Bauscia Cafè

Uomini, sopra ogni cosa.

Andarsene il giorno del decennale del triplete.
Gigi, fattelo dire, uno più interista di te è difficile da trovare.

Dieci anni dal triplete, oggi, 22 Maggio.
Tanta acqua è passata sotto i ponti. Tante persone sono passate in campo, in panchina, in sede. Con i nostri colori. La vita si sa, va avanti e nella vita c’è possibilità di redenzione per tutti, e questa è una cosa che la vita stessa, nella sua essenza – si può essere credenti o no – ci insegna.

Ma le azioni personali restano, le scelte, le decisioni, rimangono impresse nella storia di ogni persona. Di ogni individuo.

Gigi ci manca come uomo, non solo come allenatore. twittalo


Bravo come tecnico, bravissimo. Sicuramente altri migliori di lui c’erano, ci sono, ci saranno, ed è giusto che sia così, come per tutte le cose.
Ma nella vita si è uomini prima di tutto, e poi ci si mette i vestiti del proprio mestiere.

Passa il tempo, noi tutti cresciamo, invecchiamo. E capiamo che spesso la nostra esistenza si delinea grazie ad equilibri che nemmeno dipendono da noi.

Ma l’onestà, dipende solo da noi. Quella è una scelta. Sempre.


Gigi è stata una persona, un uomo onesto. Sempre.

Passano gli anni, molti sono già passati. i titoli sono polvere, ma il ricordo di quegli occhi lucidi e di quel “si vergogni”, batte forte.“Si vergogni”. Non semplicemente “vergognati”. No. Si vergogni. Il rispetto sopra ogni cosa.

Perché Gigi ha riassunto un popolo intero, una scelta di vita, un insieme di valori, in due parole. Due.

Guardate l’immagine di copertina. Pensate ai messaggi che vengono mandati quotidianamente in campo oggi. Pensate alla retorica del marketing che deve vendere, pensate alla guerra, ai guerrieri, alle battaglie in campo. Alle foto tutte uguali con la faccia imbronciata e le braccia incrociate.

Poi guardate questa foto. La gioia, la felicità. La musica, la vita.
Nessuna guerra, cazzo. Solo la vita. E la gioia di farne parte.

Perché ve lo dico, le prendevamo insieme le sberle, lui la domenica in campo, io e voi il lunedì a scuola. In quegli anni bui, in cui si lottava ad armi impari, contro cose più grandi di noi.

Per me Gigi Simoni non è stato UN allenatore, bensì L’allenatore della mia squadra. Di ciò che amo, e di ciò che ho imparato ad apprezzare come uomo in primis. Di una squadra, una società, che mi ha insegnato anche molto, tanto, tantissimo.

Se ne va un pezzo importantissimo della mia infanzia, della mia crescita, a livello sportivo, umano, a livello di valori, valori che esulano dal calcio, dallo sport.

Sicuro di non esagerare, sicuro di sentirmi compreso da una comunità di persone che oggi è decisamente più povera di ieri.

Quello scudetto è tutto per te Gigi.
Grande uomo, prima di ogni altra cosa.

Grazie di tutto, Mister.

Grazie.

Vujen

Classe '85, marchigiano, interista da tre generazioni. Appassionato di fotografia, Balcani e cose inutili ma costosissime. I suoi pupilli sono Walter Samuel e l'indimenticabile Youri Djorkaeff. Lautaro più altri 10.

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