Bauscia Cafè

Una occasione di crescita

Il risultato di ieri era preventivabile. Lo Slavia è una squadra tosta, che l’anno scorso ha disputato una grande Europa League facendo fuori tra le altre Genk e Siviglia, e lottando fino all’ultimo secondo contro il Chelsea di Sarri. Ha il tipo di organizzazione tattica che può metterci in grossa difficoltà e si è presentata a San Siro con coraggio e convinzione. Nella settimana del derby, a inizio stagione, con una rosa così ristretta, un pareggio contro i cechi non è niente di assurdo.

Ciò che non era interamente preventivabile è il tipo di prestazione che ha offerto l’Inter. Il mea culpa di Conte ha evidenziato in primis un aspetto: lo Slavia ci ha impedito di giocare come sappiamo e quindi, per farla breve, ci siamo trovati ad improvvisare, cercando di scavalcare il centrocampo con pallate sistematiche. Tatticamente non c’è stata partita, e c’è poco altro da aggiungere.

Ciò che emerge in particolare da questa gara, ma che era noto già da prima, è che non possiamo ancora reggere questa competizione, non in un girone del genere. Siamo una squadra che è appena stata ricostruita e che è all’inizio di un percorso; le scelte della società e dell’allenatore hanno privilegiato la costruzione di una rosa e di un sistema di gioco “tarati” sul campionato italiano e sulle sue caratteristiche. Questa è una squadra fatta per battere piccole e “medie” in serie A e per giocarsela contro Juve e Napoli in partite secche, non per primeggiare contro le top europee. Detto ciò, in un girone più morbido avremmo sicuramente ben figurato e, con ogni probabilità, ci saremmo qualificati agli ottavi; in un girone così proibitivo, però, ottenere un grande risultato come quello della qualificazione costerebbe una quantità di energie che, a occhio, non possiamo permetterci di spendere.

Siamo certi che l’Inter di Conte giocherà al massimo tutte le partite, rimanendovi aggrappata fino alla fine, come già successo ieri. Ma l’impressione è che sia prematuro per questa squadra poter pensare a un doppio confronto ad altissimo livello come quello che questo inizio di stagione ci propone. E che, sopratutto, il gioco non valga la candela. Data la rosa a disposizione, per qualificarci dovremmo per forza “sacrificare” qualche impegno in campionato e giocare alla morte partite iper-dispendiose sotto tutti i profili. Avrebbe davvero senso perdere punti in una competizione nella quale abbiamo davvero delle possibilità di dire la nostra, per privilegiarne una in cui avremmo comunque -verosimilmente- vita breve?

Un modo sano di affrontare questa Champions potrebbe essere considerarla unicamente come un’occasione di crescita, senza alcun tipo di ossessione per la qualificazione. Prendere il buono che giocare questo tipo di gare lascia in termini di esperienza e abitudine, e tenerselo per quando saremo pronti davvero per competere su questi palcoscenici.

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