Verona-Inter è l’inizio della fine.
Se prima del Parma c’erano ancora fantasie di rimonta e velleità di classifica, il pareggio con l’ultima della classe sembra aver spento definitivamente qualsiasi pensiero che vada al di là dei 90 minuti da giocare di volta in volta, qualsiasi idea che possa andare oltre queste 9 partite che mancano alla fine di quello che -speriamo- sia davvero l’ultimo campionato mediocre di una serie ormai già troppo lunga. E così, costretti a sopportare da qui ad agosto chilometri di cartastraccia e dichiarazioni che vertono inesorabilmente su “l’anno prossimo”, affrontiamo partita dopo partita alla ricerca di un segnale positivo, di una idea di gioco e di giocatori sulla quale costruire la prossima stagione.
Non fa eccezione Verona-Inter, con i veronesi 11 punti sopra una lontanissima zona retrocessione e noi 9 punti sotto una altrettanto lontana (forse) zona Europa League. L’unico motivo di interesse sembra essere la sfida tra i due signori col 9 lì davanti, Mauro Icardi e Luca Toni: 22 anni contro 37, sfrontatezza contro professionismo sfrenato, una vita da predestinato contro la Serie A raggiunta solo a 24 anni per poi arrivare a diventare Campione del Mondo. Eppure tutti e due lì, appaiati a 15 gol nella classifica cannonieri in un virtuale e quasi poetico passaggio di consegne.
Resta solo questo di Verona-Inter. Un po’ poco per chi ha vissuto ben altre tensioni.
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