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Storia di uno stadio

Da quando Moratti è stato in Cina a parlare del nuovo stadio, è iniziato un sogno per alcuni, un incubo per altri. Perché il Meazza è l’appartamento che condividiamo con quei coinquilini sgradevoli da tanto tempo, forse troppo per quelli della mia generazione: diventa quasi scontato pensare che sia il nostro stadio. Eppure dopo aver raccontato per anni la storia di San Siro a tifosi di tutto il mondo, non mi sento mai del tutto a casa.

Nel 1926 nasce lo stadio di San Siro, per volere dell’allora presidente del Milan Piero Pirelli, grande appassionato di football inglese, che decise di volere uno stadio all’inglese dedicato solo al calcio, costruito in un tempo record di 13 mesi tra l’agosto del 1925 e il settembre del 1926. Lo stadio rimane la casa dell’F.C. Milan (nome che cambierà spesso nei primi anni da Milan Foot-Ball and Cricket Club, a A.S Milan nel 1936, A.C. Milano nel 1939 e A.C. Milan dopo la Liberazione del 1945) mentre l’Inter (Football Club Internazionale Milano, poi dal 1928 Società Sportiva Ambrosiana e Ambrosiana-Inter fino al 1945 e infine F.C. Internazionale) giocava all’Arena Civica del Parco Sempione.
La struttura del primo San Siro era tipicamente inglese, con quattro tribune indipendenti in cemento armato, il “parterre”, di cui una coperta da una pensilina, per un totale di 35.000/40.000 spettatori. Le curve di raccordo tra le tribune non esistevano ancora e lo stadio serviva anche le necessità degli ippodromi. Alcuni spazi sotto gli spalti servivano sì come spogliatoi, docce, uffici, ma erano anche adibiti a scuderie, fienili e magazzini di foraggio.

Il manifesto inaugurale dello Stadio di San Siro (19 Settembre 1926)


Il 7 settembre 1926 lo stadio viene presentato ai giornalisti, invitati a un pranzo dal presidente del Milan, che annuncia dunque l’inaugurazione per il 19 settembre di quell’anno con una partita speciale: si giocherà infatti il primo derby di San Siro, un’amichevole vinta 6-3 dall’Inter.

Queste le formazioni in campo:
Milan: Carmignato, Barzan, Schienoni, De Franceschini, Hajos, Pomi (Marchi nel secondo tempo), Ballerin (Radice nel secondo tempo), Santagostino, Ostromann, Savelli, Paride.
Internazionale: Zamberletti, Bellini, Gianfardoni, Pietroboni, Giustacchini, Agrati, Conti, Cevenini III, Bernardini, Powolny, Castellazzi.
Arbitro: Turbiani.

Lo stadio di San Siro a fine anni ’20 – Immagine cortesemente fornita dalla collezione privata di Giuseppe Coppolino

Il Comune di Milano, spinto dal successo di pubblico, del calcio milanese e dalle previsioni urbanistiche della zona, decise di acquistare San Siro nel 1935. Lo stadio aveva però bisogno di lavori di ampliamento e con una delibera del 1937 si diede l’approvazione per la costruzione di 4 curve di unione tra le tribune esistenti, che avrebbero dato la forma definitiva dello stadio a catino. I lavori iniziarono nel difficile 1938 ma si conclusero già l’anno seguente. Anche in questo caso ci fu una partita d’inaugurazione, stavolta contro l’Inghilterra. (Ricordate?)

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale anche il calcio torna alla normalità. Inter e Milan riprendono i propri nomi e l’Inter inizia a giocare a San Siro nel 1947. Il Comune di Milano si rende conto allora che l’interesse per questo sport è sempre più forte ed è dunque necessario allargare nuovamente lo stadio. Tra il 1954 e il 1955 lo stadio cresce e viene costruito il secondo anello (oltre a una serie di interventi di miglioramento delle strutture) che porta la capienza dello stadio a 85.000 posti.

I lavori di costruzione del secondo anello, 1954

La costruzione del secondo anello svolge anche un’importante funzione economica nel periodo della ricostruzione del secondo dopoguerra. I lavori di ampliamento dello stadio sono stati estremamente impegnativi per l’epoca, il Comune di Milano aveva infatti richiesto che non intralciassero lo svolgimento delle partite e che fossero terminati in poco più di un anno.

Lo stadio rinato ancora una volta fu inaugurato il 25 aprile 1953 con l’amichevole tra Italia e Brasile vinta 3-0 dagli azzurri. I giornalisti erano entusiasti delle nuove strutture, era infatti stata costruita una tribuna stampa da oltre 100 posti, la visibilità era ottima, le attrezzature moderne.

