarda di nascosto l'Inter nel reparto di terapia intensiva cardiologica, da ricoverato. A sessanta conta di perdersi ancora, nel nuovo stadio di Milano.

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