Bauscia Cafè

Teste di curva e teste di cazzo

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Questa foto ha fatto il giro del mondo, utilizzata per illustrare il massacro di Houla in Siria nel 2012. Già. Peccato che sia stata scattata da Marco Di Lauro in Iraq, nel 2003.
Perché vi dico questo e cosa c’entra con l’Inter? Niente, forse. O forse solo per chiarire un concetto fondamentale: non è vero che “le immagini parlano da sole”, mai, e non è vero che quello che si vede in una foto è necessariamente la realtà. E la stessa cosa vale per i video. Come questo, per esempio.

Ora, chi vi scrive non è di certo un fan della Curva Nord e di tutte le curve in generale. Anzi. Non mi piace il loro modo di intendere il calcio, non mi piace quello che fanno prima, durante e dopo le partite, non ritengo gli ultrà un elemento fondamentale del calcio e -anzi- credo siano ben più che dannosi. Nessuna difesa d’ufficio quindi. E però.
E però ero seduto esattamente lì, e mi sento in dovere di scrivere che è troppo facile guardare un video e additare quelle bestie che si buttano in 20 contro uno, e troppo facile guardare un video girato da decine di metri di distanza e lasciare tutto il resto all’immaginazione. Ero al settore 255, un paio di file sopra al “povero” juventino pestato a sangue. E no, non è che la gente è impazzita senza motivo e se l’è presa col primo che passava di lì, a caso. Il settore era pieno di tifosi juventini tutti abbastanza discreti, tutti abbastanza composti. Ne avevo seduti due alla mia sinistra e mi sono accorto che erano juventini solo al momento del gol di Vidal, per fare un esempio. C’era qualche bambino con sciarpetta o cappellino della Juventus, un ragazzo veneto insieme ad un amico interista…era tutto tranquillissimo e non c’era il minimo problema. Tutti civilissimi.
Tutti tranne uno.
Un povero cretino fra i 40 e i 50 anni che, camicia nera e reflex al collo, seduto a due metri di distanza dalla Nord al gol di Vidal non trova niente di meglio da fare che saltare in piedi e iniziare ad esultare come un assatanato fra parole che vi lascio immaginare, gestacci e un telefonino con sul monitor una immagine (che non sono riuscito a distinguere bene) sbattuto in faccia ad alcuni vicini di posto che mi auguro -ma non ne sono affatto sicuro- fossero suoi amici. Una scena talmente indegna che persino alcune persone sedute lì intorno gli hanno urlato di star seduto e hanno iniziato a insultarlo. Figuriamoci cosa poteva scatenare tra i ragazzi della curva, che erano a due metri da lì.
Infatti due di questi lo vedono e iniziano a insultarlo violentemente. Gli dicono di andare lì, che se ne deve andare a casa e tutto questo genere di cose. Uno dei due si arrampica fin sopra il plexiglass, si sporge e gli sputa addosso, seguito dopo una manciata di secondi anche dall’altro. Il genio -lo juventino- si alza e gli va di fronte, con il plexiglass in mezzo, a dirgli qualcosa che non riesco a sentire. Poi torna a sedersi.
La situazione sembra un pochino più calma, ma passano pochi minuti e dalle scale arriva una persona, probabilmente dalla curva (come è arrivato fin lì, passando tranquillamente per le scale?). Si avvicina allo juventino e gli dice, con toni che potete facilmente immaginare ma assolutamente senza violenza fisica, che deve andarsene, che quello non è il posto suo, che non deve restare lì a vedere la partita. Discutono animatamente per un po’, vola qualche piccola spinta, quando all’improvviso lo juventino si alza e spinge violentemente l’interista contro il plexiglass mettendogli poi una mano intorno al collo e stringendolo contro la barriera. Scoppia la rissa tra i due ovviamente, e arriva un altro interista a “difendere” lo juventino (che in realtà in quel momento non sembrava proprio aver bisogno di alcuna difesa). L’interista arrivato dalla curva viene scaraventato a terra, rotola lungo le scale e finisce a terra al limite della balaustra, lo juventino gli si fionda addosso e inizia a prenderlo a calci senza dare l’idea di volersi fermare.
E’ solo a questo punto che gli altri ragazzi della curva iniziano a scavalcare, e -attenzione- è solo a questo punto che inizia il video che avete visto tutti. Con uno steward con pettorina gialla che arriva dalle scale (a 0:22 del video) e, visto che la situazione è ancora relativamente tranquilla, riesce a fermare lo juventino e a mettere in salvo l’interista che è a terra. Lo juventino viene allontanato e l’interista si rialza un po’ stupito e decisamente incazzato non tanto con lo juventino, quanto con l’altro interista che ne ha preso le parti. Mentre lo steward lo porta via si vede chiaramente il primo interista (in maglia nera) che urla qualcosa all’altro (maglia nerazzurra, anche se nel video sembra blu e basta) mentre viene allontanato dallo steward e dai suoi compagni che nel frattempo continuano a scavalcare.
