Bauscia Cafè

Elogio di Ranocchia

Direte: ma con tutti i top player che abbiamo proprio di Ranocchia ci tocca leggere. Ebbene sì perché come sapete questo blog ha servito sempre e solo l’Inter e se c’è un giocatore che in questi anni lo ha fatto sul campo beh è proprio lui, Andreone da Bastia Umbra. 

Lo osservavo sabato sera lì in campo, con la massima dedizione nel difendere e nell’attaccare. Non aveva davanti Ibra o Ronaldo ma ogni palla che arrivava a Lapadula lui era lì che copriva bene, che provava a portarlo verso l’esterno del campo tentando anche di tenergli testa in velocità pur non avendo il fisico da centometrista (per usare un eufemismo).

Ad ogni nostro corner Rano stava in area cercando di fregare gli avversari, entrando e rientrando dalla linea di porta difesa da Montipò come se avesse studiato nel dettaglio il modo per passare inosservato agli occhi dei difensori e poi zac insaccarla di testa come non di rado ha fatto negli ultimi anni.

Che siano 90 o 2 minuti. Che sia nel suo ruolo o in attacco (viene in mente il periodo in cui Spalletti lo metteva davanti sperando che di testa sovrastasse le difese avversarie) Ranocchia c’è sempre e mette il 100% per questi colori senza mai lamentarsi. E proprio questo è il motivo che lo rende oggi giustamente molto apprezzato dai tifosi.

Nella foto un vero capitano, poi dietro Icardi

Eppure le difficoltà non sono mancate nel suo percorso nerazzurro, oltremodo irto di ostacoli per un ragazzo come Andrea apparentemente fragile ma che in realtà ha la sola colpa di avere sentimenti e ideali che si conciliano difficilmente con questo calcio fatto di soldi, immagini e sbruffoneria. In passato, dopo un primo periodo molto positivo in nerazzurro (rivedere la sua prestazione nell’epica rimonta col Bayern Monaco per credere) si è via via un po’ perso trovandosi paradossalmente nel proprio periodo peggiore nel momento in cui Capitan Zanetti gli ha lasciato la fascia nel 2015.

Da lì in poi tra cambi moduli e nuovi allenatori non è riuscito a rendere all’altezza delle aspettative create da quel difensore che nel Bari di Ventura affiancava elegantemente Bonucci, sembrando anche il più predestinato dei due.

Poi il prestito alla Samp, quello in Premier all’Hull City e poi il rientro all’Inter con Spalletti: è lì che avviene la svolta dentro di lui e dentro il cuore dei tifosi.

Nelle difficoltà della squadra accetta sempre di entrare per pochi minuti ricoprendo anche il ruolo, come detto, di attaccante. Come in un contrappasso dantesco prende il ruolo di Icardi nel periodo in cui l’argentino, il capitano che l’ha succeduto, si rifiuta di tornare in squadra, ufficialmente per infortunio ma in realtà per ben altre ragioni su cui non stiamo a tornare. La maggioranza dei tifosi nerazzurri iniziano a pensare: beh non sarà Samuel o Materazzi ma se ci mettessero tutti il cuore e l’attaccamento alla maglia che ci mette lui forse non saremmo stati fuori dalla Champions per sei anni.

Il punto è proprio questo. Le singole vittorie le ottieni con i piedi buoni, con i gol, con la cattiveria, con l’agonismo. Ma i trofei a fine stagione li alzi se il gruppo è unito, se le riserve entrano in campo pronte a buttarsi nel fuoco per ogni pallone e se ogni sconfitta viene vissuta come un affronto ai colori che indossi e non un incidente di percorso da dimenticare già il giorno dopo . In poche parole, se ti comporti ogni giorno come Ranocchia.

Continuiamo così, diamo ognuno il massimo apporto in ogni partita, seguiamo l’esempio di Andrea e prima o poi quel trofeo che manca dal 2011 tornerà tra le sue braccia, l’unico nell’attuale rosa che c’era in quella sera di maggio contro il Palermo.

L’ex Caldirola prova a fermare Ranocchia

Julione94

Toscano emigrato a Roma, già a 3 anni girava con la maglietta di Ronaldo il Fenomeno. Con un nome e cognome così simile al portierone dell’Inter di Herrera la passione per i numeri 1 era inevitabile. Pessimista esistenzialista, ancor di più dopo aver visto una tripletta di Ekdal in 15 minuti a San Siro.

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