Bauscia Cafè

Le ultime otto

I quarti di finale che sono venuti fuori da questo Mondiale africano sono un mix perfetto di storia, sorprese, classe, tattica, grandi sfide e affascinanti outsider. Forse un mix troppo perfetto, ma tant’è.
Una tra Uruguay e Ghana rappresenterà la sorpresa delle semifinali. Posto garantito tra le prime quattro del mondo per una fra due squadre che non hanno affatto questo “elemento sorpresa” come unico fattore in comune. Da una parte una Celeste che più concreta non potrebbe essere e che sin dalle prime giornate si è proposta come una delle più credibili outsider del mondiale. La solidità difensiva incentrata su un Lugano in splendida forma e l’esperienza ad alti livelli portata dai tanti giocatori che militano in Europa (di cui molti “italiani”) sono le due armi che hanno consentito a una Nazionale storicamente talentuosa ma poco solida di fare un grosso salto di qualità. Il solito talento celeste indossa quest’anno le maglie di Edison Cavani -il cui percorso di maturazione sembra portarlo sempre più in alto- e soprattutto Luis Suarez, scatenato in questo mondiale sia in fase di costruzione del gioco che sotto rete. Chiude il cerchio un Diego Forlan finalmente libero di esprimere tutto il suo potenziale anche in Nazionale. Limiti? Chi può parlare di limiti?
A fare i conti con i sudamericani terribili c’è l’unica africana rimasta in gioco nel Mondiale che doveva portare alla consacrazione del “calcio del(l’eterno) futuro”. Non è solo un caso che il Ghana sia la più “europea” tra le africane: tutta tattica, spirito di squadra e sacrificio, è la classica squadra che può imbrigliare chiunque e che, superato con troppa fatica lo scoglio USA, finirà probabilmente imbrigliata alla prima occasione. Del resto se Muntari si mette a fare la scheggia tutto genio e sregolatezza….
La vincente di questa sfida se la vedrà contro i vincitori del primo grande scontro in programma in Sud Africa: Olanda-Brasile. Gli Oranje, trascinati da Wesley Sneijder e da un attacco stellare e perfettamente calato nell’impianto tattico proposto da Van Marwijk non sono mai stati così concreti e competitivi. Il rientro di Robben non fa altro che innalzare ulteriormente la cifra tecnica e la pericolosità di una squadra che può potenzialmente battere chiunque. La difesa non sembra così sicura, ma più che altro contro questo Brasile potrebbe pagare la mancanza del classico bomber di razza. Di certo la doppia sfida sugli esterni di Robben e Kuyt (o Van der Vaart?) contro Bastos e Maicon promette di regalare scintille, non fosse altro che per la discutibile propensione alla difesa dei brasiliani. Brasiliani che, comunque, grazie alla criticatissima cura-Dunga si presentano quadrati e solidi come non mai. Lucio-Juan sono probabilmente la migliore retroguardia del mondo, e non è un caso se hanno subito un solo gol ciabattando al 90′ di una partita già vinta. Davanti Kakà sembra crescere in maniera preoccupante (per gli avversari) e Robinho e O Fabuoloso sono brutti clienti per chiunque. A maggior ragione per Heitinga e Mathjsen. La voglia di sognare dice Olanda, ma la missione, se non impossibile, è davvero molto difficile. Difficile anche pensare che la vincitrice di questo scontro non arrivi in finale, in realtà.
Dall’altra parte del tabellone quella che è già stata malignamente ribattezzata come “Adidas Cup”, anche per i clamorosi errori arbitrali che hanno avvantaggiato le due squadre negli ottavi. Da questo scontro francamente impronosticabile uscirà forse il nome dell’altra finalista. La Germania sta marchiando a fuoco questo Mondiale come non era riuscita a fare in casa propria 4 anni fa: i 4 gol all’Inghilterra sono un bigliettino da visita inquietante anche se ottenuto forse più per demeriti degli inglesi che per meriti propri. Come l’Uruguay, anche i tedeschi sembrano aver innestato nuove caratteristiche su un impianto storico, sicuramente anche per merito della nuova politica federale: di fianco alla classica solidità teutonica, infatti, troviamo un promettente controno di gioventù e fantasia: Muller-Ozil-Podolski è un trio che, alle spalle di Klose, teme davvero pochi confronti nel presente e nel futuro. Sottostimati come al solito alla vigilia, si trovano davanti a un quarto terribile. Ma l’Argentina non sarà certo contenta. L’Invencible Armada del Diez dalla metà campo in su non teme confronti in questo Mondiale, sia per la qualità degli uomini che per la varietà di soluzioni possibili. Resta qualche dubbio sulla difesa, i cui limiti sono stati portati sotto gli occhi di tutti soprattutto a causa dell’infortunio di Samuel, ma un solo gol subito fino ad oggi sembrerebbe zittire anche questa critica. Leo Messi non è ancora andato a segno in questo Mondiale, ma se qualcuno aspettava il Sudafrica per mettere in discussione un’assegnazione del Pallone d’Oro già scritta, può lasciar perdere sin da ora. Sembra la squadra ideale per mettere in crisi le certezze -soprattutto difensive- dei tedeschi.
Chiude il tabellone l’unico quarto dall’esito apparentemente scontato. Il Paraguay, per la prima volta nella sua storia ai quarti di un Mondiale, arriva a questo punto dopo aver ottenuto una sola vittoria (contro la Slovacchia). Ostinatamente priva di Cardoso ma con il ritrovato (?) gioiello (?) Ortigoza, la squadra di Martino sembra francamente non avere più niente da chiedere al Sud Africa ed è pronta a lasciare la semifinale ai Campioni d’Europa. In realtà la Spagna non sembra quello schiacciasassi ammirato in Austria e Svizzera due anni fa: “vittima” del mito del Barcellona di Guardiola non può fare a meno di affidarsi ad un granitico blocco blaugrana senza però avere Leo Messi. E così David Villa si trova a fare (ottimamente) l’Eto’o, e il ruolo della Pulce viene diviso fra le geometrie di Xavi (con Xabi Alonso in mezzo al campo) e i gol di Fernando Torres. Gol che mancano clamorosamente, insieme all’imprevedibilità dell’argentino. Il risultato è una squadra a cui piace molto specchiarsi e potenzialmente capace di un calcio di altissimo livello, ma poco concreta sottoporta. Un peccato che potrebbe rivelarsi fatale nelle ultime due partite del torneo, ma che comunque non dovrebbe mettere ulteriori ostacoli fra le Furie Rosse e la semifinale.

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

PODCAST

Twitter

Instagram

Instagram has returned empty data. Please authorize your Instagram account in the plugin settings .

Archivio