Bauscia Cafè

Il Mondiale dell'Italia

Mentre Wesley Sneijder dichiara “Al Real Madrid non torno, sarei matto” e Diego Milito gli fa eco con “Il futuro? Sono felicissimo di giocare nell’Inter” (dichiarazioni che, ci scommettiamo, non avranno una grossa eco sulla carta stampata) si conclude definitivamente l’agonia sudafricana per tutti gli italiani in trasferta nel continente nero. A differenza di quelle agonie che portano a un lento e inevitabile spegnimento, però, questa si chiude con tre tonfi secchi, fragorosi, ingiustificabili.
Del clamoroso fallimento di Marcello Lippi e della sua personalissima selezione di amici abbiamo già discusso ampiamente. Il capolavoro italiano è stato però completato dagli altri quattro attori rimasti ancora in Sud Africa e slegati dalle sorti degli Azzurri: Fabio Capello, Roberto Rosetti, Stefano Ayroldi e Paolo Calcagno.
Nel pomeriggio di Bloemfontein, l’Inghilterra di “Faboulous” (ancora?) Capello secondo il Guardian gioca 54 secondi su 90 minuti. Il risultato è una disfatta storica contro una Germania apparsa irresistibile forse più per i limiti inglesi che per reali meriti propri. In vantaggio per 2-0 senza la minima resistenza del pacchetto difensivo d’Albione, i tedeschi subiscono la furia inglese che si concretizza nel 2-1 di Upson e in un clamoroso “gol fantasma” negato dalla terna arbitrale con Neuer che recupera la palla dopo che è entrata di quasi un metro. Poi solo un po’ di blando forcing all’inizio del secondo tempo per gli inglesi, che si sciolgono definitivamente su un contropiede nato da una punizione di Lampard. 3-1 e poi anche 4-1, in una partita che segna un pesante fallimento di Mr.Fabio. In difesa, lascia in panchina Carragher per Upson che, gol a parte, non è certo il compagno ideale di Terry. Lo stesso Terry è apparso in grossa difficoltà, e non solo nella partita di ieri. Stessa cosa per Rooney in attacco, inspiegabile fantasma di sè stesso e vittima come tanti compagni di una preparazione -a quanto pare- tutt’altro che leggera. Ai soliti discorsi sulle convocazioni, con Walcott lasciato a casa e Heskey a giocare in fascia (contro la Slovenia) e ad accumulare minuti su minuti ai danni di Crouch, pesano come macigni su Capello una serie di discorsi tattici riguardanti il centrocampo. Se era diventato “Faboulous” per il modo che aveva trovato nelle qualificazioni di far coesistere Lampard e Gerrard, è proprio sui due fuoriclasse della Golden Generation che vede crollare il suo progetto tattico: Lampard poco brillante in mezzo e Gerrard costretto alla fascia, con uno spaesato Barry che nel tentativo impossibile di legare i movimenti dei due finiva col perdere anche le sue buone qualità. Il tonfo di questa Inghilterra ossessionata dalla vittoria, insomma, è stato fragoroso tanto quanto quello delle cugine Francia e Italia e il futuro di Fabio Capello è oggi quantomai incerto. Di certo chi si mangia le mani per non aver portato avanti i discorsi con l’Inter, oggi, è senz’altro lui.
Sono gli ultimi tre italiani rimasti in gioco a quel punto, però, a mettere il definitivo fiocco al disastro nazionale in Sud Africa. Al Soccer Stadium di Johannesburg, la terna designata per Argentina-Messico vede in mezzo al campo Roberto Rosetti e ad assisterlo Stefano Ayroldi e Paolo Calcagno. Al minuto 26 il capolavoro: passaggio filtrante di Messi per Tevez che viene respinto dal portiere messicano, la palla ritorna a Messi che cerca di insaccarla con un meraviglioso tocco sotto. Il tiro è però troppo debole e sarebbe facile preda dei difensori in rimonta, se non fosse che, solo a un metro dalla linea di porta, Carlitos Tevez pensa bene di metterci la testa e ribadire in rete. Il fuorigioco è clamoroso: al momento del tocco di Messi, Tevez non solo è dietro al penultimo difendente ma è addirittura l’uomo in campo più vicino alla porta del Messico.
L’errore di Ayroldi basterebbe da solo a mettere fine all’esperienza sudafricana di tutta la terna, ma Rosetti ci tiene a rubargli la scena e il trofeo per la peggior figura fatta e mette in scena un teatrino mai visto. Succede, probabilmente, che Ayroldi si accorge dell’errore e richiama l’arbitro a colloquio: a quel punto i due si trovano circondati da tutti i giocatori in campo, con Rosetti che non fa nulla per tenerli a distanza e Calcagno che resta dall’altra parte a farsi i fatti suoi. Nel frattempo i megaschermi trasmettono le inequivocabili immagini: tutti in campo le vedono ma, incredibile ma vero, il fischietto torinese preferisce andare contro le indicazioni del suo assistente, convalidare il gol e falsare un Mondiale intero piuttosto che dare l’impressione di essere stato influenzato dai megaschermi. Praticamente un imbarazzante Elizondo al contrario.
Sembra impossibile, a questo punto, vedere ancora Rosetti, Ayroldi e l’incolpevole Calcagno in campo in questi Mondiali. Il tutto a sancire un fallimento totale della rappresentanza italiana: dal punto di vista del calcio giocato, dal punto di vista dei direttori di gara (nessuno in RAI fa battute sul terzo mondo del calcio, oggi?) e dal punto di vista dirigenziale.
Un sistema calcio fallito sotto ogni aspetto che vede nell’Inter, oggi come non mai, l’unica eccellenza dell’intero movimento.
E che anche in una giornata come questa è capace di trovare comunque il lato positivo. Abbiamo avuto, infatti, la prova definitiva che il milanista Ayroldi (Fiorentina-Inter) e l’imbarazzante Rosetti (Bari-Inter, Inter-Napoli) non erano parte di un complotto: erano incapaci.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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