Bauscia Cafè

Assassin’s Grid

Siamo ormai ad un passo dal rilascio della maglia away, e le indiscrezioni si sono trasformate in certezze dopo la circolazione delle foto del prodotto. Viene confermata la struttura a griglia con linee azzurre e nere che si alternano e si incrociano con 4 aree vuote per sponsor, nome e numero. Come fatto per la Home cerchiamo di trovare una strada anche per questa, come un avvocato d’ufficio, con un atto di coerenza…si fa il giusto in attesa di una giusta pena.

Il concetto di ‘grid’ fa parte – di nuovo – del bagaglio grafico del mondo Memphis.

Sottsass


Lo ritroviamo anche nei lavori di una grande artista contemporanea, Camille Walala, tra i più grandi interpreti del linguaggio del Memphis Studio.

Nel 2014 Nathalie Du Pasquier crea una collezione per American Apparel dando vita alla sua Memphis Experience.

Il mondo di riferimento potrebbe essere anche il trend ‘Grid’ che ha viaggiato parecchio nelle ultime stagioni e che ritroviamo anche nell’ultimo lancio di Burberry firmato Riccardo Tisci.

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Come mi fanno notare i più esperti di questo argomento, in questo vortice ispirazionale si possono anche integrare le visioni di Superstudio in Monumento Continuo della fine degli anni ’60.

Io – perché sono fanatico – ci ho visto anche familiarità con la mitica griglia dell’universo Tron.

TRON 1985

Poi ci sono alcuni progetti contemporanei interessanti come quelli di LCD Studio, che ci danno una visone di prodotto e di contestualizzazione di questo linguaggio nell’attualità.

Dopo questa valle di premesse posso dire però che non amo particolarmente questa maglia. Basterebbe anche poco per riempirla di fango (Sudoku, Tovaglia, PicNic e chissà quante ne leggeremo ancor prima che esca), ma credo di più nel fatto che una maglia possa veicolare un messaggio ed è una mia volontà di coerenza tentare di decodificarlo…al di là di tutto.

In un interessante articolo di approfondimento di Artowork.com , Fabiana Dicuonzo dice una cosa interessante: “Memphis non è uno stile, è un linguaggio“. Lo stile è per pochi eletti che vi accedono, il linguaggio è portata di tutti e ognuno lo può assumere ed evolvere. Proprio per questo potrebbe essere interessante vedere l’Inter parlare questo linguaggio non solo nelle maglie, ma anche nei lancio o nei contenuti. Qualcosa abbiamo visto con Hakimi e Handanovic, certo sarebbe stato bello vedere alle prese con tutto ciò la migliore IMH.

A completamento del discorso sulla maglia away, forse non è che c’è sempre il lume dietro a giustificazione di ogni cosa, non c’è sempre un motivo per pochi eletti…alcune volte ci si potrebbe solo trovare davanti a delle semplici maglie non riuscite. Perché l’ispirazione può essere valida, ma conta poi l’esecuzione e la voglia di comunicare l’esperienza fatta.

Al netto di tutto ciò la domanda che nasce spontanea è: quanto poteva essere una opportunità questa ispirazione per creare, ancor prima della maglia, un mondo che la ospitasse e la contestualizzasse facendo anche cultura? Tanto, tantissimo. L’Inter riuscirà a capitalizzare la complessità o la kitchitudine di queste maglie in senso positivo? Vedremo. Valorizzare si può.

Credo che la sintesi del futuro di questa maglia, del bivio a cui si trova il suo destino possa essere riassunto un queste due immagini.

Nel mentre è già partito un massacro incrociato tra tifosi, detrattori e testate sportive, mezzi aggregatori e influencer della terza età. Ancora una volta possiamo registrare che per quanto si faccia finta che non lo sia la Maglia è uno strumento di comunicazione e se non lo gestisci tu lo gestiscono gli altri, spesso non bene: la stampa sportiva non ha sezioni dedicate alle maglie, non ha esperti, le usa solo per fare click, gallery (spesso sbagliate) e per cavalcare l’onda del bar sport.

Ora non ci rimane che aspettare il suo lancio e vederla in campo il 22 o il 29 Luglio per vedere l’effetto che fa. Certo è che per il futuro ci si aspetta ben altro.

rupertalbe

Designer - Mourinhano

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