“L’ultima riforma, che portò al secondo anello, trasformò San Siro in un immenso transatlantico: la notte, con le rampe illuminate come ponti, lo stadio pareva davvero navigasse in una prodigiosa crociera”

Gianni Brera

Lo stadio ora era così diviso: il secondo anello “Popolari” aveva un prezzo più accessibile rispetto al primo diviso tra “Distinti”, “Tribuna centrale numerata” e “Tribuna d’Onore”. Nei Distinti e nei Popolari ci si sedeva direttamente sui gradoni in cemento (nasce dunque il commercio dei cuscinetti fuori dallo stadio).

A San Siro si sono anche giocate le prime partite in notturna in Italia, grazie all’impianto d’illuminazione del 1957, impianto tra l’altro interamente finanziato dal Milan dato che l’Inter non se ne interessò all’epoca. Curioso come il Milan abbia sempre storie interessantissime con le luci…

Nel frattempo il Comune di Milano si era anche impegnato a migliorare i collegamenti con i mezzi pubblici, creando l’area di sosta dei tram per un più veloce sgombero dei tifosi al termine della partita. Nel 1964 venne anche inaugurata la Metropolitana Milanese: da allora molti tifosi raggiungono lo stadio arrivando a Lotto e passeggiando lungo Viale Caprilli. Nel 1967 poi si vede il primo tabellone elettronico allo stadio, segna i tempi e il risultato della partita.

Un’immagine degli anni 60

Negli anni a seguire c’è un po’ di calma, lo stadio non richiede nuovi grandi lavori di ampliamento per un po’ e risulta tra i più moderni d’Europa per quegli anni. L’unico cambiamento “epocale” prima dell’ampliamento definitivo per i Mondiali di Calcio del 1990 è nel 1986, quando si vedono per la prima volta i seggiolini colorati al primo anello, con la disposizione che conosciamo ancora oggi.

La Coppa del Mondo Italia90 è l’occasione per rinnovare il parco stadi dell’Italia, tra questi anche San Siro. Il Comune di Milano, dopo aver abbandonato l’idea di un nuovo stadio per mancanza di tempo e denaro, decise di ampliare ulteriormente la struttura con un ulteriore anello e la copertura di tutti i posti a sedere. Il progetto è innovativo e prevede che il terzo anello si poggi su sostegni autonomi intorno allo stadio esistente: le undici torri cilindriche di accesso per il pubblico sono infatti di cemento armato e fungono da base per la nuova struttura. Di queste, 4 sostengono anche le travi della copertura, montate con l’ausilio di gru Belleli, appositamente costruite per questo evento. Chi fosse interessato, può leggere qui una scheda tecnica sulle gru e il loro utilizzo nella costruzione del terzo anello di San Siro. Io devo ammettere che mi sono commossa a vedere certe foto, ripensando a me stessa bambina che passeggiava con la nonna verso lo stadio per vedere quelle gigantesche gru gialle e quelle immense travi rosse.

Infine fu realizzato un nuovo impianto di illuminazione legato alla copertura e un sistema di riscaldamento del campo per impedire la formazione di ghiaccio. In realtà sappiamo come è andata a finire, dato che proprio il manto erboso è dagli anni 90 la grande pecca di San Siro (se ne parla già dal 3 agosto 1990 in un articolo di La Repubblica). L’8 giugno 1990 lo stadio San Siro ospita la partita inaugurale di Italia90 Argentina-Camerun.

Per finire una piccola nota sul nome dello stadio. Gli stranieri sono convinti che si chiami San Siro quando gioca il Milan e Meazza quando gioca l’Inter (tra l’altro una versione che mi sembra simpaticissima). In realtà è corretto chiamare lo stadio in entrambi i modi, sebbene intitolato ufficialmente a Giuseppe Meazza nel 1980, come da “Convenzione per la concessione d’uso dello stadio e dei relativi servizi” stipulata da Comune di Milano, F.C. Internazionale e A.C. Milan: […] per la pubblicità cartellonistica, fonica e luminosa e ogni altra attività pubblicitaria possibile all’interno e all’esterno dello stadio o comunque collegata allo stadio con la possibilità di utilizzare la denominazione “Meazza”, o “S. Siro” o “Stadio Meazza di San Siro” […].

Fonti: le fonti sono talmente tante, che se dovessi elencarle tutte scriverei un altro post.

Miss Green⁵

Sono nata e cresciuta all’ombra dello stadio, nel piazzale ho imparato ad andare in bici e in motorino. Da piccola dicevo che Malgioglio era mio padre, si somigliavano molto.

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