Bauscia Cafè

Tutelare l’immagine della Serie A

La Juventus fa come vuole, quando vuole. Non è necessario fare nessuno sforzo di dietrologia per comprendere gli ultimi eventi: la partita di coppa Italia del prossimo mercoledì non era rinviabile, la Juve voleva i soldi dell’incasso, e quindi si giocherà normalmente. Si sono giusto inventati la storia dell’ingresso riservato ai residenti in Piemonte

Nessuno di questi provvedimenti ha a che fare con la salute pubblica, è solo puro interesse di chi, in una situazione di crisi e di scelte da prendere dall’oggi al domani, senza possibilità di discussione, può esercitare il proprio potere in modo ancora più spudorato del solito.

Quello di cui siamo certi è che se le due partite con Inter e Milan si fossero dovute giocare a Milano anziché a Torino le avrebbero fatte disputare a porte chiuse senza problemi. Non ci sarebbero state conseguenze sul calendario, e il campionato avrebbe conservato una parvenza di regolarità. Invece, è stato deciso di causare il caos più totale, e tutto perché la Juventus non poteva permettersi di perdere l’incasso e il fattore campo di un big match in casa (e perché, potendo, preferiva sicuramente spostare questa partita in un altro periodo).

È talmente semplice che non si presta ad altre interpretazioni. Stavolta l’hanno combinata davvero grossa, e l’hanno fatto in fretta e furia. Sotto pressione, cercando poi (goffamente) di ripulire tutto alla svelta; di solito, quando è così, chi commette il delitto finisce per lasciare qualche traccia per strada.

O almeno, questo è ciò che succede nei thriller scritti con un minimo di decenza.

La portata degli errori commessi dalla Lega Serie A emerge però in maniera sempre più evidente. Da sabato è stata sancita l’impossibilità di giocare a porte chiuse e, oltre a ciò, anche quella di rinviare altre partite dato un calendario già abbondantemente intasato. La Lega ha preso delle decisioni su una situazione che è del tutto fuori dal suo controllo, ovvero la diffusione di un’epidemia su scala nazionale. Nella situazione attuale, non esiste una possibilità per giocare almeno 5 partite domenica prossima: da una parte il Governo vieta -giustamente- le porte aperte, ma dall’altra, dopo quel che è stato deciso sabato, per quale motivo una qualsiasi società dovrebbe accettare di giocare a porte chiuse?

Dunque, ricapitolando: la prossima giornata non si può rinviare; non si può giocare a porte aperte; non si può giocare a porte chiuse.

E quindi che si fa?

Il problema, poi, prosegue anche oltre la prossima giornata: nessuno può prevedere con esattezza l’evoluzione del contagio. Cosa succederebbe se si diffondesse anche al sud? È possibile, perciò, che ogni settimana si profili almeno un rischio rinvio, senza però che tale rinvio sia praticabile.

La portata del rischio cui si è esposta la Lega è quindi gigantesca, e va ben oltre l’impossibilità attuale di posizionare il recupero di Inter-Sampdoria nel calendario (che, benintenso, già da sola basterebbe per invalidare l’intero provvedimento: per quale motivo non era stata già prevista per il 13 maggio?). Lo strumento delle porte chiuse sembra, attualmente, l’unica possibilità per concludere il campionato, e da sabato ne è stato precluso l’utilizzo.

Paolo Dal Pino

Le parole di Dal Pino di domenica mattina, poi, danno un quadro ancor peggiore alla vicenda: la Lega avrebbe proposto all’Inter di giocare con la Juventus lunedì, e l’Inter avrebbe rifiutato. Posto che parliamo di una evidente fesseria (la Juventus avrebbe giocato due partite in 48 ore? La RAI avrebbe rinunciato a una prima serata da protagonista e senza controprogrammazione, come da tradizione in occasione di queste partite?), ma mettiamo anche fosse vero: il posticipo toglieva un giorno di riposo in vista della partita di giovedì in Coppa Italia, ed era nelle facoltà dell’Inter non accettare. Cosa simile ha fatto il Napoli settimana scorsa, rifiutando di rinviare Napoli-Inter di Coppa Italia per far recuperare Inter-Sampdoria: in quel caso, la Lega si è adeguata alle decisioni del Napoli. Cosa simile ha fatto la Lazio rifiutando la richiesta dell’Atalanta di anticipare la partita del prossimo turno: in quel caso, la Lega si è adeguata alle decisioni della Lazio. In questo caso, invece, sotto conclamata pressione della Juventus, ha escluso la possibilità delle porte chiuse e ha deciso di spostare cinque partite, mandando l’intero calendario nel caos più assoluto.

Il tutto unicamente per tutelare l’interesse degli Agnelli.

Il punto generale è che le società, tutte, perseguono naturalmente il proprio interesse. È nelle loro facoltà rifiutare una proposta di slittamento, o cercare di evitare di perdere un incasso importante e il fattore campo in uno scontro diretto. La Lega, invece, dovrebbe essere preposta a tutelare gli interessi di tutti. Oggi però registriamo le proteste di Brescia -che ha addirittura diffidato la Lega-, Napoli, Roma, Fiorentina, Bologna, Sampdoria e via discorrendo, e non possiamo fare a meno di chiederci: per quale motivo la Lega ha agito nell’interesse della sola Juventus? E inoltre: se Juventus-Inter si fosse giocata lunedì (o mercoledì, come pare sia stato proposto dal Napoli), la questione da porsi sarebbe tornata quella principale: è il caso di mettere quarantamila persone in uno stadio a Torino nei prossimi giorni?

Dal Pino dovrebbe poi spiegarci cosa sarebbe accaduto alle altre quattro partite rinviate, se Juventus-Inter si fosse giocata. Ma di questo non ha fatto menzione. Il problema è stato sollevato, tra gli altri, da Liverani e Gattuso; eppure ha deciso di rispondere soltanto a Marotta.

Ora dovrà essere trovata una soluzione, e non sarà per nulla semplice data la portata degli errori commessi. Comunque vada, molte squadre ne saranno fortemente danneggiate; i normali equilibri del campionato sono ormai andati persi.

Quello che ci raccontano è che la decisione di far slittare Juventus-Inter è stata presa per “tutelare l’immagine del calcio italiano nel mondo”. 

Beh, come dire: missione compiuta.

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