E’ difficile commentare compiutamente una partita così. Non si sa da dove cominciare, da dove passare, dove finire. Non si sa bene neanche quale aspetto mettere in evidenza: tattica, episodi, singoli giocatori, casualità. E’ tutto molto difficile e troppo assurdo per essere analizzato, in realtà.
Succede che ci ritroviamo in una calda giornata novembrina su una altrettanto calda isola del Mediterraneo, mezza occupata e mezza no. Arriviamo lì, allenamento, pranzo, riposino, riscaldamento e si va in campo per la partita. Tutto abbastanza normale fin qui, al di là dei 26 gradi al 4 di Novembre e al di là del fatto di giocare contro una squadra di Famagosta che di solito gioca a Larnaca ma che stavolta si trova a Nicosia. Vabbè, ci si può passare sopra. Scendiamo in campo, 4-4-2, tutti al posto giusto. Difesa abbottonata, Maicon più davanti che dietro, centrocampo che blocca e riparte, ali discretamente in serata, Ibra che vuole spaccare il mondo e Balotelli che la mette dentro e fa vedere anche alcuni calci da fermo battuti per bene. Si fanno una decina di tiri in porta e non se ne subisce nessuno…ordinaria amministrazione contro una squadra decisamente inferiore. Dopo tutto questo, doppio fischio dell’arbitro e si va al riposo sul risultato di 2-2. No, scusate….volevo dire 2-2. Ma che succede? Sto cercando di scrivere in cifre due a zero ma viene fuori 2-2. Bah…sarà la tastiera rotta.
Si rientra dagli spogliatoi e, pronti via, una disattenzione della difesa e una cappellata di Burdisso lasciano la palla sui piedi di un attaccante dell’Anorthosis che non si fa pregare e la spinge dentro. 3-2. Uffa, ancora la tastiera…come dite? Siamo davvero 3-2? Guardo l’angolino in alto a sinistra dello schermo per la conferma e resto a bocca aperta: siamo davvero 3-2. Un tiro concesso, tre gol subiti. Roba che neanche all’Amiga. A quel punto la squadra va in confusione e, nonostante il tentativo di scossa dato da Mourinho con 3 cambi in contemporanea -mossa che mette in crisi persino la grafica dell’UEFA- ci vuole mezz’ora buona per rimettersi in piedi. Mezz’ora passata fra una assoluta sterilità offensiva e un paio di miracoli di Julio Cesar. Poi Cruz la rimette dentro e si ricomincia a giocare creando un paio di incredibili palle gol in 5 minuti..ma ormai è troppo tardi.
Cosa è successo? E’ successo che, banalmente, la palla è rotonda. Un Burdisso mai così inadeguato, un Ibrahimovic mai così sciupone e un gol, il secondo, mai così assurdo hanno stampato il risultato su un incredibile 3-3. Il problema non è il risultato in sè, nè come è maturato. Il problema è il contesto nel quale si colloca. Perchè uno svarione difensivo ci sta…ma 5 gol ridicoli presi in due partite iniziano a starci un po’ meno. Data la non-analizzabilità della partita, comunque, quello che resta è l’impressione delle prime 15 partite dell’anno nuovo. E’ l’impressione è quella di una squadra in continuo mutamento e alla continua ricerca di sè stessa, che sceglie di affrontare -e risolvere- i problemi uno alla volta, così come si pongono. Ripensando a tutte le parole spese in questi mesi, salta all’occhio come non sono più un problema determinati ruoli in campo, non è più un problema il fatto che si crea poco, non è più un problema il fossilizzarsi su un modulo, non è più un problema Balotelli, non è più un problema (almeno non lo è stato ieri sera, finchè s’è giocato) la “rottura” della squadra…ora c’è il problema dell’attenzione difensiva. Problema che, fra l’altro, è spesso tipico di squadre alla ricerca di nuovi automatismi. Si risolverà anche questo e, dopo, si risolveranno tutti quelli nuovi che si presenteranno: perchè il tempo inizia ad essere tiranno, ma i problemi non sono infiniti.
Certo, visto così è un bicchiere mezzo pieno…
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