L’interista e due steward seguiti un manipolo di persone della curva a questo punto risalgono le scale, ma un attimo dopo scendono di nuovo con altre persone al seguito. L’interista, con sangue e diverse ferite in faccia per le botte prese prima, indica ai suoi amici l’altro interista e lo juventino. Il seguito si vede chiaramente nel video, e c’è ben poco da spiegare. Era l’inizio però che, evidentemente, non era così ovvio. Così come non è ovvia la fine: leggo del “povero juventino” in condizioni disastrose, praticamente in fin di vita: può essere eh, magari mi sono perso qualcosa…peccato che da 4:02 a 4:20 si veda, in basso, proprio lo juventino nell’intento di togliersi la camicia -ormai strappata- che, trattenuto a fatica da un paio di persone, continua ad agitarsi nel folle tentativo di avvicinarsi ancora alla curva, urlando chissà cosa. E attenzione al clamoroso scoop: è perfettamente in piedi sulle gambe.
Questo per dire che San Siro non è quel covo di pazzi scatenati che in troppi stanno descrivendo in queste ore. Tanto è vero che altre persone, altri juventini intorno a noi, ne sono usciti completamente illesi. Per esempio i due seduti di fianco a me, che stavano iniziando a urlare e inveire contro i ragazzi della curva che scavalcavano e sono stati calmati da noi che gli eravamo intorno per evitargli guai peggiori. Per esempio il ragazzo veneto, che voleva andarsi a suicidare nel cuore della rissa ed è stato trascinato via dal suo amico verso me e un altro ragazzo: ci siamo messi in tre per tenerlo fuori da quel delirio.
Certo i modi e le abitudini delle curve italiane non li scopriamo oggi, certo andare a “chiamare gli amici” e lanciarsi in venti contro un paio di persone non è una roba che di solito si vede abitualmente ad Oxford. Ma veramente c’è chi è pronto a fare la verginella davanti a uno spettacolo del genere? Mai come in questo caso mi era capitato di vedere una provocazione tanto clamorosa quanto stupida. Ha fatto tutto lui: provocato, insultato, fatto gestacci, iniziato a menare le mani. Persino tentato di ricominciare la rissa quando era ormai tutto finito. Quale si aspettava che fosse, la fine?
Trovo veramente ridicole, dopo un episodio del genere, le decine e decine di articoli che ho letto contro “l’inciviltà di San Siro” (anche nei vari aggregatori nerazzurri eh..ma si sa: l’ipocrisia innanzitutto. Tengono famiglia anche loro, cosa credete) . Che in Italia esista un clamoroso problema nella gestione di ciò che avviene all’interno degli stadi è cosa nota, che le curve siano un ricettacolo di delinquenti o aspiranti tali lo è altrettanto.
Che San Siro debba diventare il drappo rosso da agitare davanti agli occhi dell’ipocrisia nostrana, però, è inaccettabile. In quale altra città in Italia è possibile giocare un derby senza problemi di ordine pubblico, con i tifosi che vanno tranquillamente allo stadio insieme? Da chi è che dovremmo prendere esempio? Dalla vergognosa Roma in cui ormai da anni non si può attraversare Duca D’Aosta senza ritrovarsi un coltello infilato nelle gambe, e in cui abbiamo dovuto coprirci anche dopo una finale di Coppa Italia giocata contro il Palermo? Dalla soave Pescara, in cui si sputa addosso a donne e bambini? O dalla ridente e sempre simpaticissima Napoli, che quando vede gli azzurri in campo dà il meglio di sè sia in Italia che in Europa? Ma no, certo: l’esempio da seguire è sempre quello del civilissimo Juventus Stadium, in cui i tifosi prendono a schiaffi addirittura i giocatori avversari sotto lo sguardo attento dei preparatissimi steward.

Allora facciamo così, cari moralizzatori da quattro soldi che avete sproloquiato su un qualcosa di cui evidentemente non sapevate nulla. E sì anche tu caro Isidoro Trovato, chiunque tu sia. Facciamo un gioco. Al prossimo Juventus-Inter vi bardate da perfetti supporter nerazzurri, maglietta e sciarpettina d’ordinanza, comprate un bel biglietto per lo Juventus Stadium, rigorosamente nel cuore dei tifosi bianconeri, ed esultate come dannati a uno qualsiasi dei gol dell’Inter. Non a tutti quelli che gli faremo, eh: solo a uno. Poi facciamo la conta di quanti di voi tornano illesi.
Chi ci sta?

Nicola Scarfone

Nk³

Il calcio è uno sport stupido, l’Inter è l’unico motivo per seguirlo. Fermamente convinto che mai nessun uomo abbia giocato a calcio come Ronaldo (ma anche Dalmat non scherzava). Vedovo di Ibrahimovic, ma con un Mourinho in panchina persino i Pandev e gli Sneijder possono sembrare campioni. Dategli un mojito e vi solleverà il mondo.

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